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L'addestramento degli aerosiluranti tedeschi a Grosseto


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Francesco, ci deve essere qualche cosa che non va nei programmi, perché a volte non riesco a far partire le mie risposte.

 

Comunque grazie per le informazioni, che dicono pochino, ma ringrazia Larry per me.

 

Ti invio quali sono le mie conoscenze sulla Scuola Aerosiluranti tedesca di Grosseto, fatte in tutta fretta. Puoi segnalarla a Larry

 

Franco

 

 

La Scuola degli Aerosiluranti tedeschi  di Grosseto “SKG 2”

 

Nell’ottobre 1941 la Scuola Aerosiluranti della Luftwaffe (Kampfschulgeswader 2 - SKG 2) era stata costituita in Germania, a Grossenbrode, al comando del colonnello Karl Stockmann e con capo addestramento il capitano Werner Klümper. Il 23 ottobre 1942, per le migliori condizioni atmosferiche e del mare rispetto al Baltico, tramite accordo con Superaereo, la Scuola fu trasferita da Grossenbrode in Italia nell’aeroporto di Grosseto.

 

In questa base, dopo l’arrivo in novembre di parte della struttura organizzativa del personale da Grossenbrode, furono trasferiti i velivoli ed equipaggi del 4° Gruppo Addestramento del 26° Stormo (IV.(Erg)/KG.26), che andarono a costituire il gruppo I./KSG.2, al comando, dal 10 ottobre, del capitano Ernst-Heinrich Thomsen, poi sostituito il 9 maggio 1942 dal maggiore Werner Klümper, a cui subentrò il 29 ottobre il maggiore Georg Teske.

 

Svolgendo addestramento nella zona dell’Argentario l’SKG.2, costituito dalle Squadriglie Stab (Comando). 1. e 2./KSG.2, addestrò due gruppi di aerosiluranti del 26° Stormo, dei quali il I./KG.26 (iniziando in gennaio con la Squadriglia 3./KG.26) equipaggiato con velivoli He.111, nel mese di maggio fu trasferito in Norvegia al comando del capitano Bert Eicke (in luglio sostituito dal capitano Klümper), seguito poi in agosto dal III./KG.26 (ex Gruppo Combattimento KGr.506) del capitano Möller, equipaggiato sul più veloce velivolo Ju.88, ma anch’esso armato con due siluri.

 

Nel frattempo, nel giugno 1942 si costituì a Grosseto il 2° Gruppo della Scuola Aerosiluranti (II./KSG.2) al comando del maggiore Wilhelm Edmonds, con le Squadriglie Stab. 4. e 5./KSG.2.

 

I piloti mandati ad addestrarsi alla Scuola Aerosiluranti di Grosseto, vi svolgevano un corso di circa quattro settimane al lancio dei siluri, prevalentemente del tipo Whitehead-Fiume (LT 5FW), con istruttori prevalentemente italiani e navi bersaglio italiane, messe a disposizione della Scuola di Aerosiluranti di Orbetello, che curava l’addestramento degli idrovolanti tedeschi. Vi era per questo compito, dal 13 gennaio 1942, la nave ausiliaria idrografica (chiamata bersaglio veloce !) Ammiraglio Magnaghi che, sostando a Porto Santo Stefano agiva nella zona a sud dell’Isola d’Elba.

 

Ma poiché l’OBS richiese di avere una nave bersaglio più grande e veloce, che sviluppasse almeno una velocità di 20 nodi, il Capo di Stato Maggiore della Regia Marina, ammiraglio Arturo Riccardi, dopo aver deciso di mettere a disposizione per la metà di febbraio l’incrociatore leggero Bande Nere (poi affondato il 1° aprile a nord di Lipari dal sommergibile britannico Urge del capitano di corvetta Edward Philip Tomkinson), in attesa della sua disponibilità scelse l’avviso veloce Diana.

 

L’avviso veloce arrivò a Livorno il giorno 9 febbraio, per poi essere trasferito, volta per volta, a Porto Santo Stefano, per eseguire le esercitazioni nella zona subito a nord dell’Elba. Dette esercitazioni dovevano svolgersi, secondo quanto richiesto dall’OBS, in tre periodi: dal 24 al 25 febbraio, dal 1° al 4 marzo e dal 9 al 14 marzo, però con la condizione, posta dall’ammiraglio Riccardi che, a causa della deficienza di aerei italiani, la scorta all’avviso Diana dovevano avvalersi di aerei germanici.

