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  1. Chiazze misteriose nell’Adriatico centrale (dalla Voce del Popolo, Fiume 22 febbraio 2016) SPALATO. Sulla superficie del Mare Adriatico compaiono saltuariamente chiazze di petrolio estese anche oltre 1200 km quadrati, ossia tre volte la superficie dell’isola di Veglia (405,78 km2). Il fenomeno che interessa in particolar modo l’Adriatico centrale, è stato registrato dai satelliti artificiali che orbitano attorno alla terra. A renderlo noto è stato un gruppo di ricercatori croati e russi, dopo aver analizzato una sessantina di foto dell’Adriatico scattate dallo spazio tra il 2003 e il 2011. Le chiazze di petrolio, le cui dimensioni vanno da 100 metri a 108 chilometri quadrati, sono state avvistate principalmente in un tratto di mare nel quale il traffico marittimo è particolarmente intenso. Il maggior numero di macchie oleose è stato notato lungo le rotte internazionali al confine tra il versante croato e quello italiano dell’Adriatico. Mira Morović, dell’Istituto di oceanografia e pesca di Spalato (IZOR), ha notato che l’area nella quale sono state notate numerose chiazze coincide con il tratto di mare interessato dalla Zona ittico ecologica protetta. Ha puntualizzato, inoltre, che le chiazze potrebbero essere conformi alla convenzione MARPOL e che pertanto non si può dare per scontato che le medesime rappresentino una fonte d’inquinamento del mare. Gli esperti suppongono che siano state prodotte dalle petroliere. Più correttamente, ritengono che siano costituite dalle acque di zavorra scaricate dalle grandi navi durante la navigazione, oppure dalle sostanze utilizzate dagli equipaggi per ripulire i serbatoi delle navi cisterna. Studiando le immagini satellitari i ricercatori si sono accorti che le macchie oleose compaiono solitamente al mattino. Difatti, le medesime sono presenti sulle fotografie scattate nelle ore mattutine, ma non in quelle notturne. Dal ministero della Marineria, dei Trasporti e dell’Infrastruttura è stato fatto presente che tra il 2008 e il 2015 le autorità hanno raccolto 214 segnalazioni di possibili inquinamenti del mare e disposto 36 accertamenti. In 10 casi le segnalazioni si sono rivelate corrette, ma considerate le proporzioni dei fenomeni riscontrati, soltanto una volta si è reso necessario intervenire per bonificare il tratto di mare contaminato. Per questo genere di azioni la Croazia può avvalersi delle risorse dell’Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA), ossia ricorrere ai servizi della nave “Marisa N” (ormeggiata a Trieste) e del sistema di monitoraggio satellitare CleanSeaNet. All’occorrenza i controlli possono essere effettuati anche ricorrendo alle unità navali in dotazione al ministero della Marineria e al dicastero degli Affari interni, come pure ai mezzi aerei della polizia e delle forze armate. MARISA N (IMO 8004090) 1276 tsl - M/cisterna costruita a Fukuoka nel 1980 - ex SMARAGD, ex AMITY, ex CHRISTIAN Acquistata dalla Giuliana Bunkeraggi S.p.A. di Trieste l'11 aprile 2009 e registrata a Trieste. Nel 2014 convertita in nave ricupero residui oleosi.
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