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L’affondamento del sommergibile britannico HMS TURBULENT


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L’affondamento del sommergibile britannico HMS TURBULENT

 

 

Secondo uboat.net

 

HMS Turbulent (Cdr. John Wallace Linton, DSO, DSC, RN) sailed from Algiers on 23 February 1943 for a patrol in the Tyrrhenian Sea. This was her 12th and last Mediterranean war patrol before returning to the U.K. for a refit (The refit itself was arrangeged to start at Philadelphia, U.S.A. about mid-May.) She failed to return from patrol and HMS Turbulent was declared overdue on 23 March 1943.

It is often thought that she sunk off La Maddalena, north east Sardinia by depth charges from Italian motor torpedo boats on 12 March 1943, this attack was however against the French submarine Casabianca.

Turbulent had been ordered to patrol off Bocca Piccola (approach to Napleas, east of Capri) and arrive there during the daylight hours of 6th March. Ultra intercept had shown that an important convoy was leaving Naples on that day. Turbulent was possibly sunk on this day by the Italian torpedo boat Ardito in position 264 degrees, Punta Licosa, 34 nautical miles. Ardito was part of this convoy made up of the Italian merchant Innes Corrado and the German merchants Balzac and Henry Estier. They were escorted by the above mentioned Ardito and Groppo, Orione, Cigno and Generale Antonio Cascino. (At 0745 hours/6 March, Ardito reported sighting a Ju-88 bomber dropping a depth-charge in position 264 degrees, Punta Licosa, 34 nautical miles. This was 3000 meters on the starboard flank of the convoy, the convoy took avoiding action by turning to port. The Italian torpedo-boat Ardito (Capitano di Corvetta Silvio Cavo) was detached to attack the submarine. Asdic contact was obtained at 1300 meters and two patterns of depth-charges were dropped (the actual number is not listed in Ardito's log). The torpedo-boat lost contact at 0935 hours. This attack is now thought to have sunk HMS Turbulent.

Another possibility is that Turbulent was mined. 

 

 

Secondo la versione dell’Ufficio Storico della Marina Militare rielaborata da F. Mattesini sulla scorta di nuove ipotesi

 

39) Turbulent; 1.090 tons (14 marzo 1943)

 

Uscì da Algeri il 24 febbraio 1943 per una missione da svolgere nel Mar Tirreno, dapprima a nord di Messina e successivamente in una zona di accesso al porto di Napoli.

 

Il 1° marzo, trovandosi nelle vicinanze di Paola (Calabria), affondò il piroscafo italiano San Vincenzo, diretto da Napoli a Milazzo. E possibile che, essendosi spostato presso Capo Tindaro (Milazzo), il 3 marzo il Turbulent (capitano di corvetta John Wallace Linton) abbia affondato i motovelieri italiani Gesù Giuseppe Maria e Pier delle Vigne, i cui successi sono stati attribuiti al sommergibile Torbay che invece all’epoca si trovava al largo di Bastia (Corsica).

 

Successivamente, il Turbulent ricevette dal Comando della 8a Flottiglia l’ordine di recarsi ad operare lungo le coste orientali della Corsica, e poi di effettuare una scorreria fino all’altezza delle coste sudorientali della Sardegna. Il 18 marzo il Turbulent avrebbe dovuto segnalare il suo arrivo nella zona, ma quest’attesa comunicazione non fu trasmessa dal sommergibile. Chiamato l’indomani dalla base, non rispose.

 

Da parte italiana non vi sono molti elementi per affermare con sufficiente sicurezza le cause della perdita del Turbulent. Fu ritenuto che fosse stato almeno danneggiato il mattino del 12 marzo da un mezzo antisom (il motoveliero Teti II), uscito da Bastia per ricercare un sommergibile che nel pomeriggio del giorno avanti aveva attaccato al largo del porto, con lancio di due siluri, il piroscafo Principessa Mafalda; ma tale supposizione venne a cadere quando la Sezione Storica dell’Ammiragliato Britannico comunicò all’Ufficio Storico della Marina Militare che l’unità subacquea responsabile di quell’azione era la francese Casabianca.

