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Le motobombe tedesche impiegate a marzo 1943 contro i porti di Tripoli e Algeri


Francesco Mattesini
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Ho postato in WIKIPEDIA quanto segue:

 

 

LE MOTOBOMBE TEDESCHE IMPIEGATE NEL MARZO 1943 CONTRO I PORTI DI TRIPOLI E ALGERI

 

Un risultato dagli attacchi aerei con effetti clamorosi i tedeschi lo conseguirono nella tarda serata del 19 marzo 1943, impiegando le bombe siluro a percorso circolare LT. 350, che era poi la motobomba italiana FFF, acquistata dai tedeschi in 2.000 esemplari. Per attaccare le navi di un convoglio segnalato nel porto di Tripoli, decollarono dagli aeroporti della Sicilia ventuno velivoli da bombardamento tedeschi Ju.88 del II Fliegerkorps, due dei quali dovettero però rientrare alla base per guasti meccanici. I restanti diciannove velivoli, dodici del II./KG.30 (maggiore Freiherr von Blomberg), e sette del III./KG.77 (Hptm Heinz Richter), raggiunto il porto di Tripoli attaccarono le navi all’ancora, in due  ondate, in formazione chiusa e a volo radente. Nell’occasione furono sganciati, dalla quota di circa 200 metri, oltre alle bombe normali, settantadue motobombe LT. 350. 

 

L’attacco fu realizzato con completa sorpresa, mentre le opere portuali e le navi all’ancora erano completamente illuminate. Una delle motobombe, sganciata nel corso del secondo attacco dai velivoli del III./KG.77, alle 19.00 raggiunse il cacciatorpediniere di scorta britannico Derwent (tenente di vascello Royston Hollis Wright) sulla fiancata sinistra, aprendo sulla linea di galleggiamento dello scafo una falla di otto metri per quattro. Seguì l’immediato allagamento di due locali caldaie, la perdita di energia elettrica che, mettendo fuori uso tutti i circuiti, immobilizzo il cacciatorpediniere, con sbandamento a dritta che raggiunse i 7°. Il Derwent fu allora preso a rimorchio da mezzi di soccorso e portato ad incagliare. I danni e gli allagamenti del cacciatorpediniere erano talmente estesi da sconsigliarne le riparazioni. Fu smantellato a Penerhyn, in Gran Bretagna, nel febbraio del 1947.

 

L’attacco a Tripoli, che portò anche all’affondamento di due piroscafi, il britannico Ocean Voyager, che imbarcando petrolio e munizioni si incendio per poi esplodendo spezzarsi in due tronconi, e il greco Varvara, che affondò il mattino del 20 marzo a sud-ovest del porto di Tripoli al termine del suo viaggio da Alessandria anch’esso con un carico di munizioni. Morirono due uomini dell’equipaggio, mentre sull’Ocean Voyager, essendo stato ucciso il comandante, il compito di regolare l’evacuazione della nave fu assunto dal direttore di macchina Geoge Preston, che poi fu decorato con la Medaglia di Guerra del Louyds.

 

Fu il primo successo ottenuto dalla Luftwaffe impiegando le motobombe LT. 350. All’inizio dell’attacco non vi fu alcuna reazione, poi si verifico un forte fuoco di sbarramento contraereo sviluppato con armi di ogni genere, che determino l’abbattimento di quattro Ju. 88 delle seguenti squadriglie: uno della 6./KG.30 (sergente Arthur Lampsatis), due della 7./KG.77 (tenente Fritz Schendell e sottotenente Karl Fellhofer) e uno dell’8./KG.77 (sottotenente Ulrich Prinz). Nel ritirarsi gli equipaggi tedeschi osservarono nel porto tre o quattro navi in fiamme, mentre una bomba era stata vista esplodere vicino a una motonave. Il risultato complessivo dell’azione fu considerato ottimo dal comando del II Fliegerkorps.(1)

 

Le motobombe LT 350 furono ancora impiegate il 26 marzo con attacco notturno nel porto di Algeri da parte di dodici Ju. 88, ma i tedeschi stavolta persero ben cinque velivoli, uno del II./KG.30, e quattro del III./KG.77, compreso quello del comandante della 9a Squadriglia, capitano Konrad Heydenreich. Tuttavia, ancora una volta il Comando del II Fliegerkorps, data la presenza di palloni di sbarramento e di una contraerea leggera e media alquanto precisa che limito all’altezza di 1.000 metri la quota di sgancio, ritenne che la missione avesse avuto “ottimo risultato”, avendo gli equipaggi dei velivoli notato esplosioni ed incendi nella zona del porto fortemente occupata da numeroso naviglio.

