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Platon,

 

Molti anni fa, quando l'Ufficio Storicdo era diretto da persone competenti nella Storia Navale, e non persone messe li per far posto, ho assistito ad una discussione tra gli ammiragli Cocchia e Fioravanzo. Quest'ultimo era fermamente convinto che i siluri italiani non esplodessero a fine corsa, o per qualche altro motivo, compresa la scia di una o più navi.

 

Francersco

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Francesco,

 

It is true that in most Italian submarine attacks torpedoes did not explode at the end of their run but I can see a few instances when they did. For example, when Topazio attacked the ME.3 convoy on 11.11.1940, two loud explosions were heard after 2 minutes and 50 seconds and this is confirmed by the battleship HMS Ramillies which reported two explosions.However no ship was hit so these were probably torpedoes at the end of run. I am assuming that the torpedoes were set at a speed of 48 knots with a maximum range of 4,000 metres which probably mean they had hit the bottom. What do you think? Returning to HMS Royal Sovereign on 29.06.1940, could these explosions were from two bombs dropped by an aircraft from the Regia Aeronautica? Did they attack any ship on that day? Many thanks!

 

Platon

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Caro Platon,

 

ho consultato attentamente i dati in mio possesso e non risultano attacchi di sommergibili italiani nel Mediterraneo Orientale il giorno 29 giugno 1940.

 

Vi sono invece attacchi dell'Aeronautica dell'Egeo, con 8 bombardieri S. 79 del 34° Gruppo e 12 S. 81 del 56° e 92° Gruppo (6 velivoli per Gruppo), ma le azioni, con sgancio di 124 bombe (24 da 250 kg e 96 da 100 kg) si svolsero di giorno, alle ore 16.30-17.00 del 29 giugno

 

Gli attacchi aerei furono poi ripetuti anche il giorno 30 con 20 bombardieri con obiettivo un convoglio. Una bomba cadde vicino all'incrociatore NEPTUNE.

 

Sull'episodio della corazzata RAMILLIES ho scritto nel mio citato saggio:

 

 

Alle 13.47 del 29, trovandosi a circa 50 miglia ad ovest dell’isolotto di Gaudo, la corazzata Ramillies (capitano di vascello H.T. Baillie-Grohman) segnalò ad un miglio di distanza verso sud due esplosioni, che molti a bordo della nave considerarono di siluri esplosi alla fine della loro corsa. Non risulta che un sommergibile italiano abbia effettuato un attacco quel giorno e in quella zona.

 

 

 

Francesco

Edited by Long John Silver
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Caro Platon

 

Alle ore 01.35 dell’11 novembre 1940, il sommergibile Topazio attaccò un convoglio in lat. 34°32’N, long. 16°17’E, e il suo comandante, capitano di corvetta Emilio Berengan ritenne di aver colpito con i siluri due piroscafi.

 

Su questa azione de Topazio ho scritto per il Bollettino dell’Ufficio Storico Marina Militare un grosso saggio, “La notte di Taranto”, in due puntate (Settembre-Dicembre 1998) dal quale estraggo:

 

 

         “Al rientro in porto a Messina, il mattino del 13, l’azione del Topazio fu descritta per telefono a Supermarina dallo stesso comandante del sommergibile, che riferì all’ammiraglio Ferreri di aver avvistato il convoglio con condizioni di luce ottima e luna allo zenit ad una distanza di 8.000 metri. L’attacco si era poi svolto con lancio di due siluri di prora, scagliati in superficie da una distanza di 3.000 metri, prendendo a bersaglio tre dei quattro piroscafi del convoglio, che si trovavano molto raccolti e preceduti da tre cacciatorpediniere e da due incrociatori stimati della classe “Leander”. Dopo due minuti e cinquanta secondi dal lancio erano state udite due grosse esplosioni che furono interpretate da Berengan come la prova del successo, di cui egli aveva dato notizia per radio alle ore 03.15, dopo essere tornato tranquillamente in superficie per trasmettere il segnale di scoperta.

         In realtà l’attacco del Topazio non conseguì alcun successo, tanto che le navi inglesi neppure si accorsero di essere state prese a bersaglio da un sommergibile italiano. Ragion per cui dobbiamo supporre che le detonazioni udite dal comandante Berengan avessero avuto origine a noi sconosciuta, ma certamente ben diversa da quella dell’esplosione di siluri.

         Naturalmente il convoglio attaccato dal Topazio era l’ME. 3, che era scortato dalla corazzata Ramillies, mentre le altre quattro navi da battaglia della Mediterranean Fleet (Warspite, Valiant, Malaya e Barham) si mantenevano, assieme alla portaerei Illustrious e a sei incrociatori, in una posizione di copertura situata più a nord.”

 

 

Riporto anche, dal citato saggio, che è un vero libro, il precedente  attacco del sommergibile Capponi alla Forza A della Mediterranean Fleet (ammiraglio A.B. Cunningham), la sera del 9 novembre 1940:

 

 

“Alle ore 21.00 del 9, trovandosi a 100 miglia a sud-est di Malta, la Forza A diresse con rotta nord-ovest (310°) per raggiungere la Forza F. Verso la mezzanotte, mentre le navi dell’ammiraglio Cunningham continuavano a spostarsi verso l’Isola Gozo, per arrivare nella zona d’incontro con le unità provenienti da Gibilterra, il sommergibile italiano Capponi avvistò a circa 50 miglia a sud-est di Malta, una formazione navale che ritenne costituita da una nave portaerei, due incrociatori e otto cacciatorpediniere.

