Francesco Mattesini Posted February 18, 2017 Report Share Posted February 18, 2017 (edited) Sto preparando, per la mia pagina in Accademia EDU, un grosso e dettagliatissimo Saggio sull’Operazione “Grog”, il bombardamento navale di Genova del 9 febbraio 1942, da parte della Forza H di Gibilterra, di cui riporto di seguito una breve sintesi. Il Saggio é una revisione di quello da me stampato nel Bollettino d'archivio della Marina Militare nel Giugno 1992. Mi servirebbe conoscere dai gentili Soci qualcosa di più suoi ,movimenti e l’attacco della Forza H, in particolare sulle operazioni di volo dell’Ark Royal, nonché l’attacco dei caccia britannici della portaerei a sette quadrimotori francesi che trasportavano l’oro per la Banca del Belgio presso le Isole Baleari. Sono auspicabili dettagli sulla navigazione del convoglio francesi CN.4, attaccato erroneamente dagli aerei da bombardamento italiani; come si chiamavano i motovelieri Gena 4 e Gena 5 della difesa foranea di Genova; nonché, se possibile, conoscere se velivoli da caccia francesi o altri velivoli transalpini effettuarono attacchi, a nord dell’Algeria, contro aerei da ricognizione italiani, e se impegnarono anche caccia britannici. OPERATION “GROG" IL BOMBARDAMENTO NAVALE DI GENOVA DEL 9 FEBBRAIO 1941UN INCREDIBILE CUMULO D’ERRORI E DISORGANIZZAZIONE NEL MANCATO INTERVENTO DELLA FLOTTA ITALIANA Francesco MattesiniQuesto sarà il titolo del Saggio All’inizio del 1941, mentre da parte italiana si evitava di prendere una qualsiasi iniziativa di carattere offensivo, gli inglesi non persero occasioni per infliggere danni e umiliare l’avversario. Sebbene la Luftwaffe dominasse il Mediterraneo centrale, e fosse ormai evidente che ogni movimento navale britannico verso le coste italiane avrebbe rappresentato un grosso rischio, il Comandante della Forza H di Gibilterra, Vice ammiraglio James Somerville, per ordine dell’Ammiragliato britannico pianificò un audace attacco contro obiettivi del Golfo Ligure, in particolare contro il porto di Genova. L’operazione, che Soerville conoscendo le difficoltà da incontrare nello spingersi con forze inadeguate nella tana del leone avrebbe voluto evitare di compiere, fu chiamata in codice “Grog”. Con questa azione la Forza H fece quanto l’ammiraglio Riccardi aveva prospettato con un promemoria del 30 dicembre 1940. Ossia offrì il destro all’azione di contrattacco della flotta italiana nelle acque nazionali e quindi la pose nelle condizioni più favorevoli per dare battaglia. Tuttavia, per le indecisioni dei suoi capi, a terra e a bordo delle navi, la Regia Marina non seppe approfittarne, perdendo con ciò la più favorevole e irripetibile occasione della guerra per conseguire una vittoria navale prestigiosa, che poteva convincere il generalissimo Franco ad entrare in guerra con l’Italia e soprattutto la Germania il cui interesse in quel momento era quello di impossessarsi di Gibilterra, chiudendo il Mediterraneo alla Royal Navy, e portando, con l’insieme delle forze riunite tedesca e italiana, un contributo determinante nella guerra ai convogli britannici nell’Oceano Atlantico. L’operazione “Grog”, dopo una navigazione della Forza H abbastanza tranquilla e non avvistata dalla ricognizione italiana (mentre invece fu scoperta da aerei francesi) si concretò il mattino del 9 febbraio 1941, quando flotta comprendente l’incrociatore da battaglia Renown, la corazzata Malaya la portaerei Ark Royal, l’incrociatore Sheffield e otto cacciatorpediniere, si presentò davanti al porto ligure, per poi disimpegnarsi, navigando nella rotta di ritornotra la costa della Liguria e quella della Corsica, dopo un bombardamento navale di quaranta minuti, accompagnato da incursioni aeree su La Spezia e Livorno. Il movimento della flotta britannica, salpata nella notte sul 7 da Gibilterra simulando un’uscita in Atlantico, non aveva tratto in inganno Supermarina che era stata allertata dai propri informatori stanziati sulle coste spagnole. Tra le tante ipotesi fatte sugli intendimenti e i probabili obiettivi del nemico, venne tenuta presente anche l’eventualità che la Forza H potesse spingersi