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Divagazione sui carri armati


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Ho assistito alla conferenza del 14 marzo su zoom tenuta dal nostro socio Vincenzo Meleca in tema carri armati e loro impiego organizzato dalla Associazione nazionale carristi.

Molto interessante, è stato tempo ben impiegato.

Pensavo di trovare un pubblico di appassionati di carri armati, invece il clima era molto diverso.

Il conferenziere ha presentato prima gli armamenti anticarro e i mezzi di protezione con cui si cerca di neutralizzarli, poi i principali carri in dotazione alle maggiori potenze e infine i carri in progettazione proposti dalle ditte costruttrici.

La tendenza è verso carri sempre più pesanti, più protetti, più complicati, più costosi.

Si sta diffondendo la soluzione di eliminare l’equipaggio in torretta, in modo da farla più piccola e leggera, riducendo la protezione.

Non si è parlato del passo successivo, eliminare anche l’equipaggio, trasformando il carro in un drone, come quelli aerei e navali. Ancora troppo presto.

Il cannone da calibro 120 sta diventando 130, 140 ed è stato proposto addirittura un 152.

Le armi per la protezione del carro diventano sempre più complesse, mitragliatrici, radar, missili, al punto che si è proposto di accompagnare il carro con un secondo veicolo, destinato a portare queste armi difensive.

Alla fine della sua esposizione Meleca ha esposto i suoi dubbi sugli attuali carri pesanti e sui progetti futuri; ora siamo intorno alle 70t, si chiedeva se non fosse meglio puntare su un carro medio, peso massimo 30t.

Questo pensando anche all’Italia, dove non c’è solo la pianura Padana, ma soprattutto colline e montagne.

Sono seguite le domande del pubblico, tra cui giornalisti specializzati e generali in ritiro.

Si è osservato che nelle fotografie di carri russi distrutti in Ucraina le corazze attive sembrano intatte e si è ipotizzato che l’esplosivo si fosse degradato negli anni. Su questo punto ci sono stati un paio di interventi ma non si è arrivati ad una conclusione.

Si è osservato che dato il costo dei carri pesanti attuali e in progetto (10 milioni di € e forse più) se ne possono costruire pochi e che nell’ultima guerra gli Sherman USA, pur inferiori ai Panther tedeschi, avevano avuto la meglio perché in numero molto maggiore.

Osservazione conclusiva di un generale in ritiro: nel caso dell’Italia per contrastare carri nemici sarebbe meglio far a meno di nostri carri e puntare tutto su fanteria con armi anticarro.

Passo alle mie considerazioni.

Io considero l’epoca d’oro del carro armato finita già nel ’43 dopo i grandi successi tedeschi in Polonia, Francia e Russia. Dopo la difesa ha preso il sopravvento, i russi sono arrivati a Berlino, ma hanno subito perdite enormi da cannoni anticarro e Stuka armati con cannone.

Per quel poco che sappiamo della guerra in Ucraina, sembra che i russi abbiano subito forti perdite in carri armati e che non abbiano impiegato i loro mezzi più moderni.

Stati Uniti e Germania hanno promesso di inviare i loro carri moderni in Ucraina, ma lo faranno in un futuro non ben precisato, appellandosi a problemi di addestramento, comunque reali.

Io ho il dubbio che preferiscano evitare di mandare i loro carri in combattimento temendo facciano una brutta fine; i russi non si lascerebbero scappare l’occasione di pubblicare fotografie di carri NATO distrutti.

Il gigantismo dei carri attuali è la conseguenza del tentativo di raggiungere un obbiettivo impossibile, fare la guerra senza che muoiano soldati.

La mia conclusione sui carri attuali e in progetto è analoga a quella sulle moderne armi navali e aeree.

Sono armi funzionali alle industrie costruttrici, più che agli Stati che le comprano e agli eserciti che le avranno in dotazione.

Non sono fatte per combattere, ma per stare nei depositi, partecipare ad addestramento, manovre e parate militari, sono troppo preziose per essere arrischiate in combattimento.

Devono essere complicate, costose e promettere prestazioni mirabolanti sulla carta per apparire migliori dei modelli che sostituiranno; che le prestazioni promesse siano realizzabili sul campo di battaglia è secondario.

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  • 1 month later...

