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La verità su Punta Stilo su un documento ufficiale dell'Ammiragliato Britannico


Francesco Mattesini
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In Axis History Forum

First cruisers engagement in the Battle of Punta Stilo

http://forum.axishistory.com/viewtopic.php?t=59803

ho trovato questa discussione, che sintetizzo nelle parti essenziali :

 

I am doing a little research about the Battle of Punta Stilo (Action off Calabria) of 9 July 1940.
I would like if anybody can provide me detailed info about the positions of the CLs of the 7th Squadron during the engagement of 15:15/15:31 with the CLs of the VIII and IV Italian Cruiser Divisions.
I know that the Neptune was the first of the line at the beginning, but was then (certainly before 15:23) surpassed by the Liverpool, that became the new first ship. Meanwhile which were the positions of the Orion and of the Sydney?
And did the Liverpool and Neptune change position again?

 

As said by the Romans: "quot homines, tot sententiae" (more or less: "there are as many opinions as men"). Massignani's and Green's reconstruction is different from both the ones I have read:
- E. Cernuschi in "I sette minuti di Punta Stilo" describes as I have written in my first post.
- F. Mattesini in "La battaglia di Punta Stilo", page 70, doesn't even describe the positions of British CLs, he just tells their names, during his description of the action, in this order: Orion, Neptune, Sydney, Liverpool.
Moreover the British manouvre of 15:12 is shown, in the maps provided by both the authors, as not changing the relative positions of the CLs within their formation (see the four ships in the lower right area of the image below).

I am a bit puzzled.

Attachments

 

Andy H, thank you for having pointed out that map; I knew it, but I forgot to comment it.
If you look it carefully, you'll see that it shows the positions of the 7th Sq. before it closed the distances at 15:12 (and in fact the hour written near it is "3 p.m."), but the Liverpool was the second ship before 15:12 (certainly the Neptune was the first at 15:08, when it sighted the two Italian CLs of the VIII Div.: Duca degli Abruzzi and Garibaldi), and became the first only during the fighting.
Because of this facts (the difference of time, at least 15 minutes, and the inconsistency of the position of the Liverpool and Neptune) I wasn't 100% sure that the position of the Orion and Sydney was the same as shown in that map during the following action and that they kept the same position during the whole fire action.

 

"Between 2.52 and 3pm the Orion & Neptune (Which tends to suggest there were at the front-My opinion) sighted enemy destroyers & cruisers"......."At 8 minutes past 3, Neptune's captain sighted the Italian heavy"......."6 minutes later Tovey's cruisers opened fire"

 

Thank you for your additional info.
If the Orion and Neptune had been the first and second ships of the line the list provided by Mattesini would be correct, but the time (14:52) is well before the engagement.
The info about the sighting (by the way, I see there is the word "heavy", did it mean "heavy cruisers"? if so it would be wrong: VIII and IV Divisions had only light cruisers, armed with 152 mm guns) made by the Neptune is the same of Cernuschi's book, but doesn't tell what was Neptune's position in that moment (nor during the action).

 

***

 

         Nel libro di Punta Stilo vi é stato un mio errore, perche la posizione iniziale degli incrociatori britannici della 7a Divisione del vice ammiraglio Tovey, era quella con la nave ammiraglia in testa, e quindi nell’ordine ORION, NEPTUNE, SYDNEY e LIVERPOOL, mentre invece al momento del combattimento la 7a Divisione si costituì in una linea di fila che aveva in testa il NEPTUNE seguito da LIVERPOOL, ORION e SYDNEY.

         Non sono riuscito a comprendere quale sia stato il motivo di questo cambiamento di posizione degli incrociatori, forse dovuto a una manovra ad un tempo (non descritta nelle Relazioni), come accadde a noi con gli incrociatori pesanti della 1a e 3a Divisione,  motivo per il quale la nave ammiraglia ORION nel combattimento venne a trovarsi in terza posizione, che mantenne fino al termine della battaglia.

 

 

Riporto quanto stò scrivendo nel mio libro “La Battaglia di Punta Stilo”, 3a Edizione:

 

         “Da parte britannica il primo ad avvistare le navi italiane fu l’incrociatore Neptune (capitano di vascello Roy Chambers O’Conor), che si trovava in testa alla linea di fila degli incrociatori seguito dal Liverpool, Orion e Sydney. Il Neptune, dopo aver avvistato alle 14.47 fumo bianco e due minuti più tardi del fumo nero sempre verso ovest, ritenuto steso da cacciatorpediniere e che fu considerato come se le navi italiane stessero completando la loro riunione dietro la cortina, alle 14.52 segnalò la presenza di due unità; poi dopo altri avvistamenti perfezionati anche da parte dell’Orion, il Neptume alle 15.11 segnalò “Flotta da battaglia nemica in vista”, alla distanza di 15 miglia. In seguito a ciò, alle 15.15 l’ammiraglio Cunningham trasmise all’Ammiragliato britannico “Sto ingaggiando forze nemiche”. Il messaggio arrivò a destinazione alle 1542.

