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Annuari navali


Long John Silver
  • Uno dei principali strumenti per la consultazione delle navi, sia militari sia civili, è costituita dagli annuari navali, sia per la marina militare sia per quella civile. La necessità di queste opere nacque verso la seconda metà del XIX secolo, quando la diffusione del vapore e un incremento dei rapporti fra le varie marine fece nascere la necessità per gli addetti ai lavori, in particolare gli ufficiali di marina, di sapere quale fosse la forza della propria nazione e quale quella della altre. Per la marina mercantile la necessità era più commerciale: sapere quali fossero le caratteristiche delle navi e quali gli armatori per una maggiore garanzia dei trasporti via mare.

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Marine militari

 

La prima opera nota è il libro di Busk The Navies of the World (si trova in ristampa anastatica) del 1859; segue Das Schwimmende Material des Seemacht di Kronenfels (si trova in ristampa anastatica) del 1887, ma non sono opere periodiche.

 

Seguono il k.u.k.Marine Almanach austro-ungarico, che inizia le pubblicazioni nel 1878 e termina nel 1918.

 

Nel 1886 inizia le pubblicazioni il Brassey’s Naval Annual inglese, pubblicato da Earl Brassey e che ha continuato le pubblicazioni fino al 1950 circa. Esce ancora adesso, ma come annuario dei sistemi di difesa.

 

Nel 1895 inizia le sue pubblicazioni The Naval Pocket Book di Sir William Laird Clowes, che risulta pubblicato fino al 1909.

 

Nel 1897 esce il Flottes del combat francese, fondato dal comandante de Balincourt, ma ha cadenza biennale ed esce ancora oggi. Da qualche anno viene pubblicata anche un’edizione statunitense, Fighting Fleets, edita dall’U.S. Naval Institute.

 

Nel 1898 vede la luce, a cura di Fred T. Jane, quello che è il principe degli almanacchi navali, lo All the World Fighting Ships, che viene pubblicato ancora oggi nell’ambito di tutta una serie di annuari relativi a parecchi aspetti della tecnica (trasporti, armi, eccetera).

 

Anche i tedeschi vollero il loro almanacco, nacque così nel 1900 il Weyer Flottentaschenbuch, pubblicato ancora oggi, ma diventato biennale. Nel 1905 nasce il Marinkalender svedese, che non so se viene ancora pubblicato oggi, fino agli anni Sessanta certamente. Fra il 1907 e il 1916 in Gran Bretagna è pubblicato anche The Naval League Annual, edito da Sir Alan Burgoyne.

 

Veniamo all’Italia: nel 1910, a cura della Lega Navale, nasce l’Almanacco navale, che viene pubblicato dal 1910 al 1915, ancora nel 1922, poi finisce. Riprende nel 1937, questa volta a cura della Regia Marina e viene edito da Luigi Accorsi. E’ pubblicato fino al 1943 e poi sospende le pubblicazioni. Solo nel 1960 la rivista Le vie del mare pubblica Marine militari nel mondo, ma la rivista cessa le pubblicazioni lo stesso anno e sparisce anche l’iniziativa. Questa viene ripresa nel 1964 dalla Marna Militare che da allora pubblica, con cadenza biennale. ancora l’Almanacco navale.

 

Marine civili

 

Per comprendere questo settore bisogna capire cosa sono le Società di classificazione per le marine mercantili. Le società di classificazione sono organizzazioni che devono applicare standard tecnici in relazione al progetto, costruzione e controllo delle attrezzature marittime che comprendono le navi e le strutture offshore.Questi standard sono emessi dalle società di classificazione come leggi da rispettare. Una nave che è stata progettata e costruita secondo le regole di una società può chiedere un certificato di classificazione a quella società, che lo emette dopo avere completato rilevanti osservazioni di tecniche.

Questo certificato non può implicare una garanzia di sicurezza, adeguatezza allo scopo o capacità di navigare per la nave, è solo un’attestazione che l’unità corrisponde agli standard che sono stati sviluppati e richiesto per emettere il certificato di classificazione.

Più di 50 società nel mondo definiscono le loro attività come fornitori di classificazione marittima, ma solo dieci di queste fanno parte della International Association of Classification Societies (IACS). Si ritiene che queste dieci società, insieme alle due addizionali che sono state associate, in totale classificano il 94% di tutto il tonnellaggio commerciale esistente.

