Francesco De Domenico Posted October 6, 2021 Report Share Posted October 6, 2021 Il 16 luglio 1945 a Berlino la Conferenza interalleata di Potsdam stava per iniziare. Il corrispondente da Montevideo del "Chicago Times" Vincent De Pascal fa uscire su "Associated Press" la notizia-bomba secondo era "virtualmente certo" che Hitler ed Eva Braun erano sbarcati in Argentina, Frau Hitler camuffata con abiti maschili, ed erano ora nascosti in una immensa hacienda di proprietà tedesca in Patagonia. Si dà così la stura alle imperiture leggende sulla fuga e la sopravvivenza del Fuehrer, che sarebbero poi state alimentate per decenni, arrivando fino ai nostri giorni. Il mito della morte e della resurrezione del dio del resto era antico quanto la storia, e i propagandisti nazisti lo avevano evocato già prima del suicidio di Hitler (30 aprile 1945). Appena due giorni prima dell'evento il caporedattore del "Luebeck Anzeiger" aveva scritto con fervore a proposito del leader assediato: "La sua eroica vita dedicata in ogni occasione al suo popolo tocca qui il suo punto più alto, in un indescrivibile inferno di fuoco, un culmine che richiama i miti di tempi lontani; sì, un culmine più luminoso dell'eroica battaglia nel palazzo di Re Etzel (nel "Niebelungenlied", "Il canto del Nibelungo"). Le fiamme di Berlino non rappresentano una semplice, disperata resistenza all'inevitabile, ma il simbolo di una ferrea volontà di salvare il futuro, un futuro che assicuri la vita di quella comunità culturale europea che questa guerra ha reso consapevole di sé". Lo stesso giorno, a Berlino, un Churchill di pessimo umore stava visitando le rovine del Bunker della Cancelleria. Un fotografo dell'esercito britannico gli chiese "Mr. Churchill, le dispiacerebbe stare in piedi dove è stato bruciato il corpo di Hitler?". La porzione di suolo annerita dal fuoco, a dieci metri di distanza, era ancora visibile. Churchill alza lo sguardo verso il posto, pieno di mulinelli di polvere e di calore, e chiede perché, e il fotografo spiega l'effetto drammatico rappresentato da "Lei e Hitler nello stesso punto storico". "Oh, vai al diavolo" risponde Churchill. Occorre aggiungere che durante la Conferenza di Potsdam i sovietici si guardarono bene dal confermare l'avvenuto ritrovamento da parte loro dei resti del Fuehrer e di Eva Braun al momento della resa di Berlino (2 maggio 1945), forse per il gusto di lasciare nell'incertezza gli alleati occidentali. E veniamo ai veri protagonisti della vicenda, due U-Boote. U 530 era un battello oceanico a grande autonomia del tipo IXC 40, costruito da Deutsche Werft ad Amburgo ed entrato in servizio il 14 ottobre 1942. Dopo il canonico periodo di addestramento dell'equipaggio (ottobre 1942- febbraio 1943) era divenuto operativo salpando da Kiel il 20 febbraio 1943, per partecipare alla fase più acuta della Battaglia dell'Atlantico del Nord. Nella sua prima missione di guerra, operando come membro del "branco di lupi" "Ostmark" contro il convoglio lento diretto ad Est SC 121, il 9 marzo 1943 U 530 aveva affondato un vecchio piroscafo rimasto indietro, lo svedese (neutrale) MILOS di 3.058 o 3.060tsl/agosto 1898 (della Rederi A/B Helsingborg, costruito da Blyth SB & DD Co. e trasportante carichi vari). Il 17 marzo, durante la grande battaglia di ben 40 U-Boote contro i convogli SC 122 e HX 229, U 530 viene danneggiato con bombe di profondità dal vecchio ct "quattro pipe" HMS BEVERLEY. Dopo due infruttuosi tentativi di attacco tra il 25 e il 30 marzo contro i convogli SC 123 e HX 230, il 4 aprile, ormai sulla via del ritorno, U 530 avvista il convoglio HX 231 diretto ad Est e chiama all'attacco il branco "Loewenherz". La sera del 5 aprile esso affonda la motocisterna americana SUNOIL di 9.005 tsl/nov. 1927 (costruita da Sun a Chester per la Sun Oil Co. e carica di carburante), rimasta indietro in quanto già silurata qualche ora prima da U 563. Il 13 aprile, dopo un ulteriore, vano tentativo di attacco contro il convoglio HX 232, U 530 fa rotta su Lorient dove arriva il 22. La seconda missione lo vede fungere da battello cisterna non piu' nell'Atlantico del Nord, ormai abbandonato dagli U-Boote dopo