Francesco Mattesini Posted October 12, 2020 Report Share Posted October 12, 2020 VARIAZIONI AL SAGGIO I SOMMERGIBILI TASCABILI ITALIANI NEL MAR NERO (Maggio 1942 – Agosto 1944) FRANCESCO MATTESINI Ho ricevuto, nella mia pagina di academia edu, questo e-mail da Miroslav Morozov, che é considerato il più grande esperto di sommergibili sovietici e russi, ma anche di altri episodi di guerra navale. “Miroslav Morozov Gentile Sig. Francesco Mattesini! Sono Miroslav Morozov, ricercatore e storico militare di RF. Ora sto leggendo il tuo articolo sui CB sul Mar Nero. A volte ho anche ricercato questo argomento con documenti tedeschi (da NARA) e russi. Hai scritto un articolo molto interessante, ma ho qualche avviso e informazioni aggiuntive. Se sei interessato a questo puoi contattarmi via e-mail red-sub@yandex.ru. Reagrds, Miroslav” Naturalmente no risposto che ero interessato alle sue informazioni e ne sarei stato onorato. La risposta di Morozov è arrivata con un lettera e-mail dell’11 ottobre 2020, di cui riporto la prima parte: Mi occupo da tempo del tema della guerra sottomarina durante la seconda guerra mondiale nei bacini che circondano l'URSS - Barents, Mar Baltico e Mar Nero, e io sono impegnato non solo nelle operazioni di combattimento dei sottomarini sovietici, ma anche nei sottomarini dei paesi dell'Asse. Mi ha fatto piacere trovare sulla 31a pagina del tuo articolo un link al mio libro compilato in comune con K.L. Kulagin sui sottomarini del tipo "Pike". Inoltre, ho pubblicato molti altri libri in russo, purtroppo poco conosciuti al di fuori della Russia. Nei miei lavori mi affido a documenti originali della parte sovietica e tedesca (dall'archivio NARA USA). Purtroppo non ho accesso ai documenti italiani e rumeni, quindi cerco di seguire da vicino il lavoro degli storici di questi paesi. Pertanto, il tuo articolo sui sottomarini di classe CB è stato destato grande interesse per me. Il tuo articolo merita la massima lode. In esso ho trovato molte cose nuove per me stesso, specialmente su problemi come i negoziati tra Germania e Italia sull'invio di sottomarini nel Mar Nero, il continuazione della lotta degli equipaggi sottomarini italiani dopo Settembre 1943 dalla stessa parte dei tedeschi fino al dicembre 1943, il trasferimento dei sottomarini in Romania nel dicembre 1943 e il loro ritorno nella flotta della Repubblica Sociale Italiana nel 1944. Conoscevo tutte queste questioni sulla base di documenti tedeschi, ma il punto di vista della parte italiana non mi era noto. Grazie per questi dati! A mia volta, posso esprimere rammarico che alcuni punti relativi alle azioni della parte sovietica siano stati divulgati sulla base di vecchi lavori scritti da storici europei durante la Guerra Fredda senza conoscere i documenti sovietici. Pertanto, ho una serie di chiarimenti che potrebbero interessarti e che possono essere utilizzati nei tuoi futuri articoli su questo argomento. Le spiegazione, che hanno portato alle correzioni ed aggiunte al mio saggio, mandatemi da Morazov, e che non posso riportare nel mio lavoro in PDF perche dovrei cancellarlo e poi riportarlo sul sito corretto (eliminando le visite al sito e le considerazioni che finora sono state riportate dai lettori), vengono da me segnalate, in rosso, come segue: Pag. 16 In realtà, come sappiamo da Fabrizio Gatti, il sommergibile attaccato era un’unità che veniva impiegata come posamine, L-5 che “era rimasto leggermente danneggiato dall’impatto dei due siluri, inesplosi, lanciati dal CB-3 il 15 giugno 1942”.