 

Da parte britannica si ritiene che il Turbulent sia stato affondato da una mina fuori della Maddalena, probabilmente il 14 marzo. Con esso si persero i sessantasette uomini dell’equipaggio, compresi sei ufficiali.  Per la sua notevole attività di guerra, al comandante Linton fu concessa, postumo, la Victoria Cros.

 

_________________

 

Quindi secondo la Historical Section Admiralty sarebbe un altro sommergibile affondato nelle acque della Maddalena.

 

Francesco Mattesini

Edited by Corto Maltese
Corretto Refuso Titolo
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Dear Francesco,

 

As far as I know the Naval Historical Branch still believed not very long ago that TURBULENT had been sunk off Corsica. I did point out in uboat.net that the submarine which attacked PRINCIPESSA MAFALDA was the French CASABIANCA and not TURBULENT. The error appears to have dated from the war because the British were not informed by the French of CASABIANCA's mission (secret mission for the 2e Bureau). Hence they attributed the attack to TURBULENT because they believed there was no other Allied submarine in the area.

We have no real evidence that TURBULENT ever managed to reach Corsica. As I wrote in uboat.net TURBULENT was ordered to Bocca Piccola to intercept a convoy (INNES CORRADO, etc.) revealed by ULTRA to leave Naples on 6 March. We know that a German JU-88 (do you know the squadron?) attacked a submarine on that day and in that area and this was followed by the torpedo-boat ARDITO which reported attacking a submarine.

The following day a German aircraft also attacked a submarine near Punta Carena while escorting the FROSINONE convoy which was on its way to Naples from Bizerta, Did one of them sank TURBULENT? Either one is a possibility.

Linton was one of the best British sub commanders so it is surprising that he did not attack one of these convoys. After Naples he was supposed to follow the Italian coast northward until Giglio Island and then cross over to examine the eastern Corsican and Sardinian coasts before returning to Algiers. He was very intent on adding to his score and it is surprising that after the 6-7 March sightings no attack was carried out. This seems to indicate that TURBULENT was probably lost near Naples (perhaps while attempting to attack one of these convoys) but I have no absolute certainty.

 

As I have mentioned elsewhere, many "submarine" sightings proved to be false so attributing the loss of TURBULENT to one of the German aircraft or to ARDITO is debatable. The fact that a German aircraft attacked a "submarine" on 7 March does not prove that ARDITO could not have sunk TURBULENT on 6 March. Anything is possible.

 

All the best,

 

Platon

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Caro Platon

 

Sugli attacchi aerei presso Napoli ho le seguenti versioni:

 

dal Bollettino n. 463 dell’O.B.S. del 7 marzo 1943

 

II.C.A.T. [iI Corpo Aereo Tedesco, ossia II Fliegerkorps]

“0702-1952: 11 Ju 88, 4 Me 110, scorta “Ines Corrado”. Alle1230 1 probabile Beaufighter su convoglio [ricognitore che andava evidentemente a scoprire il convoglio segnalato dall’ULTRA] NN. Alle 0745 in 4003N, 1357E, lanciate 2 bombe su SMG. Nemico: grande macchia olio”.

 

“0717 - ??: 11 Ju 88 scorta “Frosinone”. Alle 1129 in 3745N, 1103E lanciate bombe su SMG; probabilmente distrutto.”

 

Dal Bollettino protocollo n 634/33:

II C.A.T.:

“37 velivoli: scorta convogli. Alle 1129 in 3743N, 1102E, lanciate bombe su periscopio: probabilmente affondato”. [il sommergibile]

 

Ritengo che l’attacco delle 0745 del 6 marzo sia quello a cui si dovrebbe dare maggiore fiducia. Ma è cosi: altra incertezza che non ci deve sbilanciare in una  possibile certezza di  affondamento del TURBOLENT. C’è da lavorarci, ma arriveremo alla verità!

