Luiz Posted December 21, 2016 Report Share Posted December 21, 2016 Una Frachtpenische, foto coll. Cernuschi dal bel libro del socio AIDMEN Zvonimir Freivogel e del mio compianto predecessore Achille Rastelli, "Adriatic Naval War 1940-1945", Despot Infinitus, Zagreb, 2015. ti è arrivato? a me non ancora Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco De Domenico Posted December 21, 2016 Report Share Posted December 21, 2016 Una Frachtpenische, foto coll. Cernuschi dal bel libro del socio AIDMEN Zvonimir Freivogel e del mio compianto predecessore Achille Rastelli, "Adriatic Naval War 1940-1945", Despot Infinitus, Zagreb, 2015. ti è arrivato? a me non ancora Arrivato l'altro ieri. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Luiz Posted December 21, 2016 Report Share Posted December 21, 2016 Una Frachtpenische, foto coll. Cernuschi dal bel libro del socio AIDMEN Zvonimir Freivogel e del mio compianto predecessore Achille Rastelli, "Adriatic Naval War 1940-1945", Despot Infinitus, Zagreb, 2015. ti è arrivato? a me non ancora Arrivato l'altro ieri. speranze per Natale Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Luiz Posted December 21, 2016 Report Share Posted December 21, 2016 Il mio amico Stefano Ghezzo mi ha inviato il disegno del relitto in oggetto fatto da Isma Finotti Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Danilo Pellegrini Posted December 21, 2016 Author Report Share Posted December 21, 2016 Non è questo il coefficiente di finezza dello scafo che non è così tondeggiante; la plancia del relitto è più avanzata e nello schizzo mancano l'osteriggio di macchina e lo squarcio sul fianco sinistro. Vedi le immagini SSS e Multibeam in http://www.aidmen.it/topic/652-relitto-di-un-rd-al-largo-di-punta-della-maestra/?p=4908Peccato non poter separare la discussione che tratta, un po' per causa mia, due argomenti diversi. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Danilo Pellegrini Posted December 21, 2016 Author Report Share Posted December 21, 2016 (edited) Grazie sig. De Domenico per la foto della Frachtpenische. Decisamente è diversa dal relitto visto dai miei conoscenti che dalla descrizione potrebbe essere benissimo una MFP@ Luiz: prova interpellare i tuoi amici, che stando al nome, reputo essere sub della zona del delta (conosco bene i Finotti di Taglio di Po) o di Chioggia; è probabile conoscano anche il relitto della motozattera.@ Domenico C: quanto esposto in http://www.aidmen.it/topic/652-relitto-di-un-rd-al-largo-di-punta-della-maestra/?p=4935 lo puoi trovare on line nel sito dell'HMA http://www.historisches-marinearchiv.de/projekte/landungsfahrzeuge/marinefaehrprahm/ausgabe.php?where_value=756 EDIT: Rintracciata la recensione del testo: "Adriatic Naval War 1940 - 1945" che provvedo subito ad ordinare Edited December 21, 2016 by Danilo Pellegrini Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco De Domenico Posted December 21, 2016 Report Share Posted December 21, 2016 Il libro per la verità si occupa quasi esclusivamente del versante jugoslavo dell'Adriatico. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Danilo Pellegrini Posted December 22, 2016 Author Report Share Posted December 22, 2016 Lo davo per scontato, trattandosi di Zvonimir Freivogel. Ho già letto alcuni suoi interessanti articoli pubblicati da Storia Militare.Vedendo poi che il testo è corredato da una ricca iconografia tratta dalla collezione Rastelli, come potevo farne a meno? Purtroppo l'arrivo è previsto dopo le festività. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Luiz Posted December 22, 2016 Report Share Posted December 22, 2016 Stefano Ghezzo mi manda questa email da pubblicare sul forum Buongiorno a tutti. Premettendo che non siamo assolutamente esperti di ricostruzioni storiche ne tanto meno di relitti militari proviamo a portare il nostro piccolissimo contributo sul relitto in questione tramite l'amica Luisella. Mi scuso fin da subito per la terminologia non tecnica, siamo semplicemente un piccolo team di subacquei ricreativi. Ebbene, per noi locali il relitto in questione è la “Cannoniera della Pila”.Da oltre 30 anni tutti la chiamano così. Il punto GPS è conosciuto a chi frequenta questo tratto di mare, alcuni si immergono (pochi), altri preferiscono usarlo a spot di pesca, siamo di fronte alla bocca del Po di Tramontana appena a nord della bocca principale del Po di Venezia. L'area (Delta del Po) viene spesso chiamata “punta della Maestra” (Maistra per i locali) il sito in questione si trova a circa 4 miglia dalla costa. Fondale di circa 26 mt. Un fondale molto atipico tra l'altro perché presenta diverse profondità al posto del solito piattume sabbioso infinito. Ci sono delle piccole “motte” di sabbia con dislivelli di anche 1 metro. Il relitto è affondato nel peggior posto possibile. La visibilità è quasi sempre prossima allo zero. Acqua torbida, corrente, buio e tantissima sospensione. Questo quello che si trova la sotto. Proviamo ora a descrivervi quello che, in più tuffi ricreativi, abbiam visto là sotto. Lo scafo è abbastanza inclinato verso sinistra con la prua rivolta verso la costa (ovest). Lo squarcio oramai non si vede quasi più per via dell' insabbiamento, si intuisce solamente la forma. Se ci fosse un pertugio di accesso lo avremmo esplorato, probabilmente tra gli ’80 e i primi ’90 il relitto era molto meno insabbiato e lo squarcio ben più visibile. La parte poppiera è fortemente danneggiata. Della cabina si intuisce la forma ma tutto il