Francesco Mattesini Posted December 10, 2022 Report Share Posted December 10, 2022 Un episodio tragico della nostra Storia Navale, che ho postato nella mia pagina di academia edu. Chi anche conosce bene l'episodio troverà molti aggiornamenti e una descrizione esaustiva della Battaglia https://independent.academia.edu/FrancescoMattesini LA BATTAGLIA DI CAPO SPADA Un deludente combattimento navale per la Regia Marina -19 Luglio 1940 FRANCESCO MATTESINI Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted December 10, 2022 Author Report Share Posted December 10, 2022 Chiedo ai moderatori di correggere nel titolo del saggio la parola SPOADA in SPADA. Grazie. Colpa della vista e della fretta. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted December 12, 2022 Author Report Share Posted December 12, 2022 Sentitamente ringrazio. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giancarlo Castiglioni Posted December 17, 2022 Report Share Posted December 17, 2022 Conoscevo già a grandi linee l'episodio, ma ho seguito il consiglio di Mattesini leggendo l'articolo anche se in questi ultimi anni sono meno interessato all'aspetto tattico della nostra guerra navale. Effettivamente ne è valsa la pena. Sono emerse tante manchevolezze note a tutti, la dispersione dei tiri delle artiglierie, l'insufficiente ricognizione aerea, il mancato coordinamento con l'aereonautica, ma ne vedo altre normalmente trascurate. Non è ammissibile per per un singolo colpo di artiglieria un incrociatore rimanga completamente immobilizzato, senza energia elettrica e con l'artiglieria principale fuori uso. Si è scritto che erano incrociatori di costruzione leggera e privi di corazzatura, ma per me quanto successo dimostra l'esistenza di gravi carenze di progetto. In questo caso vi fu poco tempo tra il danneggiamento e l'arrivo dei siluri, quindi non è criticabile che non si sia riusciti a riparare almeno in parte i danni, a rimettere in moto a velocità ridotta, a sparare qualche il tiro con l'artiglieria principale, ma quanto accaduto al Pola o al Bolzano lascia pensare che anche con molto più tempo, non ci sarebbe riusciti. Viene da pensare che le nostre navi fossero progettate per il tempo di pace, che mancasse l'idea di limitare i danni in caso di guerra e che il personale non fosse addestrato per riparare i danni in emergenza. Altra osservazione sull'Ammiraglio Casardi; si può discutere se abbia commesso errori, ma il suo comportamento nella battaglia non può certo essere definito brillante. Appena sbarcato dal Colleoni , sciolta la II Divisione navale, viene messo al comando della VII Divisione navale; possibile che non ci fosse nessuno meglio di lui? Don dico che si sarebbe dovuto mandarlo davanti ad una corte marziale, ma per me sarebbe stato da sbarcare immediatamente anche se non avesse fatto errori. Aveva perso e si doveva seguire l'idea di Napoleone che preferiva i generali fortunati. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Iscandar Posted December 17, 2022 Report Share Posted December 17, 2022 Il Pola ebbe la stessa sfiga della Bismark, colpito in una parte vitale dal "siluro fortunato". Nel caso del Pola il siluro su sganciato da una quota errata, "troppo alto", si è immerso troppo e risalendo ha colpito l'opera viva dove non c'era corazzatura ed ha fatto allagare la sala macchine che si è fermata, poi mio padre, che venina dal timone a mano, si è dovuto buttare in acqua e non ha saputo più niente. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giancarlo Castiglioni Posted December 17, 2022 Report Share Posted December 17, 2022 Correggo Casardi sbarcato dal Colleoni; ovviamente doveva essere Bande Nere. Sono andato a guardarmi Orizzonte Mare e come sospettavo l'impianto elettrico era alimentato esclusivamente da turbodinamo 110V corrente continua. Ovviamente se mancava vapore per le macchine mancava anche l'energia elettrica e si fermava tutto, compresa l'artiglieria principale. Esisteva un impianto di emergenza 24V corrente continua alimentato da batteria che sicuramente alimentava solo l'illuminazione di emergenza. Non era molto meglio il Trento che oltre a 2 turbodinamo da 150 kW a poppa aveva un diesel-dinamo da 150 kW a prua. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted December 18, 2022 Author Report Share Posted December 18, 2022 (edited) I sei incrociatori leggeri da 5.000 tonnellate, sotto tutti finiti male, meno uno, il CADORNA. Le critiche a questo tipo di nave non sono mancate, e tutti ne hanno dato la colpa in particolare alla struttura, avevano un protezione troppo leggera. Erano stati costruiti, con una grande velocità, per contrastare in caso di guerra i grossi cacciatorpediniere francesi tipo MAGADOR, armati con canmnoni da 138 mm, ma non certamente per affrontare incrociatori tipo "LEANDER", sebbene avessero lo stesso armamento: 8 cannoni da 152 mm. Edited December 18, 2022 by Francesco Mattesini Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giancarlo Castiglioni Posted December 18, 2022 Report Share Posted December 18, 2022 In fondo i Leander non erano molto più grandi dei Da Giussano, 7.200 t contro 5.200 e non erano molto meglio protetti con una protezione laterale da 100 mm contro una su superficie più estesa di 24+18 mm. Proprio