 

Il rebus è: dare fiducia all’ARDITO o allo Ju 88, o a tutti due? Prima attacco dell’aereo e poi della torpediniera?

 

Fammi sapere la tua idea.

 

Cordialmente

 

Francesco

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Dear Francesco,

 

Thank you for the info on the air attacks. Who knows who sank TURBULENT? ARDITO or Ju-88 or perhaps both? If I have to guess I would think the torpedo boat was more equipped to give the fatal blow but it is only a guess. The only answer is to locate the wreck but I think the water is very deep there and very difficult to reach.

 

Cordiali saluti,

 

Platon

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Caro Platon

Oso fare questa ricostruzione, che mi sembra sia la più attendibile:

 

39) Turbulent; 1.090 tons (6 marzo 1943)

 

Il sommergibile Turbulent (capitano di corvetta John Wallace Linton), che al termine della sua dodicesima missione avrebbe dovuto tornare in Gran Bretagna  per estesi lavori di riassetto, da completare poi verso la metà di maggio 1943 a Philadenphia (U.S.A.), salpò da Algeri il 24febbraio 1943 per una missione da svolgere nel Mar Tirreno, inizialmente a nord di Messina e poi in una zona di accesso al porto di Napoli.

 

Il 1° marzo, trovandosi nelle vicinanze di Paola (Calabria), affondò il piroscafo italiano San Vincenzo, diretto da Napoli a Milazzo. E possibile che, essendosi spostato presso Capo Tindaro (Milazzo), il 3 marzo il Turbulent abbia affondato i motovelieri italiani Gesù Giuseppe Maria e Pier delle Vigne, i cui successi sono stati attribuiti al sommergibile Torbay che invece all’epoca si trovava al largo di Bastia (Corsica). Successivamente, il Turbulent ricevette dal Comando della 8a Flottiglia l’ordine di recarsi ad operare lungo le coste orientali della Corsica, e poi di effettuare una scorreria fino all’altezza delle coste sudorientali della Sardegna.

 

Il 18 marzo il Turbulent avrebbe dovuto segnalare il suo arrivo nella zona, ma quest’attesa comunicazione non fu trasmessa dal sommergibile. Chiamato l’indomani dalla base, non rispose. Da parte italiana non vi sono molti elementi per affermare con sufficiente sicurezza le cause della perdita del Turbulent. Fu ritenuto che fosse stato almeno danneggiato il mattino del 12 marzo da un mezzo antisom (il motoveliero Teti II), uscito da Bastia per ricercare un sommergibile che nel pomeriggio del giorno avanti aveva attaccato al largo del porto, con lancio di due siluri, il piroscafo Principessa Mafalda; ma tale supposizione venne a cadere quando la Sezione Storica dell’Ammiragliato Britannico comunicò all’Ufficio Storico della Marina Militare che l’unità subacquea responsabile di quell’azione era la francese Casabianca.

 

 Da parte britannica si ritiene che il Turbulent sia stato affondato da una mina fuori della Maddalena, probabilmente il 14 marzo, ma secondo alcuni sembra che il sommergibile non abbia avuto la possibilità di avvicinarsi a quella zona di mare. E’ stata pertanto fatta una nuova ipotesi, che però non mi sembra del tutto convincente.

 

Al Turbulent era stato ordinato di portarsi a pattugliare nella zona di Bocca Piccola (all’entrata del Golfo di Napoli, ad est dell’isola di Capri) e di arrivarvi durante le ore di luce del 6 marzo. L’organizzazione crittografica britannica Ultra aveva intercettato la notizia che quel giorno un convoglio importante sarebbe uscito dal porto di Napoli. facevano parte del convoglio, salpato alle 02.30 diretto a Tunisi, la motonave italiana Innes Corrado e i piroscafi tedeschi (ex francesi) Balzac e Henry Estier, mentre la scorta comprendeva le torpediniere italiane Groppo (capo scorta), Ardito, Orione, Cigno e Generale Antonio Cascino. Vi era in cielo una scorta aerea antisommergibile, che durante la giornata, tra le 07.02 e le 19.52, vide impegnati quindici velivoli tedeschi, undici Ju 88 e 4 Bf 110, del II Fliegerkorps.