         Il comandante dell’unità subacquea, capitano di corvetta Romeo Romei, effettuò l’attacco in superficie, dopo essersi portato a distanza di lancio, e alle 00.30 del 10 trasmise per radio a Supermarina di aver colpito un incrociatore pesante con due siluri  e  probabilmente  anche con  un  terzo,  mentre  in  realtà  non  conseguì  alcun risultato. (75) Le navi inglesi non rilevarono l’attacco del Capponi; tuttavia furono udite due grosse detonazioni che vennero interpretate come esplosioni di siluri a fine corsa. Dal momento che i siluri italiani esplodevano soltanto per contatto, si può ragionevolmente avanzare l’ipotesi che i due siluri fossero esplosi mentre attraversarono la scia dell’unità attaccata. Ciò potrebbe spiegare l’impressione del comandante Romei di aver effettivamente colpito il bersaglio.

         Supermarina, non dubitando che il sommergibile avesse effettivamente colpito un incrociatore, chiese a Superaereo di intervenire per dargli il colpo di grazia; ma i ricognitori, arrivati al mattino del 10 nella zona del presunto siluramento, non avvistarono unità danneggiate o relitti, che erano le tracce necessarie per poter convalidare un eventuale affondamento. Fu però individuata a La Valletta, da alcuni Cr. 42 del 23° Gruppo Caccia, la corazzata Ramilles, entrata nel porto maltese per rifornirsi, e cio fu erroneamente interpretato come se quella nave da battaglia fosse stata effettivamente danneggiata dai siluri del comandante Romei che, per la presunta impresa, fu decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Militare.”

 

 

Francesco

Edited by Long John Silver
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Caro Francesco,

 

Many thanks for the info. So the "attack" on HMS Royal Sovereign on 29.06.1940 was not by an aircraft and will remain another unexplained item of the war.

One can ponder how History would have changed had Capponi hit HMS Illustrious. The attack on Taranto might have never happened...

The range had been extreme (4,000 metres) and the explosions were heard after 3 minutes and 15 seconds so possibly they hit the seabed.

 

Platon

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Dopo una serie di ricerche, durate anni da parte del ricercatore belga Jean-Pierre-Misson, con ripresa d’immagini Sonar a colori a Marsa el Hilal (Cirenaica), le possibilità che il relitto di un sommergibile sia quello dell’URGE sono quasi certe.

 

Il relitto, come ha riferito il nostro socio Misson, scoperto nell'agosto del 2012, è stato riconosciuto il 2 aprile 2015, studiando le immagini, da un ex ufficiale di Marina in Riserva (Peter D. Hulme) per quello di un sommergibile britannico tipo “U”.

 

Il relitto dell’URGE si trova nelle coordinate di lat. 32°54’43,3”N, long. 22°11’32,7”E; ossia nella stessa zona in cui, il mattino del 29 aprile 1942, si era verificato, l’attacco dei Cr. 42 della 153a Squadriglia del 3° Gruppo Caccia Terrestre.

 

Ciò sembra  convalidare l’affondamento da parte di aerei italiani, un argomento per cui mi sono sempre battuto per iscritto, fin dal 1980, respingendo l’idea, tutta britannica, di una perdita per causa di mine.

 

Francesco Mattesini

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La perdita del sommergibile britannico URGE come è ancora spiegata in uboat.net ( http://uboat.net/allies/warships/ship/3538.html)

 

27 Apr 1942

HMS Urge (Lt.Cdr. E.P. Tomkinson, DSO and Bar, RN) left Malta at dawn on 27 April 1942 for Alexandria. Due to the constant bombing of Malta the 10th submarine flotilla shifted her base to Alexandria. Passage was to be made via Malta's North-East Channel (course 071° from St. Elmo Light), then via

a) 36°00'N, 14°53'E
b) 35°51'N, 15°15'E
c) 34°55’N, 20°05’E
d) 34°53'N, 20°28'E

 

(expected to pass this last point at 0700B/30 April)

 

e) 32°12'N, 29°06'E

 

thence to Alexandria. Her speed of advance was to be 90 miles per day. HMS Urge was to arrive at Alexandria on 6 May 1942 but she failed to do so.

It has been claimed that the submarine was sunk by seven Italian CR.42 fighter planes from 153^Squadriglia off Ras El Hilal (Libya) on the morning of 29 April (the time was later given as 0800 hours). The claim originated with a telephone call from Comandante Dadone at Superareo to Tenente di vascello Barich at Supermarina. Dadone just stated that a submarine shelling an Axis convoy at Ras El Hilal was sighted and attacked by CR.52 (sic) fighters. Upon checking for the identity of the convoy Supermarina assumed that it was the Italian schooner San Giusto on her way to Derna as she could have been in the area. However, there was no confirmation from this vessel that she had been attacked and she was not in convoy (her file at the Ufficio Storico makes no mention of such an attack). Ras Hilal was usually visited by Alexandria-based submarines from the First Flotilla on their way to patrol off Benghazi. On 14 May 1942, San Giusto would actually be sunk by one of them (HMS Turbulent) at Ras El Hilal.

Information from Captain Manfredi to the German Naval Command in Italy stated that the convoy attacked at Ras El Hilal on 29 April consisted of three German MFPs (MFP 150, 154 and 156) and that it was attacked at 20 hours (which contradicted the earlier report, so even Manfredi appears to have been misinformed). To add to the confusion, although these three F-lighters were indeed in the area, German records do not confirm any attack although they do mention that Manfredi had reported such an attack.