nel Golfo Ligure. Questa ipotesi divenne certezza la sera dell’8 febbraio, in seguito all’arrivo a Roma di informazioni di varia natura, ricevute anche da fonte che non siamo stati in grado di accertare ma che probabilmente provenivano dalla Francia, da aerei che, come detto, nel corso della giornata avevano avvistato in due occasioni la Forza H nel Golfo del Leone, mentre si spostava verso nord-est. Nel frattempo Supermarina aveva fatto salpare da Messina la 3a Divisione Navale, costituita dai tre incrociatori pesanti Trieste, Trento e Bolzano e da tre cacciatorpediniere, per trasferirla a Genova come misura precauzionale in vista del fissato incontro dell’11 febbraio tra Mussolini e il Capo della Spagna, generalissimo Franco, a Villa Margherita di Bordighera, che gli inglesi avrebbero potuto rovinare con un’azione spettacolare e di notevole effetto psicologico. Quando poi giunsero le notizie sull’uscita della Forza H l’organo operativo dell’Alto Comando Navale ritenne che il nemico avrebbe potuto attaccare obiettivi sulle coste occidentali della Sardegna, come era stato fatto il precedente 2 febbraio, quando gli “Swordfish” della portaerei Ark Royal avevano tentato di colpire la diga idroelettrica del fiume Tirso. Pertanto Supermarina decise, per precauzione, di tener pronto a salpare il grosso della Squadra Navale concentrato a La Spezia e comprendente le tre corazzate Vittorio Veneto, Cesare e Doria con sette cacciatorpediniere di scorta. Tenendo in considerazione la duplice possibilità che il nemico potesse attaccare sia la Sardegna sia il Golfo Ligure, l’Organo Operativo dell’Alto Comando Navale decise di inviare, per il mattino del giorno 9, le tre corazzate a operare a ponente dell’Isola Asinara, facendole ricongiungere in quella zona della Sardegna nord-occidentale con i tre incrociatori della 3a Divisione Navale che, diretta a Genova, fu deciata dal Tirreno attraverso lo Stretto di Bonifacio. In tal modo la Squadra Navale dell’ammiraglio Iachino si sarebbe venuta a trovare in buona posizione per fronteggiare la Forza H, se essa avesse minacciato la Sardegna, e in condizioni veramente ideali per intercettarla, tagliandole la rotta della ritirata, se quella flotta britannica si fosse spinta nel Golfo Ligure. L’ordine operativo diramato da Supermarina era al riguardo molto preciso fissando per la Squadra Navale una rotta di spostamento verso levante (270°), fino al 6° meridiano, nell’attesa che le ricognizioni del mattino - svolte tra la Sardegna e le isole Baleari da idrovolanti Cant.Z.506 della Ricognizione Marittima coadiuvati da velivoli terrestri della Regia Aeronautica e del X Fliegerkorps - avessero dato notizie della Forza H. Se ciò non fosse avvenuto l’intera Squadra Navale doveva raggiungere, per le ore 13.30 del 9 febbraio, una posizione situata a 100 miglia ad ovest di Capo Corso (delimitata dalle coordinate lat., 42°40’Nord, long. 07°40’Est.),[1] all’estremità nord-occidentale della Corsica, per attaccare le navi nemiche che nel corso della notte avessero diretto, in’avvistate, verso il Golfo di Genova, ove erano state messe in stato di “allarme” le difese mobili e fisse della Liguria e dell’Alto Tirreno. Ma invece di attenersi alle istruzioni ricevute, e dirigere con la Squadra verso il 6° meridiano, l’ammiraglio Iachino, essendo stato avvertito nella notte da Supermarina che la zona del Tirzo era “in allarme” – poi annullato senza che il Comandante in Capo della Flotta ne fosse stato informato – per errore di valutazione variò la rotta delle navi per sud-ovest (230°); manovra che poi Iachino giustificò con l’affermazione, assolutamente arbitraria, che la trasmissione ricevuta da Supermarina indicava che il Tirso era in “allarme aereo”. Ragion per cui, egli affermò, era lecito pensare che la flotta nemica dovesse trovarsi al largo della Sardegna in una posizione situata a sud-ovest della flotta italiana.