 

Alle 12.30 fu avvistato dai velivoli tedeschi un probabile velivolo Beaufighter. Doveva trattarsi di un ricognitore mandato a controllare la partenza del convoglio da Napoli.

 

Alle 0745 del 6 marzo, in lat. 40°03’N, long. 13°57’E, corrispondenti a 34 miglia per 264° da Punta Licosa, uno degli Ju 88, che si trovava a circa 3000 metri di prora all’Ardito, lanciò due bombe su un sommergibile nemico, per poi avvistare in mare una grande chiazza di olio, probabilmente nafta. Nello stesso tempo, anche il piroscafo Henry Estier, dopo aver visto lo Ju 88 tedesco sganciare in mare bombe di prora, percepì la presenza di un sommergibile avvistando la scia di un siluro evitato con la manovra.

 

Mentre il convoglio accostava a sinistra, la torpediniera diresse immediatamente per l’attacco. Lo Ju 88 continuò a volteggiare sul punto in cui si trovava il sommergibile,  e l’Ardito (capitano di corvetta Silvio Cavo) ne percepì il contatto con il suo ecogoniometro a una distanza di 1300 metri. Portatosi sul posto lanciò un primo pacchetto di cariche antisommergibile tedesche W.B.D., e dopo essersi allontanato riprese il contatto con l’unità subacquea ad una distanza di 1000 metri, per poi continuare gli attacchi fino alle 09.35 quando il contatto venne perduto, senza che venisse notato qualcosa che facesse supporre al comandante dell’Ardito di aver colpito il sommergibile.

 

Risulta poi che l’indomani 7 marzo, alle ore 15.57, un aereo di scorta ad un convoglio di tre piroscafi e tre unità di scorta partito da Biserta il giorno 5 diretto a Napoli, avvistò sul lato sinistro delle navi un sommergibile a 15 miglia per 240° da Punta Carena di Capri, che il cacciatorpediniere capo scorta Lampo (capitano di fregata Tommaso Ferrieri Caputi) non poté attaccare avendo l’ecogoniometro in avaria. Se   era il Turbolent, trovandosi l’avvistamento nella zona assegnatagli, ciò significava che nell’attacco dello Ju 88 e della torpediniera Ardito del 6 marzo il sommergibile non aveva riportato danni tali da costringerlo ad abbandonare quella zona di mare, dove non vi erano altri battelli britannici.

 

Sulla fine del Turbolent sono state fatte dall’Ufficio Storico della Marina Militare tre ipotesi:

 

1a) l’azione dell’Ardito del 6 marzo, il cui grado di attendibilità era rafforzato dall’attacco dello Ju 88, dal prolungato contatto eco-goniometrico della torpediniera, e dal fatto che alla fine dell’attacco il sommergibile non segnalò, come avrebbe dovuto fare, la presenza del convoglio;

 

2a) l’azione del motoveliero Teti II, vicino alla costa della Corsica, il 12 marzo, che però, come detto, fu ritenuto di effetto dubbio;

 

3°) l’urto su una mina degli sbarramenti delle zone della Maddalena, Olbia e della costa orientale della Sardegna.

 

Se si accetta l’idea che l’avvistamento del 7 marzo di un sommergibile nella zona di Capri era inesistente, si può ritenere che l’attacco della torpediniera Ardito fu quello che portò all’affondamento del Turbolent. Con esso si persero i sessantasette uomini dell’equipaggio, compresi sei ufficiali. Per la sua notevole attività di guerra, al comandante Linton fu concessa, postumo, la Victoria Cros.