le gravi perdite subite a maggio, ma nell'Atlantico centrale tra il 29 maggio e il 3 luglio 1943. La sua terza missione di guerra, stavolta nell'area caraibica, iniziata il 17 ottobre 1943, lo vede silurare e danneggiare all’estrema prua il 26 dicembre la turbocisterna americana nuova di zecca e carica di nafta CHAPULTEPEC di 10.195 tsl/maggio 1943 (una T2-SE-A1 costruita da Sun a Chester per la USMC e data in gestione dalla WSA a Barber Asphalt & Oil Corp.) al largo di Colòn. Ma la cisterna riesce a raggiungere Cristobal, dove subirà le prime provvisorie riparazioni. Tre giorni dopo U 530 se la vede brutta quando viene speronato dalla motocisterna ESSO BUFFALO (11.344 tsl/maggio 1943, costruita sempre da Sun a Chester per la Standard Oil Co. of New Jersey), ma riesce a sfuggire, rientrando a Lorient il 22 febbraio 1944. Nella quarta missione operativa U 530, salpato il 22 maggio, incontra prima al largo delle Isole del Cabo Verde il sommergibile giapponese I 52 diretto a Lorient e gli trasferisce un rivelatore di emissioni radar, due tecnici ad esso addetti e un pilota per l'approccio a Lorient. Ma il battello giapponese, poco dopo la separazione, viene affondato con siluri acustici e cariche di profondità da due aerei Avenger della portaerei di scorta USS BOGUE, che durante la sua ricerca di U 530 aveva raccolto un messaggio radio relativo all'appuntamento in alto mare. U 530 prosegue poi la sua missione nell'area di Trinidad, ma non ottiene alcun successo. Rientra quindi in Norvegia, a Kristiansand, il 4 ottobre 1944, dato che le basi francesi non erano ormai più disponibili. Nella sua quinta ed ultima missione U 530 salpa da Kiel il 19 febbraio 1945 e entra a Horten, nel fjordo di Oslo, il 23. Il 3 marzo ne esce diretto in Atlantico occidentale. Aveva quindi lasciato la Norvegia quasi due mesi prima della morte di Hitler (30 aprile) e sempre pattugliato al largo delle coste americane, lanciando invano 9 dei suoi 14 siluri contro un gruppo di navi intravisto nella nebbia. Il 4 maggio, al largo di New York, il suo comandante (subentrato nel mese di gennaio 1945 al KapitaenLeutnant z.S. Kurt Lange) Oberleutnant z.S. Otto Wermuth riceve l'ordine di cessare le ostilità diramato da Doenitz e poi il 7 maggio quello di arrendersi e consegnarsi in un porto alleato, ma decide di ignorarlo e di fare rotta per l'Argentina. Questo paese infatti ospitava una influente componente filonazista, guidata dal colonnello Juan Domingo Peròn, vicepresidente e ministro della Difesa, grande amico dei sindacati locali. L'Argentina era stata l'unico paese importante dell'America Latina a non aver dichiarato guerra alla Germania nonostante le forti pressioni statunitensi. Ora, tra le decisioni prese dagli Alleati alla Conferenza di Yalta c'era anche quella per cui potevano avere accesso come paesi fondatori alle Nazioni Unite, e quindi far parte a pieno titolo della comunità internazionale uscita dalla guerra, solo quei paesi che avessero dichiarato guerra alla Germania entro il febbraio 1945. La Turchia, la Siria, il Libano, il Peru, il Paraguay, l'Uruguay e l'Egitto lo fecero subito entro il termine, ma l'Argentina attese fino al 27 marzo 1945, nettamente fuori tempo massimo, e tuttavia gli USA decisero di ammetterla ugualmente all'ONU, malgrado le dure proteste sovietiche. Fu ammessa con difficoltà tra i membri fondatori partecipanti alla Conferenza costitutiva di San Francisco il 1° maggio 1945 con 31 voti contro 4 (tra cui Urss, Cecoslovacchia e Jugoslavia). La Polonia comunista e la Spagna franchista ne rimasero invece escluse. E quindi in pratica l'Argentina era ora da poco più di un mese un paese belligerante, ma l'equipaggio dell'U-Boot tedesco salpato il 3 marzo non poteva saperlo. Buttano a mare le munizioni, le armi antiaeree e tutti i materiali segreti, inclusi i KTB (diari di guerra), poi mettono la prua a Sud. Così il 10 luglio 1945, dopo due mesi dalla fine della guerra e due mesi di navigazione quasi sempre in immersione, U 530 arriva a Mar del Plata e qui si consegna agli argentini. L'equipaggio viene sottoposto ad un accurato interrogatorio, ma il comandante Wermuth si rifiuta di rispondere