Serena Posted March 30, 2017 Report Share Posted March 30, 2017 Ricevo e trasmetto, una mostra che molto vorrei visitare: sperando sia di vostro interesse, Serena ***********************************************************Conferenza stampa giovedì 6 aprile ore 12,00. Saranno presenti il Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, on.le Dario Franceschini, il Capo di Stato Maggiore della Marina militare, ammiraglio Valter Girardelli, il Capo di Gabinetto del Mibact, prof. Giampaolo DAndrea, e il Maestro Michelangelo Pistoletto. Inaugurazione giovedì 6 aprile ore 16,30.*********************************************************** Che cosa hanno in comune i destini di Mosul e di Aleppo, i bombardamenti in Siria dei nostri giorni con limpresa italiana di Tripoli del 1911 e loccupazione del Dodecaneso lanno dopo, con la musica rebetika nata a Smirne, con la fuga dei greci da questa città in fiamme nel 1922, con la regia nave Etna che nel marzo 1920 soccorse in Crimea, per trasportarli altrove, i russi bianchi in fuga dalla rivoluzione rossa? Prova a spiegarlo la mostra La Grande Guerra. LItalia e il Levante dal 6 aprile al 6 luglio 2017 allArchivio Centrale dello Stato, curata da Anna De Pascale e Carlo Maria Fiorentino, con la collaborazione della Marina Militare. La mostra, che si inserisce tra le iniziative per le celebrazioni del centenario della Prima Guerra Mondiale, avrà come cardine la politica italiana nel Mediterraneo dalla guerra di Libia al 1923 e dunque i rapporti tra le grandi potenze per la spartizione dellImpero ottomano, il ruolo della Grecia e quello dei popoli che facevano parte del variegato scenario medio orientale: curdi, siriani, armeni, arabi, turchi, ebrei solo per citarne alcuni, con i loro riti, religioni, usi e costumi che tanto fascino hanno esercitato su generazioni di viaggiatori. Temi i cui risvolti riempiono ancora oggi le pagine della nostra attualità. Il percorso si apre con una grande installazione, Treno di Mimmo Palladino, che dallingresso accompagna i visitatori fino al salone centrale della mostra. Composta da una serie di sculture e oggetti in terracotta collocati all'interno di numerose gabbie di alluminio disposte lungo il pavimento, l'installazione si presenta come una sequenza di vagoni, un vero e proprio "treno" formato da celle che contengono tracce di storia. Un lungo percorso di guerra e di dolore che conduce ad un approdo di pace e di convivenza civile tra i popoli, con lopera Mar Mediterraneo Sedie Love difference di Michelangelo Pistoletto e Juan E. Sandoval. Le sedie sono allineate sul profilo geografico del Mediterraneo, divise a metà dalla linea della costa, assorbono i colori dellacqua e della terra: su di esse il confine non divide ma collega. E il Mar Mediterraneo diventa punto di partenza per una riflessione sulle differenze. La narrazione storica proposta dalla mostra passa attraverso documenti poco noti ai non addetti ai lavori: relazioni contenute nei rapporti diplomatici, note interne della Presidenza del Consiglio dei Ministri, appunti personali dei protagonisti politici e soprattutto materiale cartografico (ricchissima è la collezione di piante, disegni, schizzi nel fondo della Guerra Europea), fotografico, oggetti, armi, disegni e filmati.Testimonianze queste che renderanno il percorso di facile comprensione al visitatore, attraverso oggetti che sono simboli del passato. Il percorso cronologico inizia il 29 settembre 1911 con la dichiarazione di guerra dellItalia allImpero ottomano per il possesso della Libia e si conclude con il Trattato di Losanna del 1923, che decreta la nascita della laica Repubblica di Turchia di Mustafa Kemal (Atatürk). Un percorso drammaticamente esotico, reso vivo da immagini fotografiche di luoghi, di bambini, di donne e di uomini perlopiù protagonisti passivi, vittime della Storia. E sopra loro gli ordini imperativi di conquista, di difesa, di resa, ma anche iniziative di altra natura, come gli scavi archeologici, le cui scoperte da parte dei conquistatori contribuirono poi a unire gli uomini nel segno della Cultura. Vi scorgiamo una Tripolitania e una Cirenaica con le loro popolazioni ostili ai liberatori dal giogo turco, disorientata dallarrivo delle navi e delle truppe di sbarco italiane. E lazione delle stesse navi italiane nel cuore dellImpero ottomano, lo Ionio, con loccupazione delle isole del Dodecaneso e di Rodi, le cui popolazioni, a maggioranza ellenica, guardavano con speranza e diffidenza insieme a quella presenza, anelando allunione con la madrepatria. Speranza alimentata dalla crisi irreversibile dellImpero ottomano dopo la spallata ricevuta nelle due guerre balcaniche che segnarono la perdita di gran parte dei suoi domini europei. Infine, la Grande guerra, dove i tre Imperi (austriaco-turco-germanico) affrontarono le potenze liberali della Quadruplice Intesa (anglo-franco-russo-italiana), con laggiunta nel 1917 degli Stati Uniti di Wilson, in una guerra che non si concluse nel 1918, ma ben cinque anni più tardi, in seguito alloccupazione franco-anglo-italiana di Costantinopoli (1918-1923). Il percorso espositivo arriva così alla rivolta araba sostenuta diplomaticamente dalla Gran Bretagna e, sul campo, da Lawrence dArabia, contro il sultano di Costantinopoli, e allimmane tragedia del popolo armeno, anelante alla propria indipendenza nazionale, sterminato dal governo dei Giovani Turchi. E, in aggiunta a questa tragedia, loccupazione di Smirne e di altre città dellAnatolia occidentale da parte della Grecia su mandato della Gran Bretagna, e la poderosa offensiva turca guidata da Mustafa Kemal (Atatürk). Da queste vicende nacque una pace che si rivelò soltanto un insidioso armistizio, decretata dal Trattato di Versailles del 1919 e poi dal Trattato di Losanna del 1923, con cui si conclude la lunga guerra per il Levante. Alla realizzazione della mostra ha contribuito la Marina Militare italiana e, insieme, il Museo delle civiltà - Museo nazionale preistorico ed etnografico Luigi Pigorini, il Museo centrale del Risorgimento, la Società geografica italiana, il Museo Benaki di Atene, e la Collezione Signorelli. La mostra sarà aperta fino al 6 luglio con il seguente orario: dal lunedì al venerdì ore 10 - 18; il sabato ore 10 14Ingresso gratuito - Visite guidate su prenotazione:<mailto:acs.urp@beniculturali.it> acs.urp@beniculturali.it Catalogo della mostra De Luca editori darteVideo-documentario a cura di AAMOD (Archivio Audiovisivo Movimento Operaio eDemocratico) Archivio centrale dello Stato Piazzale degli Archivi, 27 Roma 06/54548538; acs.urp@beniculturali.it Danilo Pellegrini, Giuseppe Garufi, Luiz and 1 other 4 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giuseppe Garufi Posted March 30, 2017 Report Share Posted March 30, 2017 Molto interessante: messo in agenda. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco De Domenico Posted March 31, 2017 Report Share Posted March 31, 2017 Cerchero' di esserci, grazie. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Luiz Posted March 31, 2017 Report Share Posted March 31, 2017 messo in agenda anche io, visita sicura Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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