 

In effetti, nell’attacco fu colpito da una motobomba il piroscafo britannico Empire Standard, di 7.050 tsl, che aveva raggiunto il porto di Algeri dopo essere stato colpito da un siluro lanciato, il 9 marzo 1943, dal sommergibile tedesco U 596. I danni della motobomba risultarono letali alla nave considerata total loss, ossia irreparabile. Fu rimorchiata al largo della costa e affondata.

(2)

 


(1) Francesco Mattesini, La partecipazione tedesca alla guerra aeronavale nel Mediterraneo 1940-1945), Edizioni dell’Ateneo, Roma, 1980, p. 335 sg. (Seconda edizione Collana Storia Militare, Albertelli, Parma, 2005).

(2) Ibidem, p. 336. Vedi anche i Bollettini Operativi dell’OBS in Archivio Ufficio Storico dell’Aeronautica Italiana.

 

 

Edited by Luiz
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L’ATTACCO CON MOTOBOMBE “LT. 350” E SILUROTTI “3F” NEL PORTO DI TRIPOLI DELLA NOTTE DEL 13 APRILR 1945

 

Verso la metà di aprile, parallelamente agli attacchi degli aerosiluranti ai convogli, i bombardieri del II Fliegerkorps svolsero una serie di incursioni notturne contro i porti degli Alleati nell’Africa Settentrionale, in particolare Algeri, Djidjelli e Bona, attaccati a più riprese da formazioni di una ventina di velivoli, che impiegarono bombe, motobombe LT 350, e per la prima volta anche piccoli siluri tedeschi tipo 3F. Il primo attacco con quest’ultima nuova arma si svolse la sera del 13 aprile contro il naviglio presente nel porto di Tripoli da parte di ventuno Ju. 88, ma nessuno dei 70 silurotti sganciati contro la massa delle navi sotto pressione in porto  raggiunse il bersaglio, Di contro, uno Ju. 88 del III./KG.76 fu abbattuto da un caccia notturno Beaufighter dell’89° Squadron della RAF, e altri due Ju. 88 dovettero interrompere la missione per guasti meccanici.

 

Nelle sue considerazioni sui risultati dell’incursione il Comando del II Fliegerkorps riportava: “Malgrado C.A. tutti calibri, 7-10 proiettori est Tripoli e 1 caccia, risultato azione deve considerarsi buono”.(1)


(1) Seguito Bollettino n. 501 dell’OBS del 14 Aprile 1943., riportato da  Francesco Mattesini, in “La partecipazione tedesca alla guerra aeronavale in Mediterraneo (1940-1945)”.

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Alcuni Autori e Siti Internet sostengono che  I tedeschi utilizzarono la motobomba LT.350 negli attacchi aerei contro le forze da sbarco degli Alleati ad Annaba, in Algeria,  il 16 aprile 1943.

 

Ciò non corrisponde a quanto è scritto nel Bollettino Giornaliero n. 504 dell’OBS, in cui l’attacco è riportato come segue:

 

“1927 – 2330: complessivi 29 Ju 88 attacco combinato bombardieri et aerosiluranti opere portuali et navi porto Bona: obiettivi bene inquadrati , presumesi buon risultato esplosioni presso incrociatore pesante, centrato sicuramente probabile C.T., vari incendi resto RNO causa forte reazione C.A., densa nebbia ed abbagliamento proiettori: 1 Ju 88 interrotto per d.t., 1 Ju 88 [iII./KG.26] non rientrato; poco prima attacco osservato un convoglio circa 8 navi uscente”.

