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nel corso delle mie consultazioni  su industria e regia Marina ho scoperto un libro interessantissimo, scritto da un giovane che ho poi voluto conoscere, un professore di storia che non è mai stato in Marina, e forse sulle navi non è mai salito, ma un testo che consiglio vivamente di leggere (costa poco ed è reperibile anche per acquisto in Internet e spedizione a casa , anzi consiglio di comprarlo insieme ad un altro libro dello stesso autore, i sommergibili del fascismo).

Ve ne faccio una breve recensione, ma soprattutto non lasciatevi ingannare dal titolo (i titoli li fanno gli editori e non gli autori, gli editori pensando di vendere meglio e di più possono anche stravolgere il senso dell' opera…)

Il libro è storico e non politico … e si tratta di una informazione completa e ritengo verace ..

 

Fascisti sul mare, La Marina e gli ammiragli di Mussolini

Un prezioso testo di consultazione ancor più che di interessante lettura che non può mancare dalla biblioteca e dall’ orizzonte di nessun navalista.

Non tratta di fatti d’ arme né di epiche battaglie come ormai sembra essere di moda, ma quale merce rara fornisce una visione dell’ “intorno” che non è quella usuale dall’ “interno” attraverso riscontri ineccepibili di una documentatissima analisi non solo del posizionamento della R.M. nel ventennio ma di come essa era percepita, anche dai potenziali avversari, poi “nemici”. 

Un’ analisi che lascia alle capacità e conoscenze del lettore la correlazione causa/effetto di molte delle posizioni cosi ben analizzate, anche se non è detto (e spero) non possa essere l’ oggetto di un ulteriore lavoro di un autore serio ed evidentemente molto impegnato.

Finalmente un segno di rinnovamento, non solo generazionale ma anche di metodo, tra i navalisti.

Un nuovo, non solo diverso, modo di “fare”, di scrivere la storia navale rispetto a quanto i navalisti sono stati abituati in questi ultimi anni: ben venga, finalmente, un approccio anglosassone e molto obiettivo di affrontare la storia navale (le cause, e non i balletti delle navi e le giustificazioni dei personaggi).

L’ obiettività è tale che, al di là del titolo, grazie al rigore della ricerca da un’ attenta lettura e dalle opportune deduzioni la Marina (come corpo) ne esce bene:  è importante, e forse un obbiettivo dell’ autore, vedere i fatti ma soprattutto i comportamenti alla luce di quanto il De Ninno dischiude con il suo meticoloso lavoro.

Difficile da leggere, e forse anche da digerire, ma veramente una lettura necessaria.

 

Fascisti sul mare, La Marina e gli ammiragli di Mussolini

Edizioni Laterza

Collana storia e Società

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Avevo visto il libro in libreria, l'avevo sfogliato e non mi aveva colpito favorevolmente.

Non solo per il titolo, anche per quanto è scritto nella presentazione:

" Il libro dimostra come gli ammiragli costruirono con Mussolini e con il regime una relazione strettissima che arrivò a determinare scelte decisive negli anni precedenti lo scoppio della seconda guerra mondiale. Fascismo e Marina furono più vicini di quanto sinora si fosse pensato e fu attraverso il loro legame che si preparò il terreno per la sconfitta dell'Italia sul mare, ..."

Non sono d'accordo, l'adesione al fascismo era diffusa tra ufficiali inferiori, graduati, marinai, ma non conosco un solo Ammiraglio che si possa definire fascista.

Comunque approfondirò alla prossima occasione ed eventualmente comprerò il libro.

Se l'autore si iscrivesse ad AIDMEN potremmo discutere l'argomento con lui.

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nel corso delle mie consultazioni  su industria e regia Marina ho scoperto un libro interessantissimo, scritto da un giovane che ho poi voluto conoscere, un professore di storia che non è mai stato in Marina, e forse sulle navi non è mai salito, ma un testo che consiglio vivamente di leggere (costa poco ed è reperibile anche per acquisto in Internet e spedizione a casa , anzi consiglio di comprarlo insieme ad un altro libro dello stesso autore, i sommergibili del fascismo).

Ve ne faccio una breve recensione, ma soprattutto non lasciatevi ingannare dal titolo (i titoli li fanno gli editori e non gli autori, gli editori pensando di vendere meglio e di più possono anche stravolgere il senso dell' opera…)

Il libro è storico e non politico … e si tratta di una informazione completa e ritengo verace ..

 

Fascisti sul mare, La Marina e gli ammiragli di Mussolini

Un prezioso testo di consultazione ancor più che di interessante lettura che non può mancare dalla biblioteca e dall’ orizzonte di nessun navalista.

