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IL SILURAMENO DEL TRASPORTO TRUPPE GRECO "NEA HELLAS" DA PARTEDEL SOMMERGIBILE I


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IL SILURAMENTO DEL TRASPORTO TRUPPE GRECO "NEA HELLAS" DA PARTE DEL SOMMERGIBILE ITALIANO ARCHIMEDE

 

 

Caro Platon

 

Nella notte fra il 9 e il 10 ottobre 1942,  il sommergibile Archimede (tenente di vascello Guido Saccardo), operando nella zona del Golfo di Guinea, dopo aver affondato il trasporto truppe britannico Oronsay, di 20.043 tsl, attacco il trasporto truppe greco Nea Hellas (ex britannico Tuscania), di 16.991 tsl, ma pur avendolo colpito sul lato dritto con due siluri le armi non esplosero. Il Nea Hellas non rallentò la sua corsa e, dopo aver evitato un terzo siluro, agevolato dalla maggiore velocità scomparve nell’oscurità rendendo vano ogni altro tentativo d’inseguimento da parte del sommergibile italiano.

 

Se ti è possibile,  vorrei che mi dessi i dettagli sulla missione del Nea Hellas, porto di partenza, destinazione, carico di truppe, ecc. Inoltre non mi è chiaro il fatto che il grosso piroscafo greco sia stato colpito da due siluri, non esplosi, come a suo tempo ha riferito la Historical Section Admiraly all’Ufficio Storico Marina Militare, oppure da un solo siluro come ho riscontrato da altre fonti.

 

Ti ringrazio anticipatamente

 

Con amicizia

 

Francesco

Edited by Francesco Mattesini
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NEA HELLAS  era andato dalla Clyde a Freetown con il convoglio trasporto truppe WS.22 (uno dei cosidetti "Winston Specials") dal 29 agosto al 9 settembre 1942, proseguendo sempre in convoglio da Freetown a Capetown dal 13 al 25 settembre. Poi era tornato come indipendente da Capetown a Freetown dal 29 settembre all'11 ottobre, e da Freetown alla Clyde tra il 18  e il 29 ottobre.

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Nel libro "Across the Sea to War" di Peter Plowman, visto sul web, l'autore narra di essere stato a bordo dell'ORONSAY, che portava avieri australiani in Gran Bretagna da Capetown (cinque morti nell'affondamento). Sopravvissuto, a Freetown si è imbarcato sul NEA HELLAS, che riportava in patria gli equipaggi superstiti di ben 15 mercantili affondati. Tre siluri lanciati: due esplodono prematuramente e uno manca il bersaglio. I subacquei trovarono due bugne nell'opera viva.

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Dear Franco and Francesco,

 

The troopship Nea Hellas was British not Greek (despite the name). I do not have details of her number of crew and passengers at the time of Archimede's attack but her movements were as detailed by Francesco. She was proceeding from Capetown to Glasgow direct but after the attack she was met by the destroyer HMS Brilliant and diverted to Freetown to examine if she had suffered any damage. The hull was examined by divers at Freetown and revealed "indentation on port side and forward end of bilge keel missing on starboard side. No plates were buckled and there was no other apparent damage. Certification of seaworthiness was granted".

I have a copy of the personal diary of John West (courtesy of his son Allan West) who was a crew member of Nea Hellas. He believed that the ship was hit by two torpedoes which failed to explode. [My guess: because of the two loud explosions and flashes seen  it is possible that these torpedoes armed with S.I.C. pistols (magnetic) exploded prematurely, close but not close enough of the ship to cause serious damage].

Initially the ship was believed to have been seriously hit and the crew and passengers were readied to abandon ship. As life boat no.7 was being lowered with six men on it including John West, suddenly, due to a false maneuver, the boat suddenly dropped as the after falls had been released too fast, and it was left hanging only by the forward falls. One man fell to his death but the other five managed to hang on including John West who had managed to get hold of a rope and was hanging precariously 40 feet above the water until he was hauled back on board. The man who was drowned was Robert Caines, assistant baker, age 31. He was the only casualty of the attack.

When it was realised that Nea Hellas had not been seriously damaged, she picked up speed but by this time Archimede had managed to close enough to fire a third torpedo (contact pistol). T.V. Saccardo thought that the torpedo had an irregular course because he had fired from only 500 metres and could not believe that he had missed. This is possible but this torpedo was seen missing astern very closely to Nea Hellas so it is possible that the ship just avoided it because it was increasing speed.

Eventually, Nea Hellas sailed from Freetown (she had on board at least seven survivors from Oronsay, I have their names) and reached Glasgow on 30 October. She was under repairs for eight days.

 

I hope this helps.