La classificazione è in elemento di una rete di associati per valutare altri elementi come l’armatore, il costruttore, la bandiera, il porto d’iscrizione, gli assicuratori, i finanziatori e i noleggiatori, oltre ad altri fattori.

Il primo e principale elenco di classificazione è quello del Lloyd: nella seconda metà del XVIII secolo gli assicuratori, con base nella bottega del caffè di Lloyd, svilupparono un sistema per l’ispezione indipendente dello scafo e delle attrezzature delle navi che richiedevano la copertura assicurativa. Nel 1760 fu formato un comitato a questo scopo e la loro prima iniziativa fu il Lloyd's Register Book per gli anni 1764-65-66. Da allora è stata pubblicata annualmente e il concetto di classificazione prese presto piede nel mondo. Nel 1834 il Lloyd's Register of British and Foreign Shipping fu costituito come società a sé stante per la pubblicazione del lavoro.

Nel 1828 fu fondato ad Anversa il Bureau Veritas (BV), trasferito poi a Parigi nel 1832.

A partire dal 1854 l’imperial regio Governo Marittimo in Trieste pubblicò un Annuario Marittimo nel quale, tra l’altro, erano catalogate le navi mercantili austriache e ungheresi. Nel 1858 nasceva il Veritas Austriaco (poi Veritas Austroungarico) per la classificazione ufficiale delle navi. Accanto a queste due pubblicazioni ufficiali deve essere menzionato anche il già citato k.u.k. Marine Almanach, relativo alle marine militari ma anche alle civili, il cui formato nel primo dopoguerra sarà ripreso dall’Almanacco delle Marine Mercantili, edito in Trieste da G. Masovcich (i cosiddetti “almanacchi azzurri”) fino al 1933 e dal 1953 al 1963 dall’Almanacco Marittimo Italiano, edito dalla Confederazione dei Piloti del Porto.

Il primo istituto per la classificazione delle navi mercantili in Italia fu costituito in Genova nel 1861 con il nome di Registro Italiano. Venne riformato nel 1910 con la denominazione di Registro Nazionale Italiano, modificato con Regio Decreto del 18 novembre 1917 in Registro Navale Italiano. Dopo la fusione con il Veritas Austroungarico il 9 giugno 1921, riprese il vecchio nome di Registro Italiano. Dal 1927 venne conferito all’Istituto anche il servizio di classificazione degli aeromobili destinati al servizio civile assumendo la denominazione di Registro Italiano Navale ed Aeronautico (R.I.N.ed A.). Dal 24 novembre 1938 è stato istituito separatamente il Registro Aeronautico Italiano mettendolo alle dipendenze dell’allora Ministero dell’Aeronautica e pertanto l’Istituto riprese la vecchia denominazione di Registro Italiano Navale (R.I.NA.) che mantiene tuttora. Va accennato che a partire dal 1863 fu pubblicato in Italia anche un Veritas Italiano, istituto privato che scomparve dopo pochi anni.

L’American Bureau of Shipping (ABS) iniziò le sue pubblicazioni nel 1862 e anche i norvegesi dopo avere adottato regole comuni per l’assicurazione diedero vita nel 1867 al Det Norske Veritas (DNV) nel 1864.

Nel 1867 fu formato il Germanischer Lloyd (GL), nel 1899 il Nippon Kaiji Kyokai (ClassNK) e nel 1913 il Russian Maritime Register of Shipping (RS), nato da un registro fluviale.

Nel 1919 nacque lo Hellenic Register of Shipping (non fa però parte dello IACS).

Più recenti sono lo Jugoslavenski Registar Brodovi nel 1951, erede del Pomorski Godisnjak pubblicato in Jugoslavia dal 1926 (ora Croatian Register of Shipping), il China Classification Society (CCS) del 1956, il Korean Register (KR) del 1960 e lo Indian Register of Shipping (IRS) del 1975.

In questo settore di ricerca navale sono da ricordare anche opere ufficiose come Merchant Ships di EC Talbot-Booth, pubblicato dal 1939 al 1963 e L’annuario navale, pubblicato dalla Lega Navale Italiana dall’inizio del XX secolo a circa il 1930.

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