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COSTA CONCORDIA: sono state depositate le motivazioni della sentenza d'Appello


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Sono state pubblicate a quasi stretto giro (la sentenza è del 31 maggio) le motivazioni dellla sentenza d'Appello nel processo Costa Concordia

 

http://firenze.repubblica.it/cronaca/2016/08/30/news/concordia_le_motivazioni_della_sentenza_d_appello_schettino_lascio_la_nave_con_persone_a_bordo_-146884630/

 

Quando "saltò su una lancia" "Schettino era consapevole che diverse persone si trovavano sul lato sinistro della nave o, comunque, quanto meno aveva seri dubbi in tal senso e decideva in ogni caso di allontanarsi in modo definitivo dalla Concordia". Per quanto riguarda l'inchino, invece, i giudici scrivono: "L'intenzione" di Schettino non
era seguire la rotta del cartografo ma "navigare secondo il suo istinto marinaresco, più a ridosso dell'isola, confidando nella sua abilità".

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Cara lui, la massima di C.M.Cipolla della tua firma è quanto mai esponenzialmente valida per questo caso

 

Schettino è stato condannato ma il sistema non è stato messo in discussione, si è salvato.

Schettino era in quel posto non per abilità ma per cordata, per amicizie, soprattutto per avere “le fisique du rol” in un sistema che è artificiale, ludico, uno spettacolo continuo a cui tutti devono rispondere

E’ stato giustamente, e persino lievemente, punito Schettino, ma salvando le colpe di una catena ancor più colpevole, di chi lo aveva messo li, di chi propizia e sfrutta regolamenti che non hanno né la sicurezza né le buone regole della navigazione come asse portante

Esiste un autore intellettuale, quasi un mandante, di questa vicenda, il comandante Palombo (ne ha scritto un libro di memorie) a cui era (con)diretto l’ inchino, il mentore, lo stesso che ha creato la fulminante carriera di questo personaggio, ma non era imputato, non è perseguibile, continuerà a godersi la sua dorata pensione e la spocchia dimostrata nelle fasi iniziali dell’ inchiesta …

La Costa Concordia è stata un incidente che non poteva essere nascosto (malgrado inizialmente ci abbiano provato..) ma la quotidianità di queste navi, assurde, è costellata di incidenti, prima della Concordia, durante e dopo, ma poco, per un buon servizio stampa se ne parla.

Basta, pochi giorni fa, l’ incidente della Carnival a Messina, di cui il nostro socio Garufi ha postato un video molto istruttivo.

Non possono andare per mare mostri con ben più di 4000 persone a bordo (a volte sino a 5000, con tendenza all’ aumento nelle nuove costruzioni) compresi neonati, bambini, anziani e disabili, tutte da assistere e guidare con un “equipaggio nave” di 40 persone o meno ( rapporto passeggeri/assistiti in caso di emergenza meno dell’ 1% -- neppure le linee aeree …)

40 persone di equipaggio, che escludendo lo stato maggiore, significano non più di 12 persone di guardia effettiva in normale navigazione, di “guardia” su distese pari a vari campi di calcio, zeppe di macchinari e potenziali pericoli, in un ambiente comunque avverso quale il mare

Cito solo un dato;  l’ incidente più probabile, e purtroppo usuale, su queste navi è l’ incendio;  per combattere un incendio servirebbero almeno due squadre di 12 persone ciascuna:  non è possibile assicurarle con questa consistenza di equipaggio, e meno considerando che in caso di incendio oltre a combattere l’ incendio occorre attuare i piani di emergenza a tutela di nave e passeggeri, e mantenere il controllo della navigazione…

 

Un sistema inadeguato, diciamo viziato per non usare altri termini che attirino legulei sempre in agguato, che ha la maggiore debolezza nella formazione e soprattutto selezione del personale.