perché erano di costruzione leggera le possibilità di sopravvivenza in caso di danni avrebbero dovuto essere particolarmente curate. La differenza tra le due classo di navi più che nei numeri era nel come erano costruite. Anche il 152 inglese era sicuramente molto meglio del nostro Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted December 19, 2022 Author Report Share Posted December 19, 2022 Forse il migliore era il 152 mm del Garibaldi e dell'Abruzzi, che nel tiro a lunga distanza superava i 25 km. I 152 britannici forse superavano appena i 22 km. Pero i "Leander" erano incassatori, poiché l'AJAX, ad esempio, fu colpito sette volte nella battaglia di Capo Passero della notte del 12 ottobre 1940, tre proietti da 100 della torpediniera AIRONE e quattro da 120 mm del cacciatorpediniere ARTIGLIERE. Eppure nonostante aveve avuito impienti elettrici interrotti che riguardarono anche punti comando della nave, il radar contraereo messo fuori combattimento, un incendio in un locale magazzino che si estendeva ad altri locali e che fu faticamente domato dopo tre ore e mezzo, con manichette per acqua e schiuma, continuò a combattere, inseguendo a lungo il CAMICIA NERA, come se niente fossero i colpi ricevuti. Fu anche merito del suo comandante, capitano di vascello McCarthy, che riuscì con eccezionali manovre (non come CASARDIi) a schivare sette siluri. Leggerai tutto nel mio prossimo saggio: L'Operazione britannica "M.B. 6". Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted December 19, 2022 Author Report Share Posted December 19, 2022 (edited) Ecco i colpi: AIRONE: L’Ajax fu colpito da tre proietti da 100 mm. Il primo proietto colpì la struttura del ponte inferiore, ed esplose in un locale dove diversi cavi elettrici furono tagliati compresi quelli collegati agli strumenti del controllo del tiro, riducendo l’efficienza di combattimento della nave. Quasi tutti i cavi elettrici che si trovavano sul lato sinistro del ponte furono distrutti. Il secondo proietto colpì lo scafo sotto il ponte di comando ed esplose appena sotto il ponte inferiore della piattaforma nell'ufficio di distribuzione dei segnali. Ci furono ingenti danni da parte di una proiezione di schegge, che misero definitivamente fuori servizio l’unico apparato radar dell’Ajax, Tipo 279, di scoperta aerea. A sinistra del castello di prua, il terzo proietto colpì a 6 metri dalla linea di galleggiamento, creando un foro nel fasciame laterale della nave di 70 centimetri di diametro. Il proietto esplose nel vano di un magazzino, sul ponte inferiore, determinando un incendio che si estese facendo evacuare il locale a causa del calore. L’incendio, assieme alle schegge dell’esplosione del proietto, danneggiò i cavi elettrici e l’attrezzatura antincendio, e per domare le fiamme, gettando prima acqua e spuma con manichette, per ridurne l’intensità e l’estensione, furono necessari tre ore e mezzo di sforzi. Successivamente, per chiudere la falla sullo scafo, una piastra quadrata da 60 centimetri e dal peso di 10 chili fu saldata sopra il foro all'esterno dello scafo e cementata dall'interno. Le perdite umane causate dai tre proietti compresero due ufficiali e dieci marinai uccisi e un ufficiale e venti marinai feriti. ARTIGLIERE Il primo proiettile colpì lo scafo esplodendo a fianco del locale caldaia, 60 centimetri sotto il ponte superiore. Non furono riportati danni strutturali, ma una scheggia distrusse la testata di uno dei siluri sul ponte superiore. Il secondo proiettile colpì ed è esplose sulla gruetta di poppa della baleniera di sinistra. L’imbarcazione fu gravemente danneggiata, con estesi danni da schegge alle aree circostanti che includevano danni alla torretta dei cannoni binati contraerei da 102 mm, a poppa a sinistra, che fu messa fuori servizio. Il terzo proiettile esplose nel deposito dell'artiglieria sul lato di dritta a poppa, aprendo un foro di 60 centimetri di diametro sotto il fianco della nave a 50 centimetri sopra la linea di galleggiamento. Le inondazioni non si diffusero. Il quarto e ultimo proiettile colpì sul fianco sinistro, 90 centimetri sopra la linea di galleggiamento, creando un foro nella fiancata della nave, causando un incendio che fu domato dopo tre ore e mezzo. Quando Ajax si riunì al grosso della flotta. Il comandante dell’Ajax riferì all'ammiraglio Cunningham che in seguito alla sua azione, il tiro nemico aveva messo fuori uso parte del servizio elettrico e l’impianto radar e messo fuori di combattimento un complesso binato di cannoni da 4 pollici. Due ufficiali erano stati uccisi e uno gravemente ferito. Inoltre dieci marinai erano stati uccisi e altri venti feriti. In rialtà risulta cle le perdite furono di tre ufficiali e dieci marinai, e i feriti ventidue. Il radar 279 era di scoperta aerea e, oltre ad essere impreciso nell'avvistamento aereo, non servi a nulla nelle prime fasi del combattimento per la scoperta navale. E' bene precisarlo, perchè l'ammiraglio Fioravanzo ha scritto che era stato determinante per far far fallire gli attacchi italiani, e nel causare le loro perdite, e all'epoca del suo libro, 1957, tutti ci credettero. Edited December 19, 2022 by Francesco Mattesini Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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