Was HMS Urge sunk in this attack? It is quite unlikely, she had sailed in the early hours of 27 April and at a speed of advance of 90 miles per day (according to her orders), her route was straight to Alexandria and she had no compelling reason to be at Ras El Hilal on 29 April. In addition she was supposed to be in 34°53'N, 20°28'E at 0700B/30 April and this would have made her still some 150 miles short from Ras El Hilal had Tomkinson decided to go there. She could not have been at Ras El Hilal on 29 April unless Tomkinson had decided to contravene his orders and go at full speed on the surface night and day (allied submarines were instructed to travel on the surface only during the hours of darkness) and she would have had to beat speed records for “U” class submarines. Why would Tomkinson choose to risk his submarine and go to Ras El Hilal, an anchorage usually frequented by small vessels? Allied submarines had usually strict orders to follow their assigned routes otherwise they could easily be mistaken for enemy and they had more to fear from RAF bombers then from Axis aircraft, the latter having proven to be largely ineffective in fighting submarines. The CR.42 fighters of the Regia Aeronautica, armed with two 50 kg bombs, were unlikely to cause lethal damage to a submarine. The CANT Z.501 of the Regia Marina armed with two 160 kg depth charges were more apt to sink or damage a submarine and although several submarines were damaged by them, none is known to have been sunk.

Was there another submarine at Ras El Hilal? Apparently not, and submarines were frequently reported in areas where it is certain that none operated. Axis and Allied records contain many reports of attacks on non-existent submarines so the claim by the CR.42 fighters is not uncommon. In fact, at 1630 hours on 1 May, a CANT seaplane and a CA.311 fighter reported attacking a submarine just off Benghazi but made no claims of sinking. Had Tomkinson decided to disobey his orders, Benghazi would have made more sense than Ras El Hilal and the submarine could have been there at that time but again this is unlikely.

What was the fate of HMS Urge? She was most likely lost on one of the minefields laid by Axis forces to the east of Malta. Until her wreck is found, we shall never know for sure.

 

 

TRADUZIONE CON AGGIUSTAMENTI

 

 

27 Apr 1942

 

HMS Urge (Lt.Cdr. EP Tomkinson, DSO e Bar, RN) lasciaò Malta all'alba del 27 Aprile 1942 per Alessandria. A causa del bombardamento costante di Malta i sommergibili della 10°  flottiglia  spostarono la loro base ad Alessandria. Il passaggio  doveva essere effettuato attraverso  il canale di Malta di Nord Est (rotta 071 ° da Forte St. Elmo), poi passare per le coordinate:

 

A) 36 ° 00 'N, 14 ° 53'E
B) 35 ° 51'N, 15 ° 15'E
C) 34 ° 55'N, 20 ° 05'E
D) 34 ° 53'N, 20 ° 28'E

 

(doveva passare per l’ultimo punto alle 0700B del 30 aprile)

 

E) 32 ° 12'N, 29 ° 06'E

 

e di là ad Alessandria. La sua velocità di avanzamento doveva essere di 90 miglia al giorno. L’HMS Urge doveva arrivare ad Alessandria il 6 maggio 1942, ma non riuscì a farlo.
Si è sostenuto che il sottomarino è stato affondato da sette aerei da caccia CR.42 italiani della 153a Squadriglia presso Ras El Hilal (Libia), la mattina del 29 aprile (il tempo è stato successivamente dato come alle ore 08.00). La richiesta nasce con una telefonata dal Comandante Dadone a Superareo, ricevuta  a Supermarina dal Tenente di Vascello Barich.  Solo Dadone [era lui che trasmetteva la notizia!] riferì che un sommergibile venne a trovarsi presso un convoglio dell’Asse a Ras El Hilal, e che esso era stato avvistato e attaccato da  velivoli CR.52 (sic) [erano Cr.42]. Al momento di stabilire quale fosse l'identità del convoglio Supermarina ritenne  che si trattasse della goletta italiana San Giusto diretta a Derna, la sola che avrebbe potuto essere nella zona. Tuttavia, non ci sono conferme che questa nave attaccata fosse in convoglio (il fascicolo [pratica] presso l'Ufficio Storico non fa menzione di un tale attacco) [ci sono in realtà decine di fonogrammi distribuiti a tutti i Comandi dell’Asse e segnalazioni sui Diari che lo provano]. Ras Hilal era solitamente visitata da sommergibili della 1° Flottiglia di base  ad Alessandria,  che si recavano a pattugliare la zona di Bengasi. Il 14 maggio 1942,  il San Giusto in realtà fu affondato da uno di loro (HMS Turbulent) a Ras El Hilal.  [?]
Informazioni segnalate dal Capitano Manfredi al Comando navale tedesco in Italia riportano che il convoglio attaccato a Ras El Hilal, il 29 aprile consisteva in tre motozattere tedesche (MFP  150, 154 e 156) e che esso era stato attaccato alle ore 20 (che contraddiceva la precedente relazione , quindi, anche Manfredi sembra essere stato male informato) [in realtà le 20.00  rappresentano evidentemente l’ora in cui l’attacco degli aerei italiani fu portato a conoscenza del Comando tedesco]. Per aumentare la confusione, anche se queste tre motozattere erano effettivamente nella zona, i rapporti tedeschi non confermano alcun attacco, anche se essi non menzionano che Manfredi aveva segnalato un attacco del genere.
Era HMS Urge affondata in questo attacco? E 'abbastanza improbabile, aveva navigato nelle prime ore del 27 aprile e a una velocità di avanzamento di 90 miglia al giorno (secondo i suoi ordini), la sua rotta è stata subito diretta verso Alessandria e pertanto non aveva ragione di essere a Ras El Hilal il 29 aprile. Inoltre avrebbe dovuto essere in 34 ° 53'N, 20 ° 28'E al 0700B / 30 aprile e questo avrebbe fatto la sua navigazione di circa 150 miglia più breve da Ras El Hilal. Ha Tomkinson [capitano di corvetta comandante dell’Urge] deciso di andare lì. Non avrebbe potuto essere a Ras El Hilal, il 29 aprile, a meno che Tomkinson avesse deciso di violare i suoi ordini e andare a tutta velocità nella notte in superficie e anche di giorno (ai sommergibili alleati era permesso di viaggiare in superficie solo durante le ore notturne) e lui avrebbe dovuto battere record di velocità per un sommergibile della classe "U" [ciò non toglie che possa, anzii debba, averlo fatto, forse per un ordine ricevuto ?]. Perchè Tomkinson avrebbe scelto di rischiare il suo sottomarino e andare a Ras El Hilal, un ancoraggio di solito frequentato da piccoli natanti? I sommergibili  alleati avevano l'ordine di solito rigorosi per seguire le loro rotte assegnate altrimenti potevano facilmente essere scambiati per nemici e avevano più da temere dai bombardieri della RAF più che  dagli aerei dell’Asse, che avevano dimostrato di essere in gran parte inefficaci nella lotta contro i sommergibili. I velivoli CR.42 della Regia Aeronautica, armati di due bombe 50 kg, [ne avevano anche due da100 kg.] avevano poche probabilità di causare danni letali a un sommergibile. I CANT Z.501 [idrovolanti] della Regia Marina erano armati con due  bombe di profondità da 160 kg erano più inclini ad affondare o danneggiare un sommergibile e, anche se diversi sommergibili sono stati danneggiati da tali aerei, nessuno, per quanto conosciuto, può essere stato affondato. [si dimentica l’affondamento dell’Orpheus – vedi sotto]
Si trovava un altro sommergibile a Ras El Hilal? A quanto pare no, e i sommergibili sono stati spesso segnalati in aree in cui è certo che nessuno vi aveva operato. I rapporti dell’Asse e degli Alleati contengono molte segnalazioni di attacchi contro sommergibili inesistenti così quanto affermato dai CR.42 non è una segnalazione rara. In realtà, alle ore 16.30 il 1 ° maggio, un idrovolante CANT e un velivolo CA.311 riportarono la notizia dell’attacco a un sottomarino appena fuori Bengasi, ma senza riportarle l’affondamento. Aveva Tomkinson deciso di disobbedire ai suoi ordini [è possibile], la zona di Bengasi avrebbe avuto più senso di quella di Ras El Hilal e il sommergibile avrebbe potuto essere lì in quel momento, ma ancora una volta questo è improbabile.
Qual è stato il destino dell’ HMS Urge? Molto probabilmente è andato perduto su uno dei campi minati previste dalle forze dell'Asse a est di Malta [naturalmente tedesco!]. Fino a quando il suo relitto non sarà trovato, non lo sapremo mai con certezza.