 

         Nel frattempo, alle 15.08, anche il cacciatorpediniere Alfieri (capitano di vascello Lorenzo Duretti), che con la sua 9a Squadriglia era stato aggregato all’8a Divisione, segnalò le unità britanniche trasmettendo: “Avvisto il nemico per Rb. 80°”. Dieci minuti dopo, avendo accostato verso nord (70°) per meglio riconoscere la formazione avvistata, l’Alfieri aggiunse: “Il gruppo nemico avvistato è composto di quattro incrociatori e tre cacciatorpediniere. Dietro incrociatori avvisto altre tre unità di tipo imprecisato”. Anche l’incrociatore Da Barbiano (capitano di vascello Mario Azzi)  alle 15.14 segnalò “Nemico in vista per Rb. 69” alla distanza di 30.000 metri.”

 

Francesco Mattesini

Edited by Francesco Mattesini
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Nel "Battle Summary n. 8", che all'epoca della compilazione del mio libro non conoscevo, é riportato:

 

"On first sighting the enemy the damaged Gloucester was ordered to join the Eagle, which— screened by the Voyager and Vampire — was taking station ten miles to the eastward of the Warspite, while the air striking force was re-arming and re-fuelling in readiness to renew its attack. The remaining four cruisers, in order from north to south Neptune, Liverpool, Orion, Sydney (henceforth referred to as the 7th Cruiser Squadron) were formed on a line of bearing 320°, steering 270° at 22 knots, distant ten miles 260° from the Warspite".

 

Naturalmente, nella compilazione del mio libro terrò conto di tutte le distorsioni che nel frattempo si sono verificate, ed anche delle discussioni (in verità poche) verificatesi in questo Sito.

 

Franco

Edited by Francesco Mattesini
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Discussione:

[iIGM] "I sette minuti di Punta Stilo" (lungo)

 

http://forum.axishistory.com/viewtopic.php?p=921070#921070
 

 “… ancora nel ‘45 negli ambienti navali italiani la convinzione del colpo sulla corazzata inglese era completa (ma in realtà non è mai venuta meno fino ad oggi). Perciò, subito dopo la fine della guerra, fu inoltrata una richiesta ufficiale per avere notizie sul “fumo blu”. Risposta dell’Ammiragliato: si è trattato di uno degli idro della nave, incendiato dalla vampa dei 15” e poi gettato in mare. Risposta talmente insufficiente da portare alla Nota dell’ammiraglio Fioravanzo nell’opera sopracitata, in cui si afferma come la verità su Punta Stilo non fosse ancora nota.
 

Infatti la posizione della catapulta sulla corazzata pone seri interrogativi sulla effettiva possibilità dell’incendio, e comunque l’idro in realtà non si incendiò (perse benzina), e in ogni caso fu gettato in mare fra le 1512 e le 1530 (Cernuschi stima alle 1526). E, come noto, il “fumo blu” è delle 1559, almeno mezz’ora dopo”.

 

         Sbagliato.

         La prima salva della Warspite, che causò le avarie al velivolo Walrus della corazzata con il tiro della seconda torre (X) sopraelevata da poppa (le due catapulte della nave con due Walrus erano dietro quella torre), fu sparata alle 15.53 (15.58 nei rapporti italiani), e per gettare in mare il grosso velivolo ci sarà voluto qualche tempo, il che ci porta alle 15.59 quando fu visto il fumo blu, e ciò conferma che non avvenne assolutamente alle 15.26.

 

         Occorre saper leggere e bene interpretare i rapporti ufficiali e avere meno fiducia, direi scarsa, su quanto viene discusso in Internet dove tutti si considerano esperti.

 

Ecco la mia ricostruzione, frutto di documenti inequivocabili, e sfido chiunque a dimostrarmi il contrario

        

“Alle 15.48 la Warspite, che aveva ridotto la velocità a 15 nodi, fece decollare uno dei suoi  due aerei da ricognizione Walrus dalla catapulta di dritta, e alle 15.51 passò dalla rotta 360 a quella di 345°, per poi due minuti dopo aprire il fuoco sulle corazzate italiane che, come vedremo, avevano già cominciato a sparare. …

        

Alle ore 15.53 (15.48 secondo i britannici) la Giulio Cesare (capitano di vascello Angelo Varoli Piazza – 1° Direttore del Tiro Capitano di fregata Giulio Cipollini), sparo sulla Warspite una prima salva da 320 mm, alla distanza telemetrata di 26.400 metri, mentre subito dopo la Conte di Cavour  (capitano di vascello Ernesto Ciurlo), che evidentemente seguiva la nave ammiraglia ad una distanza maggiore di quella normale, alle 15.54, come dimostrano le fotografie scattate dalla Cesare dove si trovava personale fotografico dell’Istituto Luce,[1] effettuò il tiro addirittura alla distanza telemetrata di 30.500 metri, con l’alzo alla massima elevazione. Si trattava, come vedremo, della corazzata Royal Sovereign (capitano di vascello Humphrey Benson Jacomb), appena superata dalla Malaya che procedeva alla velocità di 18 nodi a 3 miglia di distanza dalla Warspite.”

