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Grazie all'eccellente e puntiglioso esame di Pellegrini abbiamo la certezza che di GORCH FOCK/TOVARISH non si tratta. Da non esperto e in mancanza di altre foto consultabili posso solo dire che a prima vista l'immediata differenza tra TOVARISH, i suoi quasigemerlli ALBERT LEO SCHLAGETER , HORST WESSEL e la cartolina di Messina sta nelle dimensioni del fregio a prua che a Messina si estende fin oltre la cubia e nel trio ha dimensioni molto più ridotte.

Per cui bisogna ripartire da capo e cioè dall'esame della cartolina stessa rispondendo a queste domande :

a) si tratta di cartolina o di semplice foto?? Se cartolina , è viaggiata e si riesce a leggere la data dell'affrancatura per avere un indizio "ante quem" ????

b) la scritta sul retro "Veliero russo a Messina" è a mano o a stampa ???? Sulla veridicità dello scritto mi crea dubbi quel "russo" che se fosse a stampa sarebbe stato meglio scrivere "sovietico"... Tutto dipende dalla datazione dell'immagine eventualmente ricavata dalla presenza di altre navi note o da edifici di cui si conosca la costruzione

c) se la scritta "veliero russo" è a mano, allora si può mettere sulla bilancia la precisione dello scrittore e magari ipotizzare che di veliero "russo" non si tratti. Sperando di non essere lapidato riscontro una certa rassomiglianza anche con la nave scuola MIRCEA della Marina rumena, contemporanea al trio tedesco/russo per epoca e località di costruzione. Meriterebbe un controllo....

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Premesso che non sono a casa e quindi non posso digitalizzare anche il retro, andando con ordine, la mia memoria dice:

Si tratta della riproduzione di una foto e non di una cartolina, quindi niente date; però c'è la stele della Madonnina del porto che ci da una data successiva al 1934, anno di inaugurazione della stele stessa.

La scritta veliero "russo" è a mano, ma non mi sorprende che ci sia scritto russo e non sovietico: per i miei concittadini la cosa era coincidente.

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Caro Loligo a dire il vero, da ultimo arrivato, temevo il suo giudizio e la sua attestazione mi fa particolarmente piacere. Le confermo di aver già preso in esame non solo il trio tedesco-russo ma anche le altre sorelle costruite da Bloss & Voss di Amburgo, tra le quali MIRCEA e le quasi gemelle, costruite per varie Marine sudamericane, dai cantieri Astilleros Celaya a Bilbao, GLORIA, GUAYAS, SIMON BOLIVAR e CUAHUTHÉMOC. Seguono tutte gli stessi criteri costruttivi del capostipite e le differenze sono minime, pertanto unità da escludersi. Proprio per questo motivo ho iniziato ad analizzare con maggior attenzione l'alberatura del veliero ormeggiato a Messina.

Un inconsueto particolare: nella marineria velica era consolidata tradizione che le le polene avessero forma antropomorfa, solitamente una figura femminile o di animale, quasi sempre allusiva al nome della nave. A prora del MIRCEA fa invece bella (!) mostra di sé la figura policroma del baffuto principe Mircea, unica nota stonata nell'aspetto di una così bella nave. 

 

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Edited by Danilo Pellegrini
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Eppure mi diceva qualcosa !

Uno stupefacente paragone: nell'immagine a seguire il Windjammer (nave a palo - http://www.aidmen.it/topic/576-veliero-russo/?p=5146 ) SEA CLOUD ex HUSSAR V - Kiel, Krupp Germaniawerft,1931 dopo il restauro del 1978 eseguito dallo stesso cantiere costruttore, che aveva mutato la propria ragione sociale in Howaldtswerke-Deutsche Werft AG.

Restauro effettuato ai fini del ripristino allo splendore originario, dopo le modifiche per l'impiego in servizio bellico nella US Coast Guard.

La primigenia proprietaria, Marjorie Merriweather Post, nel 1935 si risposò con Joseph E. Davies, ambasciatore degli Stati Uniti per l'Unione Sovietica, mutando il nome del veliero da HUSSAR a SEA CLOUD. La nave venne allora utilizzata come ambasciata galleggiante di rappresentanza; di qui, probabile, l'equivoco. Sebbene la coppia risiedesse in Unione Sovietica non (mi) è nota la dismissione di bandiera...

 

PS/OT :) : il SEA CLOUD approdava periodicamente per il carenaggio a Venezia, usufruendo della rinomata falegnameria interna all'Arsenale per far eseguire delicati lavori di ebanisteria. Sono stato qualche volta a bordo; ricordo, erano gli anni '80, un equipaggio quasi interamente femminile: bionde vikinghe tedesche, danesi e svedesi che arrampicavano come gatti sulle sartie, schierandosi poi allineate sui pennoni, a nave a secco, a più di 50 metri dal fondo del bacino.

Da rabbrividire ...

 

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Sea Cloud nel porto di Palermo-credito foto: Antonio Nuccio, Marinetraffic.com

 

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Una delle ultime toccate a Venezia: mia foto dal vaporetto, luglio 2013, in occasione della festività cittadina del Redentore

Edited by Danilo Pellegrini
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  • 4 weeks later...

Direi che ci siamo ! Ingrandendo quest'immagine (l'originale è in alta definizione) trovo corrispondenti:  la piattaforma attorno ai fumaioli prodieri, priva qui della telonatura di protezione, il suo trave di supporto caratterizzato dai fori di alleggerimento, la posizione delle gruette per le imbarcazioni, dello scalandrone, del picco di carico e dei pezzi singoli laterali da 76/40 leggermente sfalsati da una diversa prospettiva. 

 

post-366-0-11877100-1487368463_thumb.jpg

 

 

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  • 2 months later...

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