 

Poiché  l’OBS riferisce che l’attacco a Bona era stato realizzato con bombardieri, e aerosiluranti, questi ultimi è da ritenere avessero in realtà sganciato silurotti 3F, e ciò escluderebbe l’impiego di motobombe LT.350.

Edited by Luiz
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L’ATTACCO CON SILURI 3F NEL PORTO DI SIRACUSA

 

L’attacco a Siracusa con i piccoli siluri 3F si verificò la notte del 25-26 luglio 1943 nel corso di un’incursione a cui parteciparono, secondo un bollettino dell’OBS, ottantanove velivoli da bombardamento Ju. 88 della  2a Luftflotte.

 

L’incursione portò all’affondamento della motonave britannica Fishpool, 4.950 tsl,  e alla perdita di cinque aerei tedeschi.

 

Il Fishpool fu affondato da bombe mentre scaricava 4.000 tonnellate di munizioni e 1.000 tonnellate di benzina avio imbarcata ad Alessandria. I morti della motonave furono ventotto, inclusi cinque cannonieri, e i superstiti diciotto.

Edited by Francesco Mattesini
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ALTRO IMPIEGO CON SUCCESSO DI MOTOBOMBE LT.350

 

Sempre dal mio libro “La partecipazione tedesca alla guerra aeronavale nel Mediterraneo (1940-1945)” e dal mio saggio stampato in sei puntate dal Bollettino d’Archivio dell’Ufficio Storico Marina Militare (Giugno 2001 – Settembre 2002), “Navi Militari delle Marine Alleate affondate nel Mediterraneo durante la Seconda Guerra Mondiale (Giugno 1940 – maggio 1945).

 

Nella notte fra il 27 e il 28 settembre 1942 otto velivoli Ju. 88 A-4 del 2° Gruppo del 1° Stormo Sperimentale (II./LG.1), decollati da Hiraklion (Creta), attaccarono il concentramento di navi nel Golfo di Suez, lanciando in mare col paracadute le motobombe  LT 350 (italiane FFF), una delle  quali  nella sua corsa a spirale andò a colpire il piroscafo britannico Trevalgan senza però esplodere. La nave non riportò alcun danno, mentre da parte tedesca uno Ju. 88 (L1+EP) della 6a Squadriglia non rientrò alla base.

 

Nell’autunno del 1942 porto di Napoli era divenuto il principale scalo dei rifornimenti degli anglo-americani sul fronte italiano. Pertanto, rappresentò anche  uno dei principali obiettivi dei reparti da bombardamento tedeschi del II Fliegerkorps, che avendo le loro basi nella Valle Padana, effettuarono una serie di incursioni notturne, spesso condotte con massicce formazioni di bombardieri Ju 88 degli stormi 54° e 76° (KG.54 e KG.76). In particolare una forte attività fu realizzata nell’area partenopea nell’uso delle motobombe LT 350 dal gruppo II./KG.54, che però nel corso delle missioni perse ben diciotto dei suoi iniziali 30 aerei.  Secondo la Historical Section Admiralty Il 22 novembre 1943, la nave porta ostruzioni britannica Barkflake (tenente di vascello del riserva Peters Henderson), di 290 tonn., sarebbe stata colpita da un siluro circolare e avendo riportato gravi danni affondò l’indomani nel porto di Napoli. Occorre però dire che le fonti recenti attribuiscono la perdita del BARFLALE ad una mina. Si hanno infattio notizie che il giorno e la notte del 22 novembre non vi furono attacchi nella zona di bombardieri e aerosiluranti tedeschi.