[2] Pertanto, quando alle ore 09.00 del 9 febbraio arrivò, con molto ritardo, la prima segnalazione che indicava essere in corso l’attacco navale contro Genova, a cui seguì l’ordine impartito al Comando della Squadra navale di dirigere verso nord, le navi dell’ammiraglio Iachino si trovavano arretrate di circa 30 miglia rispetto al previsto;[3] Ne conseguì che, sebbene avessero poi navigato ad alta velocità, le corazzate e gli incrociatori pesanti italiani non riuscirono a raggiungere in tempo la posizione prefissata a 100 miglia a ponente di Capo Corso per sbarrare al nemico, con superiorità di forze, la ritirata dal Golfo Ligure. Nel frattempo si era verificata una serie d’incredibili errori di carattere informativo nell’ambito della Regia Aeronautica, i cui velivoli non solo ritardavano le partenze, dopo l’allarme scattato in seguito all’avvistamento delle navi nemiche – trasmesso dall’osservatorio situato nella collina del Righi mezzora prima che avesse avuto inizio l’azione contro Genova, e poi confermato dalla stazione di Portofini e del motoveliero della difesa foranea Gena 4 – ma commisero anche una serie di errori grossolani. Infatti gli equipaggi di una formazione di “S.79” del 10° Stormo Bombardieri sganciarono il loro carico esplosivo contro i sette piroscafi del convoglio francese CN.4 transitante a ponente di Capo Corso. E un’altra formazione di dieci S. 79 dell’8° Stormo Bombardieri dell’Aeronautica della Sardegna, al comando del tenente colonnello Pietro Marini, attacco i Mas 510 e 525, (che stavano proteggendo a sud di La Spezia il peschereccio della difesa foranea GENA 5), scambiando i due piccoli scafi per due incrociatori, uno dei quali ritenuto colpito da una bomba. In entrambe le occasione fu ritenuto che le navi attaccate fossero britanniche. A questa confusa situazione, si aggiunse l'avvistamento dei cacciatorpediniere britannici Jupiter e Firedrake, che la sera dell’8 febbraio erano stati lasciati dall'ammiraglio Somerville a levante delle Isole Baleari per fare da esca all'attenzione degli italiani, sviandola dal Golfo Ligure, in cui realmente si trovava la Forza H. Scopo che fu pienamente raggiunto dai britannici, perché l'avvistamento delle due navi di scorta, segnalato il mattino del 9 febbraio da un ricognitore Cant Z. 506 della 287a Squadriglia della Ricognizione Marittima (capitano pilota Remo Ribolla, sottotenente di vascello osservatore Antonio Bagaggiolo) come “formazione navale considerevole”, determinò l'invio nella zona delle Baleari di venti bombardieri S. 79 del 32° Stormo, decollati da Decimomannu (Sardegna), che però non riuscirono ad avvistare il modesto obiettivo. Ma accadde anche di peggio ai “Br.20” del 43° Stormo bombardieri della 1a Squadra Aerea che, decollati dall’aeroporto di Lonato Pozzolo (Valle Padana), per ben quattro volte erano riusciti ad avvistare la Forza H. Due aerei del 98° Gruppo, guidati dal comandante del reparto tenente colonnello Ivo De Vittembeschi, attaccarono la portaerei Ark Royal senza riuscire a colpirla, ma poi mancarono di trasmettere in volo il segnale regolamentare di avvistamento. Altri sette velivoli del 98° e del 99° Gruppo individuarono in tre occasioni le navi britanniche a sud di Imperia, ma non trasmisero alcuna segnalazione d’allarme perché gli equipaggi ritennero si trattasse della flotta italiana che, dalle informazioni ricevute al momento della partenza dalla base, sapevano dovesse trovarsi in quella zona.[4] In una relazione dell’Ufficio Storico dell’Aeronautica, gli errori di avvistamento degli equipaggi dei nove bombardieri Br. 20 furono giustificati dal Comandante del 43° Stormo, colonnello Questa, come segue: Tutte le pattuglie hanno avvistato, a circa 70/100 Km a Sud di Imperia una forza navale composta da tre mavi da battaglia e da una decina di cacciatorpediniere. Giusta gli ordini ricevuti a terra dallo scrivente, due dei comandanti di formazione [tenenti Zucconi e Sordini], ritenendo trattarsi della formazione nazionale, hanno girato al largo e continuato la ricerca della flotta avversaria (che avrebbe dovuto essere composta da una portaerei e da una nave da battaglia) nella zona di mare compresa tra Genova – Nizza – Parallelo 43° - meridiano di Genova. Il ten. Col De Vittembeschi [comandante del 98° Gruppo Bombardieri], avendo invece distintamente scorto in