Giancarlo Castiglioni Posted June 11 Report Share Posted June 11 Il 6 giugno, poche ore dopo il crollo della diga di Kakhovka, l’esercito USA ha dichiarato che era propenso a dare la responsabilità ai russi. Questa dichiarazione mi ha fatto immediatamente pensare che invece la responsabilità fosse degli ucraini; non mi spiegavo in altro modo una dichiarazione così vaga e poco convinta, l’esercito USA sapeva certamente cosa era accaduto. Tuttavia non riuscivo a capire come fosse stato possibile, per far saltare una diga è necessaria una grande quantità di esplosivo, molto di più di quanto trasportabile con droni o missili. Poi mi è stata segnalato che secondo fonti turche sono state utilizzate imbarcazioni esplosive senza equipaggio, la cui esplosione ha causato la detonazione secondaria di cariche di demolizione precedentemente poste dai russi all'interno della centrale elettrica. Una ipotesi verosimile, gli ucraini avevano già utilizzato imbarcazioni senza pilota per attaccare il porto di Sebastopoli, controllando la riva destra del fiume potevano metterle in acqua a breve distanza dalla diga e in tal modo inviare sul bersaglio una quantità di esplosivo adeguata. Probabile che i russi abbiano predisposto la distruzione delle turbine e dei generatori nel caso fossero costretti ad abbandonare rapidamente la centrale e questo spiegherebbe l’esplosione secondaria. Questa ipotesi non è mai uscita sulla stampa italiana, tuttavia a mio avviso una reazione c’è stata. Mentre nel primo giorno la responsabilità è stata attribuita senza il minimo dubbio ai russi con violentissime accuse di barbarie e crimini di guerra, nei giorni successivi, pur attribuendo sempre la responsabilità ai russi, l’atteggiamento è stato molto più sfumato e anche la “catastrofe ecologica” è passata in secondo piano. Tutti gli esperti militari hanno fatto notare che i russi sono più danneggiati degli ucraini, perché le fortificazioni russe sulla riva sinistra del fiume sono state sommerse e distrutte. Altro vantaggio è la riduzione di livello e quindi di larghezza del fiume a monte della diga; in tal modo diventa vulnerabile un tratto di fronte che i russi consideravano sicuro e che quindi è stato meno predisposto a difesa. Per ora questi vantaggi militari sono ipotetici, la zona allagata a valle della diga è impraticabile e nella parte a monte, dove le acque si sono ritirate, è necessario attraversare quello che in precedenza era il fondo del fiume, fangoso e privo di strade. Quindi il bilancio militare tra vantaggi e svantaggi è incerto, sta di fatto che l’offensiva ucraina è in una zona più a est, dove il crollo della diga non ha cambiato nulla. Per i danni civili la zona allagata controllata dai russi è molto più grande di quella controllata dagli ucraini dove però c’è Kerson, l’unica grande città della zona. Quindi i danni subiti dagli ucraini sono certamente maggiori. La distruzione della diga e della centrale in territorio ucraino, potrebbe essere considerata una ulteriore perdita, ma erano in mano ai russi e forse gli ucraini ritenevano realisticamente che non le avrebbero mai recuperate. Concludendo continuo a considerare gli ucraini responsabili e penso che lo abbiano fatto per confermare la loro volontà di continuare la guerra a qualsiasi costo. per alzare il livello dello scontro e coinvolgere maggiormente i paesi NATO alleati. Conterosso 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giancarlo Castiglioni Posted July 4 Author Report Share Posted July 4 Allego i commenti sulla guerra di John J. Mearsheimer. https://mearsheimer.substack.com/p/the-darkness-ahead-where-the-ukraine?utm_source=profile&utm_medium=reader2 Non é una opinione tra tante Mearsheimer è uno dei più autorevoli studiosi di relazioni internazionali. La traduzione italiana è su: https://www.sinistrainrete.info/geopolitica/25870-john-j-mearsheimer-il-buio-che-ci-sta-davanti-dove-e-diretta-la-guerra-in-ucraina.html Io considero Mearsheimer un po' troppo pessimista. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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