 

Nella notte del 27 novembre 1943 il porto di Napoli venne pesantemente bombardato da sessantasei aerei tedeschi Ju 88 della 2a Luftflotte. La motolancia briatannica ML 126 (73 tonn.), che si trovava in missione di vigilanza al largo del porto, fu colpita da una motobomba LT.350 e affondò senza perdite di vite umane. Secondo segnalazione errata di fonte britannica (vedi ROYAL NAVY VESSELS LOST AT SEA, 1939-45) la ML 126 (comandante C.H. Pearse) sarebbe stata  affondata da un siluro di sommergibile, che colpì la nave ad un miglio e mezzo dall’entrata meridionale al porto di Napoli. Ma nessun  U-boate tedesco si trovava in quella zona la notte del 27 novembre. Si é allora pensato alle mine non dando fiducia all'impiego delle motobombe sganciate dagli aerei tedeschi. Anche in quest'occasione ci viene in aiuto il citato fascicoletto della Historical Section Admiralty, in cui é scritto che la motolancia ML 126 fu affondata nel corso di un pattugliamento nel Golfo di Napoli da "1 circ. torpedo", ossia da un siluro circolare e quindi da una motobomba.

 

Nelle prime ore della notte del 2 dicembre 1943 le navi degli Alleati che si trovavano all’ancora nel Golfo di Napoli furono attaccate da aerei da bombardamento tedeschi della 2a Luftflotte. Nell’occasione furono impiegati anche le  motobombe LT 350, una delle quali raggiunse il mezzo da sbarco per carri armati  LTC 242 (112 tonn.), della 10a Flottiglia statunitense, affondandolo in lat. 40°50’N, long. 14°15’E.

 

Un’azione formidabile, che gli Alleati considerarono, con indubbia esagerazione, avesse avuto per loro gli effetti di una seconda Pearl Harbour, fu invece realizzato, la sera del 2 dicembre, contro il porto di Bari da centocinque bombardieri Ju. 88 della 2^ Luftflotte, decollati dagli aeroporti della Valle Padana. 

 

I velivoli appartenevano ai seguenti sei gruppi: I./KG.30 (capitano Adalbert Schultz), II./KG.30 (maggiore Ernst Pflüger), I./KG.54 (maggiore Otfried Sehert), II./KG.54 (capitano Karl Palliardi),  I./KG.76 (capitano Helmut Wahl) e II./KG.76 (maggiore Siegfried Geisler), e decollarono dalle basi di Ghedi, Villafranca, Cameri, Bergamo, Villorba e Aviano. Comandante dello Stormo KG.30 era il colonnello Sigmund-Ulrich Freiherr von Gravenreuth; Comandante del KG.54 il tenente colonnello Volprecht Riedesel Freiherr zu Eisenbach; comandante del KG.76 il tenente colonnello Rudolf Hallensleben.

 

L’attacco, effettuato a bassa quota e a volo radente contro le navi di un convoglio appena arrivato in porto, e inefficacemente contrastato dalle batterie contraeree italiane e britanniche, portò la Luftwaffe ad ottenere uno straordinario successo.  Con la perdita di due soli aerei, sugli ottantotto  Ju. 88 che riuscirono a portare a compimento l’impresa, fu realizzato l’affondamento di ben ventuno navi per circa 72.000 tsl (con perdita di 38.000 t di carico) a cui si aggiunse il danneggiamento di altre dieci navi, inclusi i due cacciatorpediniere britannici Zetland e Bicester.

 

 Alle perdite navali – che includevano, da parte italiana, la motonave Barletta, i piroscafi Frosinone e Cassala, i rimorchiatori Forte Pisano e Pantelleria, il motopeschereccio Ardito e la motobarca della Guardia di Finanza M.B. 10 – si aggiunsero, ugualmente elevate, quelle umane ed un gran numero di feriti ed ustionati; questi ultimi derivanti dalle bombe all’iprite che si trovavano a bordo della esplosa Liberty statunitense John Harvey, e che erano destinate, come misure di ritorsione nel caso di attacchi tedeschi con gas, agli aeroporti della zona di Foggia, occupati dai bombardieri strategici di una nuova grande unità aerea statunitense, la 15^ Air Force, formata per attaccare da sud gli obiettive  della Germania meridionale.