mezzo alla formazione navale la nave portaerei ha attaccato secondo le modalità ricevute. Dopo che le varie pattuglie hanno avvistato la formazione navale nella stessa zona di mare, considerando che nessun contatto balistico è avvenuto tra la flotta nazionale e nemica, si può senz’altro ritenere che le formazioni aeree abbiano avvistato la stessa formazione navale, formazione che, se non fosse stata rilevata dalla portaerei, sarebbe stata ritenuta nazionale anche dalla pattuglia che ha attaccato. Nonostante questi gravissimi contrattempi, che si aggiunsero al cumulo degli errori verificatisi nel corso della mattinata, trascorsa per gli Alti Comandi italiani in uno stato di tensione, le unità navali dell’ammiraglio Iachino, nello spostarsi con rotta nord, avevano ancora la possibilità di intercettare il nemico in condizioni potenziali e numeriche favorevoli. La flotta italiana, infatti, poteva affrontare la Forza H in una zona tra la Provenza e la Corsica che si trovava distante ben 700 miglia da Gibilterra, e sotto il controllo dell’aviazione italiana il cui intervento avrebbe potuto rendere difficile agli inglesi il salvataggio di eventuali navi danneggiate. Purtroppo la notizia della presenza del convoglio francese CN.4, che era stato avvistato alle ore 10.00 da un ricognitore “S.79” a 75 miglia a nord-ovest di Capo Corso, e che poi sarebbe stato attaccato da una formazione di cinque “S.79” del 10° Stormo Bombardieri decollati da Viterbo, fu ricevuta e ritrasmessa da Supermarina come formazione di navi da guerra. Quella notizia, giunta al Comando Squadra, risultò particolarmente deleteria per l’ammiraglio Iachino, che nel frattempo, variando la rotta per nord-ovest, aveva assunto la giusta direttrice per intercettare la Forza H all’altezza di Tolone. Egli pertanto, essendo stato indotto dalle notizie ricevute da Supermarina a ritenere che il nemico stesse percorrendo una rotta prossima alle coste occidentali della Corsica, prese la decisione di dirigere per nord-nord-est (30°) andando, in tal modo, in direzione opposta a quella seguita dal nemico. Con questa errata manovra Iachino, che molto si rammarico per le notizie inesatte ricevute, perse la possibilità di intercettare la Forza H che, intorno alle 13.30, transitò ad appena 30 miglia di distanza, e con rotta inversa sulla sinistra della flotta italiana. Naturalmente in Italia la delusione fu molta, specialmente negli ambianti vicino a Mussolini; ma le relazioni che sull’episodio gli furono fatte pervenire erano molto annacquate, e il Duce nulla, o quasi nulla, venne a sapere degli errori che Marina e Aeronautica avevano commesso, per poi scambiarsi tra di loro accuse reciproche di responsabilità, che invece era comuni. [1] Ritengo che vada valorizzata la posizione in cui la flotta italiana doveva trovarsi alle 13.00 del 9 febbraio a 100 miglia ad ovest di Capo Corso. Questa informazione non si trova in nessun testo italiano, e neppure nei documenti della Marina, perché qualcuno ha fatto in modo che non esistesse traccia. Tuttavia, data la collaborazione operativa da sviluppare dalla Flotta italiana con il concorso dell’Aeronautica tedesca (X Fliegerkortps) le posizioni e coordinate (lat.42°40'N, long. 07°40'E) erano state inviate al rappresentante della Marina germanica a Roma, ammiraglio Heberhard Weicold, e da questi trasmesse al Comando della Marina germanica a Berlino (OKM), che le ha riportate nel suo Diario di Guerra. Furono inoltre portate a conoscenza dell’OKW che a sua volta le ha trascritte nel suo Diario di Guerra. Notizie, quelle dei due Diari, oggi consultabili facilemnte, dal momento che sono stati stampati. Ancora più importante, da me scoperta nel 1989, è la relazione n. 262/S del 10 febbraio 1941 dell’Ufficio di Collegamento R. Marina a Berlino, al fondo Comando Marina Germanica in Italia, cartella 6/1B, in Archivio Ufficio Storico Marina Militare. Questa relazione, esistente in fondo secondario per l’operazione di Genova, non sono riusciti a farla scomparire. Come si dice il diavolo insegna a fare le pentole ma non i coperchi. [2] Per i movimenti della flotta italiana