[1] Ciò mi è stato personalmente confermato dallo storico russo Miroslav Morozov, riferendo, con lettera dell’11 ottobre 2020 (e con copia di documenti originali allegati), che alle ore 13.04 l’L-5 avvistò un sommergibile, ma supponendo fosse sovietico diretto a Sebastopoli, non prese alcuna precauzione, con manovra evasiva, per poi udire alle 13.28 due colpì sullo scafo a tribordo. In questa occasione il sommergibile italiano fu molto sfortunato e quello sovietico al contrario parecchio fortunato. Pag. 18 - 19 Per quanto riguarda il successo del CB-2 contro un sommergibile del tipo “Tschuka”, sul quale colpito da un siluro lanciato da una distanza di 1.800 metri si verificò una “violentissima esplosione” e fu ritenuto il sicuro affondamento,[2] escludendo l’ShCh-206, che era stato affondato il 9 luglio 1941 dalla motosilurante romena Viscolul in posizione lat. 43°51’N, long. 29°45’E, tonnellate, il nome dell’unità sovietica attaccata appariva sconosciuto. Ma recentemente, come ha scritto Fabrizio Gatti consultando un sito russo “il battello italiano dovrebbe avere invece colpito il sommergibile M-31 con due siluri che però non esplosero”, a ripetizione di quanto successo con il CB.3. Ed in effetti ciò mi è stato confermato per lettera da Miroslav Morozov, scrivendo che “da un estratto dal rapporto del comandante dell'M-31, alle 05.55 fu scoperto”, dal sommergibile sovietico, “il periscopio del sommergibile”, e che “alle 06.05 a babordo, a prua, furono sentiti sullo scafo due colpi dal rumore metallico”. Anche in questa occasione il sommergibile sovietico, colpito da due siluri che non esplosero, fu fortunato al pari dell’L-5, mentre la iella dei CB era dovuta al fatto che, per un difetto di costruzione a cui probabilmente non si era data tanta importanza, i siluri si guastavano essendo continuamente a contatto con l’acqua del mare, invece di essere sistemati in lanciasiluri stagni.[3] Tre ore dopo l’attacco, alle 05.02 del 18 giugno, il CB-2 fu attaccato da due motobarche nemica che aprendo un nutrito fuoco di armi automatiche, a cui il sommergibile rispose con il fucile mitragliatore, lo colpì sulle sovrastrutture con almeno venti proiettili, causandogli soltanto lievi danni. Il sommergibile sovietico M32, della classe costiera Malyutka, e dello stesso tipo dell’M-31 che il 18 giugno 1941 fu colpito da due siluri del CB 2, che non esplosero. Nella sua attività di guerra, il 6 ottobre e il 4 novembre 1942 affondò due navi rumene, il rimorchiatore Mina Daniel (293 tsl) e il piroscafo Bessarabia (6672 tsl). Risulta perduto presso l’Isola Fidonis dopo il 17 dicembre 1942. Pagina 19 La notte di quello stesso 19 giugno fu ripetuto sul porto di Jalta un attacco di superficie da parte, secondo la versione italiana, di tre motosiluranti sovietiche, che però furono contrastate dalla difesa tedesca e costrette a lanciare da lontano due siluri da 533 mm, andati ad esplodere in fondo al porto senza provocare danni sensibili, se non, per la grossa scheggia di un siluro, una lacerazione in un doppiofondo del CB-3. Nella violenta reazione della difesa tedesca una delle motosiluranti fu vista allontanarsi in fiamme, e l’indomani furono avvistati dalla ricognizione aerea soltanto le altre due unità che dirigevano verso la loro base.