a molte domande, di spiegare perché ha impiegato oltre due mesi per raggiungere l'Argentina, perché l'equipaggio era privo di documenti d'identità e perché aveva gettato a mare le armi antiaeree e i documenti segreti. Nascono così subito e trovano diffusione voci incontrollabili sulla presenza di Hitler o di Bormann a bordo, che sarebbero stati sbarcati prima della resa del battello. Un giornalista argentino sostenne di aver visto un rapporto della polizia della provincia di Buenos Aires secondo cui un sommergibile sconosciuto era emerso al largo della Patagonia e vi aveva sbarcato un alto ufficiale e un civile, che potevano essere Hitler ed Eva Braun camuffati. Presero a circolare teorie secondo cui il comandante che aveva condotto il battello alla resa non era realmente Wermuth ma un altro, che lo aveva sostituito salendo a bordo da una base segreta argentina oppure assumendo il comando dopo un ammutinamento. L'ammiraglio brasiliano Jorge D. Martins coglieva l'occasione per accusare lo U 530 dell'affondamento il 4 luglio 1945 del vecchio incrociatore brasiliano BAHIA (evidentemente per discolpare la sua Marina dall'incredibile episodio, di cui parliamo piu' oltre, in cui un incrociatore affonda se stesso sparandosi addosso); l'ammiraglio Dudal Teixeira per parte sua riteneva che il battello provenisse dal Giappone con a bordo oro o armi segrete. Il ministero della Marina argentina dovette emettere un comunicato ufficiale in cui si affermava che U 530 non era responsabile dell'affondamento del BAHIA, che nessun leader nazista o alto ufficiale era a bordo, e che U 530 non aveva sbarcato nessuno sulla costa argentina prima di arrendersi. U 977 era invece un battello medio del tipo più diffuso, il VII C, costruito da Blohm & Voss ad Amburgo ed entrato in servizio il 6 maggio 1943. Dopo il consueto periodo di addestramento dell'equipaggio (maggio-settembre 1943) era entrato a far parte della 21. U-Flottille di base a Pillau nel Baltico come battello scuola fino a tutto il febbraio 1945, senza mai prestare servizio attivo. Solo nel marzo 1945, visto il precipitare della situazione, era stato trasferito ad Amburgo per un breve addestramento come Frontboot, cioè battello operativo, sotto il comando dell'Oberleutnant z.S. Heinz Schaeffer. U 977 lascia Kiel il 13 aprile 1945 e va a Horten il 20 successivo. Il 29/30 aprile si sposta da Horten a Kristiansand (porto ubicato in una posizione più idonea per l'accesso diretto all' Atlantico), dove si trova quindi alla data della morte di Hitler. Ne salpa il 3 maggio 1945 per quella che avrebbe dovuto essere la sua prima missione di guerra, con il compito di operare a Ovest delle Isole Britanniche (i cosidetti Western Approaches) sulla base del vecchio (e ormai già fallito) piano di Doenitz di concentrare le offese subacquee nelle acque costiere del Regno Unito. Il 4 maggio, quando riceve l'ordine di cessare le ostilità, U 977 si trova ancora al largo delle coste norvegesi. Il comandante interpella l'equipaggio sul da farsi, escludendo la soluzione della resa agli Alleati (nonostante questo sia l'ordine diramato il 7 maggio da Doenitz), sulla base della larga pubblicità in precedenza accordata dai media nazisti al cosidetto "Piano Morgenthau", il Ministro del Tesoro americano che avrebbe preteso di punire la Germania sconfitta riportandola alla condizione di paese agricolo, privo di industrie, e quindi in uno stato di evidente, irrimediabile arretratezza economica e sociale. 30 membri dell'equipaggio su 48 optano per l'Argentina, prescelta da Schaeffer come paese amico, 2 vogliono andare in Spagna e 16 (gran parte dei più anziani ed esperti) vogliono rientrare in Germania per riunirsi alle famiglie. Questi ultimi vengono sbarcati la notte successiva a mezzo di canotti di gomma sulla costa norvegese vicino a Bergen. U 977 si incaglia brevemente, poi si libera e si immerge, anche per sfuggire al fuoco delle batterie costiere. Inizia così un viaggio sempre in immersione con lo schnorchel e i motori elettrici della durata di ben 66 giorni. Per almeno i primi 18 giorni le antenne dell'apparato di scoperta delle emissioni radar montate in cima allo