vedi A.U.S.M.M., Promemoria di Supermarina n. 34 e 34 bis; Comando in Capo Squadra Navale, Rapporto di missione n. 115 del 13 febbraio 1941, Attacchi alle basi, b. n. 2, fascicolo n. 964; Angelo Iachino, Operazione mezzo giugno, Mondadori, Milano 1955. [3] Il ritardo delle segnalazioni sull’inizio dell’attacco contro il porto di Genova fu determinato da un disservizio, dovuto ad incresciosi equivoci e lentezza nella trasmissione degli avvistamenti del nemico da parte dei locali comandi di Marina, e a cui si aggiunsero ritardi dovuti allo stato di incertezza sul da farsi creatosi a Supermarina. [4] Per l’attività aerea italiana vds in particolare: ASMAUS, Diario Storico del Comando della 1ae 2a Squadra Aerea e del Comando Aeronautica Sardegna, e Relazioni operative belliche della 1a Squadra aerea, modelli AC.2. Edited April 23, 2017 by Francesco Mattesini atlantis, Conterosso and sandokan 3 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
sandokan Posted February 18, 2017 Report Share Posted February 18, 2017 Ed io non posso che attenderne la pubblicazione, essendo già inserito tra i Suoi assidui lettori anche su academia, caro Mattesini.grazie Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Domenico C. Posted February 21, 2017 Report Share Posted February 21, 2017 Trascrivo, se può interessare, qualche dettaglio sull’attacco degli Swordfish dell’ARK ROYAL.I 4 aerei che posano le mine a La Spezia sono gli Swordfish A5M, A5G, A5B e A5L dell’818 Sqdn guidati dal Lt. L.R.Tivy. Gli aerei decollano dall’ARK ROYAL alle 05.05 ed i primi due arrivano a La Spezia alle 05.40 e dopo aver atteso 15 minuti per avere luce sufficiente [Nota: l’alba è alle 07.14 ora italiana] effettuano una planata da 3000 ft a 100 ft e 400 ft rispettivamente sganciando al termine le mine. Gli altri due aerei, separatisi durante il volo, eseguono la missione isolatamente con qualche minuto di ritardo.E’ interessante notare che secondo il rapporto della DICAT, La Spezia è “allarmata dalle 07.13 alle 08.10 per 2 aerei nemici” e che “sono state individuate 2 mine magnetiche”: probabilmente gli ultimi due aerei non furono avvistati o si è ritenuto che fossero sempre i primi due. Ricordo che ovviamente gli orari inglesi sono GMT+1 mentre quelli italiani sono GMT+2 per via dell’ora legale.Gli aerei che invece bombardano Livorno sono 7 Swordfish dell’810 Sqdn guidati dal Lt.Cdr.M.Johnstone DSC e altri 7 dell’820 Sqdn guidati dal Lt. P.W.Compton. Questo è il resoconto dell’azione:“Flying off at 05.20, the squadrons formed up over two flame floats placed about 5 miles apart to the eastward, then joined company. Land was sighted at 06.25, though the aircraft were a little further along the coast than intended. In the first wave, the first sub-flight of 810 Sqdn and all the 820 Sqdn aircraft went in to attack the refineries, followed soon afterwards by the other two sub-flights of 810 Sqdn, which had lost their leader on turning towards the target. The bombs were dropped from 8000 ft. Bombs were also dropped on an aerodrome near Pisa [Nota: in effetti viene attaccato l’aeroporto di Pisa-S.Giusto] and one aircraft which had become detached bombed a railway junction at Livorno. Very little flak was encountered ….. In all the aircraft dropped 56 250lb GP bombs and 216 25lb incendiaries. ….. All except one of the aircraft returned safely, L9773/A4G of the 820 Sqdn hitting a balloon barrage while diving to attack, the crew (Sub.Lt.N.G.Attenborough, Mid. S.W. Foote, L/A G.W.Halifax) being lost.”Domenico C. Luiz and sandokan 2 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giancarlo Castiglioni Posted February 21, 2017 Report Share Posted February 21, 2017 Questo tema mi ha ricordato una mia conversazione di molti anni fa con Achille Rastelli.A proposito del mancato incontro con la flotta inglese dopo il bombardamento di Genova gli chiesi: “ Ma siamo sicuri che il messaggio di Supermarina che ha portato Iachino fuori rotta sia stato un errore? Non è che l’hanno fatto apposta?”