Francesco Mattesini Posted March 23, 2017 Report Share Posted March 23, 2017 (edited) Dal mio libro "BETASOM LA GUERRA NEGLI OCEANI (1940-1943), 2^ Edizione, USMM, Roma, 2003, pag. 32-34 LA BASE «C» (CADICE) Poco prima dell'entrata in guerra, lo Stato Maggiore della Marina italiana richiese all'Alto Comando della Marina germanica (OKM) informazioni circa l'attività delle unità subacquee e di superficie in Atlantico, con particolare riguardo alle zone di operazione riservate dagli accordi di Friedrichshafen ai nostri sommergibili. Venne anche richiesto all'OKM se erano previste operazioni di sommergibili tedeschi in Mediterraneo e se esisteva la possibilità di far rifornire i nostri sommergibili dalle unità germaniche, appositamente attrezzate, distaccate in porti atlantici della Spagna. Il capitano di vascello Lowisch, Addetto Navale a Roma, dopo essersi consultato con la Seekriegsleitung (SKL), il Comando Operativo della Marina germanica, rispose che al momento e nel prossimo futuro i sommergibili tedeschi avrebbero operato in oceano solo a nord della zona delimitata dal parallelo di Gibilterra e a est del 20° meridiano, «estendendosi però verso est fino alla linea Cadice rilevamento 70°»; aggiunse che non era previsto l'impiego di unità subacquee in Mediterraneo, mentre esisteva la possibilità di impiegare in Atlantico navi da battaglia germaniche. Circa le possibilità di poter far rifornire i sommergibili italiani in porti spagnoli, il comandante Lowisch specificò: «Per il rifornimento dei sommergibili la Germania dispone in Spagna (a Cadice, Vigo, El Ferrol, Las Palmas) di una organizzazione nel caso di emergenza, avente carattere molto di fortuna. Questa organizzazione non è sufficiente per soddisfare anche la necessità della Marina italiana, giacché vi sono disponibili quantitativi molto limitati. Sembra quindi necessaria la creazione di una analoga organizzazione italiana. Reciproco sussidio in caso di necessità. Se lo Stato Maggiore italiano lo desidera, possono essere comunicati elementi circa l'organizzazione tedesca». In seguito a queste informazioni, ed in considerazione del previsto impiego in Atlantico di nostri sommergibili, lo Stato Maggiore della Marina italiana pervenne all'idea di organizzare in porti spagnoli propri punti di approdo e di rifornimento, come risulta dal seguente documento, datato 5 giugno 1940: UFFICIO DI STATO MAGGIORE DELLA R. MARINA SEGRETO 5 giugno 1940-XVIII BASI EVENTUALI PER SOMMERGIBILI IN SPAGNA 1 - Da informazioni ricevute risulta che la Marina tedesca ha organizzato a Cadice, Vigo, El Ferrol, Las Palmas punti di appoggio di limitata capacità logistica per rifornimenti dei propri sommergibili. 2 - Interessa alla R. Marina che possibilità di rifornimento (nafta-olio-viveri-acqua) per i sommergibili italiani siano organizzate nelle basi di Cadice e di Las Palmas, prevedendo all'uopo uno specchio acqueo adatto e lontano da zone frequentate. 3 - Si osserva che le operazioni di approdo e rifornimento potrebbero essere facilitate dalle seguenti circostanze: a) la Marina spagnola dispone di sommergibili che, per le loro caratteristiche, sono simili a quelli italiani; b) le unità potrebbero quindi approdare senza dare nell'occhio, usando eventualmente falsa bandiera; c) gli equipaggi non avrebbero nessun segno distintivo di appartenenza alla Marina italiana. 4 - Occorre prendere contatto con la Marina spagnola per esaminare la possibilità di creare a Cadice ed a Las Palmas un punto d'appoggio eventuale per i sommergibili italiani. Una volta presi accordi con le autorità spagnole, che garantirono il loro appoggio, alla fine di luglio del 1940 la petroliera italiana Fulgor ricevette l'ordine di trasferirsi dal porto di Huelva, ove si trovava internata, nella base militare di Cadice per essere adattata a nave appoggio sommergibili. L'organizzazione tecnica venne curata dal capitano di fregata della riserva navale Eugenio Normand, il quale si trovava in Spagna sotto la copertura di rappresentante della Ditta Ansaldo, mentre quale responsabile di tutti gli ordini e tutte le comunicazioni relative alle operazioni di rifornimento fu incaricato il capitano di vascello Aristotile Bona, Addetto Navale della Marina italiana a Madrid. A bordo della Fulgor, sulla quale rimasero con il comandante Ulisse Guelfi tutti gli ufficiali, venne imbarcato personale specializzato fatto affluire segretamente