schnorchel continuano a rilevare attività di ricerca antisom da parte degli Alleati, attività peraltro del tutto giustificata dato che gli U-Boote mancanti all'appello erano parecchi. Le condizioni a bordo peggiorano sempre di più, le paratie assumono un colore verde per l'umidità accumulata, i rifiuti della cucina non possono esser gettati fuori bordo e si accumulano in un ammasso disgustoso e puzzolente, mosche, vermi e altri insetti prosperano nell'immondizia, l'equipaggio esibisce il pallore, le occhiaie scure e il malsano colore verdastro dovuto alla mancanza di luce solare e di aria fresca. Anche i motori diesel cominciavano a soffrire dello sforzo prolungato. Giunti nelle acque equatoriali, la temperatura interna cresce, aumentando il disagio. Alla fine, dopo 66 giorni in immersione Schaeffer ritiene di aver raggiunto una zona al sicuro dalla caccia antisom ed emerge di notte. La navigazione continua alternando tratti in immersione e tratti in superficie, in condizioni leggermente migliori. Il 10 luglio viene ricevuta una trasmissione radio che dà la notizia dell'arrivo a Mar del Plata dell'U 530: il morale dell'equipaggio migliora temporaneamente, ma poco dopo si apprende che l'equipaggio è stato consegnato agli americani per andare in prigionia. Non si riceve notizia invece della babele di voci e di fake news che l'arrivo di U 530 ha sollevato. Il 17 agosto 1945, ad oltre tre mesi dalla fine della guerra (anche il Giappone si è arreso due giorni prima), U 977 emerge fuori dal limite di 3 miglia delle acque territoriali argentine davanti a Mar del Plata. Il battello pieno di ruggine e di chiazze scrostate viene avvistato e forma oggetto della curiosità dei pescherecci locali, poi arriva il dragamine PY (M 10, guarda caso un derivato degli M-Boote tedeschi della Grande Guerra) con due sommergibili per preavvisare dell'arrivo di alti ufficiali argentini. Una volta che questi sono saliti a bordo, a Schaeffer viene consentito di entrare in porto. Qui viene sottoposto ad un cortese ma stringente interrogatorio, in particolare circa la presenza di personaggi politicamente eminenti a bordo. Trova infatti nuovo alimento la supposizione - tuttora in piedi ancora oggi, come già detto - secondo cui gli U-Boote avrebbero portato clandestinamente in Argentina degli alti gerarchi nazisti, addirittura Hitler ed Eva Braun. Nasce anche l'ipotesi non meno fantascientifica secondo cui U 977 avrebbe fatto da scorta ad un piccolo convoglio che portava Hitler e il suo entourage in un nascondiglio apposito ubicato nientemeno che in Antartide. E in effetti l'Argentina ospitò Adolf Eichmann, Josef Mengele ed altri esponenti nazisti, ma questi erano passati in genere attraverso la Spagna franchista ospitale e non a mezzo di sommergibili. Anche Schaeffer, come Wermuth prima di lui, viene sospettato per l'affondamento del vecchio incrociatore brasiliano BAHIA (di 3.100 tonnellate, costruito da Armstrong a Elswick nel 1910) il 4 luglio 1945. La nave partecipava alle operazioni di assistenza aeromarittima effettuate dalla marina brasiliana a supporto dei tanti aerei americani in trasferimento dal Brasile e dagli USA verso l'Europa. Era salpata da Recife ed aveva raggiunto il 2 luglio la sua posizione prefissata, a 500 miglia al largo. Il giorno successivo aveva iniziato delle esercitazioni di tiro antiaereo con le sue sette mitragliere da 20 mm contro un bersaglio volante rimorchiato. Purtroppo, le mitragliere non erano state fornite di guide metalliche atte ad impedire che sparassero contro altre parti della nave. ll bersaglio si era abbassato e le mitragliere, per seguirne il volo, avevano a loro volta abbassato il tiro fino a colpire le bombe di profondità immagazzinate sul castello di poppa, provocandone l'esplosione. La nave affonda in tre minuti, e 271 membri dell'equipaggio salgono su 17 zattere di salvataggio, tra cui molti gravemente feriti: per quattro giorni devono far fronte agli attacchi degli squali, alla disidratazione, al freddo della notte e al forte calore del giorno. Alla fine il mercantile britannico BALFE li trova, ma esso e le navi brasiliane accorse alla ricerca di superstiti