 

Occorre anche dire che la sorte non fu benevola neppure al convoglio partito da Napoli che incappò in un vero disastro. Il 7 marzo, grazie all’Ultra, il convoglio fu pesantemente attaccato nel Canale di Sicilia dagli aerei anglo - americani perdendo i piroscafi Ines Corrado e Balzac, mentre il terzo piroscafo, l’Henry Estier, fece la stessa fine assieme alla torpediniere Ciclone, aggiuntasi alla scorta proveniente da Biserta, essendo entrati entrambi in uno sbarramento di mine.

 

Francesco Mattesini

Edited by Francesco Mattesini
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 Quote:

"Linton was one of the best British sub commanders so it is surprising that he did not attack one of these convoys."
 

Posso aggiungere un piccolo dettaglio, solo per completare il quadro.  

Forse il TURBULENT il 6.3.43 attacca effettivamente il convoglio. Il pf tedesco HENRY ESTIER riporta infatti alle 08.00 di aver avvistato la scia di un siluro evitato con la manovra. Riporto per chiarezza il testo del rapporto tedesco:

“08.00 U-bootsalarm. Eine Ju 88 warf in etwa 2000 m. Entfernung Bomben. Aus dieser Richtung wurde  eine aus das Schiff zukommende Torpedolaufbahn gesichtet. Das Schiff konnte rechtzeitig abdrehen und der  Torpedo ging vorbei.”

Naturalmente potrebbe anche trattarsi di un errato avvistamento da parte del piroscafo tedesco, ma mi sembra comunque un particolare interessante.

 

Domenico C.

Domenico C.

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Questo é un ottimo tassello per rendere più credibile la presenza del TURBOLENT vicino al convoglio, all'ora segnalata dallo Ju 88 e dall'ARDITO, anche se poi non ci porta a stabilire la certezza il suo affondamento in quell'occasione. Possiamo scrivere:

 

"Anche il piroscafo HENRY ESTIER, dopo aver visto lo Ju 88 tedesco sganciare in mare bombe di prora, percepì la presenza di un sommergibile avvistando la scia di un siluro evitato con la manovra".

 

Grazie Domenico C..

 

Francesco Mattesini

Edited by Francesco Mattesini
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Many thanks to Francesco and Domenico for their info. As you see it is difficult to assess how exactly TURBULENT was lost but it seems likely she was lost off Naples because after the attack on ESTIER or perhaps the attack by the aircraft on 7 March (if the latter is genuine) there was no sign from her.

If she was not sunk off Naples, it is difficult to see her not attacking any other vessel while going up the coast as far as Giglio island and apparently no other attacks off Corsica (besides CASABIANCA's) and Sardinia. Linton was very aggressive and, after Wanklyn, he was the second ace of the British Submarine service.

 

Platon

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  • 1 year later...

"Da parte britannica si ritiene che il Turbulent sia stato affondato da una mina fuori della Maddalena, probabilmente il 14 marzo, ma secondo alcuni sembra che il sommergibile non abbia avuto la possibilità di avvicinarsi a quella zona di mare."

 

Scusate il quote "casalingo",chiedo a Mattesini se è a conoscenza del/dei motivi per cui in Uk siano giunti a questa conclusione.

 

Ho letto attentamente tutto il 3d,l'affondamento in acque italiane pare plausibile,ma ... mai dire mai,se fosse a Maddalena lo trovo quasi sicuramente al 100 % ( P311 docet).

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Basandomi su informazioni dell'Ammiragliato britannico, dell'Ufficio Storico della Marina Militare e di altre fonti, tra cui quella di Platon Alexiades, questa é la mia ricostruzione sulle cause dell'affondamento dell'HMS TURBULENT:

 

Francesco Mattesini

 

 

39) Turbulent; 1.090 tons (6 marzo 1943)

