Giuseppe Garufi Posted April 12 Report Share Posted April 12 La SEAWAY ALBATROSS, dopo aver trasportato ad Aliaga quattro fregate, è tornata a La Spezia, dove ha imbarcato tre sommergibili della classe SAURO. Da sinistra a desta: CARLO FECIA DI COSSATO, GUGLIELMO MARCONI, LEONARDO DA VINCI. Delle prime due serie costruttive è rimasto solo il NAZARIO SAURO, musealizzato a Genova. Segue... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giuseppe Garufi Posted April 12 Author Report Share Posted April 12 Buona serata. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Leopard1 Posted April 13 Report Share Posted April 13 Quali sono i motivi per cui inviamo per la demolizione le nostre navi (anche militari!) in Turchia? Costo del lavoro più basso? Smaltimento materiali "speciali" meno regolamentato? Migliore organizzazione? Possibile che in Italia nessun cantiere potesse fare un'offerta migliore? Luiz 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giancarlo Castiglioni Posted April 13 Report Share Posted April 13 Credo che il motivo sia inferiore costo della manodopera in Turchia. Ma domando: in Italia esistono ancora cantieri di demolizione? Sospetto che in Italia non ci sia nessun cantiere in grado di formulare una offerta per questo lavoro. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giuseppe Garufi Posted April 13 Author Report Share Posted April 13 6 ore fa, Leopard1 ha scritto: Quali sono i motivi per cui inviamo per la demolizione le nostre navi (anche militari!) in Turchia? Costo del lavoro più basso? Smaltimento materiali "speciali" meno regolamentato? Migliore organizzazione? Premetto che da molto tempo le nostre navi militari (ma anche quelle di altri) vanno "fuori Europa" per essere demolite, non è una novità, purtroppo. Per capire meglio, vi invito ad andare a cercare qualche video (disponibili sulla rete a volontà) su come funzionano i "cantieri di demolizione" di Aliaga in Turchia o di Alang in India. Alla prima vista vi verrà da ridere, alla seconda vi arrabbierete. Il mio parere è che si tratti di una combinazione delle ipotesi summenzionate, la manodopera costa di meno e viene sfruttata in maniera diversa che in Europa, l'organizzazione (se così possiamo chiamarla) è ben differente da un moderno cantiere occidentale, a nessuno importa niente dei possibili effetti inquinanti. In parole povere sono dei cantieri dove si pensa a massimizzare il profitto, mettendo in subordine qualunque altra necessità. Avete presente gli antichi "padroni delle ferriere" nostrani? Mi risulta poi che tutti i tentativi in Italia si siano arenati davanti ad opposizioni, a volte ragionate, ma spesso strumentali: no alla guerra, no ai mezzi di morte, pensiamo al turismo non ad inquinare, i nostri figli avvelenati, meglio disoccupati che inquinati e così via. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giuseppe Garufi Posted April 13 Author Report Share Posted April 13 Prima di pensar male, l'operazione si è svolta nella massima trasparenza, ecco qua, dal sito dell'AID. https://www.agenziaindustriedifesa.it/sales/sale/vendita-di-n-7-galleggianti-ex-unita-navali-della-marina-militare/ Se avete pazienza troverete anche qualche gara andata deserta e cosine interessanti. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giuseppe Garufi Posted April 13 Author Report Share Posted April 13 Questo video (se avete Facebook) è dell'anno scorso, mi pare. https://www.facebook.com/reel/1544475779660946 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giancarlo Castiglioni Posted April 14 Report Share Posted April 14 15 ore fa, Giuseppe Garufi ha scritto: Prima di pensar male, l'operazione si è svolta nella massima trasparenza, ecco qua, dal sito dell'AID. https://www.agenziaindustriedifesa.it/sales/sale/vendita-di-n-7-galleggianti-ex-unita-navali-della-marina-militare/ Se avete pazienza troverete anche qualche gara andata deserta e cosine interessanti. Immagino che gli importi siano quelli che la Marina deve pagare per avere le navi demolite. Ci sono state offerte dall'Italia? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giuseppe Garufi Posted April 14 Author Report Share Posted April 14 No, sono cifre incassate. Se leggi il link allegato avrai conferma che sono gli importi che la AID incassa. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Leopard1 Posted April 14 Report Share Posted April 14 Se ho ben capito, è stata la società spezzina Golfo 2 che, in raggruppamento d’impresa col cantiere Turco Ege Celik, ha vinto la gara a bandita da Agenzia Industrie Difesa Giuseppe Garufi 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Luiz Posted April 20 Report Share Posted April 20 Il 13/4/2024 at 12:16, Leopard1 ha scritto: Quali sono i motivi per cui inviamo per la demolizione le nostre navi (anche militari!) in Turchia? Costo del lavoro più basso? Smaltimento materiali "speciali" meno regolamentato? Migliore organizzazione? Possibile che in Italia nessun cantiere potesse fare un'offerta migliore? un po' tutto quello che dici Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giancarlo Castiglioni Posted April 20 Report Share Posted April 20 Se la gara è stata vinta dalla società spezzina Golfo 2 in raggruppamento d’impresa col cantiere Turco Ege Celik, mi sembra la soluzione ottimale. In Italia si fa il lavoro di alto livello, studio del contratto e delle norme da rispettare, redazione dell'offerta, contatti con il cliente; in Turchia la demolizione affidata alla manovalanza. Ovvio che la mano d'opera in Turchia costa molto meno, poi ci saranno ispettori meno pignoli, si evitano polemiche per eventuali incidenti sul lavoro, ecc. Così va il mondo. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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