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HMS Triad.


Naumachos
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S.ri, a seguito del ritrovamento dell' HMS P311, sono stato contattato del Sig. Justin Lewis, bis nipote del Lt. Martin Keith-Roach deceduto nell'affondamento del Triad.

Justin mi chiede informazioni sul luogo di affondamento, per motivi affettivi; una breve ricerca su Wiki ha portato a questo risultato:

 https://en.wikipedia.org/wiki/HMS_Triad_(N53)

L'affondamento viene attribuito al Toti, avete altre informazioni con cui fare un confronto ?

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6) Rainbow, 1.475 tons (15 ottobre 1940

 

Secondo quanto era stato dichiarato nell’immediato dopoguerra dalla Sezione Storica dell’Ammiragliato britannico, il Rainbow lasciò Alessandria il 23 settembre 1940 per operare nel golfo di Taranto, precedendo di due giorni la partenza del sommergibile Regent (salpato da Malta, ove aveva effettuato alcune riparazioni), anch’esso diretto nella medesima zona d’agguato, presso Capo Colonne. In base a queste informazioni l’affondamento del Rainbow (capitano di corvetta Lewis P. Moore), è stato attribuito per molti anni al sommergibile italiano Enrico Toti.

 

Il mattino del 16 ottobre, trovandosi a 60 miglia ad est di Siderno Marina (Calabria), il Toti (capitano di corvetta Bandino Bandini), che poco dopo le 01.00 del 15 ottobre stava rientrando a Brindisi da una missione bellica interrotta per avaria ai motori elettrici, fu attaccato  in superficie da un sommergibile britannico di grossse dimensioni, ritenuto della classe “Perseus”. Il Toti, evitato un siluro e impegnando le artiglierie e le mitragliatrici, aumentando la velocità fronteggiò con successo l’attacco dell’unità subacquea britannica, e verso le ore 01.40 la centrò il mentre tentava di disimpegnarsi con la rapida immersione, colpendolo prima con una granata d’artiglieria, e subito dopo con un siluro. Il sommergibile britannico, messa la prora in alto, si inabissò rapidamente, con l’intero equipaggio, in lat. 38°15’N, long. 17°30’E. La versione che si trattasse del Rainbow, accettata dall’Ammiragliato britannico e dall’Ufficio Storico della Marina Militare, è stata però ridimensionata a metà degli anni ‘90 dal Naval Historical Branch del Ministero della Difesa britannico.

 

Ciò è avvenuto sulla base delle ricerche del signor Paul Kemp, che nel 1987 aveva rintracciato un documento in cui il Comando di Malta ordinò al  sommergibile Triad, che doveva portarsi al largo della Cirenaica, di cambiare la sua zona d’agguato portandosi nel Golfo di Taranto, nel punto di lat. 38°36’N, long. 17°02’E, corrispondente a 25 miglia ad est di Punta Stilo. Lo scopo della missione  era quello di pattugliare quel settore di mare, per poi abbandonarla a mezzogiorno dell’indomani 14 ottobre, e dirigere per Alessandria, passando vicino alla zona in cui, poco più ad est, doveva trovarsi il Rainbow. Il Triad (capitano di corvetta George Stevenson Salt), doveva quindi arrivare a destinazione al tramonto del giorno 20, passando per la posizione 32°12’N, long. 25°08’E, a nord del Golfo di Sollum. A questo punto, mentre appare strano che quello spostamento di zona, di importanza rilevante, non fosse a conoscenza dell’Ammiragliato britannico, dobbiamo accennare al fatto che il Triad dipendeva dalla 1a Flottiglia Sommergibili di Alessandria, che era pertanto il solo Comando che avrebbe dovuto ordinargli di cambiare rotta. Quindi l’ordine avrebbe dovuto arrivare da Alessandria invece che da Malta.I

 

Se si accettasse la nuova versione britannica, occorre dire che l’azione, avvenuta secondo il rapporto del Toti, nel punto lat. 38°16’N, long. 17°37’E, si trovava 5 miglia entro la zona assegnata al Triad, e 5 miglia dal limite occidentale di quella assegnata al Rainbow. A quest’ultimo poi era stato ordinato di lasciare la zona assegnatagli il 13 ottobre, e pertanto al momento dell’azione del Toti, intorno alle 01.30 del 15, avrebbe dovuto trovarsi in rotta per Alessandria già da un periodo tra le 26 e le 30 ore, e quindi essere ad almeno a 200 miglia di distanza. Da ciò si dedurrebbe che l’unico sommergibile britannico vicino al Toti, ed anche probabilmente la sua vittima, era il Triad. Tornando alla missione del Rainbow, il 30 settembre 1940 esso fu informato che le navi della flotta italiana, salpate da Taranto e da Messina (complessivamente 4 corazzate, 11 incrociatori e 23 cacciatorpediniere), erano in mare in lat. 37°42’N, long. 18°24’E., ed il sommergibile ebbe l’ordine di cercare di intercettarle, senza però riuscirvi. Il 3 ottobre fu comunicato al Rainbow e al sommergibile Regent (capitano di corvetta H.C. Browne), che si trovava anch’esso nel golfo di Taranto, di portarsi in Adriatico, sulla rotta dei convogli Bari - Durazzo, il primo occupando una posizione prossima alla costa dell’Albania, il secondo più vicina alla costa italiana.

