Francesco Mattesini Posted October 8, 2023 Report Share Posted October 8, 2023 LA GUERRA CIVILE E LA SOFFERENZA DI MUSSOLINI SECONDO RENZO DE FELICE Quello che tutti dovrebbero conoscere prima di esprimere giudizi pro e contro la guerra partigiana Tra le tante considerazioni, a volte convincenti (altre volte, dal lato militare, meno), nel libro di Renzo De Felice, Mussolini l’avversario. La guerra civile 1943-1945, deve essere presa in considerazione dagli storici, una delle parti che generò nel principale partito della sinistra, e i suoi scrittori, incredibilità e rancore verso l’Autore. Scrive De Felice alle pagine 69 e 70: “La costituzione della RSI fu infatti all’origine della guerra civile (che di ciò si trattò, nonostante si sia cercato a lungo di negarlo, e che, a parte in Jugoslavia, nessun altro paese dell’Europa centro-occidentale conobbe)[1] che, nel 1943-45, insanguinò le regioni occupate dai tedeschi, divise profondamente gli italiani e scavo solchi di odio fra loro e condizionò poi massicciamente per decenni la vita italiana, dandole un carattere diverso da quello degli altri paesi occidentali, quali la Francia, il Belgio , e in qualche misura la stessa Germania. Un carattere detto per incidens che, a nostro avviso, costituisce una delle peculiarità, se non addirittura la più significativa, del cosiddetto “caso italiano”. Senza la RSI la resistenza avrebbe avuto un carattere essenzialmente nazional patriottico, la lotta di liberazione contro l’occupante tedesco; i suoi aspetti sociali, mancando in gran parte le possibilità di identificare ideologicamente il nemico politico con il nemico di classe, avrebbero avuto meno possibilità di incidenza, di egemonia e di strumentazione del movimento partigiano e, dopo la liberazione, di trasferire tale incidenza ed egemonia in settori sempre più larghi della vita politica e colturale e di usarle per condizionare le altre forze politiche e culturali con l’immagine di una resistenza unitaria da perpetuare con la costruzione, nello spirito e negli obiettivi per i quali era stata combattuta, della nuova società democratica. Laddove, in realtà, il movimento partigiano combattente era stato meno unitario dei quanto da essi asserito, così come i valori e gli obiettivi in nome dei quali aveva lottato erano – a parte l’antifascismo – assai diversi e si fondavano su una concezione e una pratica della democrazia antitetica rispetto a quella del comunismo. La seconda considerazione riguarda invece il “sacrificio” di Mussolini. Dire che Mussolini fu indotto a tornare sulla scena politica soprattutto dalla minaccia di Hitler di trattare l’Italia come la Polonia non basta. Che i suoi margini di manovra e le sue possibilità di contrastare i tedeschi fossero assai scarsi è certamente vero, come è vero che anche rispetto ai fascisti il suo prestigio e la sua autonomia erano molto minori di un tempo. Nell’uno come nell’altro caso è però un fatto che – a parte episodi particolari a quello che hanno parlato molti dei suoi postumi esaltatori, in primis quello che hanno voluto vestirlo nei panni di colui che si sarebbe tutto dedicato e sacrificato all’Italia e per gli italiani. In realtà è molto più vicino al vero dire che, fatto il primo e decisivo passo, quello di accettare di tornare al potere, Mussolini come capo politico della RSI [a cui addebitare ogni nefandezza – N.d.A] non esistette quasi. Un po’ perché consapevole di poter fare ben poco, in sostanza di aver fatto tutto quello che poteva fare dando il suo nome alla RSI; in po’ perché voleva evitare di collezionare nuovi scacchi e nuove umiliazioni o di ricorrere a mezzi che gli ripugnavano; e soprattutto perché, pur avendo riassunto il ruolo di “duce”, continua a sentirsi sostanzialmente un “defunto” politicamente e spiritualmente e, dunque, lontano da tutto e per il quale il futuro non presentava più alcun interesse. Da qui il suo rinchiudersi in se stesso, nel suo personale dramma, atterrando – ci si passi il gioco di parole – assai più la propria fine che a quelli “affari di stato” ai quali non credeva più e comunque considerava ormai col distacco dovuto alle cose irrilevanti”. Particolarmente interessante ed istruttivo, per chi voglia completare la sua conoscenza della guerra