.E Achille più o meno mi rispose: “È possibile; magari a Supermarina hanno pensato: ma cosa vuol fare Iachino? una battaglia con gli Inglesi? È impazzito? Campioni sì, che aveva capito come si doveva comportare. Purtroppo abbiamo dovuto sostituirlo. Ma adesso ci pensiamo noi ad impedire a Iachino di fare pazzie.”Era possibile, ma nessuno dei due pensava veramente che fosse andata così.Non pensavamo che Supermarina si fosse resa conto della tremenda inferiorità delle artiglierie italiane rispetto a quelle inglesi, e che invece di tentare di migliorare le proprie artiglierie, avesse deciso che la soluzione del problema fosse evitare il combattimento.Che volessero evitare il combattimento era vero, ma per altre ragioni.Non si erano resi conto che il mondo stava cambiando, erano innamorati delle proprie navi (più che degli equipaggi) e pensavano che le nostre corazzate sarebbero rimaste la “spina dorsale della flotta” per altri 20 anni, come dopo la IGM.In fondo i nostri ammiragli non avevano mai creduto di dover fare la guerra sul serio; prima pensavano di non farla, poi di farla per finta in attesa della pace dopo la caduta della Francia e infine che la guerra sarebbe stata come la IGM, con le navi in porto e gli alti ufficiali nei grandi alberghi di Taranto. Mattesini scrive che in occasione del bombardamento di Genova la Regia Marina perse: “la più favorevole e irripetibile occasione della guerra per conseguire una vittoria navale prestigiosa”.Vorrei lasciare le generose illusioni e ragionare concretamente su cosa sarebbe potuto succedere.Nei precedenti scontri di artiglieria a Capo Spada con 2 incrociatori contro uno avevamo perso il Colleoni e a Punta Stilo, con la Cesare danneggiata, la nostra flotta si era ritirata a Napoli.Negli scontri successivi, in netta superiorità di forze, a Gaudo e nelle due Sirti è finita con un nulla di fatto.Se i cannoni non colpiscono la superiorità di forze serve a poco.Perché l’eventuale battaglia al largo della Corsica sarebbe dovuta andare diversamente?L’esito più probabile era un nulla di fatto con tiri da grande distanza con cattiva visibilità e cortine fumogene; se si fosse fatto sul serio si poteva mettere molto male per le nostre navi, ma anche qui probabilmente non più che tanto, perché messo a segno qualche colpo, gli inglesi così lontani dalle proprie basi sarebbero stati ben contenti di incassare una vittoria parziale e si sarebbero ritirati. sandokan 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Iscandar Posted February 21, 2017 Report Share Posted February 21, 2017 oddio, a Gaudo non è finita con un nulla di fatta, le abbiamo prese abbastanza bene, io non c'ero ma ho avuto informazioni di prima mano Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco De Domenico Posted February 21, 2017 Report Share Posted February 21, 2017 2 febbraio Operation "Picket": otto Swordfish dell'810 Sqdn FAA dalla ARK ROYAL attaccano la diga idroelettrica sul lago del Tirso, a Santa Chiara di Pula; uno viene abbattuto dalla difesa contraerea e il suo equipaggio è fatto prigioniero (Lt. O'Sullivan, Sub-Lt. Knight, PO Eccleshall). Uno Skua dello 800 Sqdn deve ammarare, il Sub-Lt. Tritton e secondo componente l'equipaggio vengono salvati.Operation "Result", successivo attacco contro Genova, cancellata causa cattivo tempo.4 febbraio: la forza H rientra a Gibilterra.6 febbraio: la forza H salpa di nuovo in tre gruppi separati per l'Operazione "Result". Gruppo 1 RENOWN, MALAYA, ARK ROYAL, SHEFFIELD Gruppo 2 FEARLESS, FOXHOUND, FORESIGHT, FURY, ENCOUNTER e JERSEY Gruppo 3 DUNCAN, ISIS, FIREDRAKE e JUPITER. I Gruppi 1 e 2 salpano insiama al convoglio HG 53 diretto in Atlantico, poi tornano indietro dopo il tramonto. Il convoglio continua con la scorta del ct VELOX e dello sloop DEPTFORD. Il Gruppo 3 conduce una ricerca antisom a est dello Stretto poi su unisce agli altri due.9 febbraio Operation "Result": Aerei della ARK ROYAL, che era scortata dai ct DUNCAN, ISIS e ENCOUNTER, bombardano Livorno e lanciano mine all'ingresso del porto di La Spezia. Uno Swordfish dello 820 Sqdn è perduto su Livorno, equipaggio deceduto: Sub-Lt. Attenborough, Sub-Lt. Foote RNVR e LA Halifax.L'incrociatore SHEFFIELD bombarda Pisa.I ct JUPITER e FIREDRAKE si trovavano al largo di Majorca per simulare il traffico radio della Forza H per confondere il comando italiano. 