 

E’ scritto in un documento inedito dell’Ufficio Storico della Marina Militare,. la cui “strana” collocazione non riporto per non farvi precipitare a cercarla gli interessati:

 

Il tiro del CESARE fu rapidamente portato a cavallo. La prima salva cadde in cursore corta. Fu allungata di 600 metri: la salva corta del secondo gruppo scalata cadde a cavallo e probabilmente con colpi utili: il tiro fu accorciato di 400 e si passò al fuoco celere, sparando non più per gruppi ma ogni qualvolta erano pronte o una torre trinata o due torri binate. Nonostante le contrarie affermazioni inglesi si ha ragione di ritenere che altri colpi siano caduti sul bersaglio.

 

“E’ da rilevare che dopo l’ordine impartito, alle 15.45, dal Comandante della 5a Divisione (ammiraglio Bruto Brivonesi) alla Cavour di portarsi sul dispositivo di combattimento 40°, e di puntare il tiro sulla seconda unità nemica, la Cavour invece di essere sulla dritta della Cesare rispetto al nemico si trovò invece spostata “leggermente sulla sinistra rimanendo così disturbata dal fumo e dalle salve del CESARE. La distanza fra le due corazzate era superiore a quella prevista, avendo il CESARE potuto raggiungere più rapidamente la velocità di 27 nodi quando ne fu dato l’ordine”. Poiché nel rapporto della Cavour è scritto che la distanza iniziale utile di combattimento era di circa 30.500 metri, è da ritenere che il tiro sia stato iniziato sulla terza corazzata, alquanto distanziata, che in quel momento doveva essere proprio la Royal Sovereign, sorpassata dal più veloce Malaya (a meno che il sorpasso non fosse ancora verificato) su cui la corazzata italiana avrebbe dovuto sparare in base all’ordine dell’ammiraglio Brivonesi.

 

Invece, come risulta nei rapporti britannici, la Cavour sparò anch’essa sulla Warspite, che da parte sua, “dopo aver atteso fino alle 15.53” (15.58 per gli italiani), cominciò a sparare sulla Cesare alla distanza di 26.000 yard, corrispondente a 24.323 metri. Questo ritardo nell’aprire il fuoco (cinque minuti) spiega perché le distanze iniziali del tiro contenessero dati differenti nei rapporti italiani e britannici, e concesse alla Warspite, sparando sul bersaglio a una minore distanza, di regolare con maggiore precisione il suo tiro.

 

 Scrisse l’ammiraglio Campioni, “in una intensissima azione di fuoco celere e preciso dalle due parti ... l’unità capo fila avversaria è sembrata colpita a poppa dalla quarta salva del CESARE e da allora ha sparato con le soli torri di prora”.

 

 La valutazione britannica è alquanto differente, poiché, poiché come riporta lo Studio dell’Ammiragliato e il Battle Summary n. 8, il tiro italiano “risultò moderatamente accurato dato che la maggior parte delle sue salve cadde entro i 1000 yards dal bersaglio, alcune a cavallo ma quasi tutte alquanto disperse: una salva molto raggruppata cadde a circa 400 yards [366 metri] di prora a sinistra della WARSPITE”.

 

Quindi, nessun colpo a segno, ma tutti caduti distanti, smentendo coloro che, essendo imbarcati sulla Cesare e su altre navi italiane, compreso il comandante Ciurlo e il 1° Direttore del Tiro Cipollini, ritennero che l’obiettivo era stato colpito, cosa a cui si crede ancora oggi nonostante quanto scritto da Cunningham e nell’abbondante documentazione d’archivio disponibile. …

 

 Alle 16.00 gli idrovolanti da ricognizione Ro. 43 del Da Barbiano e del Garibaldi segnalarono “Il nemico ha invertito la rotta”. La manovra notata anche dal telemetro (APG) dell’Abruzzi fu erroneamente interpretata come se il nemico si ritirasse in seguito al danneggiamento di qualche grossa nave, contribuendo a far crede ancora oggi che ciò fosse dipeso da un colpo messo a segno dalla Cesare sulla Warspite.

 

         Chi é interressato alla Battaglia di Punta Stilo potrà controllare i vari libri e articoli sull'argomento e rendersi conto.

 

Francesco Mattesini


                [1] Con il personale dell’Istituto Luce fu permesso di poter realizzare un ampio servizio cinematografico e fotografico, mentre al contrario non ne abbiamo alcuno del medesimo tenore, almeno conosciuto, da parte britannica.

Edited by Francesco Mattesini
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Qualcuno del Forum dispone di qualche fotografia sui danni subiti dall'incrociatore BOLZANO a Punta Stilo, che non furono lievi come qualcuno, disinformato o che ci marcia, ha scritto, e come riporto dal mio libro (Allegato 32, p. 178-179).

 

Grazie

 

Franco

 

 

UFFICIO STORICO DELLA MARINA MILITARE

 

SPECIFICAZIONE DEI DANNI RIPORTATI DALLE NAVI ITALIANE DURANTE IL COMBATTIMENTO DI PUNTA STILO

 

Nave da Battaglia CESARE:

 

         Colpito alle ore 15.57 del 9.7.40 da un colpo da 381 m/m che, dopo aver attraversato il fumaiolo poppiero, è scoppiato sul ponte di tuga ed ha provocato i seguenti danni:

 

         Interruzione di alcuni cavi della forza normale nel locale preparazione caffè, nella cucina equipaggio ed in quella Sottufficiali nonché danneggiato i cavi di alimento delle 2 mitragliere da 37 del centro a sinistra ed una coppia di cavi del circuito del pavese elettrico.