 

E in effetti, come ha ben spiegato Jean-Pierre Misson nei suoi ultimi interventi, lo scafo di un sommergibile del tipo “U” è stato rintracciato e riconosciuto a Ras el Hilal, e poiché nessun altro sommergibile britannico è andato perduto in quella zona di mare, esso non può essere che l’Urge.

 

 

Sommergibile Orpheus, 1.475 tons (18 giugno 1940)

 

Partì da Malta il 10 giugno 1940 per operare a largo di Siracusa. A mezzogiorno del giorno 12, trovandosi a 45 miglia a sudest di Siracusa, l’Orpeus avvistò tre incrociatori pesanti italiani della classe “Zara”, scortati da cacciatorpediniere, segnalandoli con la radio. Successivamente, ricevé in mare l’ordine di raggiungere il porto di Alessandria. Durante la navigazione, alle ore 21.11 del giorno 19, gli fu ordinato di spostarsi verso le coste del Nord Africa, per pattugliare la zona “H”, situata a 40 miglia da Bengasi (lat. 32°30’N, long. 24°00’E), e l’indomani di rimanervi fino alle ore 16.00 del 22. Il sommergibile, che dal momento della partenza non dette più sue notizie, non riuscì a raggiungere la nuova destinazione. L’Ammiragliato britannico ritiene che l’Orpheus (capitano di corvetta James Anthony Surtees Wise) sia andato perduto su una mina al largo della costa della Libia, ma gli avvenimenti che si svolsero a sud delle coste siciliane, in una zona ove non operava in quel periodo nessun altro sommergibile britannico, tendono a far escludere quella supposizione. Infatti, il mattino del 18 giugno un idrovolante italiano Cant Z 501, appartenente alla 189a Squadriglia della Ricognizione Marittima (avente per pilota il capitano Francione e per osservatore il tenente di vascello Russo), avvistò a 14 miglia a ponente di Capo Passero (235°) un sommergibile in superficie, lo attaccò con le bombe  e ritenne di averlo affondato. Nel pomeriggio dello stesso giorno un secondo Cant Z 501, appartenente anch’esso alla 189a Squadriglia della Ricognizione Marittima, inviato nella zona per un controllo, avvistò alle ore 15.25, a circa 20 miglia a levante di Capo Passero (83°), un sommergibile in superficie. Il velivolo, che aveva per pilota il sergente maggiore Spadaio e per osservatore ancora il tenente di vascello Russo, attaccò con le bombe, e poco dopo constatò alla superficie del mare la presenza di numerosi rottami e di chiazze di nafta sul punto ove l’unità nemica si era prontamente immersa. E lecito ritenere che quest’ultima l’azione si sia dimostrata fatale per l’Orpheus, probabilmente già fortemente danneggiato nel precedente attacco aereo. Con il sommergibile andò perduto l’intero equipaggio di cinquantacinque uomini, inclusi cinque ufficiali.

 

Francesco Mattesini

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HMS URGE. Ci siamo !

 

Come supponevo il sommergibile britannico URGE fu inviato a Ras el Hilal per un incarico importante, Evidentemente, forse per probabile informazione dell'organizzazione crittografica ULTRA, il sommergibile aveva ricevuto l’ordine di portarsi a tutta velocità a Ras el Ilal, punto focale del traffico tra Bengasi e Derna, per intercettare ed affondare il motoveliero SAN GIUSTO che trasportava un importante carico di mine, da portare a Derna.