dall'Italia. Poiché la petroliera si trovava in un porto militare, per i lavori di trasformazione fu possibile ricorrere ad officine particolarmente attrezzate e a mano d'opera spagnola specializzata, messa a nostra disposizione. Sulla nave, che si trovava alla fonda nel Canale della Carraca (di fronte alla petroliera tedesca Thalia anch'essa adibita al rifornimento dei sommergibili) – e quindi ormeggiata nell'avamporto in posizione facilmente avvicinabile da un sommergibile proveniente dal largo in ore notturne – vennero stivati, in apposite sistemazioni in coperta, siluri, nafta, olio lubrificante, materiali di consumo e viveri. La Fulgor, ben presto messa in condizioni di poter assolvere il compito affidatole fu in grado di poter assicurare un primo rifornimento di nafta, sia pure nelle non migliori condizioni di efficienza, a partire da metà agosto e un primo rifornimento di olio a metà settembre. I sommergibili italiani diretti in Atlantico ricevettero una busta sigillata con notizie relative al funzionamento del punto di appoggio che potevano servire in caso di necessità. Nondimeno, data la particolare delicatezza dell'argomento, soprattutto nei riguardi della neutralità spagnola, venne deciso che in nessun caso le unità subacquee avrebbero dovuto disporre a bordo di documenti nei quali potesse risultare la posizione geografica del porto e il nome del mercantile adibito allo speciale compito. Pertanto, ai sommergibili vennero fornite per iscritto solo le notizie essenziali relative al funzionamento di quella che era stata denominata «Base C», con inclusa una carta idrografica di Cadice, dove la posizione di ormeggio della Fulgor era segnata semplicemente a matita senza nessuna annotazione di riferimento. Edited March 23, 2017 by Francesco Mattesini Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Loligo Posted March 24, 2017 Report Share Posted March 24, 2017 ATTENZIONE !!!! la foto della FULGOR pubblicata da Danilo Pellegrini (quella col rimorchiatore affiancato, tanto per intenderci), non appartiene al sito Navi e Armatori ma all'archivio del National Maritime Museum di Greenwich (id. P 14326). Teoricamente è richiesto il pagamento di un "reproduction fee" per pubblicarla (e non sono noccioline). Meglio quindi NON mettere sul forum foto che diano possibili grane di coyright o per lo meno essere corretti nell'attribuire l'origine delle foto. ATTENZIONE : la macchia a quadruplice della FULGOR non è mai stata cambiata, nel 1928 lo STT ha cambiato SOLO le caldaie per il passaggio alla combustione a nafta e il montaggio dovrebbe esser stato fatto alla Spezia e non a Trieste (di questo ci sarebbe bisogno di conferma.)I dubiosi consultino i RINA perchè il LR non riporta mai le nuove caldaie,(almeno fino al 1948) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Danilo Pellegrini Posted March 24, 2017 Report Share Posted March 24, 2017 (edited) ATTENZIONE !!!! la foto della FULGOR pubblicata da Danilo Pellegrini (quella col rimorchiatore affiancato, tanto per intenderci), non appartiene al sito Navi e Armatori ma all'archivio del National Maritime Museum di Greenwich (id. P 14326) ... Meglio quindi NON mettere sul forum foto che diano possibili grane di coyright o per lo meno essere corretti nell'attribuire l'origine delle foto. Loligo, in buona fede ho riprodotto la foto dal sito Navi e Armatori, che non ne cita la provenienza e tanto meno la proprietà.Ad ogni modo, per evitare ogni possibile contenzioso elimino la foto mantenendo solamente il link di riferimento:http://www.naviearma...oto-4614-4.html ATTENZIONE : la macchia a quadruplice della FULGOR non è mai stata cambiata, nel 1928 lo STT ha cambiato SOLO le caldaie per il passaggio alla combustione a nafta e il montaggio dovrebbe esser stato fatto alla Spezia e non a Trieste (di questo ci sarebbe bisogno di conferma.)I dubiosi consultino i RINA perchè il LR non riporta mai le nuove caldaie,(almeno fino al 1948) Rileggendo con attenzione questa discussione non vedo alcun accenno ad una sostituzione dell'alternativa della FULGOR. Riscontro correttamente sui libri registro RINa la sostituzione delle cadaie originarie MAC KIE & BAXTER con quelle di più recente produzione (1928) dello STABILIMENTO TECNICO TRIESTINO, alimentate a nafta. Edited March 24, 2017 by Danilo Pellegrini Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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