Salve Giancarlo

Sono stato in Algeria fino a settimana scorsa e parto domani per l'Eritrea, con grande invidia di Luisella. Rientrerò in Italia - se tutto va bene- ai primi di maggio

La rivista il Carrista d'Italia è visibile on-line fino al 2021 per decisione dell'Associazione. Conto di convincerli a inserire almeno l'anno precedente quello in corso. Qui il link: https://www.assocarri.it/il-carrista-ditalia/

Circa la possibilità che i carri del futuro siano robot, magari guidati dall'A.I., qui il link della conferenza che avevo tenuto sull'argomento https://www.youtube.com/watch?v=-8CcVTzOQA0

Un salutone

Vincenzo

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Ho visto la conferenza, anche questa interessante, i miei complimenti.

Si è trattato principalmente il tema etico, se sia legittimo affidare armi a robot guidati da A.I. intelligenza artificiale.

L'opinione unanime, che condivido, è che la discussione sia accademica, tanto in tempo di guerra qualsiasi remora sarà superata.

Indicativo quanto successo prima del lancio delle bombe atomiche sul Giappone: vi furono perplessità e discussioni tra gli scienziati che le avevano costruite, ma non all'interno del governo o tra i militari. La bomba era pronto, quindi andava usata. Non c'era niente da discutere.

Penso che i carri armati robot, con o senza A.I., saranno costruiti, sono la naturale evoluzione. Eliminare l'equipaggio comporta molti vantaggi. Minori ingombri, eliminazione di visori, portelli d'accesso, riscaldamento/condizionamento, areazione. I vantaggi sono molto maggiori per aerei e mezzi subacquei, ma sono notevoli anche per mezzi terrestri.

Ma ancora più importante è l'illusione di poter fare la guerra senza che muoiano soldati.

Quindi sono pessimista per il futuro, anche se in fondo la soluzione sarebbe semplice, si potrebbe fare un accordo tra le maggiori potenze per cessare la produzione di carri armati, come si è fatto col trattato di Washington per la marina o con i trattati di limitazione per le armi strategiche.

Purtroppo non vedo la minima possibilità di uno sviluppo del genere.

Ormai si è rovesciata la logica, non si producono più armi per fare le guerre, si fanno le guerre per produrre le armi. 

    

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  • 3 weeks later...

Salve Giancarlo

Premetto che, pur essendo carrista, non sono poi un vero esperto di carri da battaglia.

In effetti non c'è alcuna documentazione di presenza di carri da battaglia occidentali (leggi Leopard 1, Leopard 2, Abrams, Challenger) in prima linea. Le uniche informazioni confermate riguardano l'addestramento di alcune centinaia di militari ucraini in Gran Bretagna, Polonia e Germania. D'altronde, non poteva che essere così, visto che sono mezzi molto diversi da quelli utilizzati dall'esercito ucraino, per cui sono necessari mesi di addestramento e di amalgama prima che possano essere impiegati. E, aggiungo, nonostante il gran chiasso sollevato dai mass media, non saranno certo le molte decine di MBT occidentali a cambiare le sorti di questo conflitto...

In allegato un mio recentissimo articolo e, se già non l'hai letto, qui un interessante articolo sugli Abrams: https://it.insideover.com/guerra/niente-prima-linea-e-segreti-cosa-succede-ai-tank-usa-abrams.html

Quanto ai carri russi più recenti, il T-14 Armata sta avendo seri problemi di affidabilità per cui i russi non si sono arrischiati a inviarlo al fronte. In compenso stanno attingendo alle loro immense riserve mettendo in linea un numero imprecisato di T-62, T-54 e T-55 (rispettivamente utilizzati  nei primi anni '60 e negli ultimi anni '50!!!!). Quanto al Terminator (che non è comunque un MBT), risulta che ne abbiano impiegato alcune decine nei combattimenti urbani

Il carrista d'Italia n. 314 gen-mar 2023.pdf

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  • 4 weeks later...
Il 13/5/2023 at 23:01, Giancarlo Castiglioni ha scritto:

L'articolo di insideover conferma quello che pensavo: non vedremo mai gli Abrams in Ucraina. Alcuni Leopard dovrebbero essere già in Ucraina, ma dubito che li vedremo mai al fronte.  

I Leopard 2 sono al fronte, ci sono video in rete che lo testimoniano.

Ne sarebbero stati distrutti quattro di diverse versioni.

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