Francesco Mattesini Posted August 23 Report Share Posted August 23 (edited) IL PERICOLO RUSSO PER L’EUROPA Per rendersi conto quale siano le intenzioni di conquista territoriale e delle zone d’influenza da parte della Russia ai nostri giorni, occorre considerare quello che accadde negli anni 1939-1940, dopo il “Patto di non aggressione” con la Germania. L’invasione dell’Ucraina del 2022, dopo la conquista della Crimea nel 2114, senza che le nazioni occidentali muovessero un dito, riporta ad una situazione precedente all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, e alla situazione politico-militare, con le richieste sovietiche di acquisire zone da conquistare e di influenza, che la Germania non poteva accettare perché andavano a scapito anche della sua importanza di grande potenza e della sua sicurezza. Ed è per questo che, davanti al nuovo espansionismo russo l’Europa, in particolare la nazioni più esposte (Finlandia, Paesi Baltici, Polonia, Moldavia e anche Romania), facenti parte dell’Unione Europea hanno il timore di essere invase, e si stavano già riarmando ancor prima che il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, avesse richiesto all’Europa di portare le spese militari delle varie nazioni al 5%. La guerra in Ucraica poteva essere risolta subito se, ai primi ammassamenti di truppe russe al confine con l’Ucraina, gli occidentali avessero mandato truppe, anche limitate a piccoli reparti, in Ucraina. Secondo la mia opinione, la questione può oggi risolversi portando alla pace soltanto con l’intervento sul terreno, che è l’unico modo vincente per costringere Vladimir Putin a fare marcia indietro. Il 1° settembre del 1939, dopo il Patto di non aggressione del 23 agosto 1939 tra Adolf Hitler e Joseph Stalin, firmato a Mosca dai loro Ministri degli Esteri, Joachim von Ribbentrop e Vjačeslav Molotov, a cui era stato aggiunto un protocollo segreto di non aggressione, dove venivano stabilite le zone di influenza dei Paesi Baltici (Finlandia, Estonia ed Lettonia) e della regione romena della Bessarabia, la Germania e l’Unione Sovietica, dando inizio alla seconda guerra mondiale, attaccarono da due lati la Polonia, e se la spartirono, come avevano concordato. Il 28 settembre 1939 ci fu un nuovo trattato di frontiera ed amicizia tra la Germania e l’Unione Sovietica, con protocolli aggiuntivi in cui la Germania rinuncia alla Lituania, che entrò nella zona di influenza sovietica, in cambio di rettifiche territoriali in territorio polacco che passarono al Germania. Seguì, tra il 30 novembre 1939 e il 12 marzo 1940 con l’attacco alla Finlandia (“Guerra d’inverno”), che l’Unione Sovietica, con il trattato di pace di Mosca, conquistò il 10% del territorio finlandese, tra cui parte della Carelia e la posizione strategica importantissima a nord della penisola scandinava, per il controllo delle rotte russe tra il Mar Bianco e il Mare del Nord. A questo punto L’Unione Sovietica fu espulsa dalla Società delle Nazioni. Nel giugno del 1940, con la Germania impegnata in guerra contro la Francia e l’Inghilterra, si verificò l’occupazione sovietica dei Paesi Baltici, seguita i primi giorni di agosto dall’ammissione alla Russia della Lituania, Lettonia e Estonia. Ma non era finita perché l’ingordo Joseph Stalin, dopo un ultimatum alla Romania, tra il 28 giugno e il 4 luglio 1940, si impossessò, come concordato con i tedeschi, delle regioni della Bessarabia e della Lucovina settentrionale, evento che comportò la ripartizione dei territori romeni tra l’Unione Sovietica e la Germania nazionalsocialista. Ciò significò di portare il confine della Russia sempre più a occidente, acquisendo importanti posizioni strategiche. I colloqui sulle zone d’influenza sul continente europeo, verificatisi a Berlino nel novembre 1940, non portarono a nessuna conclusione tra le due nazioni per il silenzio tedesco alle esorbitanti richieste territoriali di Mosca, che tra l’altro pretendevano di avere come sua zona di influenza addirittura i Balcani, compreso Istanbul e controllo sugli stretti dei Dardanelli, e tutta la Scandinavia, ossia la Finlandia e perfino la Svezia. E’ possibile che dopo i falliti accordi sulle zone di influenza, quello descritto era il motivo per cui Hitler, il 18 dicembre 