[4] La versione sovietica e stata portata alla mia conoscenza per posta elettronica dal Miroslav Morozov, scrivendo: che parteciparono all’attacco ancora una volta le due motosiluranti D-3 e SM-3, specificando: “Entrambe le motosiluranti lanciarono due siluri, uno è esploso nella costa all’entrata del porto, altri tre all'interno del porto. Due proiettili tedeschi sono esplosi vicino alla SM-3. Due dei suoi tre motori furono messi fuori servizio, due marinai furono uccisi e due feriti, ma la motosilurante è riuscita a rientrare alla base”. A questo punto, in seguito ai danni al CB-3 restarono operativi soltanto il CB-1, il CB-4 e il CB-6, che tra il 20 e il 28 giugno svolsero quattro missioni, in due delle quali il CB-4 fu attaccato da navi di superficie. ... Pag. 33 L’affondamento del sommergibile ShCh-203 da parte del CB-4 è stato confermato dagli autori russi K.L Kulagin e M.E. Morozov nel 2002 in un libro sui sommergibili sovietici del tipo “Pike”, ed é riportato anche nel sito uboat.net. Pag. 35 – 36 Concludendo, pur avendo l’assoluta certezza dell’affondamento del sommergibile sovietico ShCh-203 da parte del CB-4 e la perdita del solo CB-5, il bilancio delle missioni dei CB è da considerarsi, sotto il profilo dei successi nel corso di sei attacchi, con lancio di dodici siluri, di cui due contro un incrociatore e cinque contro sommergibili, nel dopoguerra furono considerati soddisfacenti, ritenendo che fossero stati affondati tre sommergibili sovietici. In realtà fu affondato un solo sommergibile, e ne furono colpiti altri due, ognuno di essi da due siluri, che però, lo ripeto, sfortunatamente non esplosero. Ne consegue che, nonostante l’impegno profuso dagli equipaggi, degni di ogni elogio, per quelle mancate esplosioni di siluri il risultato dell’attività operativa del CB in Mar Nero, rappresentata dal giugno 1942 al settembre 1943 in 43 missioni, non fu soddisfacente, e non portò a risultati complessivamente significativi nel contesto dello sforzo bellico dell’Asse nel Mar Nero, a differenza di quanto si legge nelle tre ottimistiche relazioni compilate per Supermarina dal capitano di vascello Francesco Mimbelli, che dopo la conquista tedesca di Sebastopoli era stato decorato dai tedeschi con la Croce di Ferro di 1a Classe. Il fatto che i due lanciasiluri dei sommergibili tascabili fossero esterni, e non a tenuta stagna, contribuì a rendere difficoltosi gli attacchi perché almeno quattro siluri, specie per scarsa manutenzione impossibile da realizzare in base avanzate e non a quella attrezzata di Costanza, colpendo l’obiettivo non esplosero ed altri ebbero corsa irregolare o affondarono subito dopo i lanci. Pag. 37 Sul sito ubout net nel saggio di Fabrizio Gatti, “L’attività della 1a Squadriglia CB in Mar Nero tra il Settembre e il Dicembre 1943”, su un’azione del CB-1 del giorno 15 Settembre 1943 è scritto: Alle 21:45 il CB-1 (com. GM Giovanni Re) avvistò in superficie, a circa 1000 metri di distanza, al largo di Capo Sarych, tre unità dirette verso occidente ad una velocità stimata di 6-7 nodi: delle tre unità una appariva come un’imbarcazione dal ponte piatto, senza alcuna sovrastruttura, lunga circa 20 m. Sul ponte stazionavano quattro persone in tute di gomma. Le altre due unità sembravano delle cannoniere di scorta. Il CB lanciò un siluro a brevissima distanza, affondando l’unità dal ponte piatto: disgraziatamente l’esplosione danneggiò la prua del piccolo battello italiano, provocando infiltrazioni d’acqua e l’arresto dei motori. Le cannoniere si allontanarono, lanciando qualche bomba di profondità. Alle 00:45 del 16, una motozattera tedesca rimorchiò il CB-1 a Yalta dove il sommergibile venne tenuto a galla pompandone fuori l’acqua. La sera del 20, il rimorchiatore Schürmann cominciò il lento rimorchio del CB-1 da Yalta a Sebastopoli dove il convoglio arrivò alle 9:45 del 21. A Sebastopoli si rilevò che anche i motori elettrici erano rimasti danneggiati dall’acqua e che per almeno due mesi il battello non sarebbe potuto rientrare in servizio. Si discusse anche dell’opportunità di trasferire il battello da Sebastopoli a Costanza ma i dubbi riguardanti l’atteggiamento rumeno nei confronti degli Italiani che avevano proseguito la guerra a fianco della Germania sconsigliarono di intraprendere l’operazione. … La sola unità sovietica nei pressi (al largo di Yalta) era il sommergibile A-2 che non era impegnato in operazioni speciali né riferì di essere stato attaccato.