 

L’OBS, dovendo addestrare molti equipaggi di aerosiluranti, desiderava poter  disporre del Diana per un periodo più lungo. Ma Supermarina, sempre disposta a richiedere ma avara nel concedere mezzi ai tedeschi, fece sapere “che il DIANA era una unità molto preziosa per missioni speciali” (“di carattere riservato”), ossia di appoggio ai mezzi d’assalto, e che non poteva essere trasferita più a lungo. Restava a disposizione per il tempo desiderato dall’OBS per l’addestramento degli aerosiluranti tedeschi la nave idrografica Ammiraglio Magnaghi. Quanto al Diana anch’essa fu affondata il 29 giugno 1942 in rotta per Tobruk dal sommergibile britannico Thrasher (tenente di vascello Hugh Stirling Mackenzie).

 

Nel luglio del 1942 la Scuola Aerosiluranti di Grosseto, con l’aggregato gruppo IV/KG 26 il cui comandante, maggiore Fritz Gehring, si trovava però in Germania a Lübeck-Blankensee (Lubecca), disponeva per l’addestramento di ventidue velivoli, dei quali tredici He.111, otto Ju.88, un Do. 217, e di sessantaquattro siluri: quattordici del tipo LT 5FW e 50 del tipo F5.

 

Il giorno 23 luglio 1942 giunsero a Grosseto sette aerosiluranti He.111 della 6./KG.26, che fino a quel momento aveva operato, da Buzeau (Romania), nel Mar Nero, e l’11 agosto il numero di velivoli operativi della squadriglia salì a dieci, al comando del capitano Karl Otto Max Barth.

 

Nel frattempo la Scuola Aerosiluranti aveva suddiviso i suoi velivoli  d’addestramento su due Gruppi, costituendo, dopo il  I./KSG, il II./KSG, ciascuno con  due squadriglie. Comandante del II./KSG.2 era all’epoca il maggiore Williams Edmond. Il comandante del I./KSG.2 che fino al luglio era stato il maggiore Werner Klümper, poi comandante in Norvegia del I./KG.26, gruppo, come sappiamo, addestrato a Grosseto nei primi mesi del 1942, era il maggiore Georg Teske.

 

Vi era poi pronta all’impiego a Grosseto la Squadriglia KSC.3, di cui non sono riuscito a capire quale compito avesse nell’ambito della Scuola, può darsi fosse la Squadriglia da Combattimento. “L’ordine di combattimento” diramato con il messaggio op. Nr. 3276/42 del 13 agosto dell’Ufficio Operazioni del 2° Fliegerkorps “Apollo 1a”, riguardo alle azioni previste per quel giorno nel Canale di Sicilia contro il convoglio dell’Operazione “Pedestal”, è molto chiaro:[1]

 

Squadriglia silurante 6./KG.26 e Squadriglia Scuola KSC.3 con tutti gli aerosiluranti operativi pattuglieranno allo spuntar dell’alba nella zona di mare a sud di Pantelleria.

 

Nei dettagli operativi era specificato di fare attenzione alle navi italiane che si sarebbero trovate in quel tratto di mare. Il volo di avvicinamento doveva svolgersi fuori dalla portata dei radar di Malta, e attaccando le unità nemiche, considerare obiettivi di ripiego le unità danneggiare o rimaste indietro.

 

Da queste operazioni, cui parteciparono tre sezioni di aerosiluranti, due dei quali attaccarono senza successo l’immobilizzato piroscafo Wairangi che era stato silurato dal Mas 552, non rientrò alla base un He.111, abbattuto a sud di Pantelleria da un caccia Spitfire del 185° Squadron della RAF di Malta con pilota il tenente N.J. Ogilvie. Si trattava del velivolo He.111-H6, Wr.Nr. 7385 del III./KG 26, in addestramento alla  I./KSG 2, con pilota il sergente P. Kollmann, che decedette con i tre membri dell’equipaggio. Evidentemente era stato incluso della Squadriglia Scuola da Combattimento KSC.3.

 

A comandare la Scuola SKG 2 subentrò nell’estate del 1942 il colonnello Martin Harlinghausen, proveniente della Marina, passato nella Luftwaffe nel 1933, già capo di stato maggiore del X Fliegerkorps in Sicilia all’inizio del 1941, sempre in perenne conflitto con gli italiani di cui non né condivideva la prudenza operativa, poi dal marzo Fliegerführer Atlantik, e quindi dal 6 gennaio 1942 nominato comandante del KG.26 e Ispettore degli Aerosiluranti, da lui riorganizzati. Era un veterano della guerra di Spagna, e con un velivolo He.59 del Seeflieger Gruppe AS/88 della Legione Condor con base a Maiorca attrezzato ad aerosilurante, aveva affondato l’unico piroscafo perduto per quella causa prima della seconda guerra mondiale: il britannico Thropeness, di 4.798 tsl, attaccato il 21 luglio 1938 a 1 miglio dal porto di Valencia, mentre vi trasportava un carico di grano. All’epoca si affermò da parte dei nazionalisti spagnoli che quella nave era affondata su una mina.