11 febbraio la Forza H rientra a Gibilterra senza alcun danno. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giancarlo Castiglioni Posted February 21, 2017 Report Share Posted February 21, 2017 Volevo dare la mia opinione sul un altro punto toccato da Mattesini, il possibile intervento della Spagna a fianco di Germania e Italia.Nell’incontro tra Franco ed Hitler ad Hendaye il 20 ottobre 1940 Franco si disse disponibile ad intervenire e chiese come compenso concessioni esorbitanti nel Nord Africa Francese; a questo punto ci sono due interpretazioni differenti: una che volesse veramente intervenire e che fosse rimasto scornato dal rifiuto di Hitler, l’altra che non voleva la guerra e che era stata fatta una richiesta eccessiva proprio perchè fosse respinta.Naturalmente non era nel carattere di Franco lasciar trasparire cosa pensasse veramente anche ai suoi più stretti collaboratori.Hitler rifiutò la proposta, prima di tutto perché era in contrasto con la politica di conciliazione che intendeva portare avanti con la Francia, poi perché in quel momento preferiva non allargare il conflitto; anche nella primavera successiva l’invasione della Jugoslavia non era in programma, fu decisa all’ultimo momento come reazione al colpo di stato.Comunque credo che volendo avrebbe potuto costringere la Spagna ad entrare in guerra accontentandosi di molto meno, ma il punto era che Hitler e i capi militari tedeschi non erano convinti che l’intervento spagnolo fosse un reale vantaggio per la Germania.Naturalmente Gibilterra interessava, ma la Spagna era a terra dopo la guerra civile e probabilmente avrebbe avuto bisogno di aiuto, più che essere di aiuto; si sarebbero resi possibili sbarchi inglesi che probabilmente la Spagna non sarebbe stata in grado di respingere da sola.Anche il ricordo delle campagne napoleoniche in Spagna non confortava.Tutto sommato era meglio avere la Spagna benevolmente neutrale piuttosto che alleata.Quindi anche in questo caso nessuna occasione perduta per l’Asse. sandokan 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giancarlo Castiglioni Posted February 21, 2017 Report Share Posted February 21, 2017 Per Iskander su Gaudo. (Non Matapan)A me risulta nessun colpo a segno da entrambe le parti.Hai informazioni differenti? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted February 21, 2017 Author Report Share Posted February 21, 2017 Sono tutto interventi importanti e con molto dettagli che non conoscevo. Inserirò nell'articolo gli attacchi degli Swordfish. Mi ha lasciato perplesso, perché non suffragato da alcun documento quanto scritto da Castiglioni, ossia che Campioni abbia impedito a Iachino di andare al combattimento ? Secondo me, visto i documenti che posseggo, ciò non appare impossibile. Campioni e considerato, assieme a Iachino, il maggiore artefice negativo nella ricerca della Forza H, ma lo ha fatto commettendo degli errori di interpretazione sulla posizione e rotta seguita dalla formazione navale britannica, perché e stato mal servito dalla Ricognizione Marittima, e dalle informazioni dell'Aeronautica: soprattutto per gli errori degli aerei da bombardamento, che sbagliarono gli obiettivi, e non riconobbero le navi nemiche, scambiandole per quelle italiane. C'é da piangere! Franco sandokan 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giancarlo Castiglioni Posted February 21, 2017 Report Share Posted February 21, 2017 Se ci riferiamo al bombardamento di Genova, non ho detto che chi ha impedito a Iachino di combattere era Campioni, ho detto Supermarina, dove era anche Campioni.Lo avevo già letto 50 anni fa nei libri di Iachino ed è scritto chiaramente da Mattesini da cui copio: "Quella notizia, giunta al Comando Squadra, risultò particolarmente deleteria per l’ammiraglio Iachino, che nel frattempo, variando la rotta per nord-ovest, aveva assunto la giusta direttrice per intercettare la Forza H all’altezza di Tolone."Ripeto: credo sia stato un errore, ma l'ipotesi che sia stato