salvano solo 36 persone. Si hanno 336 morti, tra cui i 4 militari americani addetti al sistema di comunicazioni con gli aerei USA, su un totale di 372 componenti l'equipaggio. Schaeffer viene come detto interrogato, ma può dimostrare che tutti i suoi siluri erano ancora a bordo. Alle domande sul perché abbia scelto di arrendersi in Argentina, risponde abilmente che "Le regole della guerra prevedono che ogni materiale bellico appartenente ad un paese sconfitto divenga proprietà dei vincitori, e dunque l'URSS ora deve esser in possesso di tutte le nostre innovazioni tecniche. E quindi nell'eseguire l'ordine di resa di Doenitz - dopo averne verificata l'autenticità - dovevo prender cura di accertarmi che recasse vantaggio ad un paese che aveva già dimostrato un atteggiamento cavalleresco verso la Germania nella vicenda della corazzata tascabile GRAF SPEE. Dovevo anche considerare il benessere del mio equipaggio. Da nessun altro paese nemico potevano aspettarsi un analogo buon trattamento. Non c'era mai stato odio tra la Germania e l'Argentina, solo una condizione di onorevole belligeranza e solo per un periodo relativamente breve". Ma le sue speranze di imprigionamento in Argentina dovevano restare deluse. In mezzo all'imperversare delle voci sulla presenza di Hitler sul suo battello e sul suo trovar rifugio in una fantomatica ridotta antartica (una tra le varie immaginarie “ridotte” naziste che ossessionarono gli Alleati negli ultimi mesi di guerra, da quella alpino-bavarese a quella norvegese), una commissione anglo-americana venne ad interrogarlo, ma senza ottenere ovviamente alcuna confessione in merito. Fu quindi trasferito a Washington, dove fu confinato in una cella a faccia a faccia con Wermuth nella speranza che i sistemi di ascolto captassero qualche involontaria ammissione circa la loro supposta missione segreta. Una speranza che, manco a dirlo, andò delusa. I due non si erano mai conosciuti prima. Nonostante le asserzioni di noti storici che hanno sostenuto di aver avuto accesso a documenti di recente desecretati che illustrerebbero nei dettagli lo sbarco di gerarchi nazisti da U-Boote e le missioni clandestine di rifornimento effettuate per stabilire basi in Argentina ed in Antartide, non è mai emerso uno straccio di prova circa casi di complicità degli U-Boote. Le testimonianze di sedicenti testimoni oculari circa furtivi sbarchi sulla costa argentina non hanno mai retto al controllo. Sono state compiute immersioni subacquee su varie anomalie del fondale marino che nelle immagini sonar sembravano assomigliare alle torrette di U-Boote affondati, che si sono rivelate esser dei grossi scogli piatti. Un noto autore che ha attribuito l'affondamento del BAHIA all'U 977 ha teorizzato che il battello aveva a bordo un tale carico di vettovaglie per rifornire la flotta di U-Boote della Patagonia che sembrava un “delicatessen” galleggiante. Nessuno ha spiegato perché mai le sacre e cruciali missioni di trasporto verso il futuro del cuore pulsante della Gerrmania nazista sarebbero state affidate a giovani comandanti, con battelli antiquati, quando erano disponibili uomini di mare piu' esperti e politicamente motivati su nuovissimi U-Boote rivoluzionari, che in pratica offrivano una quasi garanzia di poter sfuggire ad ogni ricerca. Siamo nel campo dei romanzi fantasy e dei film di avventure .. Altri due U-Boote partecipanti all'offensiva contro le acque costiere britanniche avevano optato invece per dirigersi verso le coste portoghesi, altro paese ritenuto amico della Germania nazista (e che comunque non aveva mai dichiarato guerra alla Germania, ma aveva ceduto agli alleati nell'ottobre 1943 tre basi aeronavali nelle Azzorre preziose per la Battaglia dell'Atlantico). Ma qui nessuno ha mai collegato questi episodi alla presunta fuga di Hitler o di Bormann. Lo U 963, un tipo VII C costruito da Blohm & Voss ad Amburgo e in servizio dal 17 febbraio 1943, comandato dall'Oberleutnant z.S. Werner Wentz, che era salpato da Trondheim il 23 aprile per una missione di posa di mine nel Portland Bill, stava procedendo al largo della costa occidentale scozzese, ma lamentava dal 26 aprile un guasto