 

In quest’area, alle 05.00 del 5 ottobre, trovandosi a 45 miglia da Bari, il Regent fu investito dal motoveliero italiano Maria Grazia, attrezzato per la caccia antisommergibile, che per i danni riportati affondò. L’equipaggio raggiunse Brindisi colle imbarcazioni di salvataggio, e il comandante del Maria Stella riferì “che a suo parere l’urto non era stato sufficiente a determinare l’affondamento del sommergibile”. In effetti Ii danni riportati dal Regent non furono gravi, essendo stati limitati all’asportazione dell’antenna principale e avarie agli idrofoni di prora. Poi, alle ore 19.00 del 7 ottobre, in concomitanza con una grande operazione della Mediterranean Fleet, le cui unità salpate da Alessandria scortavano un convoglio diretto a Malta (operazione “MB. 8”), i due sommergibile riceverono l’ordine di riportarsi nel Golfo di Taranto, per occupare posizioni d’agguato situate vicino alla costa della Calabria. L’ultimo ordine inviato al Rainbow fu di lasciare la zona d’operazioni nel pomeriggio del 13 ottobre e di raggiungere il giorno 19 Alessandria, dove fu atteso invano.

 

Nel frattempo era stato ordinato al sommergibile Triad , partito da Malta il 9 ottobre, di portarsi in una zona d’agguato più vicina alla costa della Calabria rispetto a quella che era stata assegnata al Rainbow. In considerazione del fatto che il 15 ottobre, giorno in cui si svolse l’azione del Toti, lo stesso Rainbow doveva trovarsi, da almeno trentasei ore, in rotta per Alessandria, il Naval Historical Branch del Ministero della Difesa britannico si è detto convinto che il sommergibile affondato dal Toti fosse il Triad; ciò anche perché la posizione assegnata al Rainbow si trovava spostata più al largo di quella che doveva essere occupata dal Triad, e in cui si svolse il combattimento con il Toti. Dal momento che durante tutta la missione non arrivo dal Rainbow alcuna segnalazione, in Italia è stata avanzata l’ipotesi che il sommergibile fosse stato affondato nel canale d’Otranto dal piroscafo Antonietta Costa (ex Monte Bianco) che, navigando in convoglio diretto in Albania, alle 03.30 del 4 ottobre era andato a strisciare con la carena dello scafo contro un ostacolo resistente incontrato in lat. 41°28’N, 18°05’E, a 60 miglia est-nordest di Bari. Alla stessa ora le altri navi del convoglio percepirono una “esplosione subacquea con forte vibrazione allo scafo”,  e i piroscafi Oreste e Premuda, fecero presente di aver urtato, quasi nello stesso istante dell’Antonietta Costa, che li precedeva, “contro un relitto non meglio precisato”.

 

L’affondamento di un sommergibile fu all’epoca considerato dubbio dall’Ufficio Statistica di Supermarina, poiché nella zona della collisione con un “corpo imprecisato” non apparvero tracce del sinistro, sotto forma di rottami o di chiazze di nafta. L’Antonietta Costa riportò una piccolissima via d’acqua nella stiva n. 5, subito controllata, e la nave proseguì la navigazione in convoglio alla stessa velocità che aveva al momento dell’impatto, arrivando completamente asciutta a Durazzo. Da verifiche subito eseguite allo scafo da un palombaro, risultarono visibili nella chiglia, per evidente forte attrito con un solido corpo metallico, i segni di striscio della presunta collisione, avendo il palombaro accertata la presenza di quattro strisce parallele a dritta e a sinistra della chiglia e lunghe due metri.  Esito negativo dettero invece le visite compiute dai palombari ai piroscafi Oreste e Premuda.  L’episodio avvenne di notte, e fu ritenuto che l’Antonietta Costa poteva aver urtato qualcosa che al momento non fu individuato. Ulteriori valutazioni sui danni allo scafo, da effettuare in bacino, furono rese impossibili dal fatto che l’Antonietta Costa, ripartita vuota in convoglio il 9 ottobre per tornare a Bari, fu silurata, alle 17.37 di quel giorno, dal sommergibile Regent, a 21 miglia da Durazzo.

