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Relitto di un RD al largo di Punta della Maestra


Danilo Pellegrini
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Ho rintracciato questo relitto a fine anni '80, prima dell'avvento del gps, quando era ancora in funzione il meno accurato sistema di radionavigazione Loran C; purtroppo né io né altri siamo riusciti a venire a capo di quale unità si tratti.

L'afferratura mi era stata segnalata da un conoscente, un pescatore locale, che incocciando l'ignoto ostacolo con la rete a strascico, l'aveva persa strappando i cavi di rimorchio e chiedeva se fosse possibile tentarne il recupero, quantomeno per limitare la rilevante perdita economica.

La rete non era la sola: altri attrezzi da pesca avviluppavano il relitto da poppa fino alla plancia; oltretutto i sedimenti in sospensione, peculiari nel tratto di mare circostante il delta del Po, si spingono parecchio al largo, limitando significativamente visibilità e quantità di luce sul fondo. Tali condizioni  in aggiunta al pericolo costituito dalle reti non rendono l'immersione particolarmente piacevole o incoraggiante, malgrado la modesta profondità del fondale, di soli 26 metri.

Dal discreto stato del fasciame in ferro chiodato, dallo squarcio allo scafo che causò l'affondamento, non ultimo dalla massima elevazione della principale bocca da fuoco che pare nel suo ultimo impiego aver risposto al fuoco antiaereo, stimo che l'affondamento risalga all'ultimo conflitto. Questa circostanza è avvalorata da  testimonianze raccolte in passato tra attempati pescatori della zona che ricordano genericamente che un rimorchiatore militare venne attaccato ed affondato in quel tratto di mare nel 1945, in un conflitto a fuoco con aerei alleati.

Lo scafo è sbandato sulla fiancata sinistra che presenta un ampio squarcio; il tagliamare verticale, la poppa arrotondata, l'osteriggio di macchina e l'inconfondibile pezzo singolo da 76/40, allogato sul castello di prora, lasciano per l'appunto pensare ad un RD del tipo tradizionale.

 

Tale relitto è poco o per nulla conosciuto: come ho già accennato non si tratta di un'immersione piacevole. Non lo trovo infatti elencato tra quelli censiti nell'ottimo testo a firma di Sergio Pivetta e del nostro vicepresidente Giorgio Spazzapan “Relitti e navi sommerse – la costa adriatica e ionica”, visitati abitualmente da subacquei amatoriali.

Qualche anno fa, nel corso della realizzazione di un più ampio progetto volto principalmente alla valorizzazione delle risorse marine, è stato re-ispezionato de visu, mappato con rilievi side-scan sonar e multi beam da una società veneziana specializzata in rilievi idrografici, il cui titolare aveva avuto parte attiva nel nostro primo gruppo di scoperta.

La scheda report dell'intervento è stata riportata nella pubblicazione della Regione Veneto, dell'altrettanto prestigioso volume “I relitti del golfo di Venezia”.

 

L'ipotesi formulata nel testo, che il relitto possa essere attribuito ad uno degli scafi impostati dal CRDA, trovati dai tedeschi nel 1943 sugli scali del cantiere di Monfalcone (rd 115-122, cost. 1474-1481), mi lascia però alquanto perplesso.

Gli RD della classe 101 da 110 t di dislocamento a pieno carico, pur di dimensioni simili (m 34.00 x 5.80 x 1.50), erano infatti unità decisamente più veloci rispetto a quelle di maggior immersione, dislocanti, da circa 200 t costruite subito dopo il primo conflitto e dotate di macchina alternativa.

Il Gröner ne indica la potenza installata in 2300 hp per una velocità operativa di 17 nodi, pertanto unità semiplananti, motorizzate con diesel leggeri su due assi (?), sensibilmente diverse dalle precedenti nelle forme di scafo e di carena.

Non viene specificato nel dettaglio il materiale costruttivo; constatando però che le altre unità di classe vennero impostate dai cantieri - Baglietto, Celli, Picchiotti e Costaguta - credo che si trattasse di costruzioni in legno, probabilmente a più corsi di fasciame incrociato.

La denominazione data dalla R.M. al progetto, datato 1942, fu quella di RDV (o DV) – motodragamine veloci.

