CARABINIERE Posted April 12, 2015 Report Share Posted April 12, 2015 (edited) Il carbonamento delle naviNell’assemblea di ieri qualcuno bonariamente si è lamentato dell’eccedenze di temi “navali” rispetto a temi “marittimi”. Credo non si tratti di un vero problema, e per avvicinare i due “fronti”, propongo in una prospettiva di un certo respiro nel tempo, di approfondire tra tutti Il tema ed il problema del carbonamento delle navi.Il carbonamento e la logistica del carbone è stata la condizionante dello sviluppo dei traffici navali ma anche la spinta ad avventure coloniali e la discriminante del successo di operazioni navali ed addirittura di conflitti.Un tema complesso, oggi quasi dimenticato, che però ha veramente condizionato mezzo secolo di storia mondiale.Assolto il mio usuale ruolo di provocatore, aspetto le reazioni e comunque a breve posterò un primo lavoro, mirato più che altro all’ efficienza degli apparati motori, ai consumi ed al condizionamento per le qualità di carbone. Ritengo che un altro aspetto (io personalmente sono digiuno al riguardo) possa essere quello delle flotte carboniere italiane e della logistica (ricezione, stoccaggio e rifornimento) nei porti italiani. Edited April 23, 2015 by Long John Silver tags Corto Maltese, sandokan and Incles 3 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Luiz Posted April 14, 2015 Report Share Posted April 14, 2015 Avevo in passato suggerito (per la navalistica) la lettura dell'articolo di Goldrick che riassume la fase di passaggio (tecnologico, costruttivo, di rotte) dal carbone ai derivati del petrolio James Goldrick,Coal and the Advent of the First World War at Sea War in History, July 2014; vol. 21, 3: pp. 322-337 The changeover from coal to oil propulsion in the world’s navies in the period of the First World War has been treated by many historians largely as a straightforward efficiency exercise in adopting new technology. This article assesses the issues of coal through analysis of the problems related to ship operations which were encountered with manpower, ship design, and coal supply. It argues that the demise of coal became likely through the introduction of turbine propulsion, which gave warships for the first time real potential to achieve and maintain high speeds. It then became unavoidable when the limitations inherent in coal firing became obvious in the context of global, long-range operations and a threat environment that included the submarine and which required surface ships to maintain much higher speeds at sea for vastly more extended periods than they had prior to 1914. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
CARABINIERE Posted April 15, 2015 Author Report Share Posted April 15, 2015 (edited) Avevo in passato suggerito (per la navalistica) la lettura dell'articolo di Goldrick che riassume la fase di passaggio (tecnologico, costruttivo, di rotte) dal carbone ai derivati del petrolio James Goldrick,Coal and the Advent of the First World War at SeaWar in History, July 2014; vol. 21, 3: pp. 322-337 The changeover from coal to oil propulsion in the world’s navies in the period of the First World War has been treated by many historians largely as a straightforward efficiency exercise in adopting new technology. This article assesses the issues of coal through analysis of the problems related to ship operations which were encountered with manpower, ship design, and coal supply. It argues that the demise of coal became likely through the introduction of turbine propulsion, which gave warships for the first time real potential to achieve and maintain high speeds. It then became unavoidable when the limitations inherent in coal firing became obvious in the context of global, long-range operations and a threat environment that included the submarine and which required surface ships to maintain much higher speeds at sea for vastly more extended periods than they had prior to 1914. Il lavoro di James Goldrick, è certamente uno dei più completi che siano stati presentati, ma quel spunto, credo che vadano esaminati ed approfonditi alcuni temi: da parte italiana:l' avventura coloniale in Eritrea, motivata principalmente dalla necessità di creare una base di carbonamentol' organizzazione e la struttura di carbonamento nei porti italiani e le fonti di approvvigionamentol' esperienza italiana di carbonamento in rada e con navi a lento moto.in un quadro globale:la guerra russo giapponese, con lo spostamento della flotta russa che segnò uno dei maggiori, ed imprevisti, impegni logisticil' esperienza USA della crociera della Great White Fleet, che fu un test anche per una logistica globaleil cambio di tendenza e dottrina della R.N. a partire dal 1904 (soprattutto su input del Fisher) per l'impiego di combustibili liquidile reali limitanti dei tipi di carbone disponibili, e la scarsa scelta in termini di impiego ottimale di certe miscele. Edited August 29, 2015 by Corto Maltese Formattazione Luiz and sandokan 2 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Luiz Posted April 20, 2015 Report Share Posted April 20, 2015 dal lato marittimista e come lettura preliminare del problema (politiche di indirizzo per lo sviluppo della marina mercantile, leggi, premi sovvenzioni etc.) consiglio il seguente (va bene anche per chi vuole informarsi per la prima volta sul tema): Lo stato e la marina mercantile in Italia (1881-1894)Giuseppe BaroneStudi StoriciAnno 15, No. 3 (Jul. - Sep., 1974), pp. 624-659 CARABINIERE and sandokan 2 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Corto Maltese Posted August 29, 2015 Report Share Posted August 29, 2015 Nella speranza che il nostro Carabiniere prosegua nella sua interessante disamina pubblico alcune pagine dedicate all'argomento tratte dal primo volume dell'opera di Gino Galuppini Storia di una marina che non c'è più, data alle stampe dall'USMM (Ufficio Storico della Marina Militare) nel 2003: sandokan 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Luiz Posted April 12, 2016 Report Share Posted April 12, 2016 Il carbonamento delle naviNell’assemblea di ieri qualcuno bonariamente si è lamentato dell’eccedenze di temi “navali” rispetto a temi “marittimi”. Credo non si tratti di un vero problema, e per avvicinare i due “fronti”, propongo in una prospettiva di un certo respiro nel tempo, di approfondire tra tutti Il tema ed il problema del carbonamento delle navi.Il carbonamento e la logistica del carbone è stata la condizionante dello sviluppo dei traffici navali ma anche la spinta ad avventure coloniali e la discriminante del successo di operazioni navali ed addirittura di conflitti.Un tema complesso, oggi quasi dimenticato, che però ha veramente condizionato mezzo secolo di storia mondiale.Assolto il mio usuale ruolo di provocatore, aspetto le reazioni e comunque a breve posterò un primo lavoro, mirato più che altro all’ efficienza degli apparati motori, ai consumi ed al condizionamento per le qualità di carbone. Ritengo che un altro aspetto (io personalmente sono digiuno al riguardo) possa essere quello delle flotte carboniere italiane e della logistica (ricezione, stoccaggio e rifornimento) nei porti italiani. caro Carabiniere interessa la lettura dei seguente articolo? Coal: economy and the price of speed in war-shipsChief Engineer, RN. Journal of the Royal United Service Institution46.2 (Jul 1, 1902): 917. CARABINIERE 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
CARABINIERE Posted April 12, 2016 Author Report Share Posted April 12, 2016 vorrei leggere l' articolo -- non ho dato sinora seguito in quanto dubitavo delkl' interesse generale Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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