Non tratta di fatti d’ arme né di epiche battaglie come ormai sembra essere di moda, ma quale merce rara fornisce una visione dell’ “intorno” che non è quella usuale dall’ “interno” attraverso riscontri ineccepibili di una documentatissima analisi non solo del posizionamento della R.M. nel ventennio ma di come essa era percepita, anche dai potenziali avversari, poi “nemici”. 

Un’ analisi che lascia alle capacità e conoscenze del lettore la correlazione causa/effetto di molte delle posizioni cosi ben analizzate, anche se non è detto (e spero) non possa essere l’ oggetto di un ulteriore lavoro di un autore serio ed evidentemente molto impegnato.

 

 

Vi segnalo che Mariano Gabriele lo recensisce entusiasticamente sul n.3(2018) della Rassegna dell'Arma dei Carabinieri

 

http://www.carabinieri.it/Internet/ImageStore/Magazines/Rassegna/Rassegna%202018-3/files/basic-html/page10.html

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A mio parere il sentimento fascista della maggior parte degli Ammiragli era non tanto ideologico, ma piuttosto interessato al fine di ottenere maggiori finanziamenti per nuove costruzioni.

 

Tra tutti, però, sarei curioso di sapere se l' Amm. Franco MAUGERI, così "antifascista" nei suoi libri di memorie (From the ashes of disgrace e Ricordi di un marinaio) avesse mai fatto richiesta della tessera del partito fascista...

Edited by Alfabravo 59
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  • 4 weeks later...

Ho letto la recensione di Mariano Gabriele, favorevole, definirla entusiastica lo direi eccessivo.

Più che altro è un riassunto del libro, senza osservazioni originali.

Alla fine cita la conclusione dell'Autore: "parlare di una Marina fascista sarebbe eccessivo..." che ridimensiona abbastanza l'assunto del libro.

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Il capoverso finale del libro recita:

 

"La marina aveva contribuito a questo processo [la catastrofe militare a cui l'Italia andò incontro nella Seconda Guerra Mondiale] perché la leadership dell'istituzione  aveva ceduto alla dittatura, riproducendo tutti i problemi più generali dell'Italia fascista nel suo sviluppo istituzionale. Parlare di una marina fascista sarebbe eccessivo, in quanto potrebbe far pensare che il regime abbia effettivamente e completamente fascistizzato l'istituzione e i suoi uomini. E' certo però che Mussolini, con la connivenza degli ammiragli che si trovarono alla guida della marina, ne influenzò in maniera decisiva la politica  militare, costruendo una Marina di Mussolini, evoluzione e al tempo stesso diversa da quella del periodo liberale.

 

Il valore, il coraggio e il senso del dovere di ufficiali e marinai sono fuori discussione, ma i disastri di Taranto e Matapan, l'inefficacia della grande flotta subacquea, la sconfitta nella guerra d'attrito intorno ai convogli e soprattutto le migliaia di marinai morti e le centinaia di navi e sommergibili rimasti sul fondo dell'Atlantico, dell'Oceano Indiano, del Mar Rosso e del Mediterraneo nei tre anni di guerra rimandano tutti alla relazione che si era costruita tra la marina e il fascismo." 

 

Il titolo di un noto  libro di Maurizio Brescia era "Mussolini's Navy", anche se l'autore a suo tempo ne aveva attribuito la responsabilità all'editore...

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No, in questo caso i contenuti corrispondono al titolo, e non tradiscono le attese. Un libro da leggere.

 

#alfabravo: a quanto risulta dal libro, l'adesione convinta al regime era motivata, più che dal desiderio di ottenere finanziamenti per le nuove costruzioni o dall'ideologia, dal buon vecchio carrierismo...

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A mio parere il sentimento fascista della maggior parte degli Ammiragli era non tanto ideologico, ma piuttosto interessato al fine di ottenere maggiori finanziamenti per nuove costruzioni.

 

Tra tutti, però, sarei curioso di sapere se l' Amm. Franco MAUGERI, così "antifascista" nei suoi libri di memorie (From the ashes of disgrace e Ricordi di un marinaio) avesse mai fatto richiesta della tessera del partito fascista...

 

Da autore, per rispondere alla sua domanda, Maugeri prese la tessera il 31 luglio 1933, in una fase in cui tutti gli ufficiali superiori l'avevano praticamente chiesta. Perciò il fatto che l'abbia presa in quel momento non è una "misura" di una adesione, negli stessi anni praticamente tutto il corpo docente dell'università dovette fare lo stesso. Nel libro è spiegato come esistano delle discriminanti temporali per capire i tesseramenti, che di fatto diventarono quasi "obbligatori" tra il 1932-1933.

