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Qualche giorno fa, in un altro post, Giancarlo Castiglioni mi chiedeva quale fosse stato l'influsso del covid e della guerra sulla crocieristica. In maniera spannometrica (purtroppo) gli ho risposto che presumevo un calo del 10% per il covid, mentre per la guerra in Ucraina era ancora presto. Stamattina mi è però venuto un dubbio, potevo ricavare dati precisi da un lavoro che un amico da anni compila con costanza sugli scali delle navi da crociera a Messina. Ovviamente sono andato a guardare mese per mese gli scali fatti nel 2019, ultimo anno covid free, e quelli previsti per il 2022: sorpresa, nel 2022 ci dovrebbero essere 43 scali in più, da 170 si passerebbe a 213. Staremo a vedere come va ma, fatti salvi gli effetti della guerra in Ucraina di cui ancora non conosciamo gli esiti, è un buon segno per la ripresa dell'economia. La foto è del settembre 2012. Buon fine settimana. P.S.: chiedo scusa a Giancarlo per il dato chiaramente sbagliato.
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Sempre rischi in mare per passeggeri inconsapevoli Una notizia di cronaca, centrata sui disagi dei passeggeri e, indirettamente sulla qualità dei servizi, ultima la sfortuna, compensata con un rimborso … Il problema, disatteso, è la prevenzione dei rischi: un allagamento esteso, peggio su ponti alti e su una nave in rollio, come appare dal video del link, è un rischio immane. Le attuali navi da crociera sono (mal) costruite con un’altezza metacentrica molto bassa, non solo come conseguenza dell’eccessivo sviluppo in altezza a fini commerciali, ma sfruttando anche l’opportunità al fine di renderle meno “dure”, ossia diminuire le accelerazioni per movimenti trasversali e renderle più “abitabili”, a indurre meno “mal di mare” ai passeggeri. La perdita di stabilità avviene non per la quantità d’ acqua imbarcata, ma per lo “specchio libero”, ossia la superficie del liquido libero di muoversi sui ponti indipendentemente dal suo livello e quantità. E’ un fenomeno noto e conosciuto, troppo spesso trascurato dagli attuali architetti (non navali): un caso famoso risale al capovolgimento, e perdita, del famoso transatlantico Normandie in porto a New York per perdita di stabilità a causa di un limitato allagamento provocato su un ponte superiore (il salone da ballo) dai pompieri intervenuti a spegnere un incendio. Le emergenze, come incendi ed allagamenti sono purtroppo probabilità che a bordo devono essere considerate, ed i mezzi per affrontarle, compresi sistemi di esaurimento e scarico degli allagamenti: non so quanti ricordino il problema di ugual genere, con immediati rischi al momento recepiti, di alcuni mesi fa una nave da crociera (italiana) nel Sud Atlantico i cui ponti superiori si erano allagati per piogge tropicali, per non poter scaricare l’ acqua in quanto mancavano gli ombrinali …. Purtroppo la buona tecnica navale e la prevenzione (applicazioni costose senza dubbio) sono passate in secondo luogo di fronte alla necessità di bische ed attività ludiche massive galleggianti (galleggianti, male, ma non naviganti …) Non riesco a postare le immagini, ma solo il lik, che invito tutti a vistare, valutando con occhio critico e non divertito: non una notizia di cronaca, di costume, ma il richiamo ad una sciagura fortunosamente evitata. Non si rimedia ad un allagamento di questo genero sgottando l’ acqua con secchi … se non ci fossero risvolti al limite del tragico il rimedio sarebbe di estrema comicità Paura sulla nave da crociera : le cabine si riempiono di acqua 05 MAGGIO 2018 È accaduto a bordo della Carnival Dream in viaggio nei Caraibi | Corriere TVhttps://video.corriere.it/paura-nave-crociera-caDrammatiche immagini postate dai passeggeri della nave da crociera Carnival Dream sui social: corridoi e cabine che si riempiono d’acqua e personale che cerca di svuotare con i secchi. Durante una crociera partita da New Orleans e diretta nei Caraibi molti passeggeri hanno dovuto abbandonare le cabine in fretta per un guasto al sistema anti incendio che ha allagato diversi ponti. Una donna, Maria DeAnn Haase, con la sua famiglia ha dovuto dormire nella palestra perché tutto era sott’acqua. La compagnia di crociere ha fatto sapere che rimborserà il valore del viaggio ai passeggeri.
