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La tragedia dell'ORIA


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"Shipping Today and Yesterday" di marzo 2017 dedica un servizio all'armatore Fearnley & Eger di Oslo, tra le cui navi c'era anche il cargo per legnami ORIA, 2.127 grt/1920, 3.540 dwt, costruito da Osbourne, Graham & Co. a Sunderland. Come ha scritto Achille Rastelli nel suo bel saggio "Le torpediniere tipo Pattison" della serie "Orizzonte Mare", quella di ORIA è stata una più grandi tragedie sul mare della seconda guerra mondiale, rimasta relativamente poco nota.

ORIA era un cargo norvegese noleggiato ai francesi nel 1940, salpato da Bordeaux per Casablanca e qui internato all'armistizio del 25 giugno 1940, confiscato da Vichy a Port Lyautey  il 24 giugno 1941, in gestione alla S.té Nationale d'Affretements  come SAINTE JULIENNE (Vichy dava tutti nomi di santi e sante alle navi straniere confiscate) e portato nel Mediterraneo nel luglio 1941. Ceduto ai tedeschi il 24 novembre 1942 a Marsiglia come tutte le navi ex norvegesi, danesi, greche, jugoslave in mano a Vichy in base all'accordo Kaufmann-Laval dell'agosto 1942, che gli aveva attribuito il nome in codice NORDA IV (Norwegische Dampfer IV), e ridenominato ORIA  per rispettare la finzione secondo cui Vichy lo restituiva all'armatore norvegese e quest'ultimo, la cui sede si trovava nella Norvegia occupata, lo noleggiava un attimo dopo alla Mittelmeer Reederei GmbH.

In servizio nell'Egeo, utilizzato dai tedeschi per portare  da Rodi al Pireo i prigionieri italiani che i tedeschi non potevano permettersi di mantenere nell'arcipelago del Dodecaneso. Il 13 febbraio 1944 aveva a bordo oltre 4.200 italiani chiusi come bestiame nelle stive (per diretto ordine di Hitler), oltre a 30 guardie e 60 uomini d'equipaggio, e durante una tempesta ha finito per incagliarsi sull'isolotto di Gaidouronissi nel Golfo Saronico vicino a Capo Sounion, capovolgendosi e affondando con tutto il suo carico umano (60 sopravvissuti, tra cui 49 prigionieri italiani,  6 guardie tedesche e 5 componenti l'equipaggio, 4.074 morti). Naturalmente, anche in questo caso non è mancato il tentativo di riscrivere la storia,  attribuendo l'affondamento ad un attacco da parte di  un sommergibile olandese (che non c'entrava proprio nulla, e si trovava vino a Stampalia/Astipalea).

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Jürgen Rohwer in "Allied Submarine Attacks of World War Two", afferma che il piroscafo ORIA venne attaccato senza successo ad ovest di Stampalia con lancio di tre siluri dal sommergibile olandese DOLFJN,  ma l'evento sarebbe accaduto alle ore 07.30 del 31 gennaio 1944.

Vi sono altre fonti che sostennero una diversa versione dei fatti?

Da parte italiana le cause della tragedia del successivo 13 febbraio erano già da allora ben note; le trovo correttamente descritte in “Avvenimenti in Egeo dopo l'armistizio” USMM 1993, 2° ed. - ristampa del volume compilato nel 1972 dall'amm. Aldo Levi, revisore amm. Fioravanzo. Ne allego il laconico testo, corredato dal citato Doc.N. 41, a firma del CF Capo Ufficio Assenti e Reduci – Ministero della Difesa – Marina, in data 22 gennaio 1948.

Salvo la denominazione del p.fo ex norvegese ORION anziché ORIA, la relazione è sufficientemente esaustiva a chiarire qualsiasi dubbio.

 

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Da Byron Tesapsides, "Allied Submarine Operations in Greece during World War II 1941-1944", pubblicato in proprio a Salonicco:

 

22 genn. 1944 h 14.00 il sommergibile olandese DOLFIJN salpa da Beirut ed entra in Egeo attraverso il canale di Kaso nella notte tra il 24 e il 25 per pattugliare a sud di Nikaria.

26 genn. 1944 h 00.30 passaggio in superficie tra Lindi e Kinaros, avvista un convoglio composto da LEDA e TA 14 senza poterlo attaccare, poi riceve l'ordine di passare all'area Santorini-Amorgos-Stampalia, dove arriva nelle prime ore del 27.

31 genn. 1944 h 07.40 avvista un piroscafo da 2.000 tonn. (ORIA ad ovest di Stampalia), tre navi scorta e uno Ju88 verso prua in direzione di Santorini. Inizia l'attacco in posizione 36°31N 25°36E. Alle 08.18 lancia tre siluri ad una distanza di 2.500 metri. Dopo poco più di due minuti dal lancio il bersaglio vira sulla rotta 140°, e torna sulla rotta 075° dopo circa un minuto. Presume che le scie dei siluri siano state avvistate ed evitate. Nessun colpo a segno, nessun contrattacco. DOLFIJN viene allora spostato sulla zona Amorgos-Denusa-Kinaros, che raggiunge il 1° febbraio alle 01.00. Alle 00.00 del 3/4 febbr. riceve l'ordine di pattugliare il canale di Doro, dove arriva all'alba del 4.

Lascia la zona di pattuglia alle 12.00 del 5 febbraio, passa il canale di Scarpanto durante la notte del 7 e rientra a Beirut il 10 febbraio.

 

Quanto alle ricostruzioni di segno opposto, si veda http://warsailors.com/singleships/oria.html

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Dear Francesco and Danilo,

 

When Dolfijn attacked Oria on 31.01.1944, she was travelling escorted by the submarine chasers UJ 2105, UJ 2106 and UJ 2110 from Piraeus to Rhodes to pick up the prisoners. One can speculate that if Oria had been sunk then, the tragedy of 13.02.1944 might have been avoided...

One can also note that German ships appear to have been singularly unlucky when transporting Italian PoWs...

 

Platon

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I should like to point out that for instance the well known historian Reinhart Schmelzkopf in his "Fremde Schiffe in deutscher Hand", while stressing the loss of 3,647 lives on board PETRELLA, undisputably  sunk by HMS SPORTSMAN, does not mention any loss of life on board ORIA. A mere coincidence, of course..

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Dear Francesco and Danilo,

 

When Dolfijn attacked Oria on 31.01.1944, she was travelling escorted by the submarine chasers UJ 2105, UJ 2106 and UJ 2110 from Piraeus to Rhodes to pick up the prisoners. One can speculate that if Oria had been sunk then, the tragedy of 13.02.1944 might have been avoided...

One can also note that German ships appear to have been singularly unlucky when transporting Italian PoWs...

 

Platon

 

UJ 2105 ex 13V4 was the former Greek salvage tug ERTHA of 249 grt/1895 (the former Imperial Russian Navy/Wrangel' flotilla icebreaker/minesweeper SMELIY/T-290/T-390), UJ 2106 ex 12V7 was the former Greek Navy salvage vessel/minelayer/lighthouse supply vessel TENEDOS, 460 tons/1906 (a former Turkish Black Sea salvage vessel captured by Greece in Oct. 1912), and UJ 2110 the former Greek Navy minelayer/personnel transport KORGIALENIOS, 380 tons/1916.

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