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Nel Bollettino d'Archivio dell' Ufficio Storico della Marina del giugno 1999 Alberto Santoni esaminava le valutazioni britanniche d'anteguerra sulle capacità militari dell'Italia, e considerazioni postbelliche . Ebbene l' Autore riporta a pag.40 le seguenti parole della relazione inglese : " The navy was ruled by an ardent Fascist, a politician rather than a sailor, and was considered to be pro-German in sympathy "

Si parla di Cavagnari .

La Marina non era certamente fascista, o lo era in misura molto inferiore ad es all' Aeronautica ; ma purtroppo lo era il suo capo, il quale soprattutto evidenziò a mio avviso ben misere doti di comando ( " a politician rather than a sailor ", come recita giustamente il testo inglese ) .

E nessuno è mai riuscito a togliermi dalla testa l'idea  che dietro il forzato collocamento a riposo dell' Ammiraglio Bernotti ( probabilmente il nostro migliore cervello navale ) ci fosse lo zampino di un consumato maestro nelle manovre di corridoio - ma non in quelle navali -  ,  come quel signore .

Per concludere, permettetemi solo di osservare che la Marina, tutta la Marina ha bene meritato dalla Patria, nonostante Cavagnari .

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Nel Bollettino d'Archivio dell' Ufficio Storico della Marina del giugno 1999 Alberto Santoni esaminava le valutazioni britanniche d'anteguerra sulle capacità militari dell'Italia, e considerazioni postbelliche . Ebbene l' Autore riporta a pag.40 le seguenti parole della relazione inglese : " The navy was ruled by an ardent Fascist, a politician rather than a sailor, and was considered to be pro-German in sympathy "

Si parla di Cavagnari .

La Marina non era certamente fascista, o lo era in misura molto inferiore ad es all' Aeronautica ; ma purtroppo lo era il suo capo, il quale soprattutto evidenziò a mio avviso ben misere doti di comando ( " a politician rather than a sailor ", come recita giustamente il testo inglese ) .

E nessuno è mai riuscito a togliermi dalla testa l'idea  che dietro il forzato collocamento a riposo dell' Ammiraglio Bernotti ( probabilmente il nostro migliore cervello navale ) ci fosse lo zampino di un consumato maestro nelle manovre di corridoio - ma non in quelle navali -  ,  come quel signore .

Per concludere, permettetemi solo di osservare che la Marina, tutta la Marina ha bene meritato dalla Patria, nonostante Cavagnari .

 

Nel volume non compare mai la dicitura la "Marina fascista" o la "Marina fu fascista", ma si parla di "marina del fascismo" nel senso che lo sviluppo dell'istituzione fu determinato dal regime. Per inciso, le stesse fonti di Santoni, gli addetti navali britannici (e francesi), mettono in evidenza per gli anni precedenti (e sono citate nel libro) come l'espansione della flotta facesse in modo da aprire lo spazio del consenso nell'istituzione.

 

Quanto a Bernotti, le sue vicende come quella di altri personaggi di spicco, sono significative della relazione Mussolini-ammiragli. Nei tardi anni Venti e nei primi anni Trenta, Bernotti aveva dimostrato aperta simpatia per il regime (fu tra gli ammiragli che presero per primi la tessera del partito, nel 1926 andando a memoria), ma quando la Guerra d'Etiopia mise in evidenza che serviva pensare ad una Marina maggiormente capace di affrontare la Royal Navy, dotata di maggiore capacità aeronavale per esempio, lui come altri (Ducci, che però non era mai stato apertamente sostenitore del duce) finirono con l'essere messi progressivamente da parte.

 

Le dicotomie "fascista/nonfascista" non hanno molto senso, 20 anni sono un tempo lungo e ci sono molti mutamenti. Revel nel 1922 sostenne l'ascesa al potere di Mussolini, non perchè fosse fascista ma perchè credeva che avrebbe giovato al paese e alla Marina, salvo poi dover cambiare la sua opinione tra il 1924 e il 1925 a causa delle scelte economiche fasciste e dei problemi di interservice rivarly. Lo stesso Sirianni che fu tra i maggiori sostenitori del regime si ritirò nell'ombra deluso alla fine del suo mandato di Ministro.

 

Quanto al fatto che la marina fu più o meno fascista dell'aeronautica, io non mi posso porre la questione, perchè sulla fascistizzazione dell'aeronautica non esiste uno studio che vada oltre la questione della propaganda, investigando per esempio la questione del tesseramento o la cultura dell'accademia, perciò una comparazione è complicata. Un dato significativo però: Sirianni spinse prima di Balbo e dell'esercito perchè gli ufficiali si iscrivessero al PNF.