 

Abbandonato dall’equipaggio il piroscafo, fu poi soccorso dal rimorchiatore Sant’Andrea e portato all’incaglio presso l’avamporto di Durazzo dove, nonostante ogni sforzo per recuperarlo, rimase per sempre inutilizzabile. Sebbene sia da ritenere che il Rainbow fosse stato effettivamente affondato dall’Antonietta Costa, resta poi il fatto che il comandante del Toti affermò di aver attaccato un sommergibile della classe “Perseus” (1.475 tonn), a cui apparteneva il Rainbow. Il Triad era sensibilmente più piccolo,, essendo della classe “Triton” (1.090 tonn), sommergibili che avevano una differente forma dello scafo e della torretta, di dimensioni molto più ridotta. Il capitano di corvetta Bandini, uomo di mare molto esperto, difficilmente avrebbe potuto sbagliare il giudizio della sua identificazione, anche perché il combattimento tra i due sommergibili, pur realizzatosi con pessime di visibilità, arrivò a svolgersi fino a distanza ravvicinata, valutata dall’equipaggio italiano a meno di 50 metri. Con il Rainbow andarono perduti i cinquantasei uomini dell’equipaggio, inclusi cinque ufficiali.

 

 

 

 

7) Triad, 1.090 tons (9 ottobre 1940)

 

Sulla perdita del sommergibile, nell’immediato dopoguerra la Sezione Storica dell’Ammiragliato britannico dette la seguente versione. Il Triad (capitano di corvetta Gorge Stevendon Salt) lasciò Malta il 9 ottobre 1940 con l’ordine di operare lungo le coste della Libia e quindi raggiungere Alessandria, base della 1a Flottiglia sommergibili, il giorno 20. Dal momento della partenza il Triad non dette più alcuna notizia, e a Londra si ritenne fosse probabilmente affondato su uno sbarramento minato nella zona di Bengasi; ciò anche perché, nello scambio di corrispondenza con l’Ufficio Storico della Marina Militare, non fu allora ricevuto, da parte italiana, un elemento sicuro per determinare la causa della perdita del sommergibile e la località dove essa potesse essere avvenuta. L’ipotesi – della metà degli anni 90 comunicata dal Naval Historical Branch del Ministero della Difesa britannico – che il Triad, inviato ad operare a nord di Malta, nella zona calabra del golfo di Squillace, vi fosse stato affondato dal sommergibile italiano Enrico Toti (capitano di corvetta Bandino Bandini) , porta a privilegiare questa versione.

 

Tuttavia, dovendo fare l’avvocato del diavolo, essa contrasta nettamente con l’iniziale ipotesi della Sezione Storica dell’Ammiragliato britannico, in cui si affermava che la rotta del Triad, per raggiungere Alessandria, passava a nord della Cirenaica, e quindi in una zona radicalmente opposta a quella del golfo di Taranto, per cui si ritenne allora che il Rainbov (vedi Rainbow) era l’unico sommergibile che poteva essere stato affondato nel Golfo di  Taranto dal Toti. Rendendo plausibili le proprie tesi, il Naval Historical Branch ha specificato che il Triad aveva ricevuto l’ordine di lasciare la zona di agguato (lat. 38°36’N, long. 17°02’E – 25 miglia a est di Punta Stilo) per rientrare ad Alessandria passando per la posizione 32°12’N, long. 25°08’E, corrispondente a nord del Golfo di Sollum.

 

Occorre, ribadire che a nessuno degli ordini inviatigli il Triad rispose, anche per dare il ricevuto. Per questo motivo vi è da dare un’altra versione sulla perdita del sommergibile; ossia che il Triad possa essere affondato lo stesso giorno della partenza dal porto di La Valletta, il 9 ottobre, sulle mine dello sbarramento italiano M 3 (costituito da 174 armi), situato a sud di Malta e quindi proprio sulla rotta che il sommergibile doveva seguire per 50 miglia verso sud, in lat. 35°10’N, long. 15°00?E.

 

Lo sbarramento M 3 era stato posato il giorno precedente, 8 ottobre, a circa 30 miglia a sud di punta Dalimara, l’estremità meridionale di Malta, dai tre cacciatorpediniere della 14a Squadriglia Vivaldi (capitano di vascello Giovanni Galati), Da Noli (capitano di fregata Zoli) e Tarigo (capitano di fregata Pietro De Cristofaro). Sullo stesso sbarramento, che evidentemente non era stato ancora individuato dai britannici, finì il mattino dell’11 ottobre anche il cacciatorpediniere Imperial che, per l’esplosione di una mina che gli deformò la poppa, riuscì a raggiungere il porto di La Valletta con gravissimi danni.

