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Appello per la liberalizzazione delle immagini del patrimonio culturale


Luiz
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Il decreto legge “Art Bonus” n.83/2014, entrato in vigore il primo giugno del 2014, aveva finalmente autorizzato la libera riproduzione di qualsiasi bene culturale ma nel convertire il decreto in legge, il Parlamento approva un emendamento restrittivo che esclude dalla libera riproduzione i beni archivistici e bibliografici.

Per i documenti di archivio e i manoscritti si torna d’improvviso al regime precedente.

Un gruppo di storici archeologi e ricercatori si è messo di traverso e ha creato un movimento a favore della libera riproduzione degli immagini degli archivi

 

qui il punto della situazione

https://fotoliberebbcc.wordpress.com/

 

Il gruppo aveva -precedentemente ad Art Bonus- inviato un appello al Ministro Bray, che potete leggere qui

http://www.roars.it/online/riproduzione-di-beni-culturali-appello-al-ministro-bray/

 

Dato che la situazione non è cambiata un gruppo di parlamentari ha creato una petizione Presidente del Consiglio e al Ministro dei

beni e delle attività culturali e del turismo su Change.org, che vi invito a firmare

 

https://www.change.org/p/presidente-del-consiglio-dei-ministri-matteo-renzi-ministro-dei-beni-e-delle-attività-culturali-e-del-turismo-dario-franceschini-libertà-di-panorama-in-italia-liberiamo-la-bellezza

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Riporto per intero le motivazioni portate dal gruppo di ricercatori e bibliotecari

Perchè liberalizzare le riproduzioni in archivi e biblioteche? …. ecco 10 buoni motivi per farlo.
1. La tecnologia digitale agevola sensibilmente le operazioni di trascrizione, con la possibilità di rivedere la propria trascrizione in luoghi e tempi diversi da quelli di consultazione diretta;
2. Lo scatto fotografico è assimilabile nello spirito e nelle funzioni all’atto di prendere appunti (la fotocamera digitale è mezzo di fruizione del documento come la matita personale o il computer portatile);
3. La riproduzione a distanza non sottopone di per sé la documentazione ad uno stress maggiore di quello subito durante la normale consultazione;
4. La riproduzione a distanza contribuisce anzi alla sua tutela del documento sia perché, a differenza della fotocopia, non implica un contatto diretto con il supporto, sia perché riduce al minimo il numero di accessi diretti alla documentazione consultata;
5. Si rendono più sostenibili i costi della ricerca permettendo agli utenti degli archivi di evitare lunghi e costosi soggiorni in trasferta;
6. Si attenuano le disparità esistenti tra studiosi che dispongono di maggiori o minori risorse economiche, contribuendo a garantire un accesso più democratico ai fondi documentari (si pensi ai giovani laureandi, ai dottorandi privi di borsa, ma anche a tutti coloro i quali sono costretti a rinunciare alla ricerca archivistica per motivi di tempo e per i quali la fotografia libera sarebbe invece un valido supporto);
7. Si incentiva la valorizzazione del patrimonio archivistico e bibliografico nazionale coinvolgendo come soggetti attivi un maggior numero di studiosi;
8. Si contribuisce a valorizzare l’insieme del nostro patrimonio culturale: il turismo di qualità si nutre infatti di contenuti culturali che sono spesso esito della ricerca documentaria condotta in archivi e biblioteche;
9. Può costituire un’occasione di rilancio dell’immagine delle biblioteche e degli archivi che, sempre più marginalizzati, stentano ad essere percepiti come effettivi centri di diffusione della cultura oltre che come centri di conservazione;
10. Liberalizzare significherebbe stringere una rinnovata ‘alleanza’ tra operatori e utenza risaldandone il fondamentale rapporto fiduciario: da un lato numerosi utenti in archivio eviterebbero tentativi di eludere la sorveglianza fotografando furtivamente manoscritti e documenti in violazione delle norme, dall’altro gli istituti che custodiscono i fondi documentari sarebbero nelle condizioni di favorire il più ampio accesso alle fonti e creando le condizioni per la più ampia diffusione del sapere.

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ciao Loligo,

la questione in realtà è tutta collegata sia per quanto riguarda la riproduzione e la pubblicazione di fotografie di monumenti o dipinti, per esempio, sia per la documentazione archivistica.

Per quelle del patrimonio archivistico e librario è anche più intricata, ed è per questo che ci sono trattative in corso

 

Comunque vi terrò aggiornati

 

L.

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Riporto quanto scrive oggi il Prof. Giovanni Solimine de La Sapienza

 

"Nel corso della riunione del Consiglio superiore dei beni culturali e
paesaggistici, tenutasi ieri 18 gennaio, il Ministro Franceschini ha
annunciato la prossima emanazione di un decreto, tendente a risolvere la
situazione venutasi a creare dopo l'approvazione della L. 125/2015, che
ha nuovamente attribuito allo Stato l'esercizio delle funzioni di tutela
in materia di beni librari, esercitate ormai da oltre 40 anni dalle
Regioni.
 Il MiBACT non dispone attualmente delle strutture e del personale per
garantire le attività di controllo e vigilanza che tale norme
comportano, con grave rischio per il patrimonio culturale documentario.
 Il Ministro ha annunciato la trasformazione delle attuali
Soprintendenze archivistiche in Soprintendenze archivistiche e
bibliografiche. Il Consiglio ha chiesto che tali nuove Soprintendenze
siano dotate di personale bibliotecario specificamente formato nel campo
della conservazione e della tutela dei beni librari."

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  • 3 weeks later...

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