 

Nel primo periodo della seconda guerra mondiale, quale pilota da bombardamento dei quadrimotori FW.200 “Condor”, inventore del metodo di bombardamento a bassa quota “Swedish Thurnip” contro unità navali, Harlinghausen era accreditato dell’affondamento di 127.000 tonnellate di naviglio. Per questo il 30 gennaio 1941 era stato insignito delle fronde di quercia (Eichenlaub) sulla croce di cavaliere (Ritterkreuz) ricevuta il 5 maggio 1940.

 

Con l’arrivo dalla Norvegia a Grosseto, la notte dell’8 novembre 1942, degli He.111 e Ju.88 dei Gruppi I. e III./KG.26, ciascun velivolo trasportante due siluri durante il lungo trasferimento, e poi inviati in Sardegna per esservi subito impiegati, l’attività degli aerosiluranti tedeschi nel contrasto all’operazione “Torch”, lo sbarco degli Alleati nell’Africa Settentrionale Francese, aumentò considerevolmente.[2] Ma nel contempo la 6./KG.26 cessò di essere praticamente una Squadriglia Autonoma, poiché a metà di novembre fu raggiunta a Grosseto dalle altre due Squadriglie, 4a e 5a del II./KG.26, che con l’addestramento subito iniziato si trasformò entro i mesi di febbraio-marzo 1943 completamente in reparto aerosilurante. Da quel momento nelle varie azioni che comportarono tutta una serie di attacchi ai convogli degli Alleati, decollando dagli aeroporti della Sardegna, il 2° Gruppo del 26° Stormo operò esclusivamente come reparto di Aerosiluranti nell’ambito del 26° Stormo.

 

La Scuola Kampfshulgeschwader 2. rimase a Grosseto fino al giugno del 1943 quando, rinominata SKG.102, per sfuggire ai bombardamenti a tappeto dell’Aviazione statunitense, che il 20 maggio, con sessantasei bombardieri statunitensi B.17 dei Gruppi 2°, 99° e 301° della 12a Air Force, avevano causato devastazioni e gravi perdite alle infrastrutture e al materiale di volo della base  (distruggendo quindici aerei e causando la morte di  1.600 soldati in gran parte tedeschi), si trasferì a Riga-Spilve in Lettonia, avendo aggregato alle dipendenze il 4° Gruppo (IV./KG.26) che, sempre al comando del maggiore Fritz Gehring, aveva però mantenuto la sede di schieramento a Lubecca.

 

Nello stesso tempo gli altri tre gruppi del KG.26 furono trasferiti nella Francia meridionale, negli aeroporti di Salon (I. e II./KG.26) e Montpelier (III./KG.26) ove continuarono ad operare nel Mediterraneo fino ai primi di giugno 1944 quando, assieme agli Ju.88 (varianti A-14 e A-17) del I. e III./KG.77, trasformati dal bombardamento in gruppi aerosiluranti, furono trasferiti dalla Francia meridionale verso le spiagge della Normandia, per contrastare lo sbarco degli Alleati. Da questo momento, tranne alcune sporadiche azioni nella seconda metà di agosto per contrastare lo sbarco degli Alleati nella Provenza, ebbe termine l’attività degli aerosiluranti tedeschi nel Mediterraneo

            

Francesco Mattesini


                [1] Bundesarchiv Militärarchiv, Friburgo, Gen. Kdo 2. Fliegerkorps RL 8/11.

                [2] Francesco Mattesini, I sommergibili dell’Asse e l’Operazione “Torch”, Novembre 1943, Collana SISMI e Accademia EDU.

Edited by Francesco Mattesini
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CITTA' DI GENOVA, incrociatore ausiliario (nave scorta convogli), sigla D.4, 5.413 tsl, 2.914  tsn, motonave mista per 565 passeggeri/carico completata agosto 1930 da CNR Palermo, diesel da 8.645 cv, 2 eliche,  18-19 nodi, 4 x 120 mm ... x 13.2 mm, equipaggio 208, costr. per la Florio Italiana  di Navigaz., 15.12.1931 a Tirrenia Flotte Riunite Florio-CITRA , 18.12.1936 a Tirrenia  SpA di Navigaz., requisito Regia Marina 13.6.1940. 

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