         La riservetta da 37/54, situata sotto le mitragliere n° 4, è stata investita in pieno dalle schegge del proietto da 381 m/m, sono deflagrate e la vampa si è propagata per tutta la casamatta di sinistra ed in particolare anche in quella di dritta. Inoltre attraverso i fori sgombra bossoli e le aperture degli elevatori di rifornimento la vampa e i gas hanno invaso le 2 torrette n. 4 e n. 2. Il fumo prodotto dagli incendi si è propagato nei locali inferiori.

         Il colpo ha asportato 4 apparecchi telefonici sistemati in tuga – due della rete generale del tiro, una della rete di galleggiamento ed uno della rete diretta tiro. Danneggiate molto le cuffie telefoniche delle mitragliere del centro a sinistra e delle torrette da 120 n. 2 e n. 4.

        

 

Incrociatore Bolzano

 

         Colpito alle ore 16.05 del 9/7/40 da 3 granate da 152 m/m che hanno provocato i seguenti danni:

 

         Il primo colpo è penetrato dalla murata di dritta fra le ordinate 67 e 68 con traiettoria inclinata verso prora. Dopo aver perforato il ponte di batteria e quello di corridoio, ha raggiunto la parte inclinata della corazzetta da 30 m/m di protezione del locale timone a mano. L’ha perforata ed è esploso nella cala del Capo Carpentiere. Le schegge del proiettile hanno perforato il fasciame esterno in più punti, la paratia longitudinale fra cala carpentiere e locale timone a mano, la parte inclinata del cielo del deposito nafta n. 19 e la paratia 64 AD. Fra la stessa cala e l’intercapedine 62 – 64,determinando una via d’acqua nel locale timone a mano, cala carpentiere e intercapedine 62 -64.

         L’esplosione causando la rottura di numerosi cavi elettrici, ha, fra l’altro, determinato l’arresto della elettropompa n. 1 del timone.

E del pari rimasta senza corrente la elettropompa G.M.4 per la quale è stato provveduto in un secondo tempo con linea di fortuna.

 

         Il secondo colpo ha colpito a circa un metro dalla volata il cannone di dritta della torre 2. Le schegge di questo proietto hanno profondamente intaccato anche l’altro cannone, inutilizzato un congegno di mira e avariato il telemetro da 7,20 della torre stessa. Due schegge di una certa entità sono entrate  nel locale Rds. di dritta e altre hanno crivellato la plancia Comando sul lato dritto.

 

         Il terzo colpo è giunto a bordo sulla ordinata 30 AD a sinistra. Tale colpo ha perforato la lamiera del trincarino ed è scoppiato nel locale 6 a sinistra dietro gli stipetti per effetti equipaggio, provocando la deformazione del fasciame in corrispondenza dell’attacco del ponte di coperta e del ponte di batteria al fasciame di murata, la rottura della guida per imbarco siluri, la rottura e la deformazione dell’ordinata 29, la rottura del baglio ordinata 30, la rottura di vari cavi del circuito luce, la deformazione della mastra del portellone  di carico siluri, l’inutilizzazione del compressore siluri stazione lancio AD., e varie rotture di lamiere dell’osteggio macchina. Alcune schegge, cadute nel locale macchine AD. attraverso le griglie di protezione, non hanno recato danno alcuno.

         I lanciasiluri di sinistra hanno riportato numerose ammaccature prodotte da schegge.

         Altre salve cascate nelle immediate vicinanze della nave durante la volta tonda e il mitragliamento da parte degli aerei hanno determinato altri danni di minore entità, come la deformazione completa delle cucchiaie dei lanciasiluri di poppa Dr., la rottura completa del proiettore di prora e numerosissimi fori sulle sovrastrutture.

         Una mitragliera da 13,2 è stata colpita nell’otturatore da un colpo durante il mitragliamento radente fatto da aerei.

 

 

Cacciatorpediniere Alfieri

 

         Riceve alle 16.07 del 9/7/40 un colpo di striscio sulla prora e numerose schegge. Riportato danni lievissimi. Feriti 2.

 

 

Cacciatorpediniere Saetta

 

         Mitragliato da aerei alle ore 17.02 del 9/7/1940. A bordo sono stati feriti una decina di uomini.

Edited by Francesco Mattesini
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SEGRETO

 

SUPERMARINA

 

Gruppo orario dal 10/7/1940 ore 0600

 

Prot. 562                         A STAMAGE

 

NOTIZIE SULLA SITUAZIONE ALLE ORE 0600 DEL 10 LUGLIO 1940

(da non comunicare alla stampa)

 

         1°) Nel pomeriggio dell’8 corrente le nostre forze navali principali, dopo aver assicurato l’approdo a Bengasi del noto convoglio, hanno diretto verso le coste italiane. L’esplorazione aerea avendo confermato la presenza di importanti reparti navali britannici a Sud di Creta, in rotta verso ponente, il Comandante Superiore in mare ha diretto per incontrarle.

