Danilo Pellegrini Posted April 6, 2017 Report Share Posted April 6, 2017 (edited) Ho letto con grande interesse, condividendole in toto, le valutazioni dell'amico Carabiniere in merito all'incendio della MSC DANIELA http://www.aidmen.it/topic/767-msc-daniela-incendio-a-bordo/?p=5682 ...Quello che sembra evidente da questo sinistro è una volta di più la difficoltà, sia per numero (equipaggi scarsi) sia troppo spesso per preparazione, a far fronte agli incidenti, di qualsiasi natura, con i mezzi di bordo.Gli incendi, sia del sistema nave sia del carico, sono la prima causa di perdita di naviglio, e la preparazione al riguardo è certamente scarsa, sia in termini di prevenzione e controllo da parte dell' equipaggio e dello stato maggiore nave, sia in termini di qualificazione reale (corsi non solo cartolari o virtuali) del personale marittimo: una piaga che si estende sempre più, anche per ragioni economiche (personale sottopagato e "generico", originario di paesi dove la normativa relativa alla "gente di mare" è eufemisticamente blanda.Ormai assistiamo non solo a troppi incidenti, di varia natura (tanto diffusi da non essere quasi mai notizia), ma anche a conseguenze estreme di incidenti che sino a poco tempo fa si riusciva a contrastare con i mezzi di bordo... Vorrei qui ricordare un drammatico evento occorso nell'ormai lontano 1971, risoltosi fortunatamente senza perdite umane e con il salvataggio di nave e carico, per la grande professionalità e abnegazione dell'equipaggio nell'incendio della petroliera di recentissima costruzione ANITA MONTI, in proprietà della Società Generale di Armamento Europa.nel Repertorio la nave è classificata come ANITA M La turbocisterna, assieme alla gemella CATERINA MONTI era a quel tempo la maggior nave italiana, un colosso di 225.124 tpl.A seguito della drammatica crisi dei noli verificatasi nel 1975, assieme ad altre grandi grandi navi cisterna, le VLCC CATERINA e ANITA MONTI trovarono nella laguna di Venezia il luogo ideale per il disarmo che si protrasse indisturbato per alcuni anni.(cfr. http://www.pilotivenezia.it/documents/history.pdf pagg 105-107)Avendo ottenuto l'incarico di allestire preventivamente la stesura dei campi boe, ancore e catene dei sistemi di ormeggio, successivamente il loro controllo e l'occasionale ripristino della tensione delle catenarie a seguito di occasionali forti venti di traversia (a causa del disarmo e conseguente fermo delle caldaie, opportunamente saturate di gas inerte, non era possibile dar vapore agli argani), ebbi frequenti rapporti, diventati poi di amicizia, con i comandanti ed in particolare con il direttore Giorgio Santagata, il deus ex machina del salvataggio della nave. A distanza di sette mesi dal sinistro marittimo Il quotidiano di Genova " Il Secolo XIX " pubblicò questo articolo che rappresenta solo in parte quanto appresi direttamente dal protagonista della vicenda. "Il Club dei capitani di mare ha consegnato all'equipaggio della superpetroliera " Anita Monti ", di 225 mila tonnellate di portata, le "Corone navali al merito" come riconoscimento della gente di mare verso colleghi che, con la loro abilità e il loro coraggio hanno salvato la nave e la propria vita in drammatiche circostanze. La "Corona navale ", un premio che gli antichi romani davano agli equipaggi che si distinguevano per atti di valore in mare, è stata consegnata nella sede dello " Yatch Club Italiano " di Genova al comandante della nave cap. Venturino Pizzorno, al direttore di macchina cap. Giorgio Santagata ed al nostromo Iodice, che rappresentava l'equipaggio.Ecco il fatto. Il 18 ottobre dello scorso anno la gigantesca petroliera , a pieno carico, navigava nel canale di Mozambico proveniente dal Golfo Persico. Pochi minuti dopo la mezzanotte, la rottura di una tubolatura dell'olio sulla turbina provocò un incendio. Un incendio grave e furono messi in atto tutti i dispositivi di emergenza per l'estinzione del fuoco, che divorava la sala macchine e gli apparati di automazione, e per un eventuale rapido abbandono della nave. La " Anita Monti " trasportava 225 mila tonnellate di petrolio greggio e da un momento all'altro