1940, emanò la Direttiva n. 21 dell’Operazione “Barbarossa”, l’attacco all’Unione Sovietica, in cui sosteneva: “Le forze armate tedesche devono essere preparate a schiacciare la Russia sovietica in una rapida campagna (operazione Barbarossa) anche prima della conclusione della guerra contro l'Inghilterra. Ma poi, dopo aver descritto quale dovevano essere i compiti in cui dovevano essere fatti dalle varie forze armate e dagli eserciti delle alleate Romania e Finlandia, arrivava a questa considerazione. “Tutti gli ordini che devono essere emessi dai comandanti in capo sulla base di questa direttiva devono indicare chiaramente che si tratta di misure precauzionali per la possibilità che la Russia cambi il suo attuale atteggiamento nei nostri confronti”.[1] E’ da ritenere che a quel momento Hitler pensasse ancora di arrivare ad un accordo accettabile con l’Unione Sovietica, del cui comportamento futuro non si fidava. Ma il 14 giugno, in una riunione organizzata in seguito all’ammassamento di truppe sovietiche al loro confine occidentale, fu presa la divisione di non attendere un attacco ma di prevenirlo subito, e di ciò furono concordanti oltre ai responsabili della Wehermacth, anche il grande ammiraglio Erich Raeder per la Kriegsmarine, e per l’aviazione il feldmaresciallo Albert Kesselring. Il 22 giugno 1941, senza dichiarazione di guerra, la Germania, che dopo l’insuccesso della Battaglia d’Inghilterra del settembre 1940, aveva già ammassato le sue forze terrestri ed aeree al confine orientale anche per premunirsi, come detto, da un temuto preventivo attacco sovietico, una volta che nell’aprile-maggio 1941 aveva completata la conquista della Jugoslavia e, per venire in aiuto dell’Italia, la conquista della Grecia e di Creta, iniziando l’Operazione “Barbarossa”, passò il confine sovietico con tre Gruppi di Armate (Nord, Centro e Sud) prendendo di sorpresa le forze sovietiche che non si aspettavano cosi presto l’attacco tedesco FRANCESCO MATTESINI Roma, 23 agosto 2025 [1] Der Führer und Oberste Befehlshaber der Wehrmacht, F:H. Qu., den 18.12.42 (9 copie), Weieung Nr. 21, Fall Barbarossa. Edited August 24 by Francesco Mattesini Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Conterosso Posted August 24 Report Share Posted August 24 Non esiste nessun "pericolo russo" per l'Europa. Analisi decisamente superficiale, e francamente irritante, su quali siano le cause del conflitto Russo-Ucraino e su cosa l'abbia generato. Volete spiegarci perché la Russia, territorialmente il più grande paese del mondo, avrebbe mire espansionistiche verso occidente? Perché? La Russia è un paese capitalistico, non è più l'Unione Sovietica, sarebbe veramente auspicabile, per il nostro interesse e per la nostra economia, avere rapporti di affari e scambi economici. Esattamente quello che gli USA non desiderano, così inventandosi un nemico inesistente. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Leopard1 Posted August 24 Report Share Posted August 24 "Non esiste nessun "pericolo russo" per l'Europa".... Quale Europa? il Portogallo? San Marino? La Francia? L'Europa sono anche l'Estonia, la Lettonia, la Lituani, la Finlandia, la Polonia, tutti Paesi che il "pericolo russo" lo hanno già vissuto sulla propria pelle! Sono appena ritornato da un giretto di 2700 km nelle Repubbliche Baltiche e ho visto un tratto della Baltic Defense Line che Estonia, Lettonia e Lituania stanno apprestando sui confini con Russia e Bielorussia: bunker, ampi e lunghe strisce di terreno costellate di denti di drago. Non sono riuscito a vedere però le zone dove mi hanno riferito che vi siano campi minati, forse addirittura con mine antiuomo (i tre Paesi baltici - così come la Polonia- hanno deciso il ritiro dalla Convenzione per la messa al bando di questo tipo di arma. Cfr. https://www.ohchr.org/en/press-releases/2025/07/un-human-rights-chief-volker-turk-gravely-alarmed-steps-withdraw-anti) Forse la difesa in cui credono di più questi Stati è l'appartenenza alla NATO: ma siamo sicuri che la Russia abbia paura dell'attivazione dell'articolo 5 del Trattato? E siamo sicuri che gli Stati Uniti di Trump entrerebbero in guerra contro la Russia per salvare -ad esempio- Tallin? Ci ricordiamo della frase emblematica del deputato francese Marcel Déat del 4 maggio 1939: "Mourir pour Dantzig?" Quali potrebbero essere le mire della Russia di Putin verso l'occidente europeo? Allontanare il più possibile la NATO dai propri territori; riprendere possesso del Mar Baltico; riunificarsi con il territorio di Kaliningrad.... Credo che Francesco, con le sue riflessioni, abbia voluto gettare un bel sasso in piccionaia! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giancarlo Castiglioni Posted August 24 Report Share Posted August 24 Anche io naturalmente ritengo non esista nessun pericolo russo per l'Europa. E questo vale anche se, come propone Leopard, vogliamo distinguere da un lato tra Italia, Portogallo ed Europa Occidentale e dall'altro i paesi baltici. Per i primi é evidente, basta considerare la differenza tra questi paesi e Russia in forza economica e popolazione, per i secondi basta pensare ai quasi 50 anni di pacifica convivenza tra Finlandia e URSS dal 1945 al 1989. La sicurezza si ottiene con la diplomazia e la collaborazione, non con le truppe straniere sul proprio territorio, come ritiene Mattesini. Mi meraviglia che uno storico come Mattesini dia una valutazione della situazione internazionale così superficiale. Tra l'altro in contrasto con quella della grande maggioranza degli storici e degli studiosi e più vicina a quella di giornalisti, politici e militari in servizio. Ho letto da poco il libro di Alessandro Orsini "Casa Bianca Italia. La corruzione dell'informazione di uno stato satellite" in cui sostiene che esistono 2 tipi di filoamericanismo, il filoamericanismo culturale e il filoamericanismo politico. Il filoamericanismo culturale è un sentimento di ammirazione e di amicizia verso la società americana, il filoamericanismo politico è volto ad ottenere benefici di carriera. Esclusa la seconda motivazione, Mattesini la sua carriera la ha già fatta, non mi convince la prima, non lo vedo come un ammiratore acritico degli Stati Uniti. Quindi darei una terza motivazione: Mattesini è rimasto alla guerra fredda, non considera che Putin non è Stalin, che la Russia non è l'URSS e soprattutto che il comunismo non c'é più. almeno in Russia. Il paragone tra la situazione 1939-40 e la situazione attuale è fuorviante, vale solo per un punto che Mattesini non ha colto. In entrambi i casi la motivazione dei russi era difensiva. Nel 1939-40 non avevano certo paura di essere attaccati dalla Finlandia, ma temevano che la Finlandia facesse da base per una grande potenza (Germania o Inghilterra) per attaccare la Russia. Non era irragionevole, è esattamente quello che è accaduto nel 1941. Per questo proposero alla Finlandia uno scambio di territori per allontanare il confine da Leningrado. Dalle memorie di Kruscev sappiamo che nel governo dell'URSS avrebbero preferito evitare la guerra e si era sicuri che i finlandesi avrebbero accettato (come consigliava il capo dell'esercito finlandese). Anche l'occupazione delle repubbliche baltiche nel 1940 seguiva questa logica: guadagnare spazio per la manovra difensiva. Interpretando correttamente questi avvenimenti non deve sorprendere che la Russia abbia attaccato l'Ucraina per impedirle di entrare nella Nato. Mattesini scrive: "La guerra in Ucraina poteva essere risolta subito se, ai primi ammassamenti di truppe russe al confine con l’Ucraina, gli occidentali avessero mandato truppe, anche limitate a piccoli reparti, in Ucraina" Da per scontato che l'obbiettivo degli Stati Uniti fosse evitare la guerra, io invece credo che fosse provocarla. Per finire una precisazione: non è corretto affermare che Germania e URSS attaccarono dai due lati la Polonia. Il 1 settembre fu solo la Germania ad attaccare, i russi si mossero solo il 17 settembre quando l'esercito polacco era già completamente sconfitto. Kruscev nelle sue memorie osserva correttamente che nei territori polacchi occupati dall'URSS vivevano in maggioranza ucraini e bielorussi, quindi nella sua visione "ci siamo solo ripresi quello che era nostro". Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted August 25 Author Report Share Posted August 25 (edited) Abbiamo avuto nei secoli passati il regime zarista che tra Europa e Asia si é preso mezzo mondo. Aveva anche l'Alasca e un pezzo della California, che poi a venduto agli Stati Uniti. Abbiamo avuto Stalin, e se non avete letto bene il motivo per cui la Germania ha attaccato la Russia (a cui Hitler non aveva concesso quello che Stalin voleva, prevenendone l'attacco), sarebbe bene che leggeste molto e la lettura vi istruisca. Adesso vi é Putini, e non mi potete dire che le nazioni impaurite passate all'EUROPA e alla NATO non si sentissero minacciate. A questo mi rifererivo. Putin vuole riportare i confini e le zone di influenza russe a quelle che prima della caduta del muro di Berlino aveva l'Unione Sovietica. Lo ha apertamente detto quando tutti lo contestavano per l'attacco all'Ucraina. Per Putin, come era stato per gli Zar, senza l'Ucraina la Russia non é Russia. Se qualcuno ritiene che quel signore desista dall'attaccare l'Ucraina, e po non passare oltre (vedi Moldovia per la Transinistria), é un ingenio e conosce poco la Storia. Francesco Mattesini Edited August 25 by Francesco Mattesini Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giuseppe Garufi Posted August 25 Report Share Posted August 25 Premesso che sull'argomento sono d'accordo con quanto scrivono Mattesini e Leopard, sposto la discussione in OT. Qui si parla di mare, laghi e fiumi, navi militari e mercantili, cioè di AIDMEN: Associazione Italiana Documentazione Marittima e Navale. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted August 25 Author Report Share Posted August 25 Va bene, Grazie Garufi. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giancarlo Castiglioni Posted August 25 Report Share Posted August 25 I precedenti storico vanno considerati, ma non presi alla lettera. Per me il fatto che nel XIX secolo come tutte le grandi potenze europee, gli zar facessero una politica coloniale, non significa nulla. Erano altri tempi, con lo stesso criterio si dovrebbe temere che nei prossimi anni l'Italia attacchi la Libia. Tra l'altro la Russia si espandeva a est, a sud contro l'Impero Ottomano, non a ovest contro l'Europa. L'attacco all'URSS del '41 fu una guerra preventiva, Hitler considerava certo l'intervento USA e riteneva che l'URSS lo avrebbe attaccato appena la Germania si fosse trovata in difficoltà. L'intervento dell'URSS contro il Giappone nel '45 lascia pensare che la supposizione fosse fondata. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted August 26 Author Report Share Posted August 26 (edited) Quella della guerra del Giappone alla Russia, motivo per cui gli americani sganciarono le due bombe atomiche per avvertire Mosca, é per mé qualcosa di criminale. Il giappone non ha firmato il trattato di Pace con la Russia, perché prima la Russia gli deve restituire due isolette, a nord dell'arcipelago, che l'URSS pretese nel 1945. Il Giappone attuale vuole entrare nei Volenterosi, e già, dopo quanto riferito da Macron su un, possibile, intervento di soldati Europei in Ucraina, da parte italiana si mette le mani avanti, con il solito ritornello, che ho sentito dire decine di volte nel mio servizio allo Stato Maggiore dell'Esercito ( e sempre per colpa del Governo sia di sinistra che di destra e di centro), riferendo ai militari che il nostro compito é quello (molto tranquillo) di fornire assistenza logistica, e quindi invio di genieri sminatori di mine, elementi sanitari, naturalmente praticamente disarmati, e forse (se accettassero) anche di pompieri. Forse Macron non piacerà, da fastidio anche a me per il suo orgoglio di essere il migliore come é difetto di ogni francese; ma anche se non troverà colleghi che vogliano intervenire con lui in Ucraina (a parte la sempre pronta lInghilterra), e sarà costretto a non muoversi, tutto si può dire di Lui, ma non che sia un Vigliacco. Francesco Edited August 26 by Francesco Mattesini Giuseppe Garufi 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giancarlo Castiglioni Posted August 26 Report Share Posted August 26 Non ho mai creduto che l'idea di spaventare i Russi sia stata una considerazione importante nella decisione di lanciare le bombe atomiche sul Giappone. Nel governo USA non vi fu mai un dibattito sulla decisione, era scontata, tutti erano d'accordo, le bombe erano pronte, erano costate moltissimo, quindi si doveva usarle. Nessuna considerazione umanitaria, come del resto per i bombardamenti convenzionali