         Frattanto era da buone fonti rivelato e confermato che lo scopo dei movimenti nemici era quello di svolgere nella giornata di lunedì 9 un attacco aereo navale di sorprtesa contro le coste orientali sicule e contro le forze dislocate nei suoi porti, partendo da posizioni bene individuate a circa 70 mg. dalle coste stesse [decrittazione giunta da Berlino].

         E’ stato allora ordinato al Comandante Superiore in mare di non prendere contatto con le prevalenti forze principali britanniche, anche in considerazione della rilevante distanza dalle acque nazionali e delle condizioni di luce dipendenti dalle posizioni relative, e di effettuare nelle prime ore del pomeriggio del 9 il concentramento delle due squadre a levante del Golfo di Squillace, previo invio alle basi dei reparti siluranti che avessero maggiore bisogno di rifornimenti. La zona della riunione era stata scelta in modo da consentire alle nostre forze navali la possibilità d’impegnare separatamente i gruppi avversari e di lasciare in ogni caso libertà di movimenti sia verso Taranto che verso Messina.

         Nella mattinata del 9 dalle predisposte ricognizioni aereo-marittime, svoltesi nelle probabili direzioni di provenienza dell’avversario, non è pervenuta alcuna segnalazione.

         Alle 1330 circa le due squadre, già raggiunte dai reparti di forze siluranti, stavano effettuando la loro riunione a Sud Est di Punta Stilo, quando si manifestò contro la 2a Squadra un attacco di velivoli siluranti, sventato con la manovra e con le artiglierie, il quale rivelò che il nemico era nelle vicinanze ed era orientato sulla posizione delle nostre forze navali. Mentre queste riprendevano la formazione di marcia con direttrice Nord Est, da un aereo nazionale, è stata segnalata la presenza verso levante di forze nemiche con rotta Nord: ed infatti poco dopo le divisioni incrociatori d’avanguardia entravano in contatto balistico con incrociatori avversari. Durante questa fase, l’improvviso arrivo di salve di grosso calibro diede la certezza della presenza di corazzate britanniche. Poco dopo il Cesare avvistò queste ultime, e a 26000 m. di distanza aprì il fuoco contro di esse imitato dal Cavour e dagli incrociatori da 10000  Tonn. Ne seguì un’azione a fuoco, durata circa 15 minuti, nel corso della quale il Cesare fatto segno a concentrazione del tiro avversario, fu inquadrato da alcune salve. Un proietto da 381 colpì il fumaiolo poppiero alla base, producendo una sua parziale distruzione e la conseguente immediata inutilizzazione di quattro delle otto caldaie, con una riduzione della velocità da 26 a 19 nodi. Susseguentemente un altro colpo da 381 perforò il ponte di coperta ed esplose nell’interponte, provocando danni notevoli, alcuni incendi di nafta e successive esplosioni di riservette di munizionamento da 100 e di mitragliere contraeree da 37. Furono uccisi 29 uomini e feriti 69.

         Il Comandante Superiore in mare ha giudicato a questo punto che la notevole diminuzione di efficienza del Cesare poneva il solo Cavour di fronte al compito di sostenere la constatata efficienza del tiro delle corazzate nemiche; ed ha ordinato alla formazione d’invertire la rotta. Gli incrociatori della 2a Squadra hanno coperto la nostra corazzata, che si trovava in difficoltà, con la distensione di cortine di nebbia, allo svanire delle quali risultò che la formazione avversaria continuava a dirigere verso Nord. Nessun tentativo immediato venne fatto dal nemico per ristabilire il contatto. Solo l’esplorazione aerea ha poco più tardi informato che anche il nemico, a distanza, aveva assunto direzione di marcia verso Sud.

         Appena constatato il contatto tattico con il nemico, ossia verso le 13.40, fu richiesto l’intervento di Armera con il bombardamento e con la caccia: nel corso dell’azione balistica e della susseguente fase di ritorno verso le basi, i nostri reparti navali segnalarono ripetutamente che la nostra aviazione da bombardamento sviluppava per errore la sua azione contro di essa.

         La navigazione delele nostre forze navali principali poté procedere alla velocità di nodi 22, essendo stato possibile di rimettere in funzione sul Cesare due delle quattro caldaie del gruppo corrispondente al fumaiolo colpito.

         Al tramonto, mentre le ultime segnalazioni degli aerei indicavano che il nemico aveva assunto rotta Sud Est, le nostre divisioni si avvicinavano alle basi della Sicilia per rifornirsi.

         Nel corso della notte, alcuni reparti entrarono in porto ad Augusta ed a Messina, mentre altri furono fatti proseguire per Napoli allo scopo di non far sorprendere il mattino seguente un eccessivo concentramento di forze navali in Augusta dall’offesa aerea ed aerosilurante del nemico.

         Non si sono verificate perdite di navi da parte nostra: alcune unità hanno avuto avarie non importanti.

         2°) I piroscafi del convoglio stanno effettuando regolarmente a Bengasi le loro operazioni di scarico: Esperia e Calitea sono già in rotta per Tripoli.

         3°) La 2a Divisione navale, che aveva effettuato la scorta diretta del convoglio, è stata dislocata a Tripoli.

         4°) Il posamine ausiliario Barletta è giunto a Bengasi per effettuarvi l’ancoramento di altri sbarramenti difensivi di torpedini.

