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A seguito della visita AIDMEN a Boretto: draga/draghe


Serena
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Tutto è partito dal mio messaggio in lista AIDMEN con link alle foto della giornata di Boretto: la draga in secca è stata poi il centro di una vivace discussione che vale la pena di riportare nel forum, da parte dei diversi protagonisti.

Allego le foto, che non sono state fatte con lo scopo di documentare l'imbarcazione... mancano particolari importanti, ma in quel momento non si sapeva.

Un caro saluto,

Serena

 

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Grazie Serena, chiamo a raccolta Carabiniere Danilo Gian Carlo e Giampiero e gli altri che erano presenti

 

 
Dati di fatto :
1) esiste una draga museata a Boretto recante il nome SECCHIA (confermato da stampa e siti locali)
  Domande : quando è stata museata?  Esiste una documentazione relativa alla nave presso il museo di Boretto ??
Se affermativo bisognerebbe darci un'occhiata
2) A mia personale conoscenza ho trovato una sola SECCHIA ed è quella costruita dal CNOM di Venezia e consegnata al Corpo Reale del Genio Civile di Parma nel settembre 1933. Caratteristiche : 149tsl 55tsn,  32,00 x 6,00 x 2,35m, 1 macchina compound 170CI 2eliche.
questa SECCHIA (progressivo RINA 541) è l'ultima di un gruppo di quattro gemelle PARMA(RINA 538), ENZA (RINA 539, TREBBIA (RINA 540). Queste quattro draghe sono riportate ancora in RINA 1941, non compaiono più nei RINA del dopoguerra, per perdita durante gli eventi bellici 1943-45 o perchè passate sotto l'Ispettorato per la Motorizzazione Civile come tutte le altre navi delle acque interne ?????
3) Altra possibilità:  la SECCHIA museata non è quella CNOM ma una unità successiva di cui non sappiamo nulla, oppure il museo ha dato il nome SECCHIA di sua iniziativa
 Mi rivolgerei alla cortesia di Danilo per eventuale consultazione degli archivi CNOM in Venezia(se esistono) per ricercare un disegno o una foto delle quattro draghe a conferma o meno in confronto alla museata e ad altri soci volenterosi per una ricerca presso l'Archivio di Stato di Parma o presso gli archivi del Genio Civile (a Roma ???)
4) a Boretto è stato comunicato trattarsi di una (o due ?) draga ex austroungarica ricevuta come indenizzo per danni di guerra. Potrebbe anche darsi ma non certo di unità presenti in Adriatico, dato che unità similari non si rilevano dagli elenchi dell'I.R. Governo Marittimo.  A proposito si sanno le caratteristiche dell'unità museata ??????
5) altra possibilità relativa ai danni di guerra : se vera è più probabile che si tratti di danni pagati dalla Germania e non dall'Austria e quindi si dovrebbe dare un occhiata ai vari Groener ecc. circa draghe date all' Italia in conto riparazioni ( a parte la GENERALE CHIODO citata dal presidente, che nulla ha assolutamente a vedere con quanto stiamo discutendo).
6) Dalle relazioni alla visita a Boretto salta fuori anche il nome PORTO ROSEGA come possibile primitivo nome della nave museata (se consideriamo la versione di origine austroungarica).
Porto Rosega è il nome della zona delle installazioni portuali allo sbocco del canale Valentinis a Monfalcone, in territorio austriaco fino al 1915. PORTO ROSEGA è il nome assegnato dalla R. Marina italiana alla draga AUSTRIA costruzione n.8 del Cantiere Navale Triestino di Monfalcone, consegnata nel 1909 alla committente Gebrüder Howaldt di Kiel (non è chiaro se la draga battesse in origine bandiera germanica e poi sia passata sotto quella austroungarica, in quanto non compare negli elenchi dell'I.R. Governo Marittimo).  Caratteristiche ricavate dagli elenchi del cantiere (P. Valenti Storia del Cantiere di Monfalcone) : 520tsl   44,98 x 10,01 x 3,5m non viene riportato apparato motore confermando l'impressione di Poddighe che la fotografia rappresenti una nave non autopropulsa.
Confrontiamo le caratteristiche riportate da Giorgerini-Nani in Almanacco Storico delle navi militari ecc. : 600 td.  47,70 x 10,4 x 1,6m   1 ALTERNATIVA  250CI  da cui la domanda : ha sbagliato Valenti a non mettere l'apparato motore o la macchina è stata aggiunta durante la ricostruzione in Italia tra il 1917 e il 1918 ?????
7) Concludo cercando di fare chiarezza anche sulle fantasiose versioni della storia di questa nave chiedendo aiuto per i buchi mancanti:
Dagli elenchi di cantiere : impostazione 15. 7.1908, varo 22.11.1909, consegna 31.12.1909
Da Giorgerini-Nani : impostazione (manca) varo 1908 completamento 1917 (in servizio per R.Marina come P.R  1918)
Da Bargoni (tutte le navi...)  varo 1908    entrata in servizio come PORTO ROSEGA per la R.Marina 6. 6.1918
Si resta basiti nel leggere quanto scritto da Bargoni a proposito delle vicende di questa nave e soprattutto riportato pedissequamente dal presidente nellasua ultima mail : " recuperata presso Monfalcone dove era stata affondata dagli austriaci nella primavera del 1917".   A parte la svista tra "affondata" e "autoaffondata", mi domando se la mancanza di una virgola tra austriaci e nella sia un semplice errore di stampa o una madornale castroneria storica:
come tutti sanno o dovrebbero sapere, la zona di Monfalcone (compreso il cantiere) fu occupata dalle truppe italiane il 9 . 6.1915 fino alla disfatta di Caporetto (ottobre 1917). Ne consegue a) che gli austriaci autoaffondarono la nave nel giugno 1915 prima di ritirarsi b) che gli italiani ricuperarono la draga nella primavera del 1917 passandola ai lavori (dove ??? a Venezia???) e rimettendola in servizio per la R.Marina il 6. 6.1918 ossia ancora in corso di belligeranza.
Essendo confermato che la draga era a Taranto nel maggio 1940, non si può parlare di questa come ricevuta in conto riparazioni. Bisogna però accertare cosa sia successo alla nave dopo tale data, se per caso sia stata trasferita sul Po.
Navalisti al lavoro!
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Grazie Serena, chiamo a raccolta Carabiniere Danilo Gian Carlo e Giampiero e gli altri che erano presenti...