 

E’ però da segnalare che i successi maggiori conseguiti nell’incursione contro gli obiettivi navali furono determinati soprattutto dalle bombe normali, sganciate dalle formazioni di Ju. 88 a volo radente nella zona portuale, particolarmente ristretta e satura di naviglio. Non conosciamo quali siano stati gli effetti reali delle LT.350. Sarebbe gradito poterlo conoscere, anche perché sembra che le motobombe sganciate dagli aerei fossero state soltanto 9, come appare in "Mission 4 Today. com". Il munizionamento di caduta impiegato dagli Ju. 88 era costituito da bombe da 250 e 500 chili, nonché da bombe incendiare in contenitori AB 500 e AB 100 e anche mine antiuomo SD2.

 

I due aerei Ju 88 perduti appartenevano alle Squadriglie 1./KG.54 (sergente maggiore pilota Walter Klein) e 3./KG.30 (sergente pilota Karl-Heinz Helwig), ossia ai gruppi i./KG.54 e I./KG.30 che non erano impiegati nel lancio delle motobombe, essendo questo compito assegnato a quell'epoca agli Ju. 88 del II./KG.54.

 

Infine, occorre dire che ci sono state state molte discussioni dopo che nel 1971 era uscito negli Stati Uniti il libro “Disaster at Bari” di Gleen B, Infield, sul reale impiego dei Gruppi da Bombardamento nell’incursione su Taranto. E’ escluso che vi avessero partecipato i velivoli del 1° Stormo Sperimentale (LG.1) attraversando dalla Grecia l’Adriatico, che però attaccarono quello stesso obiettivo la notte del 13 dicembre perdendo tre Ju. 88 sui ventuno impiegati, uno del I./LG1 e due del III./LG.1, e non causando alcun danno al porto e alle navi. Il micidiale attacco del 2 dicembre sul porto di Bari fu pertanto causato da sei gruppi da bombardamento di base nell’Alta Italia, ove la ripartizione dei reparti era la seguente: Stab./KG. 30 con I./KG.30 a Ghedi e II./KG.30 a Villafranca; Stab./KG. 54 con I./KG.54 a Novara-Olleggio e II./KG.54 a Bergamo; Stab./KG.76 a Ingolstad (Baviera), con I./KG.76 a Villaorba e II./KG.76 ad Aviano.
 

Edited by Francesco Mattesini
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Una breve e doverosa considerazione critica sull’impiego bellico delle motobombe che, per la mancanza di risultati conseguiti, fu particolarmente fallimentare per la Regia Aeronautica e del tutto spropositato alle considerevoli perdite subite dalla Luftwaffe nei suoi attacchi in massa, considerando gli scarni risultati pratici raggiunti. Il tutto da parte tedesca si ridusse, nel corso dell’attività nel Mediterraneo e nel Mar Rosso, a colpire  soltanto otto navi delle quali quattro furono affondate (il mezzo da sbarco statunitense LCT 242 e tre piroscafi), e altre tre danneggiate (il cacciatorpediniere di scorta Bramham,  la motolancia ML 126 e un piroscafo ), tutte considerate irreparabili, mentre un quinto piroscafo fu colpito da una LT 350 non esplosa, e quindi non riportò alcun danno.

 

Mi sembra francamente e amaramente troppo poco per un’arma interessante che fu considerata rivoluzionaria, e che ancora oggi è da taluni apprezzata, ma che invece all’atto pratico nel campo operativo ebbe effetti deludenti.

Edited by Francesco Mattesini
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Egregio Mattesini,

L'intervento è come al solito interessante, oltre che dettagliato ed esaustivo.

Merita forse un approfondimento il caso dell'HMS BARFLAKE, per la quale, a mio parere, resta ancora qualche dubbio sulla causa dell'affondamento.

Malgrado, come correttamente indicato, il documento citato attribuisca  la causa dell'esplosione a "siluro", i rapporti dell'epoca ed altre fonti

ne attribuiscono la causa a mina.
Per farsi un'opinione a riguardo può essere utile notare che:
- l'esplosione che affonda l'HMS BARFLAKE avviene poco prima di mezzogiorno del 22, orario questo che da solo porterebbe a dubitare della presenza in zona di bombardieri tedeschi, ormai relegati a sole missioni serali/notturne.