         5°) Sono stati disposti movimenti di unità subacquee per ostacolare l’azione di forze navali nemiche operanti dai bacini orientale ed occidentale del Mediterraneo

 

CAVAGNARI

 

PER TELESCRIVENTE

 

________________________________

 

                                                                                                              

                                                                                                                  SEGRETO                                                                              

 

SUPERMARINA

 

Gruppo orario dal 10/7/1940 ore 0600

 

Prot. 563                    A STAMAGE

 

NOTIZIE SULLA SITUAZIONE ALLE ORE 0600 DEL 10 LUGLIO 1940

(Da comunicare alla stampa)

 

         Movimenti delle forze navali inglesi dislocate ad Alessandria d’Egitto, di recente segnalati; avevano fatto pensare all’intendimento del nemico di compiere un’incursione nel Mediterraneo Centrale per attaccare dal mare e dall’aria qualche nostro importante centro. Di conseguenza una forte aliquota della nostra flotta aveva preso il mare per opporsi a questo tentativo.

         Il giorno 8, la nostra ricognizione aerea marittima ha segnalato che forze inglesi suddivise in tre gruppi e comprendenti fra l’altro alcune navi da battaglia e portaerei si trovavano fra l’isola di Creta e la costa dell’Africa Settentrionale in rotta verso ponente. Un’ulteriore conferma dei movimenti delle navi avversarie veniva data da un nostro sommergibile, che silurava uno dei cacciatorpediniere avversari.

         Durante la giornata dell’8 le navi inglesi, ancora lontane dalle nostre forze, sono state ripetutamente attaccate da aerei da bombardamento dislocati in Egeo e nell’Africa Settentrionale con evidenti buoni risultati.

         Nel tardo pomeriggio del giorno 9, nonostante le avverse condizioni dfi visibilità che hanno impedito nelle ore a.m. efficaci ricognizioni aeree, la nostra flotta riusciva ad entrare in contatto  balistico col nemico che rinunciando, dopo una breve e vivace azione di fuoco, ai suoi obiettivi,. Si allontanava, rompendo il contatto.

 

CAVAGNARI

 

PER TELESCRIVENTE       

 

         Come si può constatare dai due Bollettini di Supermarina, quello più sincero per il Comando Supremo e quello piuttosto falso per la Stampa, di colpi a segno su navi britanniche non se ne parla affatto.

 

 

 

 

 

STATO MAGGIORE R. AERONAUTICA

SUPERAEREO

 

MESSAGGIO IN PARTENZA

 

SEGRETO     Data 10 Luglio 1940/XVIII      

                       Ora consegna 0600

 

         A  S.I.A. a mano

         A  Generale  VON POHL a mano

 

         B-15725 SUPERAEREO PUNTO – BOLLETTINO DI GUERRA N. 28.

 

         Alle ore 14.30, avuta comunicazione che una forte formazione navale nemica era in contatto tattico con nostre unità nel Mare Jonio, a sud del Golfo di Taranto, con la massima tempestività si è iniziato l’intervento delle unità aeree da bombardamento, la prima delle quali è partita all’attacco alle ore 15,15. Da quell’ora fino alle ultime ore del giorno le nostre formazioni offensive si sono susseguite interrottamente sull’obiettivo, ad ondate successive.

         Complessivamente hanno partecipato alla battaglia aero-navale 225 velivoli. Unità navali nemiche sono state ripetutamente colpite con bombe di grosso calibro. Il compito dei nostri equipaggi, per il riconoscimento delle unità e per il tiro, è stato estremamente ostacolato sia dalle condizioni di visibilità determinate dal fumo delle esplosioni e dalle cortine di nebbia artificiale, sia dalle manovre delle navi in combattimento. Reazione contraerea vivacissima e precisa. Quasi tutti i nostri velivoli sono stati ripetutamente colpiti; un velivolo da bombardamento è stato abbattuto.

         Alle ore 16,30, una squadriglia da bombardamento in ricognizione offensiva, avvistata una forte formazione navale inglese ad oriente di Maiorca, ne dava immediata comunicazione al Comando Aeronautico ed iniziava il bombardamento. Immediatamente formazioni da bombardamento complessivamente con 40 velivoli, susseguentisi con continuità ad ondate, martellavano le navi nemiche fino al tramonto. Una nave portaerei e due navi da battaglia sono state ripetutamente colpite con bombe di grosso calibro. Reazione contraerea violenta, che colpiva molti nostri apparecchi. Un velivolo, non rientrtato, si ritiene abbattuto.

         Intensissima attività esplorativa sul Mediterraneo Orientale e su quello occidentale. Un velivolo da bombardamento in esplorazione su Malta, è stato attaccato da velivoli da caccia avversari, prontamente respinti.

         Vigilanza aerea con formazioni da caccia in crociera.

         Complessivamente nei giorni 8 e 9 luglio, negli attacchi aerei contro le unità navali inglesi, avvistate a sud di Candia, nel Mare Jonio e ad oriente delle Baleari sono stati impiegati 265 velivoli.

 

Generale PRICOLO

 

 

Francesco Mattesini

Edited by Francesco Mattesini
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  • 4 years later...