 

Best wishes,

 

Platon

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Platon,

 

mi sbalordisci. E' molto importante la descizione che hai fatto sui siluri che hanno colpito, senza esplodere sullo scafo del NEA HELLAS, e in particolare il fuggi fuggi dalla nave, temendo che il sommergibile ARCHIMEDE desse ilal piroscafo il colpo di grazia.

 

Grazie mille

 

Francesco.

 

Dovrò aggiornare quanto ho scritto per la terza edizione di "Betasom. La guerra negli Oceani":

 

L'Archimede , che come abbiamo visto ebbe annullato il compito di rifornire il Bagnolini, per ordine di Betasom raggiunse l'8 ottobre una zona situata poco a nord dell'Equatore, sulla congiungente Freetown-Capo San Rocco, dove l'indomani portò a termine un abile attacco.

 

Sebbene nelle prime ore del mattino l'oscurità fosse molto profonda e la visibilità pessima per la presenza di piovaschi neri e bassi che si stagliavano lungo tutto l'arco dell'orizzonte, l'ufficiale di guardia in plancia riuscì ad individuare una grossa sagoma, riconosciuta per quella di un piroscafo da passeggeri di elevato tonnellaggio, che stava uscendo da un banco di nebbia a circa 4.000 metri di distanza. Il comandante Saccardo iniziò la manovra di attacco e, apparendo il bersaglio molto veloce, sfruttò il breve tempo favorevole per accostare e per lanciare, da circa 2.000 metri, una coppiola di prora cui seguirono dopo circa un minuto e mezzo due esplosioni intervallate. Con il fianco squarciato e la sala macchine allagata il piroscafo si arrestò sbandato, accese tutte le luci e dopo aver trasmesso il segnale di soccorso calò in mare una quindicina di imbarcazioni di salvataggio occupate da un gran numero di soldati e marinai. Il comandante Saccardo, che nel frattempo si era avvicinato per dare alla nave il colpo di grazia, attese che le imbarcazioni si fossero allontanate, poi, ad intervalli, lanciò altri cinque siluri. Il bersaglio era l'Oronsay, transatlantico britannico di 20.043 tsl, appartenente alla Orient Line, adibito nell'anteguerra alla linea celere Inghilterra-Australia e successivamente requisito e trasformato in trasporto truppe.

 

Costruito nel 1925 e dalla velocità massima di diciotto nodi, l’Oronsay, al comando del capitano Norman Savage e in servizio per la Anchor Line di Glasgow, era partito da Città del Capo il 9 ottobre diretto in Gran Bretagna, via Freetown, trasportando cinquanta militari della R.A.F., venti marinai britannici e otto cannonieri, e un carico di 1.200 tonnellate di rame e 3.000 tonnellate di arance. Fra gli uomini del suo equipaggio vi furono sei morti, mentre i numerosi sopravvissuti che si trovavano nelle scialuppe di salvataggio furono salvati dopo dodici giorni dall’affondamento. Trecentoventuno dal cacciatorpediniere britannico Brilliant, e altri ventisei, tra cui il chirurgo James McIlroy esploratore dell’Antartico, dallo sloop francese Dumond D’Urville e portati a Dakar dove furono internati. La causa di questo ritardo era dovuta al fatto che il primo siluro lanciato dall’Archimede aveva messo fuori uso la stazione radio del transatlantico, che quindi non poté fornire all’aria il segnale di SSS, da una posizione situata a circa 800 miglia a ovest-sud-ovest di Monrovia.

 

Nella notte successiva, fra il 9 e il 10 ottobre, l’Archimede si trovo ancora una volta in buona posizione per attaccare un altro trasporto truppe, il greco Nea Hellas (ex britannico Tuscania), di 16.991 tsl, della Anchor Line di Londra, ma l’azione che segui, pur condotta dal comandante Saccardo con notevole perizia, non fu fortunata. Ancora una volta il comandante Saccardo lanciò con abilità e precisione, e nuovamente colpì il grosso piroscafo sul lato dritto con due siluri; ma poiché le armi non esplosero, il Nea Hellas non rallentò la sua corsa e, dopo aver evitato un terzo siluro, agevolato dalla maggiore velocità scomparve nell’oscurità rendendo vano ogni altro tentativo d’inseguimento da parte del nostro sommergibile. Se i siluri fossero esplosi e l’Archimede avesse affondato anche il Nea Hellas avrebbe ottenuto un successo strepitoso.

 

La missione del comandante Saccardo venne particolarmente apprezzata dall'ammiraglio Dönitz il quale, essendo sua abitudine premiare i meritevoli ancor prima del loro arrivo in porto, trasmise a Betasom di aver concesso a quell'ufficiale la Croce di Ferro di Seconda Classe. Tale riconoscimento venne comunicato per radio al comandante dell'Archimede il 22 ottobre con il seguente telegramma: «Per comandante Saccardo. Vi è stata concessa Croce di Ferro Seconda Classe. Vive congratulazioni».

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