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Queso tema riguarda allo stesso modo navi passeggeri e navi militari I giornali scrivono Fincantieri sbarca in Francia come se fosse una sorta di incursione finanziaria, di borsa. Si tratta di un passo, speriamo accertato, nella linea di una strategia che con ambizione coraggio Il gruppo italiano sta portando avanti, d’ altra parte unica via alla sopravvivenza di un importante settore industriale. A mio parere non va vista nella classica ottica della conquista del concorrente, assumendo il controllo de l cantiere Saint-Nazaire, controllato da Stx-France e polo cantieristico tra i più importanti del Vecchio Continente. Fincantieri ha rilevato, in un’asta giudiziaria, presso la corte distrettuale di Seul che si occupa della procedura fallimentare di STX Offshore&Shipbuilding. La holding sudcoreana era l’azionista di riferimento dei cantieri navali si Saint Nazaire, Un terzo delle quote è ancora in mano al governo francese, tramite Caisse des Dèpôts et Consignations, una delle molte affinità del nuovo conglomerato L’ operazione va vista in una strategia, propugnata da tempo da FINCANTIERI, di costituire una holding europea, citando come modello il settore aeronautico con Airbus. Va creata un polo europeo costruttore europeo di navi, altrimenti “l’Europa sparisce e sparisce anche ogni possibilità di crescita” come più volte ribadito dai vertici Fincantieri: i grandi costruttori europei sono obbligati a coalizzarsi di fronte alla possibilità di soccombere di fronte all’aggressività di altre strutture cantieristiche, in particolare asiatiche, e l’intervento coreano in Saint Nazaire (ora rilevato da Fincantieri) era un brutto segnale, una spina nel fianco Saint Nazaire è anche il polo dove, con molte analogie con Fincantieri, qualche alleanza e spesso forte concorrenza vengono realizzate sia navi da crociera sia una quota rilevante delle commesse militari che arrivano alla Francia. In questo quadro certamente deve essere considerata, e si affaccerà, il gruppo militare francese DCNS (con cui Fincantieri ha una stretta collaborazione avendo sviluppato i programmi militari Orizzonte e Fremm) Investimenti, sostegno all’industria navale e quindi alla Difesa: da mesi anche per coinvolgere politica industria ed opinione pubblica si tengono riunioni e congressi sul tema, occasioni per pronunciamenti in merito. Uno degli argomenti ricorrenti sono i 1.800 miliardi di dollari che investirà la Cina in questi settori nei prossimi decenni, con evidenti mire all’ esportazione. Una sfida impari se l’Europa non si coalizza. L’importanza del settore navale, con l’Italia avanti in una programmazione avanzata (con riferimento alla legge navale), ma certo “nell’area del Mediterraneo e in quelle adiacenti cresce la presenza di Marine non regionali e di sommergibili, motivo nell’ insistere sul sostegno all’industria e nella cooperazione. Dire che la cooperazione militare nell’Ue “è frammentata è solo un eufemismo: l’Unione spende il 50 per cento di quanto spendono gli Usa, ma con un’efficienza pari a un decimo, secondo dati diffusi in questi convegni In questo quadro ha preso forza parlato anche l’ipotesi di una maggiore collaborazione tra la Fincantieri e l’industria navale francese Dcns.
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Per non incorrere nel cartellino giallo che il Presidente lascia sporgere ammiccando dal taschino della giacca, destinato, temo, ai non assidui di questa nuova splendida realizzazione della Associazione bisogna farsi coraggio. Cominciamo dunque con un sedicente ed anomalo quiz, tanto per impratichirci del terreno.
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