[5] Ciò è confermato da Miroslay Morozov che nella sua lettera mi ha riferito: Attacco del 15 settembre 1943. Ho controllato attentamente i documenti sovietici e posso affermare che non una sola nave di superficie sovietica era quel giorno al largo della costa della Crimea in questa zona. C'erano sottomarini, ma non furono soggetti ad alcun attacco. Forse un sommergibile italiano ha attaccato qualche peschereccio civile tra quelli che avevano il permesso dai tedeschi di pescare al largo della Crimea. Pag. 40 Da una correzione di Platon Alexiades: I primi due sommergibili ad uscire in mare il 12 settembre furono il C.B. 1 e il C.B. 4, comandati da Giovanni Re e Armando Sibille, i quali “ricevettero l’ordine di trasferirsi a Yalta dove si trasferì anche il Capo squadriglia, capitano di fregata Alberto Torri [ex comandante del sommergibile Jalea] … Dopo che il CB.1 aveva attaccato e ritenuto affondata la sera del 15 settembre quella che sembrava essere una grossa maona carica di rifornimenti, … Pag. 41 – 42 Ma poiché non abbiamo il riscontro dalla documentazione russa sull’affondamento dei mezzi da sbarco DB e delle chiatte semoventi Bolinder, non possiamo avere la certezza che si trattasse di una nave dell’una o dell’altro tipo. Anche perche Morozov la esclude assolutamente dopo un attenta consultazione della documentazione sovietica di quel giorno 15 settembre 1943. Pag. 46 I sei sommergibili italiani tipo CB (poi ridotti a cinque), la cui scarsa autonomia (60-70 miglia) non gli permetteva di operare troppo distanti dalla propria base in compiti quasi sempre di carattere antisom, affondarono soltanto un sommergibile sovietico (ShCh-203) nel periodo giugno 1941-agosto 1943, e ne colpirono altri due ciascuno con due siluri che non esplosero (L-5 e M-31) causando danni leggeri. La modesta imbarcazione piatta lunga 20 metri e senza sovrastrutture, considerata una chiatta, che sarebbe stata affondato dal CB-1 la notte del 15-16 settembre 1943 non ne è confermato il nome o il numero. I CB effettuarono sette attacchi, con un consumo di quattordici siluri, dei quali sei andarono a segno, quattro senza esplodere. Ho già iniziato ad apportare tutte le variazioni più importanti, e ne ho chieste altre da riportare sul mio saggio, che verrà sostituito nella mia pagina di academia edu con un esemplare più aggiornato sul problema dei CB in Mar Nero. FRANCESCO MATTESINI [1] Fabrizio Gatti, L’attività della 1a Squadriglia CB in Mar Nero tra il Settembre e il Dicembre 1943”, nel sito academia edu, pagina 1, nota 1. [2] Ibidem. * Dopo il lancio del secondo siluro contro il sommergibile attaccato in superficie il CB-2 si immerse. Giunto a quota 17 metri da bordo fu percepito uno scoppio fortissimo che fece vibrare il CB.2. Circa un minuto dopo fu udito un rumore come di schianto forte e prolungato. Venuto il superficie il CB-2 non trovò nella zona dell’attacco alcun segno di affondamento se non che, come annotò il comandante Russo, “passando a breve distanza dal punto dell’affondamento noto una vastissima zona nella quale il mare perde la sua forza viva, presumibilmente per nafta emesse dal sommergibile affondato.”