Formazione spesso fatta in modo virtuale o con “similitudini” del tutto discutili (la formazione antincendio in terra, per esempio, individuale e non di gruppo), carriera basata su attestati, selezione basata sui costi e sulla disponibilità immediata e non sulla compatibilità e funzionalità dei teams …

Sono fattori che in parte ritroviamo nelle motivazioni della sentenza, ovviamente riguardante il solo Schettino (che diviene il solo capro espiatorio, per quanto meritatamente colpevole e passibile di ognmi pena e ludibrio, non può essere solo …), che mi permetto evidenziare per una diversa lettura trascrivendo l’ articolo citato dalla nostra Luiz.

 

Imperizia e mancanza di etica : ….. nelle motivazioni della sentenza d'appello: "Schettino lasciò la nave con persone a bordo"  …. il comandante per il naufragio: "Era consapevole". e sull'inchino: "Navigò secondo il suo istinto senza seguire la rotta"   .. ma l’ inchino non doveva esserci, è una manovra vietata anche per un fuoribordo, in quelle acque ed qa quella distanza

 

…….le motivazioni della sentenza d'appello: "Schettino lasciò la nave con persone a bordo"

…. Quando "saltò (certamente una buona forma atletica, meritevole di altro impegno …) su una lancia..  Schettino era consapevole che diverse persone si trovavano sul lato sinistro della nave o, comunque, quanto meno aveva seri dubbi in tal senso e decideva in ogni caso di allontanarsi in modo definitivo dalla Concordia".

Per quanto riguarda l'inchino, invece, i giudici scrivono: "L'intenzione" di Schettino non

era seguire la rotta del cartografo ma "navigare secondo il suo istinto marinaresco, più a ridosso dell'isola, confidando nella sua abilità".    Qui si sorvola su una manovra ed una procedura che dovrebbe essere sanzionata e per qualsiasi privato avrebbe gravi conseguenze, mentre per il potere delle compagnie di crociera diviene un diritto, un’ attrazione

 

Non solo con il naufragio della nave all'Isola del Giglio la sera del 13 gennaio 2012  morirono 32 persone, ma queste manovre sono pericolose per bagnanti, naviganti, piccole imbarcazioni, installazioni di spiaggia, e l’ ostacolo ed il pericolo per la navigazione sono reati

 

L’ etica, la professionalità e la credibilità che un tempo erano legge e caratteristica della gente di mare, oltre a condizione per il comando :  tra le motivazioni per i giudici "non è in alcun modo attendibile quanto riferito dall'imputato Schettino durante l'esame dibattimentale in merito al fatto che, nel momento in cui saltava sul tetto di una lancia, egli non si era reso conto che vi erano persone ancora a bordo". "Per di più - si legge ancora - l'imputato scendeva saltando dal tetto della lancia prima di alcuni altri ufficiali nonché del comandante in seconda  Bosio (un’ altro esempio di etica …) che raggiungeva la scogliera a nuoto". Schettino, dicono ancora i giudici del collegio della prima sezione penale, "dopo aver mentito al sottocapo Tosi (uno dei soccorritori, ndr) continuava a raccontare il falso anche a De Falco", mentre "era già in salvo da diversi minuti".

 

La superficialità, l’ arroganza ..  …. Schettino, scrivono i giudici, "intendeva non attenersi alla nuova rotta tracciata dal cartografo Canessa per l'inchino al Giglio   (ma ancora una volta, si tracciava una rotta per una manovra non permessa né permittibile ? …), ma passare più vicino all'isola seguendo una sua rotta che non era stata comunicata ad alcuno".  Sul punto, annotano i giudici, "è eloquente la telefonata" prima dell'impatto della sera del 13 gennaio 2012 "col comandante in pensione Mario Palombo   (il colpevole intellettuale, mai sanzionato … )dove Schettino si informava se c'era acqua alta sufficiente" al passaggio della nave "in un punto a una distanza inferiore a quella (mezzo miglio) dove sarebbe dovuta passare la nave secondo la rotta tracciata da Canessa".