 

- mi risulta comunque che il 22 Novembre 1943 non c'è alcuna missione di bombardieri o aerosiluranti tedeschi nell'area della Luftflotte 2: l'unica missione offensiva della Luftwaffe questo giorno, oltre alle consuete missioni di ricognizione (12) e caccia (132), è una missione di 10 cacciabombardieri FW 190 del II/SG 4 che, decollati alle 14.00 da Viterbo per attaccare un convoglio segnalato dalla ricognizione nel golfo di Gaeta, non avendolo trovato, attaccano obiettivi terrestri (automezzi e linea ferroviaria) in prossimità della linea del fronte.
L'eventuale attribuzione a mina della perdita dell'HMS BARFLAKE non può che rafforzare evidentemente le sue conclusioni sugli scarsi risultati ottenuti da quest'arma.
Domenico C.
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Francesco

 

Credo proprio che tu abbia ragione sull'affondamento del Barflake. Avevo già dei dubbi, ma ho dato fiducia a quanto scritto dalla Historical Section Admiralty.

 

Questo significa che il successo delle motobombe é ancora più scarno, e lo correggerò.

 

Credo che a WIKIPEDIA si siano offesi per il fatto che, oltre a postare per loro l'ho fatto anche per il nostro Forums, e hanno cancellato il tutto. Contenti loro ?.

 

A meno che abbia dato fastidio a qualcuno il giudizio finale che ho dato sulla scarsa efficienza delle LT 350 in sede operativa e di successi, e abbia protestato, perché metto in dubbio l'efficienza tecnica di un'arma italiana che, come ho già detto, é molto apprezzata anche per motivi di prestigio.

 

Franco

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[quote name="Francesco Mattesini" post="2964" timestamp="1455692274

 

Questo significa che il successo delle motobombe é ancora più scarno, e lo correggerò.

 

Credo che a WIKIPEDIA si siano offesi per il fatto che, oltre a postare per loro l'ho fatto anche per il nostro Forums, e hanno cancellato il tutto. Contenti loro ?.

 

A meno che abbia dato fastidio a qualcuno il giudizio finale che ho dato sulla scarsa efficienza delle LT 350 in sede operativa e di successi, e abbia protestato, perché metto in dubbio l'efficienza tecnica di un'arma italiana che, come ho già detto, é molto apprezzata anche per motivi di prestigio.

 

 

 

 Secondo me la seconda che hai detto... Vediamo ora se, in occasione del prossimo 150° anniversario di Lissa, qualcuno (non faccio nomi) riuscirà nella non facile impresa di dimostrare che la Regia Marina avrebbe dovuto dare il nome di Persano a qualche sua nave da battaglia, mentre le predreadnought e dreadnought austro-ungariche col nome TEGETTHOFF avrebbero dovuto portare qualche altro nome ..

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Sono anche io convinto che la ragione della cancellazione dalla Discussione di W… dipende dal giudizio finale che ho dato sulla scarsa efficienza della motobomba, che contrasta con quanto di positivo W… ha scritto nella Voce:

 

“I tedeschi utilizzarono l'ordigno negli attacchi contro le forze da sbarco ad Annaba, in Algeria, il 16 aprile 1943 ed a Siracusa durante lo sbarco in Sicilia nel luglio successivo. Il 2 dicembre una forza di 105 Ju 88 attaccarono il porto di Bari, distruggendo 28 navi, inclusa la  SS John Harvey, carica di iprite .

 

[Gli Ju 88 erano quasi tutti armati con bombe esplosive e incendiarie ]

 

Questa innovativa arma, che non aveva equivalenti nell'arsenale tedesco, suscitò il vivo interesse dell' intelligence statunitense , ansiosa di entrarne in possesso dopo l'armistizio di Cassibile".  (1)

 

(1) Peter Charles Smith, Ship Strike: The History of Air to Sea Weapon Systems, Shrewsbury, Airlife, 1998,

 

Non conosco il LIBRO  di Smith e pertanto non posso dare un giudizio su ques'ultima affermazione dell'interesse degli statunitensi per la motobomba. Tengo però a precisare che ogni mezzo o arma che veniva in possesso di una qualsiasi Forza Armata in guerra era studiata per dargli la giusta valutazione. Nulla di strano che gli USA si interessassero anche della FFF o LT  350.