al cavo dell'antenna a dipolo del rivelatore di emissioni radar posto in cima allo schnorchel, guasto provocato da una falla con conseguente ingresso d'acqua che aveva costretto a disattivarlo. Nelle prime ore del 6 maggio il battello, privo com'era dell'apparato di scoperta radar, era stato quindi colto di sorpresa da una bomba di profondità sganciata da un aereo alleato (ancora in un contesto di ostilità, in quanto l'ordine di resa verrà diramato da Doenitz agli U-Boote solo il giorno successivo, 7 maggio) a Ovest delle Isole Ebridi, che aveva provocato una fessura, una falla nello scafo resistente a dritta della torretta e reso inoperativo il diesel di sinistra; le prese d'acqua di dritta potevano esser aperte ma non chiuse, l'antenna principale era stata distrutta rendendo impossibile qualsiasi ricezione via radio. Il battello era sensibilmente sbandato verso dritta a causa del continuo afflusso d'acqua dalla fenditura, e subiva frequenti cortocircuiti causati dai ricorrenti guasti dovuti al sovraccarico delle pompe di sentina impegnate a tempo pieno per smaltire l'acqua imbarcata. Il battello non riceve quindi l'ordine di resa e consegna agli Alleati diramato il 7 maggio e procede verso Sud. La sera del 19 maggio, al largo delle coste portoghesi, la pompa principale si guasta in modo definitivo e irreparabile, il battello comincia ad affondare, viene portato vicino alla costa a Nazaré e Wentz ordina l'abbandono nave e l'autoaffondamento alle 03.00 del 20 maggio. L'intero equipaggio di 48 uomini viene internato dai portoghesi e poi consegnato ai britannici. Lo U 1277, un tipo VII C-41 costruito da Bremer Vulkan a Vegesack e in servizio dal 3 maggio 1944 (ma Frontboot solo dal febbraio 1945), salpato da Stavanger il 21 aprile 1945 al comando del KapitaenLeutnant Ehrenreich Stever anch'esso per una missione nei Western Approaches, alla ricezione dell'ordine di resa del 7 maggio decide di rifiutare la consegna del battello agli Alleati e di dirigersi in immersione verso il Portogallo. Un mese dopo, il 3 giugno, il battello emerge al largo di Cabo do Mundo, vicino a Porto, e si autoaffonda, mentre l'equipaggio raggiunge la spiaggia di Angeiras, a Nord di Porto, con canotti di gomma. Viene catturato e internato nel Castelo de Sao Josè da Foz a Porto, e pochi giorni dopo consegnato ad una nave da guerra britannica a Lisbona: avrebbe passato tre anni in campo di prigionia per violazione delle norme di resa. Il comandante Stever fu sottoposto a una corte marziale britannica. Fonti: Lawrence Paterson "Doenitz's Last Gamble. The Inshore U-Boat Campaign 1944-45", Seaforth Publishing, Barnsley, 2008 Lawrence Paterson, "Black Flag. The Surrender of Germany's U-Boat Forces 1945", Seaforth Publishing, Barnsley, 2009 Kenneth Wynn "U-Boat Operations of the Second World War. Volume 2: Career Histories, U 511-UIT 25", Chatham Publishing, London, 1998 Rick Atkinson, "The Guns at Last LIght. The War in Western Europe 1944-1945", Picador, New York, maggio 2014 Stanley Weintraub, "The Last Great Victory. The End of World War II July/August 1945", Konecky & Konecky, Old Saybrook, 1995 Giuseppe Garufi, Nereo Castelli, Iscandar and 3 others 6 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted October 8, 2021 Report Share Posted October 8, 2021 E' una storia quella di HITLER in Argentina a cui non ho mai dato alcuna attenzione. Dato che il corpo é stato ritrovato dai Russi bruciato a Berlino, ogni altra considerazione é da scartare. Ottimo l'articolo di Francesco, ben documentato. Franco sandokan 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco De Domenico Posted October 13, 2021 Author Report Share Posted October 13, 2021 Queste foto provengono da Mariusz Borowiak e Peter Wytykowski, "U-Boot's escape to South America. Secret of the Gray Wolves", Kagero, Lublin, 2019 sandokan 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
mocchegiani roberto Posted September 22, 2024 Report Share Posted September 22, 2024 Argomento di grande interesse ed ancora controverso. Vorrei saperne di più. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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