"Dal colloquio - commentano i giudici di appello di Firenze - si desume invece la chiara intenzione di Schettino di avvicinarsi maggiormente all'isola discostandosi dalla rotta predetta". Inoltre, "è palese anche dagli ordini dei gradi di rotta dati dall'imputato che lo stesso non teneva in alcun modo conto di quella tracciata da Canessa". E ancora, ricordando la maxi-perizia, i giudici di appello scrivono anche che "il way point della rotta tracciata da Canessa non era stato raggiunto dalla Concordia quando Schettino prendeva il comando per cui, come osservato dai periti d'ufficio, il comandante con una manovra appena più decisa ben avrebbe potuto seguire la rotta tracciata da Canessa, cosa che evidentemente non voleva e non faceva".

 

La formazione dei team ed il ruolo del comandante nella formazione e valutazione dell’ equipaggio  (un tempo aveva anche poteri di selezione ..)  …… I giudici di appello durante il processo avevano respinto un ricorso della difesa sull'errore del timoniere che avrebbe contribuito all'urto fatale contro gli scogli. Il timoniere indonesiano "Jacob Rusli bin - dicono invece i giudici - non comprendeva bene la lingua inglese - peraltro in violazione della regola che prevedeva espressamente quale lingua ufficiale di bordo l'italiano - con la quale gli venivano dati gli ordini" e "la circostanza doveva essere nota al comandante Schettino il quale, tuttavia si avventurava in una manovra rischiosa senza procedere alla sua sostituzione".  "Anzi Schettino proseguì senza scomporsi una manovra rischiosa", "con una raffica stringente di ordini in inglese a brevissima distanza l'uno dall'altro". Ordini, dicono ancora in sostanza i giudici, che non furono decisivi nella manovra, con la Concordia già contro gli scogli, e che confusero più che mai il timoniere.

 

……..una crociera nel mar Mediterraneo …quella sera il comandante Francesco Schettino ordinò una rotta ravvicinata all'Isola del Giglio, per motivi turistici   (e non per ottimizzare la navigazione, in quella linea dello spettacolo di cui si accennava ..)  e delegò la plancia di comando a seguirla mentre era a cena in un ristorante della nave   (in manovra il comandante de ve essere in plancia).

 Era il cosiddetto inchino  (manovra esecrabile e vietata, di cui tutti erano a conoscenza e nessuno si opponeva ..). Alle 21.44 la Concordia urta gli scogli delle Scole, si apre uno squarcio, entra acqua. C'è un black out ( inconcepibile, con una nave in sicurezza, con la duplicazione dei circuiti, con la ridondanza di potenza installata .. black out solo per impreparazione del personale e mancato presidio dei quadri) e la nave inizia a inclinarsi   (imbarco eccessivo di acqua, porte stagne aperte, incapacità di intervento del personale che non esegue nessuna manovra di bilanciamento, né probabilmente sapeva farla ..).

 

Risultati di una catena perversa di stupidità, impreparazione, incapacità, catena che continua a caratterizzare molte delle situazioni di andar per mare …  tutti sanno, poco si fa, si spera nelle statistiche favorevoli e nello stellone..

 

Ora della Costa Concordia, dopo essere stata prima raddrizzata e poi portata via dall'Isola verso il porto di Genova, a costo di tutti gli italiani e dell’ erario, non restano che pochi pezzi …..

E chi doveva vigilare, come i registri ? quali nuove norme e regole sono state adottate ? sono diverse le nuove costruzioni appena entrate in servizio?

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Grazie ragazzi, in particolar modo Carabiniere!

Un argomento quanto mai interessante e purtroppo...... frustrante. Il rammarico peggiore infatti è che questo "sistema Italia" sia un malato che ha contagiato ormai tutti i ceti sociali e del lavoro. Non solo in ambito marittimo si riscontrano tare genetiche simili e noi, impotenti, abbiamo sopportato tanto ed oltre misura.  Una sopportazione che diventa rabbia, quando si nota lo scherno dello straniero al nostro indirizzo; ma questo colpisce solo gli animi sensibili e perdenti. Il resto dei cosiddetti "professionisti" è talmente introdotto nel sistema da non curarsi nemmeno dei morti (sul serio) che la loro condotta, truffaldina della coscienza ed etica della professione, causa oltre al conseguente discredito internazionale!

:angry:

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