 

Cavagnari infine, pensare che fosse solo un politico è ingenuo, come ufficiale aveva dimostrato il suo valore, come amministratore aveva esperienza, certo poi credeva anche in Mussolini e questo si vede dalla natura della sua corrispondenza col duce, pensare però che fosse solo un "manovratore" di palazzo non rende l'esatta natura del personaggio.

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.....vorrei tornare su un punto, citato spesso ma sorvolato in ogni occasione in quanto a peso ed implicazioni:  il dicastero era retto ad interim dal Capo del Governo, che  si avvaleva di un SottoSegretario, nemmeno con ampi   poteri, scelto ogni volta saltando le vie gerarchiche.

Nel caso della Regia Marina il controllo politico fu esercitato cooptando personaggi al di fuori della piramide gerarchica e mantenendo in servizio o dando voce e voto a personaggi che pur avendo fatto parte della RM erano di fatto fuori dai ruoli (un caso per tutti , onnipresente - e triste - " influencer " (in termini moderni) dei sommergibili, il Generale Curio Bernardis...

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  • 7 months later...

Rispondo a Castiglioni.

 

Gli ammiragli erano fascisti, come, inconsapevolmente, lo era il sottoscritto, essendo un Balilla, di cui non mi nvergogno. Poi sono stato anche un patriotta e ne sono contento.

 

Faccio un esempio:

 

Moltissimi anni fa, quando era Direttore dell'Afficio Storico Marina Militare  l'Ammiraglio Cocchia, in una discussione con l'ammiraglio Fioravanzo, mé presente, Fioravanzo parlando delle loro carriere se ne uscì con queste frase. Si abbiamo fattoi una bella carriera, e rivolta a Cocchia, continuo: "Ti ricordi, tendennevamo tutti a Duceggiare".

 

Che poi abbiano cambiato idea, sta nelle mescibnita di tanti italiani, che continua tutt'oggi. Il Fascismo i militari li favoriva in tutti i modi, oggi per molti politici, e non solo, danno fastidio.

 

Francesco Mattesini

Edited by Francesco Mattesini
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  • 1 year later...
Il 24/3/2019 at 07:33, Giuseppe Garufi ha scritto:

Mi avete incuriosito e convinto ... più tardi lo ordino su Amazon.

Buona giornata.

Ho appena finito di leggere il libro di cui si parla, con vergognoso ritardo rispetto all'acquisto, ma l'ho fatto in meno di una settimana.

Condivido il parere di Francesco: è un libro da leggere.

La diversità dell'opera di De Ninno, che dobbiamo ben comprendere, sta soprattutto nel "metodo", si tratta del lavoro di un giovane professore universitario, uno storico che scrive con criteri accademici, con un'imponente apparato di note, opera ben diversa da quelle cui ci hanno abituato i nostri contemporanei "divulgatori storici". Spero di non offendere nessuno, ma non basta scrivere uno o più libri, articoli, fascicoli ad argomento navale per autodefinirsi storici navali, né l'investitura della MMI, dietro un libro di Storia c'è un lungo e difficile lavoro di ricerca in archivi italiani ed esteri, non solo i la ricerca all'USMM di documenti della Marina. 

Il libro di De Ninno ben descrive il rapporto fra il fascismo e la Regia Marina e giustifica benissimo il titolo dell'opera. La Regia Marina fu fascista né più né meno del Regio Esercito e della Regia Aeronautica, gli ufficiali, gli ammiragli si comportarono in modo tale da agevolare l'opera di Mussolini, in parte perché credevano che il regime avrebbe agevolato le manie di grandezza dell'Italietta marinara, in parte per ottenere facilitazioni di carriera, di progressione economica; un solo esempio, l'ammiraglio Cavagnari avrebbe mai dominato la Regia Marina in un regime diverso da quello fascista? gli ammiragli che affrontarono la guerra in posti di comando erano i migliori?

Sulla fedeltà alla Corona delle Forze Armate, troppo spesso siamo stati ingenerosi verso Esercito ed Aeronautica: l'Esercito aveva deboli forze sparse in mezza Europa, l'Aeronautica era ridotta ai minimi termini con pochi aerei in tanti aeroporti, la Marina era l'unica a disporre di una forza quasi intatta, compatta, ancora altamente mobile e superiore a quella dei Tedeschi (in Mediterraneo, ovvio) e i suoi ammiragli, aiutati dall'attacco tedesco alla ROMA, scelsero l'unica via logica dell'obbedienza all'ordine del Governo e del Re.

22 euro spesi bene.

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