intenzionale non è da scartare a priori.Se ci riferiamo a Capo Teulada Campioni era in comando, Iachino era sottoposto e ovviamente ha eseguito i suoi ordini. sandokan 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Iscandar Posted February 21, 2017 Report Share Posted February 21, 2017 beh, noi la chiamiamo Gaudo, ABC la chiamava Matapan, ma credo che tu ti riferisca alla stessa operazione, dove perdemmo la divisione istriana per così dire... sandokan 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giancarlo Castiglioni Posted February 22, 2017 Report Share Posted February 22, 2017 Io ho sempre saputo della distinzione tra prima fase diurna Gaudo e seconda notturna Matapan.Il libro di Iachino è "Gaudo e Matapan".Cosa intendi per ABC? sandokan 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco De Domenico Posted February 22, 2017 Report Share Posted February 22, 2017 A.B. Cunningham, penso. (a proposito: cunning ham = prosciutto astuto) sandokan 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco De Domenico Posted February 22, 2017 Report Share Posted February 22, 2017 Volevo dare la mia opinione sul un altro punto toccato da Mattesini, il possibile intervento della Spagna a fianco di Germania e Italia.Nell’incontro tra Franco ed Hitler ad Hendaye il 20 ottobre 1940 Franco si disse disponibile ad intervenire e chiese come compenso concessioni esorbitanti nel Nord Africa Francese; a questo punto ci sono due interpretazioni differenti: una che volesse veramente intervenire e che fosse rimasto scornato dal rifiuto di Hitler, l’altra che non voleva la guerra e che era stata fatta una richiesta eccessiva proprio perchè fosse respinta.Naturalmente non era nel carattere di Franco lasciar trasparire cosa pensasse veramente anche ai suoi più stretti collaboratori.Hitler rifiutò la proposta, prima di tutto perché era in contrasto con la politica di conciliazione che intendeva portare avanti con la Francia, poi perché in quel momento preferiva non allargare il conflitto; anche nella primavera successiva l’invasione della Jugoslavia non era in programma, fu decisa all’ultimo momento come reazione al colpo di stato.Comunque credo che volendo avrebbe potuto costringere la Spagna ad entrare in guerra accontentandosi di molto meno, ma il punto era che Hitler e i capi militari tedeschi non erano convinti che l’intervento spagnolo fosse un reale vantaggio per la Germania.Naturalmente Gibilterra interessava, ma la Spagna era a terra dopo la guerra civile e probabilmente avrebbe avuto bisogno di aiuto, più che essere di aiuto; si sarebbero resi possibili sbarchi inglesi che probabilmente la Spagna non sarebbe stata in grado di respingere da sola.Anche il ricordo delle campagne napoleoniche in Spagna non confortava.Tutto sommato era meglio avere la Spagna benevolmente neutrale piuttosto che alleata.Quindi anche in questo caso nessuna occasione perduta per l’Asse. Prima di incontrare il generalisimo Franco a Hendaye, Hitler aveva incontrato Pétain a Montoire, e naturalmente gli storici filo-petainisti attribuiscono al maresciallo tutto il merito del mancato intervento spagnolo a fianco dell'Asse. Com'è noto, Franco (da poco uscito nel marzo 1939 dalla guerra civile spagnola) per entrare in guerra chiese la consegna del Marocco francese (per rifarsi di Abd el-Kader, immagino) e di enormi quantitativi di armi e materiali strategici. Nel complesso, comunque, la Spagna mantenne per anni una neutralità molto filo-Asse (ospitalità ai sommergibili e mercantili italo-tedeschi nei suoi porti, forniture di ferro e carbone dalle miniere delle Asturie, ecc.), e intanto il 10 giugno 1940, visto il crollo francese, aveva occupato come stuzzichino la città internazionale di Tangeri (dove dopo poco avrebbe ospitato qualche sommergibile italiano in difficoltà con il passaggio dello Stretto di Gibilterra). sandokan 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted February 22, 2017 Author Report Share Posted February 22, 2017 Andrew Browne Cunningham Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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