 

Franco

Edited by Luiz
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Da WIKIPEDIA Discussione:Motobomba FFF

 

Ciao a tutti, vi segnalo un contributo nella talk di cui sopra, inserito da utente anonimo che credo sia effettivamente riconducibile allo storico Francesco Mattesini (riscontro qui), che se non erro è stato invitato da voi a collaborare. Quel contributo in realtà era stato annullato da un utente, ma l'ho ripristinato e ve lo affido  :), se c'è da ricavarne qualcosa di utile per la voce. Grazie. --Euphydryas (msg) 20:37, 14 feb 2016 (CET)

Si, in effetti ha fatto diversi interventi di questo tipo che a volte sfuggono perché non segnalati ai progetti; senza indicazione delle opere da cui sono tratti, però, risultano inutilizzabili ai fini di Wikipedia. --Franz van Lanzee (msg) 21:23, 14 feb 2016 (CET)

Beh, qualche riferimento c'è. Se invece pensate sia meglio rimuovere tutto, fate pure. Grazie e buon lavoro  :) --Euphydryas (msg) 10:21, 15 feb 2016 (CET)

Sicuramente gli inserimenti di Mattesini sono interessanti e già in passato lo avevamo contattato per far sì che inquadrasse meglio i suoi interventi, purtroppo però messi così è difficile utilizzarli--Riöttoso 21:51, 15 feb 2016 (CET)

 

 

Secondo il mio modesto parere le fonti consultate per inserire il tutto nella VOCE ci stanno tutte. Non sono riportate da libri o articoli ma da mie ricostruzioni personali, già inserite nei miei lavori, e ricavate negli Archivi dei tre Uffici Storici delle Forze Armate italiane.

 

Comunque l’importante è che il lavoro sia stato reinserito nella DISCUSSIONE di W.

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Discussione:Motobomba_FFF.

 

Francesco Mattesini

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Secondo la pubblicazione dell’Ammiragliato britannico Br. 4273 (1952)  dall’oggetto  “H.M. Ships Damaged or Sunk by Enemy Action 3rd. Sept. 1939 to 2nd. Sept. 1945”, è riportato:

 

Durante un attacco aereo tedesco del 1° Novembre 1943 il posamine britannico LINNET fu seriamente danneggiato nel Golfo di Napoli, e venne portato all’incaglio per salvarlo a causa degli allagamenti verificatisi da una grossa falla causata da un ordigno esplosivo che aveva determinato anche uno sbandamento della nave.

 

La causa del danno è attribuita a un probabile siluro circolare, e quindi a una motobomba LT 350  (FFF).

 

Secondo il libro di Siegfried Radtke, “Kampfgeschwader 54”, il porto di Napoli fu pesantemente bombardato la notte del 2 novembre da 114 velivoli Ju. 88 del II Fliegerkorps, tra cui quelli dello Stormo KG.54 sganciarono le motobombe LT 350. E’ da ritenere che il LINNET (tenente di vascello Richard Homewood), di 498 BTR,  fu danneggiato nel corso di questo attacco notturno, a meno che non ve ne sia stato un altro precedente, anche se lo ritengo improbabile. Da parte del I./KG.54 andarono perduti due velivoli della 3a Squadriglia, uno colpito dalla contraerea di Napoli e l’altro, danneggiato e sfasciatosi in atterraggio a Grosseto. Non si conoscono le perdite degli altri Gruppi da bombardamento.

 

Chiedo gentilmente ai Soci se e’ possibile sapere qualcosa di più su quell’attacco e sulla perdita del posamine LINNET.

 

Franco

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LINNET era di 498 tonn. di dislocamento in carico leggero, non di stazza (tsl o tonn. di stazza lorda, GRT o gross register tons, oppure BRT, Brutto Register Tonnen, oppute tjb, tonnes jauge brute). Non è andato perduto in quella occasione: è stato venduto per demolizione nel 1964 e demolito da Clayton & Davie a Dunston dall'11.5.1964.

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