Buongiorno a tutti,

sono un appassionato di storia della Marina Militare e sto cercando, con le mie modestissime conoscenze, di ricostruire l'andamento della battaglia di Punta Stilo. Ho praticamente tutte le opere del prof. Mattesini, quelle edite dall'Ufficio Storico della Marina Militare, Rivista Marittima, Storia Militare, ...

Recentemente mi sono imbattuto e sto esaminando l'articolo apparso nel settembre 2018 su Rivista Marittima a firma di Michele Maria Gaetani ed Enrico Cernuschi.

Confesso che sono un po' confuso.

Ad esempio: 

a pag. 93: Da sinistra a dritta, pertanto, l’ordine inglese, visto dal Cesare, era: Malaya, poi Royal Sovereign (lontano) e Warspite (vicino). «Alle 15.53 — riferisce Campioni — … il Cesare ha sparato a distanza 26.400 contro la prima corazzata». L’ammiraglia italiana inizialmente tirò, pertanto, contro il Malaya. Questa prima, importante novità, è confermata dalla distanza tra le due navi in parola e si riscontra anche nella ricostruzione cinematica proposta qui di seguito ( e si rimanda nota 17).

La nota 17 riporta: (17) Si tratta di un’ulteriore conferma del fatto che il bersaglio del Cesare (distante 26.400 m alle 15.54 italiane) non era il Warspite. Allorché l’ammiraglia della Mediterranean Fleet aprì il fuoco contro il Cesare, alle 15.53,18 (15.55,18 italiane), la distanza era, infatti, di 26.000 yard, pari a 23.800 metri. Date le rotte solo leggermente convergenti tra le due contrapposte navi di bandiera (020° il Cesare, 345° il Warspite) e le rispettive velocità, non è possibile che le due corazzate si siano avvicinate di 2.600 m in poco più di un minuto. Il bersaglio del Cesare, pertanto, non poteva essere il più vicino Warspite, bensì un’altra corazzata decisamente più lontana: il Malaya, appunto. (18) Anche le cineprese dell’Istituto Luce installate a bordo del Cesare ripresero una nave da battaglia inglese (il Malaya o, più probabilmente, il Warspite), la quale, come si desume dal fumo nero delle proprie salve e del fumaiolo, naviga in senso contrario rispetto alle corazzate italiane. I fotogrammi relativi corrispondono al momento in cui il commentatore dice: «Un’unità da battaglia inglese è gravemente colpita: la nave sbanda, si apprua e cessa il fuoco». Il cinegiornale è facilmente reperibile in rete sotto il titolo Lo scontro di Punta Stilo.

Il grassetto è mio: ma erano le 15.53 o le 15.54?

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a pag. 95: Oggi sappiamo che la prima e, fino alle 16.03, ora di apertura del fuoco da parte del Malaya, l’unica corazzata inglese a sparare fu il Warspite.

Sarà indubbiamente così, non ho dubbi. E' possibile sapere su quale elemento? Nel febbraio 1998, in I sette minuti di Punta Stilo a pag. 98 Cernuschi scriveva: Sempre alle 15.54 anche il Malaya, ..., aprì il fuoco ...

già nel gennaio 2008, su Storia Militare, in Punta Stilo, nuovi elementi, scriveva: Sempre alle 16.03, aprì a sua volta il fuoco, per la prima volta, il Malaya, ... 

Perchè non si cita la documentazione da cui emergono queste novità? Sicuramente me la sarò persa però se la si ripetesse non guasterebbe. Vi ringrazio per tutti i chiarimenti che vorrete darmi. 

Riccardo Taricco

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Da parte di Francesco Mattesini

 

I reciproci movimenti navali nel corso della fase finale della battaglia secondo la

Historical Section Admiralty

 

Questa Cartina dell’Ammiragliato mostra come erano disposte le navi britanniche alla Battaglia di Punta Srilo. Come si può vedere il tiro della corazzata GIULIO CESARE fu diretto sulla corazzata WARSPITE alla distanza di 26.200 yard.

Ho scritto nel mio ultimo libro: Francesco Mattesini, “Punta Stilo 9 Luglio 1940, 80° anniversario della prima battaglia aeronavale della Storia”, RiStampa Edizioni, marzo 2020.

Alle ore 15.53 (15.48 secondo i britannici) la Giulio Cesare (capitano di vascello Angelo Varoli Piazza – 1° Direttore del Tiro Capitano di fregata Giulio Cipollini), sparo sulla Warspite una prima salva da 320 mm, alla distanza telemetrata di 26.400 metri, mentre subito dopo la Conte di Cavour  (capitano di vascello Ernesto Ciurlo), che evidentemente seguiva la nave ammiraglia ad una distanza maggiore di quella normale, alle ore 15.54, come dimostrano le immagini scattate dalla Cesare dove si trovava personale fotografico dell’Istituto Luce, effettuò il tiro addirittura alla distanza telemetrata di 30.500 metri, con l’alzo alla massima elevazione. Si trattava, come vedremo, della corazzata Royal Sovereign (capitano di vascello Humphrey Benson Jacomb), che appena superata dalla Malaya procedeva alla velocità di 18 nodi a 3 miglia di distanza dalla Warspite.