 Mi rivolgerei alla cortesia di Danilo per eventuale consultazione degli archivi CNOM in Venezia(se esistono) per ricercare un disegno o una foto delle quattro draghe a conferma o meno in confronto alla museata e ad altri soci volenterosi per una ricerca presso l'Archivio di Stato di Parma o presso gli archivi del Genio Civile (a Roma ???)

Purtroppo, all'Archivio di Stato di Venezia, dove ho passato l'intera mattinata di giovedì mi è stato confermato che il Mibac non è riuscito a salvare la documentazione CNOMV che molto probabilmente è finita al macero dopo la chiusura del cantiere.

Non saprei dove altro sbattere la testa ...

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Non ho esperienze di navigazione e procedure su acque interne, quando me ne sono occupato riguardava la possibilità di transitare con navi oceaniche su grandi fiumi o grandi estuari, ed il dragaggio relativo (olandese e/o di istituti specializzati con unità realizzate in pochi cantieri a loro volta superspecializzati, compresi - ultimi arrivati - i giapponesi) era tutt’ altra cosa (in merito al tema del Po ho inserito due foto indicative).

 

Fatta questa premessa, il punto fondamentale è: quale era il servizio di questa draga?

 

Certamente non una draga portuale, ma una unità destinata al dragaggio in corsa (o dinamico) per tenere aperte/mantenere vie d’ acqua.

Si tratta di una tipologia di lavoro non comune in Italia, lontana dalla nostra cultura e dalle nostre esperienze negative /credo che il problema si sia posto (senza affrontarlo né risolverlo) solo tra gli ani 20 e gli ani 50/60 con i ricorrenti programmi (e sogni) di cabotaggio fluviale.

Gli ultimi tentativi, o progetti, di cabotaggio fluviale risalgono agli anni 70, quindi sino a quella data potrebbe darsi che il Genio Civile od il Magistero del Po mantenessero in servizio delle draghe (la messa a terra della draga dovrebbe essere quindi intorno agli anni 70)

Personalmente sino alla visita a Boretto non avevo neppure il minimo sentore che ci fossero, o avessero , in Italia e con bandiera italiana, unità di questo tipo.

 

Tutte le unità di cui si è parlato in varie occasioni, come origine ed alternativa,  sono unità da dragaggio portuale, o statico/puntuale, a tazze

Se si trattasse di una costruzione nazionale certamente sarebbe stata su licenza, e con licenze anche sui macchinari di suzione.

 

Le cose di cui sono quasi sicuro:

·      non è un’ unità costruita a sezioni e rimontata

·      non ho idea neppure remota di calcolo di STL ma occhio il dislocamento è intorno alle 500 T

·      è un tipo di costruzione molto precedente agli anni 30 (questo non significa che cantieri “minori”  potessero costruire ancora negli anni 30 con metodi superati ….

o   Macchinari di coperta e soprattutto plancia molto, troppo spartani, fanno pensare a una costruzione del primo 900

o   Due eliche, ossia due macchine, giustamente per la manovrabilità non di ormeggio ma di lavoro ;  sul fatto di due macchine nessun dubbio

o   Tipo di eliche: In ferro  con forme e tipo di costruzione che non mi sembra compatibile neppure con una tecnologia e una tecnica arretrata degli anni 30

·      Non credo che in adriatico gli austriaci avessero canali o fiumi con questo tipo di necessità, quindi queste unità, se non di costruzione nazionale, o sono venute via Mar Nero o sono venute dal Mare del Nord/baltico, magari passando dai canali francesi.