Il sommergibile Turbulent (capitano di corvetta John Wallace Linton), che al termine della sua dodicesima missione avrebbe dovuto tornare in Gran Bretagna  per estesi lavori di riassetto, da completare poi verso la metà di maggio 1943 a Philadenphia (U.S.A.), salpò da Algeri il 24 febbraio 1943 per una missione da svolgere nel Mar Tirreno, inizialmente a nord di Messina e poi in una zona di accesso al porto di Napoli.Il 1° marzo, trovandosi nelle vicinanze di Paola (Calabria), affondò il piroscafo italiano San Vincenzo, diretto da Napoli a Milazzo. E possibile che, essendosi spostato presso Capo Tindaro (Milazzo), il 3 marzo il Turbulent abbia affondato i motovelieri italiani Gesù Giuseppe Maria e Pier delle Vigne, i cui successi sono stati attribuiti al sommergibile Torbay che invece all’epoca si trovava al largo di Bastia (Corsica).

 

Successivamente, il Turbulent ricevette dal Comando della 8a Flottiglia l’ordine di recarsi ad operare lungo le coste orientali della Corsica, e poi di effettuare una scorreria fino all’altezza delle coste sudorientali della Sardegna. Il 18 marzo il Turbulent avrebbe dovuto segnalare il suo arrivo nella zona, ma quest’attesa comunicazione non fu trasmessa dal sommergibile. Chiamato l’indomani dalla base, non rispose. Da parte italiana non vi sono molti elementi per affermare con sufficiente sicurezza le cause della perdita del Turbulent. Fu ritenuto che fosse stato almeno danneggiato il mattino del 12 marzo da un mezzo antisom (il motoveliero Teti II), uscito da Bastia per ricercare un sommergibile che nel pomeriggio del giorno avanti aveva attaccato al largo del porto, con lancio di due siluri, il piroscafo Principessa Mafalda; ma tale supposizione venne a cadere quando la Sezione Storica dell’Ammiragliato Britannico comunicò all’Ufficio Storico della Marina Militare che l’unità subacquea responsabile di quell’azione era la francese Casabianca.

 

Da parte britannica si ritiene che il Turbulent sia stato affondato da una mina fuori della Maddalena, probabilmente il 14 marzo, ma secondo alcuni sembra che il sommergibile non abbia avuto la possibilità di avvicinarsi a quella zona di mare. E’ stata pertanto fatta una nuova ipotesi, che però non mi sembra del tutto convincente. Al Turbulent era stato ordinato di portarsi a pattugliare nella zona di Bocca Piccola (all’entrata del Golfo di Napoli, ad est dell’isola di Capri) e di arrivarvi durante le ore di luce del 6 marzo. L’organizzazione crittografica britannica Ultra aveva intercettato la notizia che quel giorno un convoglio importante sarebbe uscito dal porto di Napoli. facevano parte del convoglio, salpato alle 02.30 diretto a Tunisi, la motonave italiana Innes Corrado e i piroscafi tedeschi (ex francesi) Balzac e Henry Estier, mentre la scorta comprendeva le torpediniere italiane Groppo (capo scorta), Ardito, Orione, Cigno e Generale Antonio Cascino. Vi era in cielo una scorta aerea antisommergibile, che durante la giornata, tra le 07.02 e le 19.52, vide impegnati quindici velivoli tedeschi, undici Ju 88 e 4 Bf 110, del II Fliegerkorps.

 

Alle 12.30 fu avvistato dai velivoli tedeschi un probabile velivolo Beaufighter. Doveva trattarsi di un ricognitore mandato a controllare la partenza del convoglio da Napoli. Alle 0745 del 6 marzo, in lat. 40°03’N, long. 13°57’E, corrispondenti a 34 miglia per 264° da Punta Licosa, uno degli Ju 88, che si trovava a circa 3000 metri di prora all’Ardito, lanciò due bombe su un sommergibile nemico, per poi avvistare in mare una grande chiazza di olio, probabilmente nafta. Nello stesso tempo, anche il piroscafo Henry Estier, dopo aver visto lo Ju 88 tedesco sganciare in mare bombe di prora, percepì la presenza di un sommergibile avvistando la scia di un siluro evitato con la manovra. Mentre il convoglio accostava a sinistra, la torpediniera diresse immediatamente per l’attacco. Lo Ju 88 continuò a volteggiare sul punto in cui si trovava il sommergibile,  e l’Ardito (capitano di corvetta Silvio Cavo) ne percepì il contatto con il suo ecogoniometro a una distanza di 1300 metri. Portatosi sul posto lanciò un primo pacchetto di cariche antisommergibile tedesche W.B.D., e dopo essersi allontanato riprese il contatto con l’unità subacquea ad una distanza di 1000 metri, per poi continuare gli attacchi fino alle 09.35 quando il contatto venne perduto, senza che venisse notato qualcosa che facesse supporre al comandante dell’Ardito di aver colpito il sommergibile.