E’ da rilevare che dopo l’ordine impartito alle 15.45 dall’ammiraglio Brivonesi, Comandante della 5a Divisione, alla Cavour di portarsi sul dispositivo di combattimento 40°, e di puntare il tiro sulla seconda unità nemica, la Cavour invece di essere sulla dritta della Cesare rispetto al nemico si trovò invece, secondo il Cronistoria [Documento d’Archivio], spostata “leggermente sulla sinistra rimanendo così disturbata dal fumo e dalle salve del CESARE. La distanza fra le due corazzate era superiore a quella prevista, avendo il CESARE potuto raggiungere più rapidamente la velocità di 27 nodi quando ne fu dato l’ordine”. Poiché nel rapporto della Cavour è scritto che la distanza iniziale utile di combattimento era di circa 30.500 metri, è da ritenere che il tiro sia stato iniziato sulla terza corazzata nemica, alquanto distanziata, che in quel momento doveva essere proprio la Royal Sovereign, sorpassata dalla più veloce Malaya (a meno che il sorpasso non si fosse ancora verificato), su cui la corazzata italiana avrebbe dovuto sparare in base all’ordine dell’ammiraglio Brivonesi.

Quindi, nessun colpo a segno, ma tutti caduti distanti, smentendo coloro che, essendo imbarcati sulla Cesare e su altre navi italiane, compreso il comandante Ciurlo e il 1° Direttore del Tiro Cipollini, ritennero che l’obiettivo era stato colpito. Elemento cui si crede ancora, oggi nonostante quanto scritto da Cunningham e che si può controllare nell’abbondante documentazione d’archivio disponibile.

 

Omesso

Dopo aver colpito la Cesare, vedendo le navi italiane cambiare la direttrice di marcia e fare fumo, alle 16.02 anche la Warspite cambio rotta per 310° alla velocità di 17 nodi. Poi, alle 16.04, con le unità italiane oscurate in una vasta cortina di fumo e nebbia artificiale, la Warspite, che aveva sparato diciassette salve, cessò il fuoco. Alle 16.06 intervenne la Malaya, che trovandosi per 180 ° di poppa alla  Warspite , sparò quattro salve contro le corazzate italiane che risultarono corte. Alle 16.08 la Malaya  sparo  altre tre salve, che caddero anch’esse corte. Quindi alle 16.09 la Warspite aprì nuovamente il tiro su un incrociatore pesante italiano, apparso di prora alle corazzate, per 313° e alla distanza di 24.600 yard. …

 

Francesco Mattesini

 

 

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Buongiorno a tutti e grazie per avermi accettato nel Vostro sito.

Sono un appassionato di storia e sto cercando, con le mie modestissime conoscenze, di ricostruire la battaglia di Punta Stilo. 

Uno dei miei dubbi è a che ora aprì il fuoco il Malaya:

- in I sette minuti di Punta Stilo (E. Cernuschi - supplemento a Rivista Marittima, febbraio 1998), pag. 98 è scritto: Sempre alle 15.54 anche il Malaya, ..., aprì il fuoco ...

- in La battaglia di Punta Stilo (F.Mattesini - U.S.M.M., II edizione 2001), pag. 76 l'orario di apertura del fuoco da parte del Malaya non è precisato, ma l'autore pare collocarle prima del colpo messo a segno dalla Warspite sul Cesare e quindi ante 15.59;

- in Punta Stilo, la prima battaglia aeronavale della storia (F. Mattesini), pag. 36 è scritto: Alle 16.06 intervenne la Malaya, che ... , sparò quattro salve contro le corazzate italiane che risultarono corte.

- in I cannoni di Punta Stilo (E. Cernuschi - Storia Militare febbraio 2012), pag.33 è scritto: la Malaya aprì il fuoco per la prima volta alle 16.03 ...

- il La corazzata di Vetro (M.M. Gaetani - E. Cernuschi - Rivista Marittima settembre 2018), pag. 95 è scritto:  Oggi sappiamo che la prima e, fino alle 16.03, ora di apertura del fuoco da parte del Malaya, l’unica corazzata inglese a sparare fu il Warspite.

Parrebbe quindi che, nel corso degli anni, probabilmente in base al rinvenimento di nuova documentazione, si sia accertato che la Malaya abbia aperto il fuoco solo alle 16.03 e non alle 15.54. Gradirei, se possibile, sapere grazie a quale documentazione si sia potuto accertare tale cambiamento di orario.

Vi ringrazio anticipatamente per i chiarimenti che vorrete darmi.

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L'orario dell'apertura del fuoco della MALAYA si trova in un documento dell'Ufficio Storico Marina Militare che l'Ammiragliato britannico aveva fatto pervenire fin dagli anni '50. Nel mio primo libro sulla Battaglia di Punta Stilo questo fatto mi era sfuggito.

Cordialmente

Francesco Mattesini

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Dear Franco and Riccardo,

Perhaps the best way to settle the controversy surrounding HMS Malaya on 9 July 1940 is to check her report (I have attached extracts).

As you can see she opened fire at 1603 hours at 29,700 yards (27,150 metres) with four salvoes which fell short. Three more salvoes were fired at 1608 hours but again fell short.

I am no expert on the battle of Punta Stilo but hope this will help.

Cordialmente,

Platon

IMG_0394.JPG

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