 

Ciò risulta, inequivocabilmente, dal Verbale della Riunione tenuta, a partire dalle ore 12.45 del 1 maggio 1942, presso il Comando Supremo delle Forze Armate italiane.

 

Che il carico del SAN GIUSTO fosse importante lo dimostra, consultando altri verbali delle Riunioni, quanto il suo arrivo fosse visto con preoccupazione, specialmente dai rappresentanti tedeschi, dopo l’attacco di un sommergibile il giorno 29 aprile a Ras el Hilal, comunicato l’indomani, alle 13.00 al Comando Supremo, dall’ammiraglio Arturo Riccardi, Sottosegretario e Capo di Stato Maggiore della Regia Marina.

 

Proprio per l'importanza del SAN GIUSTO é spiegabile l'evidente motivo di assegnarli una forte scorta aerea antisommergibili, che normalmente non avevano i piccoli motovelieri di scarsa importanza.

 

La massima velocità di spostamento del Comandante dell’URGE, capitano di corvetta Tomkinson, in superficie, essendo il sommergibile britannico l'unico a poter sperare di concludere l’intercettazione del SAN GIUSTO anche di giorno, era pertanto giustificata.

 

Sempre in una riunione giornaliera, però tenutasi, a Supermarina il 30 aprile, è riportato:

 

“Il giorno 15 maggio sarà ultimata la banchina del porto di Ras Ilal. Consente l’approdo di unità di piccolo tonnellaggio. Esame delle difese della base e ordini per il piazzamento di alcuni pezzi d’artiglieria antisom.

 

Ciò dimostra che prima di allora non vi era a Ras el Hilal nessun approdo per il naviglio, ma soltanto una rada di fortuna.

 

Ricordo, infine ,che le intercettazioni ULTRA non venivano diramate, ed é evidente che anche lo spostamento del sommergibile sia stato tenuto Segreto.

 

Francesco Mattesini

Edited by Long John Silver
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La causa della perdita e del ritrovamento del Sommergibile britannico Urge.

 

 

Riporto le mie conclusioni, con la speranza di non doverle cambiare. Sono state contemporaneamente inserite nel Forum di  uboat.net.

 

Il sommergibile Urge, di 540 tons, lasciò Malta all’alba de 27 aprile 1942 per trasferirsi ad Alessandria, percorrendo all’inizio della navigazione il canale di Nord Est di Malta, con rotta 071° da Forte St. Elmo, per poi spingersi al largo. Alla velocità di spostamento di 90 miglia al giorno, doveva arrivare ad Alessandria il 6 maggio, ma ciò non avvenne.

 

La Sezione Storica dell’Ammiragliato (Historical Section Admiralty) britannico è propensa a credere che l’HMS Urge (capitano di corvetta Edward Philip Tomkinson) sia affondato il giorno 28 su una mina. In quel periodo le motosiluranti tedesche della 3a Flottiglia (tenente di vascello Friedrich Kemnade) svolsero fuori del porto di Malta un’operazione per posare sbarramenti minati. La mancanza sull’isola di dragamine, quasi tutti affondati dalla Luftwaffe, e l’intensità degli attacchi aerei che i velivoli da bombardamento tedeschi del II Fliegerkorps, svolgevano contro gli obiettivi navali, non permisero di aprire in tempo delle rotte sicure e il sommergibile, che non era dotato di un’adeguata apparecchiatura per segnalare la presenza di mine (Mine Detctor Unit), si trovò ad attraversare i nuovi sbarramenti in un canale parzialmente dragato.

 

Questa logica versione può però essere smentita considerando un altro  avvenimento. Nella giornata del 29 aprile, tra le ore 05.20 e le ore 16.10, tra le  05.20 e le 16.10. Alle ore 08.10 del 29 aprile sette aerei italiani Cr 42 della 153a Squadriglia del 3° Gruppo Caccia Terrestre, al comando del tenente pilota Massimo Mancini, effettuarono scorte a piccole unità navali al largo di Ras el Hilal. Alle 08.10 uno di questi velivoli attaccò con due bombe, a 5 miglia a nordest di Ras el Hilal, un sommergibile che stava cannoneggiando il piccolo motoveliero San Giusto partito da Navarino e diretto a Derna, e che riportò soltanto danni di poco conto. Poiché l’Urge nel suo spostamento (calcolato giornalmente in circa 220 miglia, con navigazione diurna occulta e in superficie di notte) non doveva trovarsi a passare a quel giorno all’altezza di Ras el Hilal, la sua perdita ha posto molti dubbi, primo fra tutti quello che, per raggiungere la zona di Ras el Hilal, avrebbe dovuto deviare dalla sua rotta, diretta verso Alessandria di ben 150 miglia, e di navigare a tutta forza in superficie sia di giorno che di notte. Era questa una possibilità che era esclusa perché il comandante Tomkinson non era autorizzato a farlo, a meno che vi fosse stato un valido motivo. E in effetti il motivo c’era, poiché ho scoperto che l’Urge trasportava un importante carico ritenuto prezioso per il fronte del Nord Africa, in quel momento fermo davanti alla piazzaforte di Tobruk, e costituito da mine tedesche.