 

Risulta poi che l’indomani 7 marzo, alle ore 15.57, un aereo di scorta ad un convoglio di tre piroscafi e tre unità di scorta partito da Biserta il giorno 5 diretto a Napoli, avvistò sul lato sinistro delle navi un sommergibile a 15 miglia per 240° da Punta Carena di Capri, che il cacciatorpediniere capo scorta Lampo (capitano di fregata Tommaso Ferrieri Caputi) non poté attaccare avendo l’ecogoniometro in avaria. Se   era il Turbolent, trovandosi l’avvistamento nella zona assegnatagli, ciò significava che nell’attacco dello Ju 88 e della torpediniera Ardito del 6 marzo il sommergibile non aveva riportato danni tali da costringerlo ad abbandonare quella zona di mare, dove non vi erano altri battelli britannici. Sulla fine del Turbolent sono state fatte dall’Ufficio Storico della Marina Militare tre ipotesi:

 

1a) l’azione dell’Ardito del 6 marzo, il cui grado di attendibilità era rafforzato dall’attacco dello Ju 88, dal prolungato contatto eco-goniometrico della torpediniera, e dal fatto che alla fine dell’attacco il sommergibile non segnalò, come avrebbe dovuto fare, la presenza del convoglio;

 

2a) l’azione del motoveliero Teti II, vicino alla costa della Corsica, il 12 marzo, che però, come detto, fu ritenuto di effetto dubbio;

 

3°) l’urto su una mina degli sbarramenti delle zone della Maddalena, Olbia e della costa orientale della Sardegna.

 

Se si accetta l’idea che l’avvistamento del 7 marzo di un sommergibile nella zona di Capri era inesistente, si può ritenere che l’attacco della torpediniera Ardito fu quello che portò all’affondamento del Turbolent. Con esso si persero i sessantasette uomini dell’equipaggio, compresi sei ufficiali. Per la sua notevole attività di guerra, al comandante Linton fu concessa, postumo, la Victoria Cros.

 

Occorre anche dire che la sorte non fu benevola neppure al convoglio partito da Napoli che incappò in un vero disastro. Il 7 marzo, grazie all’Ultra, il convoglio fu pesantemente attaccato nel Canale di Sicilia dagli aerei anglo - americani perdendo i piroscafi Ines Corrado e Balzac, mentre il terzo piroscafo, l’Henry Estier, fece la stessa fine assieme alla torpediniere Ciclone, aggiuntasi alla scorta proveniente da Biserta, essendo entrati entrambi in uno sbarramento di mine.

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Grazie Francesco,ricostruzione attendibile,rimango cmq interessato ai motivi per cui gli inglesi ritengono probabile l'affondamento a Maddalena.
Se devo impegnarmi in quella zona mi interessa sapere se vi sono elementi validi a supporto di questa ipotesi.
In pratica,dove è stata trovata questa informazione e in cosa consiste ?  

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I think that the theory that HMS Turbulent was lost near La Maddalena was just a guess and did not rely on any solid information. There is no certainty that HMS Turbulent went beyond Capri as it is surprising that she did not attack any vessel after 6 March. She could have run into one of the minefields off the Italian west coast if she had not been sunk before by Ardito or by a German aircraft.

Finding her wreck will not be easy and will be more a matter of luck.

 

Platon

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