. Quindi non vi era alcuna certezza sull’affondamento del sommergibile. Cfr. La voce del marinaio, 18.6.42 il comandante Attilio Russo, di Claudio 53 e Antonio Cimino. [3] Mi ha scritto Miroslav Morozov: “Il CB-2 ha lanciato i siluri alle 05.03 ora di Berlino e anche questa è una corrispondenza esatta con i dati dell’M-31. L'unica cosa che mi confonde sono le esplosioni che si sono sentite sul sommergibile italiano. Secondo me, entrambi i siluri hanno colpito il fianco dell'M-31 e non sono esplosi, e il motivo delle esplosioni che sono state ascoltate sul CB-2 e che non hanno udito sull’M-31 non mi è chiaro. Lo stesso si può dire della macchia di nafta, che, a quanto ho capito, i marinai italiani hanno visto sul punto dove i siluri colpiscono il bersaglio. Come hai giustamente notato, i sommergibilisti sovietici furono molto fortunati e quelli italiani molto sfortunati. Né l’L-5 né l’M-31 hanno riportato gravi danni che li avrebbero costretti a essere riparati dopo questi colpi”. [4] AUSMM, “Supermarina – Diario dell’Attività della 4a Flottiglia MAS dall’arrivo in Mar Nero al giorno 30 giugno 1942”, fondo, Scontri Navali e Operazioni di Guerra, cartella n. 86. * Potrebbe trattarsi di una delle due motosiluranti sovietiche n. 73 e n. 83, della classe “MO-4”, che però risultano perdute per causa non riportata il 22 giugno. Questa parte va cancellata. [5] Il 16 settembre 1943, alle ore 10.26, il sommergibile sovietico A-2 (tenente di vascello B.S. Buyanskii) lanciò 2 siluri, che non colpirono, contro la motozattera tedesca F 369 a 12 miglia sud-sudovest di Sudak, a sud di Yalta e a 57 km ad ovest di Feodosia (Crimea), in posizione lat. 44°46’N, long. 34°45’E, che è però distante dal tratto di mare in cui si doveva trovare il CB-1, a 15 miglia a sud di Jalta. Secondo I tedeschi la F 369 vide un siluro che la mancò alle 09.35 in lat. 44°45’N, long. 34°45’, a circa 30 miglia per 55° da Yalta. Sempre il 16 settembre 1943, in Mar Nero, il sommergibile sovietico L 6 (capitano di 3a classe B.V.Gremyako) posò uno sbarramento di 20 mine a 20 miglia a est di Olinca (Romania), ma senza conseguire risultati. Cfr., Jurggen Rohwer, Allied Submarine attacks of World War Two. European Theatre of Operations, 1939-1945, Greenhill, London, 1997. p. 117; riportato anche da uboat.net, Sommergibile A-2. sandokan 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted October 14, 2020 Author Report Share Posted October 14, 2020 Da una intercettazione Ultra (ZIP/ZTPGR/6608) trasmessa alle 1824 del 27 gennaio 1944 dalla 30a Flottiglia Sommergibili germanica e ricevuta alle 0232 del 28 dal Gruppo Sud, con caratteristica Immediata e Segretissima, risulta che il sommergibile tascabile italiano CB-23 era arrivato a Costanza il 24 gennaio smontato, senza disporre delle batterie e senza il periscopio, e sollevato da una gru si trovava nella banchina della Marina Germanica. Il messaggio terminava con le frasi: “Completamento impossibile senza disegno e personale speciale. Stiamo cercando di far galleggiare la nave”. Da un'altra intercettazione segretissima Ultra del 3 febbraio 1944 (ZIP/Z TPGR/6934) si portava a conoscenza che il sommergibile CB-23 doveva essere rimandato a Trieste con urgenza. Ciò è confermato dal messaggio della SKL n. 4802 del 1° marzo 1944. Successivamente, secondo quanto risulta da alcune fonti italiane, il numero del CB-23 fu cambiato in CB-72 e che la costruzione sia stata annullata. Vorrei saperne di più. Se qualcuno conosce l’episodio può darmi ulteriori informazioni. Grazie Francesco Mattesini Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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