Allego a seguire un immagine del DV 115, gemello del DV 116 al quale viene fatto riferimento nel testo, ormeggiato ad una banchina del cantiere semidistrutto di Monfalcone e altra di unità della stessa classe costruita dal cantiere Celli a Venezia Sant'Elena.

 

La dettagliata relazione del capo Ufficio Recuperi R. M. a Venezia, maggiore G.N. Lendaro del 28 febbraio 1946 riporta ubicazione e dettagli sullo stato dei mezzi e dei relativi lavori in essere a quella data, di oltre 220 mezzi affondati nel nostro Compartimento Marittimo; documentazione successiva sullo stato dei fatti si trova in altra relazione di Compamare Venezia, risalente al maggio 1953. Né l'una né l'altra fanno menzione di questa unità.

Rimane dunque l'interrogativo o meglio il più fitto mistero sull'identità di questo relitto, uno dei pochissimi ancora senza nome, presenti nel nostro Adriatico, per di più alle soglie di casa !

                                                                                                                                                                continua ...

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Edited by Danilo Pellegrini
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Edited by Danilo Pellegrini
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RDV 115 al CRDA di Monfalcone

 

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DV 411 Cantiere Celli

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Secondo il Groener (vol. 2 del 1999 pagg. 253) RD 115 viene affondato nel canale di accesso al cantiere di Monfalcone da attacco aereo il 16 marzo 1945; RD 116, completato ad aprile 1945, si autoaffonda (come molte altre piccole unità tedesche, del resto) alla foce del Tagliamento il 2 maggio 1945. RD 117 e 118 vengono varati nel maggio 1945 (?) ma restano incompleti a Monfalcone dove saranno demoliti, stessa sorte che tocca dopo il 1945 a RD 119 a 122, rimasti sullo scalo sempre ai CRDA. Per RD 123 a 126 la costruzione (nn. 1482 a 1485) non venne neppure iniziata (si veda anche Paolo Valenti, "Storia del cantiere navale di Monfalcone 1908-2008", Edizioni Luglio, 2007). RD 116 a RD 122 appartenevano alla 6. Raumbootflottille operante da Fiume e da Pola.

E veniamo agli RD della 1a g.m. I tedeschi ne catturano tre al Pireo il 9 settembre 1943 e uno a Syra il 13 settembre:
RD 9 poi GA 80 (Griechenland, Attika Kuestenschutzfl.) poi M 1226 per la 12. Raumbootflottille/B Gruppe, affondato da attacco aereo al largo del Pireo l'11 gennaio 1944 con 5 morti a bordo.
RD 17 poi GA 81 poi M 1227, secondo il Groener forse affondato nel 1945 in circostanze non note.
RD 26 poi GA 82 poi M 1228, secondo il Groener forse affondato nel 1944 alla Spezia. Un errore evidente, perché un battello catturato il 9 settembre nell'Egeo non poteva passare nel Mar Ligure. Bargoni dice autoaffondato nel 1945 ma non dice dove.
RD 35 catturato a Syra poi GA 83 poi M 1229, secondo il Groener e il Bargoni forse affondato nel 1944 nell'Egeo.

Tutti e quattro appartenenti alla 12. R-Flottille operante in Adriatico, a Corfù e in Egeo.

Mi pare che l'unica, remota possibilità siano gli RD 17 e RD 26.

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per una completa identificazione bisognerebbe avere le coordinate esatte. Nel libro di Pivetta/Spazzapan risultano come possibili, (anche se le posizioni date a sud di Punta Maestra sono più lontane (Porto Corsini, Comacchio)il rim- PETRONIO ed uno "sconosciuto".

Dalla testimonianza oculare riportata (scafo in ferre chiodato) si dovrebe escludere tassativamente un RDV. Come dice FDD degli RD del primo dopoguerra nessuno risulta affondato in quel periodo in quei paraggi. Per quanto sempre la proposta di FDD per RD 17, dal volume di F.Bargoni avrebbe dovuto trovarsi in acque greche ed essere autoaffondato colà, ma gli eventi in Grecia sono ancora nebulosi Ritengo necessario approfondire la ricerca sul PETRONIO o su altro rimorchiatore ( o betta fluviale ) di cui non si hanno notizie precise.