su Germania, Europa occupata e Giappone. Spaventare la Russia sarebbe stato in contraddizione con le precedenti pesanti insistenze perché la Russia attaccasse il Giappone ormai sconfitto. Sono perfettamente d'accordo con le precedenti decisioni di governi italiani di destra o di sinistra di non autorizzare interventi di truppe all'estero e deploro che in pochi casi siano stati autorizzati. Io non sono un pacifista, ammetto che in certi casi gli interventi siano necessari nell'interesse nazionale, anche se moralmente condannabili. Purtroppo gli interventi fatti erano sempre nell'interesse degli Stati Uniti e non dell'Italia. Mentre nel caso di Iraq, Afghanistan, Kossovo l'Italia non aveva interessi, nel caso della Libia l'intervento è stato chiaramente contro gli interessi italiani. In sintesi l'Italia è un paese satellite degli Stati Uniti, come dimostra Orsini nel libro già citato, e aggiungo che il grado di sottomissione non è inferiore a quello dei satelliti dell'URSS durante la guerra fredda. Per finire non vedo coraggio nella decisione di un Presidente che invia un corpo di spedizione a combattere all'estero. Il Presidente rimane al sicuro nella sua capitale. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted August 26 Author Report Share Posted August 26 (edited) Lo sgancio delle due bombe atomiche é venuto subito dopo che l'URSS, il 1° agosto 1945, aveva attaccato il Giappone (con il quale aveva un accordo di non belligeranza), avanzando come un ciclone. I Russi avrebbero detto agli americani. Vedete ci dovevamo essere noi per farla finita, e conquistando altro terreno sottrarlo agli Alleati che avevano combattuto duramente nel Pacifico, e far sembrare i Russi come i vincitori della guerra. Stalin non sapeva nulla della bomba atomica ma gli americani lo avvertirono, salvo poi a pentirsi. Questa é stata, secondo la versione più accreditata (non la mia che condivido) la decisione di sganciare le bombe atomiche, la prima dopo appena cinque giorni dall'intervento sovietico, affinche il Giappone si arrendesse subito, in modo da non spartire nulla con la Russia che però aveva già occupato la Manciuria, il nord della Corea, la Penisola di Saccalin e altri territori settentrionali del Giappone metropolitano; e addirittura volevano il controllo della grande isola di Okkaidò, che gli Americano, con il generale Mac Hartur arrabiatissimo, non gli hanno detto di girare al largo. Pensate quala sia la ingordigia territoriale dei russi, anche se allora si chiamavano sovietici. Per il resto convengo con Te. A parte il fatto che tutti i Presidenti rimangono al sicuro nella loro capitale, ma hanno preso, combattendo come sarebbe il caso dell'Ucraina, non un comportamento da fifoni (anche per mantenere il posto che occcupano), ma da Presidenti coraggiosi, che passano sopra alle proteste degli avversari politici, e di collaboratori chiacchieroni. Edited August 26 by Francesco Mattesini Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Leopard1 Posted August 26 Report Share Posted August 26 Condivido in toto l'analisi di Francesco, e aggiungo solo queste due considerazioni: > In un mio recente articolo (Verso un nuovo equilibrio del terrore), pubblicato a marzo di quest'anno ipotizzo, sulla scia di ben altri e ben più competenti analisti ed esperti di politica internazionale (uno per tutti: Edward Lucas “La nuova guerra fredda. Il putinismo e le minacce per l’Occidente” - Università Bocconi Editore) che siamo proprio in una fase di nuova guerra fredda > A giugno 2025 Putin, intervenendo alla sessione plenaria del Forum economico internazionale di San Pietroburgo ha affermato testualmente che "russi e ucraini sono un unico popolo. In questo senso, tutta l'Ucraina è nostra". Putin ha poi dichiarato che "dove mette piede un soldato russo, quello è nostro". "Non si tratta di un proverbio, né di una parabola, ma di una vecchia regola" (Reuters) Dopo di che, accolgo l'invito di Giuseppe e non interverrò più Giuseppe Garufi 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted August 27 Author Report Share Posted August 27 Chiudo anche io la discussione. Francesco Giuseppe Garufi 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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