 

Evidentemente, forse per probabile informazione dell'organizzazione crittografica Ultra trasmessa da Londra a un comando britannico (Malta o Alessandria), il sommergibile aveva ricevuto l’ordine di portarsi a tutta velocità a Ras el Hilal, punto focale del traffico tra Bengasi e Derna, per intercettare e affondare il San Giusto che trasportava quell’importante carico di mine, da portare, lungo le coste della Cirenaica, al porto avanzato di Derna. Ciò risulta, inequivocabilmente, dal Verbale della Riunione tenuta, a iniziare dalle ore 12.45 del 1° maggio 1942, presso il Comando Supremo delle Forze Armate italiane. Che il carico del San Giusto fosse importante lo dimostra, consultando altri verbali delle Riunioni, quanto il suo arrivo fosse visto con preoccupazione, specialmente dai rappresentanti tedeschi, dopo l’attacco di un sommergibile il giorno 29 aprile a Ras el Hilal, comunicato l’indomani, alle 13.00 al Comando Supremo, dall’ammiraglio Arturo Riccardi, Sottosegretario e Capo di Stato Maggiore della Regia Marina.

 

Proprio per l'importanza del San Giusto é spiegabile l'evidente motivo di assegnarli una forte scorta aerea antisommergibili, che normalmente non avevano i piccoli motovelieri di scarsa importanza. La massima velocità di spostamento in superficie anche di giorno, disposta dal Comandante dell’Urge capitano di corvetta Tomkinson, era pertanto giustificata, essendo quel sommergibile britannico l'unico a poter sperare di concludere l’intercettazione del San Giusto. Il sommergibile britannico più vicino al San Giusto, il Thorn, che operava nella Sirte presso Bengasi, era a circa 200 miglia più a ponente, e anche se fosse stato allertato non poteva arrivare in tempo per intercettare il motoveliero prima che raggiungesse Derna.

 

Ricordo, infine ,che le intercettazioni e decrittazioni Ultra  non venivano diramate, ed é evidente che anche lo spostamento dell’Urge doveva restare segreta, per non divulgarne la fonte.

 

Nel corso degli anni si è negato da parte britannica, a volte in modo alquanto dibattuto, che la perdita dell’Urge si sia verificata in seguito all’azione di una sezione di Cr 42, i cui piloti  riferirono di aver gravemente danneggiato, con due bombe di profondità da 100 chili, di cui era armato ogni aereo, il sommergibile attaccato. All’azione degli aerei italiani assistettero anche tre motozattere tedesche, (MFP. 150, 154 e 156) che si trovavano a passare in quella zona, e il cui personale assistette all’attacco aereo. Quanto al San Giusto proseguendo nella sua navigazione arrivò a Derna alle 16.30 del 30 aprile.

 

Poiché, secondo la relazione del generale Vittorio Marchesi Comandante della 5a Squadra Aerea (Libia), fatta conoscere da Platon Alexiades, le due bombe sganciate dal Cr. 42 caddero a una trentina di metri dal sommergibile, l’attacco fu considerato di esito dubbio, anche se parecchie fonti, compresi Diari Storici, accennano al probabile affondamento dell’unità subacquea. Ma evidentemente le concussioni delle esplosioni delle bombe dovettero essere fatali all’Urge, poiché affondò, e il relitto è stato recentemente ritrovato, nella zona dell’attacco aereo.  E’ comunque dimostrato che esplosioni di bombe in prossimità dello scafo possono essere fatali ad un sommergibile in fase di immersione, causando danni al momento irreparabili ai timoni e alle macchine, nonché falle.

 

Con l’Urge si perse l’intero equipaggio di trentadue uomini, inclusi quattro ufficiali, e undici passeggeri che il sommergibile doveva portare ad Alessandria. Nella sua notevole attività di guerra contro navi italiane, l’Urge aveva colpito con un siluro la corazzata Vittorio Veneto, il 14 dicembre 1941, e affondato l’incrociatore italiano Giovanni dalle Bande Nere, il 1° aprile 1942.

Altra parte importante di questa storia è che dopo una serie di ricerche, durate anni da parte del ricercatore belga Jean-Pierre-Misson, con ripresa d’immagini Sonar a colori a Marsa el Hilal, le possibilità che il relitto di un sommergibile scoperto in quella zona sia quello dell’U sono ormai certe. Il relitto, scoperto nell’agosto 2012, è stato riconosciuto il 2 aprile 2015, studiando le immagini, da un ex ufficiale di Marina in Riserva (Peter D. Hulme) per quello di un sommergibile britannico tipo “U”.

Il relitto dell’HMS Urge si trova nelle coordinate di lat. 32°54’43,3”N, long. 22°11’32,7”E; ossia nella stessa zona in cui, il mattino del 29 aprile 1942, si era verificato l’attacco dei Cr. 42 della 153a Squadriglia del 3° Gruppo Caccia Terrestre. Ciò convalida l’affondamento da parte di aerei italiani, un argomento per cui mi sono sempre battuto, fin dal 1980, assieme a quello sulla precedente perdita dell’HMS Upholder da parte di aerei tedeschi il 14 aprile 1942, respingendo l’idea, tutta britannica, di perdite per causa di mine.

 

Francesco Mattesini

 

Roma, 18 aprile 2015

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Dear Francesco,

 

It was very kind of you to translate my text and many thanks. However I am still not convinced of the validity of your arguments. The testimony of a single fighter pilot who claimed to have missed the submarine by 30 metres. That the concussion was enough to have sunk the submarine is a bit far-fetched. Submarines were usually pretty sturdy and if there was indeed a submarine, it would probably have not suffered any damage, let alone sink. I can cite several instances of bombs exploding at a distance less than that and the submarine came out undamaged.

That HMS URGE was rushed at full speed through a supposed ULTRA signal which does not seem to exist. Have you seen it? You are imagining that there were possibly secret signals which have disappeared. With this line of thinking we can go very far! When did SAN GIUSTO reported attacked? There is no evidence of this in her file. Do you have any document to prove this? Why does the diary of Supermarina ignores this attack?