 

Incongruenze e  misteri.

Il primo  è il nome dell’ unità:

·      non metterei in dubbio il nome Secchia, e dopo un dubbio iniziale, sono sicuro che a Boretto ci abbiano parlato della gemella Trebbia (è una valle che ricorda la mia infanzia e per questo l’ avevo recepita)

·      se dai registri risultano costruzioni CNOM  (1930) potrebbe di un’ iscrizione inziale (quattro unità, forse di caratteristiche diverse) ;  quando ci si rende conto t di omonimie ( o inopportunità), come è avvenuto in altri casi, verificata la duplicità, si attribuisce un nuove nome alla nuova costruzione o si cambia il nome della nave più vecchia.

·      Contrariamente alle informazioni della visita, in uno dei tre siti che trattano i musei di Boretto – comunque non troppo attendibili, si cita in secco la draga Secchia, costruita a Venezia nel 1930.  Questa sembrerebbe una prova risolutiva ma ..

Informazione indiretta: in uno dei depliant (unico forse) del museo è riprodotta una cartolina illustrata, relativa al porto fluviale di Boretto: si vede un vaporetto, neppure troppo piccolo, ormeggiato ad una certa distanza dalla riva, segno di una certa immersione e della mancanza di una banchina dragata, mentre sullo sfondo, in una posizione identificabile per quella del cantiere, si vedono DUE unità ormeggiate, affiancate, viste di poppa.   Se queste, di una certa dimensione, fossero le due draghe, trattandosi di una cartolina databile proprio anni 30, come farebbero ad essere presenti due draghe, diverse da quelle ancora in costruzione o da costruire a Venezia?

 

Registri ed annuari.  Per quanto per le unità minori, ausiliarie e per servizi vari le citazioni ed i dati siano sempre poco attendibili, ricorre sempre (Giorgerini e Nani ed altri, richiamati da Loligo, in particolare la molto attendibile : 600 td.  47,70 x 10,4 x 1,6m, 1 ALTERNATIVA 250CI) la data di costruzione del 1908 (con ulteriori variabili sull’ incorporazione):  il periodo, 1908 /1910, sarebbe a mio parere compatibile per datare il tipo di costruzione.

 

Per le altre ipotesi formulate, su costruzioni di questo tipo non metterei in dubbio la citazione del Valenti, primo perché costruire una draga a suzione non autopropulsa? Secondo perché  non mi pare proprio plausibile una ricostruzione in Italia tra il 1917 e il 1918, con aggiunta di apparato motore:  si dovrebbe trattare di una aggiunta di sezione, almeno nella parte Pp, e si vedrebbe, e pertanto è totalmente da escludere?????

 

Indagine:   verifica, attenta, anche solo da parte del persola del museo, della coperta e degli interni, alla ricerca di qualsiasi traghetta o marca.   Non essendo salito in coperta non ho potuto nemmeno vedere dai boccaporti ne occhieggiare dagli osteriggi se all’ interno c’ è ancora l’ apparato motore.  Se ci fosse possibile che non ci sia neppure un’indicazione del costruttore, fusa o punzonata?

Gli apparati di coperta possono anche essere stati sostituiti (anche se dubito), ma certe parti strutturali, a cominciare dal timone e dal corpo motrici no.

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Grazie Serena, chiamo a raccolta Carabiniere Danilo Gian Carlo e Giampiero e gli altri che erano presenti...

Mi rivolgerei alla cortesia di Danilo per eventuale consultazione degli archivi CNOM in Venezia(se esistono) per ricercare un disegno o una foto delle quattro draghe a conferma o meno in confronto alla museata e ad altri soci volenterosi per una ricerca presso l'Archivio di Stato di Parma o presso gli archivi del Genio Civile (a Roma ???)

Purtroppo, all'Archivio di Stato di Venezia, dove ho passato l'intera mattinata di giovedì mi è stato confermato che il Mibac non è riuscito a salvare la documentazione CNOMV che molto probabilmente è finita al macero dopo la chiusura del cantiere.

Non saprei dove altro sbattere la testa ...

Un vero peccato.

L'ultima spiaggia resta l'archivio di Boretto, se anche lí l'alluvione non ha dato

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Allego le foto, che non sono state fatte con lo scopo di documentare l'imbarcazione... mancano particolari importanti, ma in quel momento non si sapeva.

Un caro saluto,

Serena

 

 

Serena, che dici facciamo un salto all'Archvio di Boretto?

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