relitto è collassato al suo interno. Forse la prua col suo “cannone” da cui il nome locale “cannoniera” (passatemi la terminologia non tecnica) è la parte più interessante, o perlomeno più rialzata dalla sabbia e quindi visibile. Alcune volte abbiam trovato il relitto coperto di reti, altre volte le stesse reti erano state portate via dalle mareggiate. Inevitabilmente alcuni pezzi rimangono aggrappati rendendo il tuffo pericoloso oltre che difficile. Lo schizzo fatto dal nostro comandante post immersione serve a noi per capire come orientarci. Fu fatto ben prima di vedere le scansioni (che meraviglia…) del libro i “Relitti del Golfo di Venezia” e ben prima di sapere cosa poteva essere. Con quelle scansioni ora, tutti i tuffi adriatici diventano più facili e finalmente più comprensibili. La difficoltà estrema dell immersione presumo sia il motivo principale per cui in tanti anni non si è riusciti a venirne a capo. Oltre ad essere parzialmente insabbiato è situato in un punto dove la sospensione regna sovrana. Si fa davvero fatica a capirci qualcosa. Una curiosità. La catena dell ancora è fuori. Tra l'altro è anche in tiro come se la navetta fosse alla fonda. Ovviamente questo l'abbiam capito “palpando” la prua, non siamo stati in grado di proseguire lungo la catena tesa per arrivare all'ancora (a visibilità zero c è il pericolo di trovarsi dentro una rete) ma è una delle cose che proveremo a fare in primavera. Per Danilo Pellegrini. Intanto “chapeau” per la tua grande carriera subacquea. Molti di noi oggi si immergono sui punti che pochi di voi hanno scovato. Non conosciamo la “motozattera”, o forse si, e semplicemente la chiamiamo con un altro nome. Come dovrebbe essere fatta ? Misure ? Non credo possa trattarsi del “Cassero” o della “nave a Vapore” (poco conosciuti ma entrambe situate più a Nord). In realtà ci sarebbe un altro relitto oltre il Po di Venezia (principale ramo del Po) ben più al largo e più a Sud, poco conosciuto, forse intendete quello ? Nella mappa disegnata in Relitti del golfo di Venezia c è … ma non viene trattato . La zona è presumibilmente quella dove si inabisso l’ MGB 663. Ci sono ben 2 ferri certi in questa zona, uno l'abbiamo visitato un paio di volte l'altro l abbiamo mancato. Non sono relitti conosciuti. Il Petronio invece dovrebbe trovarsi decisamente più a Sud rispetto alle nostre zone, e fuori dalla “Punta della Maestra” dove iniziano le acque Ferraresi. Non ci siamo mai stati, troppo distante e fuori dalla nostra portata. Altra cosa da tener conto è il continuo avanzamento ed arretramento di questa zona costiera dovuto alle piene del Po che modificano negli anni la morfologia del territorio. Ma non solo il grande fiume, negli anni 60 ad esempio a causa della subsidenza il mare era molto più lontano. In qst ultimi periodi invece sta indietreggiando facendo apparire, ad esempio, dei fortini della prima guerra mondiale che per molti anni son stati sott acqua. Anche il faro (ex faro) era posizionato molto più a sud dell attuale e spesso le navi finivano insabbiate . Gli anziani del posto ci hanno raccontato un po’ di storie in merito, sia per la “Cannoniera” sia per la “San Giorgio”. Spero che queste sommarie informazioni possano aiutare le vostre ricerche, è un vero piacere leggervi si apprendono moltissime cose del nostro splendido tratto di mare Stefano (Adriatic Divers team) Danilo Pellegrini 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Loligo Posted December 22, 2016 Report Share Posted December 22, 2016 Guardate in Groener vol.7 pag.171 il profilo dei FL.B serie 404-444 : è relativamente vicino al disegno di Ghezzo (non si può criticare un disegno fatto da persona probabilmente non tecnica durante immersioni in condizioni non sempre ottimali), per cui potrebbe trattarsi, senza mettere mani sul fuoco, proprio del FL.B 422 o similare Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Danilo Pellegrini Posted December 22, 2016 Author Report Share Posted December 22, 2016 Non è questo il coefficiente di finezza dello scafo che non è così tondeggiante; la plancia del relitto è più avanzata e nello schizzo mancano l'osteriggio di macchina e lo squarcio sul fianco sinistro. Vedi le immagini SSS e Multibeam in http://www.aidmen.it/topic/652-relitto-di-un-rd-al-largo-di-punta-della-maestra/?p=4908Peccato non poter separare la discussione che tratta, un po' per causa mia, due argomenti diversi. Guardate in Groener vol.7 pag.171 il profilo dei FL.B serie 404-444 : è relativamente vicino al disegno di Ghezzo (non si può criticare un disegno fatto da persona probabilmente non tecnica durante immersioni in condizioni non sempre ottimali), per cui potrebbe trattarsi, senza mettere mani sul fuoco, proprio del FL.B 422 o similare Mi dispiace e mi scuso per essermi espresso in un tono ahimè, riconosco, scortese. Mi vorrei invece complimentare con l'autrice dello schizzo che, nelle condizioni critiche, ben descritte da Stefano Ghezzo, è riuscita a coglierne con buona approssimazione gli aspetti principali.Stefano hai parlato di cose che mi interessano e che in parte conosco. Mi piacerebbe incontrarti; tramite Luisella possiamo scambiarci le rispettive coordinate. Per quanto riguarda il relitto del San Giorgio, ho raccolto anch'io testimonianze di chi lo ricordava affiorante. Sono stato sul posto nuovamente nel corso dell'estate scorsa e avrei ancora qualcosa da dire ... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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