HMS ORPHEUS was at sea and in a better position to intercept and yet was not informed of this supposed important schooner. ORPHEUS was  told of the imminent passage of a 3,000 ton tanker (which I think was more important than a schooner!). Now you say that URGE was closer than ORPHEUS to Ras Hilal when the ULTRA signal reached her about of SAN GIUSTO. But since she had to go full speed ALL the time to reach Ras Hilal (and on the surface for 48 hours and at a speed she never maintained except for a few hours!) how come she departed Malta at such a speed if she was informed only about this signal a day later? Just to test her engines and spend a lot of fuel? ITo make the comparison: many Italian submarines were listed as for an having a top surface speed of 15-17 knots, can you cite me an example of one of them maintaining a speed of 15 knots for 48 hours? The "U" class submarines were listed with a theoretical maximum speed of 11 knots, the logs of HMS URGE show she reached on very rare occasions 10 knots and only for an hour or two not 48.

It is surprising that the signals between Malta and Alexandria which followed when URGE did not arrive at her destination (Alexandria) did not mention at all that she had been diverted to Ras Hilal on such an important mission. No British official document even hinted that she had gone to Ras Hilal.

Finally I am not an expert on Sonar pictures but I do not know if there is a case that they can give the identity of a wreck with certainty. These pictures could represent anything.

I look forward to continue this conversation in Rome.

 

All the best,

 

Platon

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Caro Platon.

 

Secondo i dati ufficiali a suo tempo ricavati nell’Archivio dell’Ufficio Storico dell’Aeronautica italiana, l’attacco all’HMS URGE avvenne alle 08.10 del 29 aprile 1942 a 5 Km a Nord Est di Ras Hilal, da parte di 7 velivoli Cr. 42 della 153a Squadriglia del 3° Gruppo Caccia (5° Squadra Aerea), al comando del tenente Mancini.

Quindi, 5 km a Nord Est di Ras Hilal ci da la posizione dell’attacco aereo e quella nella quale presumibilmente si dovrebbe trovare il relitto dell’HMS URGE.

Cercherò di far un salto all’Ufficio Storico per saperne di più consultando i Diari Storici e i fonogrammi interessanti quell’episodio.

 

Se dobbiamo stabilire che l’URGE non aveva ricevuto alcun segnale per intercettare il motoveliero SAN GIUSTO, con il suo importantissimo carico di mine tedesche attese con impazienza a Derna per poi inviarle sulla linea del fronte terrestre, e il sommergibile, come appare dai rilievi di JEAN-PAUL MISSON si trova affondato a Ras el Hilal, nonostante ogni possibile interpretazione sui suoi movimenti, possibili o impossibili, dovremmo concludere che il comandante Tomkinson è stato un irresponsabile, cosa che io non credo assolutamente.

 

D'altronde Platon, devi convenire che un sommergibile si trovava inequivocabilmente a Ras el Hilal, e che aveva causato danni al SAN GIUSTO, episodio dell'attacco, sia navale che aereo, a cui avevano assistito le tre motozattere tedesche; e se non era l’URGE dimmi Tu di quale sommergibile si trattava, dato che nessuno sommergibile britannico era in zona e nessuno a riportato quell’azione di guerra.

 

Puoi fare qualsiasi supposizione, come porre il dubbio sull’informazione Ultra (che è ipotetica), non divulgata o trascritta in Diari (lo sappiamo bene poiché prima del 1973 dell’Ultra non si sapeva nulla), ma il risultato sarà sempre lo stesso.

 

Francesco Mattesini

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Dear Francesco,

 

Regarding the supposed attack by a CR 42 fighter that “sank” a submarine:

 

  1. You are assuming that seven aircraft attacked the “submarine”. If you examine the report it appears ONLY ONE fighter was present. Seven CR 42 fighters of 153^Squadriglia were ordered to provide air cover for a convoy passing through Ras Hilal. The seven aircraft provided air cover from 05:20 to 16:10 (650 minutes) and logged a total of 12:30 hours of flight (750 minutes) which makes it obvious that they were not all seven present but were RELAYING themselves and most of the time ONLY ONE was present. Since also only one aircraft dropped two bombs, there is no evidence there was any other witness. Otherwise if there were other aircraft why did they not attack? So the claim is made by a single fighter pilot. The attack was 5 km NE of Ras Hilal, the supposed wreck is 1 km of Ras Hilal so the “submarine” moved after it was sunk?
     
  2. You are assuming that SAN GIUSTO was attacked by a submarine. As I have stated when the report that an aircraft had attacked a submarine at Ras Hilal, it was ASSUMED that the submarine was shelling SAN GIUSTO because she was passing through Ras Hilal. This is a supposition, I have found NO CONFIRMATION at the Ufficio Storico.
     
  3. Later the story was changed that it was probably a German convoy of three F-lighters (motozattere) which was attacked. This convoy also passed through Ras Hilal on that day and was probably the convoy which was escorted by 153^squadriglia but DID NOT REPORT any attack.

 

The result the whole story is based on the testimony of a single fighter pilot and he reported that he attacked a “submarine” but DID NOT CLAIM to have sunk it but missed it by 30 metres.

 

You are assuming that aircraft pilots never made errors yet the history of the Mediterranean naval war is filled with such mistakes! I will only cite your own article in Bollettino d’Archivio (Giugno 2007) “L’operatione Aprilia (13-15 Aprile 1942)” page 79:

after a Cant Z.506 of 170^ squadriglia signalled a submarine attacking the convoy made a second signal: “…riconobbe che la scia avvistata per quella di un delfino”.

So the CR 42 fighter pilot could not make such an error? :)  And Cant Z.506 pilots and naval observers were more experienced in dealing with submarines...