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Oltre alla differenza di forma e dimensioni di quello degli RD, il Petronio era un rimorchiatore in legno,  pertanto da escludersi indipendentemente dalla differenza della posizione indicata da Pivetta e Spazzapan che secondo le cronache di allora è ragionevolmente corretta.

Non mi è chiaro a quale betta fluviale tu faccia riferimento.

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Il libro che citi è stato recensito sul Bollettino 2016 in arrivo a gennaio.

Ho tentato di ottenere qualche copia dal Consiglio regionale del Veneto (visto che vi vengono riutilizzate le schede dei nostri soci) ma niente, e invano.

 

Poi Giorgio mi dice che a parer suo non è affatto un RD

(però adesso ci deve dire anche cos'è invece di fare il misterioso)

 

L.

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Se posso dare un contributo, escluderei RD 17 ed RD 26, sicuramente affondati in Egeo.

Personalmente sarei anche ragionevolmente sicuro nell'escludere i dragamine veloci della serie RD: anche se la documentazione è scarsa, le poche unità completate dai tedeschi sono tutte "tracciabili". Non ho tuttavia notizie certe circa la fine del relitto dell'RD 116 (e del similare tedesco R 187) dopo l'incaglio alla foce del Tagliamento ai primi di Maggio 1945: le unità sono state demolite sul posto o, come altre dello stesso gruppo, recuperate e rimorchiate qualche giorno dopo dagli inglesi verso Ancona?

A parte questo dubbio, se il relitto si riferisce al periodo 1943-45 l'identificazione non sembra facile. Punta della Maestra era un punto di passaggio obbligato del traffico tedesco da Venezia verso Sud e sono diverse le navi tedesche o sotto controllo tedesco affondate per varie cause in zona. La sola flottiglia tedesca di Venezia riporta ad esempio la perdita presso Punta della Maestra nel 1944 di otto diverse navi pattuglia (Hafenschutzboote). Purtroppo per molte unità la posizione della perdita è registrata nei documenti della Kriegsmarine in modo generico ("... presso Punta della Maestra") e questo non aiuta nell'identificazione. Se si tratta di un rimorchiatore, oltre al PETRONIO già citato, c'è ad esempio anche l'ADIGE, che però era armato solo con un'arma da 20 mm. Da un primo sommario esame non trovo tuttavia perdite che corrispondano pienamente al relitto descritto, ma la documentazione degli ultimi mesi di guerra è molto lacunosa (mancano completamente ad esempio i diari di guerra relativi al 1945 della 2.Transport-Flotille che gestiva il traffico costiero nella zona).

Tra le varie possibilità cito, ad esempio, che nel gennaio 1945 va persa per collisione davanti Punta della Maestra la Flugbetriebsboot tedesca Fl.B.422 : la nave affonda dopo essere stata speronata per errore da un'altra unità a centro nave (e quindi il danno potrebbe corrispondere) ed al momento dell'incidente le navi erano in allarme aereo (per cui presumibilmente con le armi puntate al cielo), ma si tratta di un'unità più piccola (circa 25 metri) ed armata con un'arma da 20 mm. Per l'identificazione di questo relitto può essere utile sapere che, dopo essere stata trasferita dal Seenotdienst della Luftwaffe alla Kriegsmarine, la nave era stata modificata all'inizio di Novembre 1944 nell'Arsenale di Venezia come posamine veloce, per cui a poppa dovrebbero trovarsi le relative rotaie. In questo caso ad esempio il rapporto tedesco indica la posizione esatta della perdita ma con riferimento ad una posizione convenzionale di cui non conosco le coordinate (3 miglia a SE di "Punkt 11, Weg Amsel": "Amsel" era una delle rotte standard, "Punkt 11"  un punto di riferimento di cui non ho appunto le coordinate).

Auguri comunque per la ricerca.

Domenico C.

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La 2. Transport-Flottille, costituita a settembre 1943 a Marsiglia, dal gennaio 1944 venne trasferita a Venezia e Ferrara. Costituiva il Seetransportstelle (posto di trasporto marittimo) di Venezia, e occasionalmente faceva capo al Leiter der Po-Schiffahrt (comando navigazione sul Po). Era composta da 28 Frachtpenischen (chiatte da carico autopropulse) e 28 Tankpenischen (chiatte cisterna autopropulse). Credo che questo sia il riferimento di Loligo.