 

Se l’affondamento del Triad, del tutto ipotetico, fosse avvenuto per questa ultima causa, non resterebbe che ritornare alla vecchia versione dell’affondamento del Rainbow, assegnandolo nuovamente al sommergibile Toti. Con il Triad andarono perduti i cinquantadue uomini dell’equipaggio, inclusi cinque ufficiali.

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  • 3 weeks later...

Copio un msg da parte di J. Lewis, a cui girerò l' ultimo post di Mattesini.
E' incredibile come la memoria di certi avvenimenti sia ancora viva, per giunta nei discendenti "indiretti".

Massimo, Ciao, I hope that you are well! We had our Remembrance Day recently, so I took the opportunity to write to the close relatives of Martin Keith Roach - his Sister (my mother), Brother, Nephew and Niece. I gave them an outline of our conversations together, regarding HMS Triad. They all wanted me to pass on their great appreciation that you might even think to find out more about the submarine. Even if nothing is ever found, they were so pleased to hear that people might just keep looking. You made some quite elderly people very happy, they of course have never known the full story of what happened, or had the chance to bury their loved one. I send you very best wishes from all of us in the UK. Justin

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  • 3 weeks later...

Dear Franco,

 

Mr. Robert Coppock of the Naval Historical Branch (Ministry of Defence, UK), with whom I had a lengthy correspondence, wrote a detailed analysis of the Triad/Rainbow case against Enrico Toti and concluded that Triad was the submarine attacked by Toti. I am in complete agreement with his views. Earlier assessments indicating it was Rainbow were in error.  If one looks carefully at the orders and signals, this is quite a logical conclusion. Rainbow was supposed to leave her area at dusk on 13 October and her area was east of Toti's attack so she would have been well on her way to Alexandria by then (probably 100-200 miles east of Toti). Toti's attack was inside Triad's patrol area.

 

Note also that the submarine Santorre Di Santarosa reported attacked by a British submarine at 0014/14 October 1940 in 37°46' N, 17°35' E. This was 14 miles outside the southernmost position of Triad's area but could be explained that the British submarine (which had left Alexandria) was proceeding to enter her patrol area.

 

Another argument is that, as you know, Antonietta Costa may have sunk Rainbow after a collision. Although this is not absolutely sure (the submarine may have been only damaged), it is still a good possibility. This is discussed by Mr. Pellegrini in another posting.

 

Best wishes,

 

Platon

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Caro Platon

 

Grazie dell'informazione e grazie anche a Gabriele.

 

Il mio punto di vista sull'affondamento del TRIAD ad opera del TOTI é ancora di scetticismo. Per il Comandante del sommergibile, Bandino Bandini, che combatte con l'unità britannica a brevissima distanza, si trattava di un tipo "Perseus", e quindi come il RAINBOW.

 

L'affondamento del RAINBOW per opera del piroscafo ANTONIETTA COSTA é dubbio, come a suo tempo si espresse l'Ufficio Statistica di Supermarina, dato che i danni riscontrati nello scafo del sommergibile erano insignificanti.

 

Il tutto resta un mistero, che si potrebbe risolvere se fosse possibile scoprire dove il RAINBOW é affondato. Per il TRIAD per ora il fondale dello Ionio é proibitivo.

 

Cordialmente

 

Franco

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Caro Franco,

 

I am enclosing a map showing the patrol area of Triad (Yellow) and Rainbow (Grey). As you can see the encounter of Tito is indicated (38°16' N, 17°37' E).

 

The attack by Santorre Santarosa is also indicated (37°46' N, 17°35' E). Although the encounter with Santarosa was outside of her patrol area, it is consistent with Triad's route from Alexandria as she would have been going around the Rainbow patrol area. Mr. Coppock was not aware of the Santarosa attack (and I think the Ufficio Storico did not pay attention to it).

 

I do not think that the identification by Bandini of a "Perseus" class submarine should deter from this hypothesis. Italian submariners were familiar with "P" class submarines from before the war so it was logical that an encounter with a large enemy submarine would be described so. They were not familiar with "T" class submarines (they had entered the Mediterranean only in September 1940). I give you one example: on 16 July 1941, Nereide reported an attack on a "P" class submarine, this was HMS Tetrarch. So you can see that it was easy to mistake them both (despite the bulbous bow of the "T" class submarines).

 

I do agree with you that the presumed sinking of Rainbow by Antonietta Costa is doubtful but for the time being it is a valid proposal. The collision is probable but whether the submarine sank  from it is not certain. Rainbow may have survived and lost later on an Italian minefield. Until we find her wreck (so far it has not been found at Ras Hilal or Tabarka ? :) ), this mystery will remain unsolved.

 

Cordialmente,

 

Platon

Edited by Platon Alexiades
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