 

Best regards,

 

Platon

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Caro Platon,

 

Tu ai tutto il diritto di esprimere e difendere le tue opinioni.  Quelle relative alla velocità dell’URGE che, secondo te, non gli permetteva di raggiungere il 29 aprile 1942 la zona di Ras el Hilal; il fatto che le bombe sganciate siano cadute a 30 metri dallo scafo del sommergibile, e che quindi non potessero causare danni tali da affondare l’URGE; il fatto che, nell’Archivio dell’Ufficio Storico tu non abbia trovato quello che cercavi, ossia un elemento da poter confermare che l’attacco dell’URGE al SAN GIUSTO vi era stato veramente. Ma ai consultato il Diario di Supermarina ?

 

Tuttavia esistono vari rapporti e scritti su quell’azione; ne parlano gli ammiragli Cocchia e Rauber nei loro libri dell’Ufficio Storico della Marina Militare. Io stesso a suo tempo ho trovato quello che cercavo, e ho confermato, dopo ricerche effettuate anche nell’Archivio dell’Ufficio Storico Aeronautica, la perdita dell’URGE ai Cr. 42 del 3° Gruppo Caccia, specificando anche il nome del comandante, della 153° Squadriglia, capitano Mancini.

 

Ciò avvenne nel 1975 quando consegnai all’Ammiraglio Galuppini, allora Capo dell’Ufficio Storico Marina, un libro a uso interno dal titolo “Navi da guerra e mercantili della Gran Bretagna e Nazioni Alleate affondate e danneggiate in Mediterraneo – 10 Giugno 1940 – 5 maggio 1945”. Lo troverai in Archivio, vedi a pag. 67.

 

Sono particolarmente importanti i Verbali del Comando Supremo (Archivio Ufficio Storico Esercito), ossia a quelle riunioni giornaliere che si tenevano al Comando Supremo presso il Generale Cavallero, e a cui partecipavano il Feldmaresciallo  Kesselring, i Capi e i Sottocapi delle tre Forze Armate italiane, il Comandante della Marina tedesca in Italia, ammiraglio Weichold, il rappresentante dell’OBS, generale d’aviazione Wenninger.

 

Ebbene in questi verbali, in cui la maggiore preoccupazione dal punto di vista navale é quella della protezione dei convogli con la Libia diretti a Bengasi, si pone particolarmente l’interesse per un motoveliero, di nessun interesse per  discussioni ad alto livello, se non fosse perché portava un importante carico di mine tedesche, imbarcate a Navarrino e da sbarcare a Derna.

 

Si mostra preoccupazione per l’attacco al SAN GIUSTO di un sommergibile nemico a Ras el Hilal il mattino del 29 aprile 1942, e poi la soddisfazione espressa dall’ammiraglio Riccardi, Capo di Stato Maggiore della Marina, quando il giorno 1° maggio può annunciare, nella riunione iniziata alle 12.45, che “Il motoveliero S. GIUSTO è arrivato a Derna con le mine”.

 

Questo dimostra l’importanza assegnata a quella piccola nave dai tedeschi e dagli italiani, e si deve presumere che distruggerla fosse interesse dei britannici, che in quel periodo decrittavano regolarmente tutte le notizie sul traffico dell’Asse con la Libia.

 

Comunque il sommergibile c’era a Ras el Hilal e questo non si può negare. Se non era l’URGE, deviato di rotta all’ultimo momento, di chi si trattava ?

 

Quanto agli errori, tu stesso ai detto che molti dati forniti dalla Historical Section Admiraly sono sbagliati; pertanto perché non dovrebbe esserci errori anche nella missione dell’URGE, in particolare sulla esatta data e ora di partenza da Malta.

 

So per l’esperienza sulle missioni delle navi italiane che spesso l’ora di partenza, fissata negli ordini operativi, era anticipata o ritardava per motivi di opportunità. Perche la stessa cosa non può essere successa per l’URGE, non appena si ebbe conoscenza della missione del SAN GIUSTO ?

 

Comunque risolveremo questa questione a Roma. Verrò con te all’Ufficio Storico Marina, e vedremo di trovare il più possibile nel carteggio più importante. Nel frattempo, per la medesima ricerca, io mi recherò all’Ufficio Storico dell’Aeronautica.

 

Affettuosi saluti

 

Francesco  

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Dear Francesco,

 

Diario I Supermarina (16-30 Aprile 1942) pagina 373 (giorno 29):

 

Azioni

-        081029 – Un Smg. Nemico ned pressi di Ras Hilal canonnegia un convoglio (probabilmente veliero S. GIUSTO). Il Smg. è attacato da aeri CR.42.

 

 

This entry reflects the telephone conversation between Comandante Dadone and T.V. Barich which I cited in my previous post. There are no further entries concerning this attack.

 

I do not dispute your assertion that SAN GIUSTO had an important cargo but that:

 

“Comunque il sommergibile c’era a Ras el Hilal e questo non si può negare.”

 

Do you mean there were never such mistakes? I have many instances of such erroneous reports and if you wish I can send you some samples.

 

If a submarine was indeed attacked and sunk at Ras Hilal at 1,000 metres from the coast (that is where the supposed wreck lies), how come:

 

  1. Nobody sighted it from land in broad daylight?
  2. Why there were no subsequent searches for a submarine in this area?
  3. If it was believed sunk (and it was not) why there were no search for the wreck by Axis vessels. The water was about 40 metres deep and thus easy for divers to reach. Why no attempts were made for subsequent search of the wreck to retrieve secret documents such as those that were found HMS MOHAWK or the attempt to recover them from the submarine P.33?
  4. How come the British did not locate the wreck when U 205 was sunk in 1943? If a submarine was at the bottom it would have been located by Asdic and attacked. They had a team of divers working on U 205 in the same area a few weeks later. If the wreck was near how come it was not located? I think this wreck probably dates after 1943.

 

I do not think we shall be able to convince one another but we shall continue this conversation in Rome!

 

Best wishes,

 

Platon

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