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Ringrazio vivamente sia Domenico C che il nostro enciclopedico Presidente !

Come già anticipato nella interessantissima relazione di Domenico è da escludersi la la possibilità che si tratti della FI.B.422 di cui ignoravo le circostanze dell'affondamento. Questa è la Fi.B.421.

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Accertato che si trovavano in loco le Frachtpenischen della 2. Transport-Flottille, mi è ora chiaro cosa potrebbe essere quel relitto descrittomi da un conoscente e da lui, non so in base a quale caratteristica ne abbia accertato la nazionalità, definito “motozattera tedesca, carica di materiali”. E' situata a un paio di miglia più al largo del rimorchiatore dragamine.

Reputavo dalle dimensioni che mi sono state allora sommariamente descritte, potesse trattarsi di una delle 10 Landungsfahrzeuge in forza a Venezia, ma nessuna di esse affondò con certezza in questa zona.

 

EDIT: E' possibile reperire una foto o le caratteristiche delle Frachtpenischen ? ho visto analoga datata richiesta di Long John Silver su Marine Archiv Forum ...

Delle MFP perdute in Alto Adriatico la F 619 venne affondata a cannonate il 03.05.1945 dalla MGB 642 che la stava rimorchiando dal Tagliamento verso Ancona, a causa della ripetuta rottura dei cavi di rimorchio, ma chissà dove ....

Altra MFP, la 1165, in rotta da Venezia Verso Trieste, affondò fuori Lignano per attacco aereo in data 28.12.1944 nel punto 45° 37,1' N   13° 09,4' E, ma credo sia stata recuperata nel dopo guerra, in quanto per ampio raggio da questa posizione non si trova nulla.

Edited by Danilo Pellegrini
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Il neo socio Pellegrini cita l'affondamento della F 619 durante il rimorchio Tagliamento Ancona del 3. 5.1945, Groenr per F 619 dice : 17. 8.1944 ore 12.45Chioggia, attaccata da aerei, incendiata e portata in costa.

E' possibile chiarire se i due eventi possano essere entrambi reali ? In altre parole : è possibile che la F 619 dopo l'attacco a Chioggia sia stata ripristinasta e rimessa in servizio fino alla ritirata sul Tagliamento???

O una delle due fonti è errata ????

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Il neo socio Pellegrini cita l'affondamento della F 619 durante il rimorchio Tagliamento Ancona del 3. 5.1945, Groenr per F 619 dice : 17. 8.1944 ore 12.45Chioggia, attaccata da aerei, incendiata e portata in costa.

E' possibile chiarire se i due eventi possano essere entrambi reali ? In altre parole : è possibile che la F 619 dopo l'attacco a Chioggia sia stata ripristinasta e rimessa in servizio fino alla ritirata sul Tagliamento???

O una delle due fonti è errata ????

 

 

Da Historisches Marine Archiv (HMA):

 

F 619: 1.6.1944 schierata con la 10. Landungsflottille

17.8.1944 h 12.15 poco dopo l'entrata a Chioggia attaccata  da 11 cacciabombardieri, riporta gravi danni da bombe e armi di bordo dei caccia. Portata all'incaglio nel porto di Chioggia per prevenirne l'affondamento. Parecchie armi distrutte, 2 morti, 3 feriti.

Recuperata e riparata nell'arsenale di Venezia fino al 16.9.1944, poi fino almeno al 30.11.1944 in servizio con lo MFP-Gruppe Westadria.

1.1.1945 schierata con la 10. Landungsfl.

1.2.1945 va da Venezia a Trieste con il convoglio No. 290.

2.5.1945 va con una formazione tedesca uscita da Trieste ed entrata nella foce del Tagliamento per evitare di cadere nelle mani dei partigiani jugoslavi.

3.5.1945 A rimorchio della MGB 642 salpa dal Tagliamento verso Ancona, ma il rimorchio si rompe più volte e verso le 20.50 viene autoaffondata a cannonate.

 

Fonti: Dudley Pope, "Flag Four" pagg. 286 sgg., KTB MFP-Gruppe westl. Adria, Kriegsgliederung e Taktische Gliederung der 10.L-Fl., Kugler, "Chronik der amphibischen Verbaende", DEFE 3/682

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