partigiana in modo veritiero, e non manipolato, è nel libro di De Felice il lunghissimo Capitolo 3°: “IL DRAMMA DEL POPOLO ITALIANO TRA FASCISTI E PARTIGIANI, pagine n. 102 – 342. [1] “Nel 1943-45 di guerra civile parlarono soprattutto 1 fascisti. In campo antifascista assai pochi furono coloro – soprattutto azionisti – che riconobbero che si trattava di una guerra civile. Fermissimi nel negarlo (le eccezioni di regola furono rare e non autorevoli) furono soprattutto i comunisti. Per essi la resistenza era una guerra di liberazione [lo è ancora oggi – N.d.A.] contro il tedesco invasore e i suoi “manutengoli” fascisti combattuta da tutto il popolo. Ai fascisti, in questo schema, veniva negata ogni autonomia ideale ed ogni rappresentatività ed essi venivano ridotti a meri “traditori” prezzolati e senza principi. Questo schema (integrato da una pressoché totale sottovalutazione, se non addirittura negazione, nel ruolo decisivo nel sostenere la resistenza armata e nel determinare la “vittoria” ebbero gli eserciti alleati, e stato a lungo egemone anche in sede storiografica”. Tuttavia queste considerazioni di De Felice, come quelle espresse da Luigi Micheletti (La guerra civile), continuarono ad essere accolte “dalla pubblicistica e dalla storiografia resistenziale e di sinistra con scarso favore”. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giuseppe Garufi Posted October 8, 2023 Report Share Posted October 8, 2023 Il tema del nostro Forum e della nostra Associazione è la "Documentazione Marittima e Navale", quindi ho spostato la discussione in OT. Inoltre, ho editato due righe in cui si parlava di politica contemporanea, tema vietato dal Regolamento del forum. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted October 8, 2023 Author Report Share Posted October 8, 2023 Va bene. Grazie dell'informazione Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giancarlo Castiglioni Posted October 14, 2023 Report Share Posted October 14, 2023 De Felice dice cose giuste purtroppo con una prosa contorta, prolissa e infelice che rende i suoi libri illeggibili almeno per me. In questo brano lascia trasparire senza dirlo con chiarezza che i partigiani comunisti avevano per obbiettivo la rivoluzione sociale e che la lotta ai tedeschi era più un mezzo che un fine. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted October 14, 2023 Author Report Share Posted October 14, 2023 Esatto. E' quello che io ho sempre detto. Ai Capi deii partigiani comunisti, per motivi di ottenere il consenso degli italiani dopo la guerra, come poi é stato, interessava far uccidere i tedeschi per le rappresaglie che sarebbero poi venute immancabilmente contro la popolazione civile. Volevano il potere e quasi vi erano riusciti; senonché i moderati, anche della mia famiglia monarchica, fecero quadrato nelle file della Democrazia Cristiana e il segno dei rossi svanì. Ricordo bene quegli avvenimento. Tutti i sabati cortei di gente, con la nadiera rossa e falce e martello, che veniva dalla campagna (altro che i tanto deprecati sabati fascista), con la promessa che dopo la vittoria elettorale dei comunisti avrebbero ricevuto la terra su cui lavoravano come contadini. Il corteo sfilavano per le vie cittadine di Arezzo fino al luogo dove si sarebbe svolto il comizio, generalmente a Piazza San Francesco, per ascoltare i caporioni in generale venuti da Firenze, ma anche da Roma. De Felice, che aveva capito la verità, si legge male perché voleva dire molte cose, e per la sua parte politica non poteva farlo esplicitamente. Da qui il suo stato di imbarazzo nello scrivere, oltre naturalmente ai periodi molto più lunghi dei miei. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Luiz Posted October 14, 2023 Report Share Posted October 14, 2023 Storiografia portami via eh Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giuseppe Garufi Posted October 14, 2023 Report Share Posted October 14, 2023 Sembra che si stia dimenticando che i repubblichini ed i nazisti, con o senza le provocazioni dei Partigiani, deportavano, massacravano, violentavano l'inerme popolazione civile italiana. Conterosso 1 Link to comment Share on other sites More sharing options...
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