poteva trasformarsi in uno spaventoso rogo.Per oltre ventiquattro ore l'equipaggio lottò, sotto la guida del comandante e del direttore di macchina, per salvare la nave dalle fiamme. Tutta l'anidride carbonica e gli estintori furono scaricati nelle macchine. In un primo tempo l'incendio fu estinto. Le lamiere roventi riattivarono il fuoco con il rischio questa volta di estenderlo ai depositi del bunker e al carico.Venne presa allora la decisione di allagare la sala macchine, vasta come un palazzo di otto piani. L'operazione devastò l'apparato motore ma estinse completamente l'incendio.La grande petroliera però non era ancora fuori pericolo. Dal momento dello scoppio dell'incendio era andata alla deriva per oltre quaranta miglia spinta dalle forti correnti del canale di Mozambico verso la costa.Un rimorchiatore d'altura lo " Statesman " intanto si dirigeva a tutta velocità verso la petroliera italiana e riuscì a prendere il cavo di rimorchio quando la nave era ad appena un miglio dalla costa. Una distanza di circa cinque volte la sua lunghezza. Preso il rimorchio e trainata la nave , quattro, cinque miglia al largo, il cavo di rimorchio si spezzò "incattivandosi" nelle due eliche del rimorchiatore. Sembrava proprio la fine. Ed è qui che si rivelò ancora la tenacia e l'abilità del comandante e dei suoi uomini nel non abbandonare la lotta. Tutto intorno all'immenso scafo senza vita era iniziata la ballata dei rimorchiatori d'altura di ogni paese accorsi per offrire premi vantaggiosi affinchè il comandante cedesse ad essi la allettante preda. Per un giorno e mezzo il comandante tenne duro in attesa che il suo rimorchiatore (quello con cui la società armatrice aveva pattuito il contratto di rimorchio) liberasse le eliche". Nell'esposizione dei fatti non viene menzionato come gran parte dell'equipaggio venne sbarcato a mezzo elicottero e che solo il comandante, il direttore, il nostromo con altri cinque marittimi rimasero più giorni a bordo per circoscrivere l'incendio allagando il locale macchina, ma soprattutto per fronteggiare la propagazione del calore a cofferdam e lamiere impedendo la letale esplosione del carico; non ultimo per evitare all'armatore le pesanti conseguenze di un eventuale (e giustificato) abbandono nave.Il rimorchiatore STATESMAN (Union Towing Company of Hull), noleggiato contrattualmente dalla società armatoriale, giunse appena in tempo a sparare il cavo, quando la turbocisterna stava per oltrepassare quel traverso indicato come ultima posizione, oltre la quale sarebbe stato d'obbligo accettare il soccorso dei rimorchiatori di salvataggio già presenti sul posto, per non finire in costa sugli scogli.Il contratto standard form no cure no pay imposto, come di norma in queste circostanze, dagli occasionali salvatori, avrebbe comportato un ingente compenso stabilito da arbitrato presso i Lloyd's di Londra, da calcolarsi in percentuale variabile, a seconda dei rischi corsi al momento, sul valore di scafo e carico; in questo frangente la possibilità di perdita totale era molto elevata e avrebbe di conseguenza comportato un compenso di svariati milioni di dollari. Degna di nota la stringata relazione del compianto direttore di macchina Giorgio Santagata.https://www.nauticalalmanac.it/it/varie/europa/anita-monti/incendio-superpetroliera.html La prospettiva della foto non rende merito alle sue dimensioni di 329,73 x 48,75 m f.t. x 19,91 di immersione a pieno carico http://www.aukevisser.nl/supertankers/part-1/id966.htm Edited April 6, 2017 by Danilo Pellegrini Conterosso, Luiz, sandokan and 2 others 5 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
CARABINIERE Posted April 6, 2017 Report Share Posted April 6, 2017 Con quelle navi e con la perversa lobby de cantieri (e l' acquiescenza dei registri) cominciò il declino ..Quelle navi avevano un apparato motore assurdo, senza ridondanze e sicurezze, ipereconomico ed iperstupido: la licenza Stal LavalTurbina "flessibile", ridurre epicicloidale, una sola caldaia ad alta pressione (540° 65 Kg/cmq o 80 Kg/Cmq, componentistica industriale ..Ed ecco l' incendio dell' olio sulla turbina, incidente ripentissimo (comincio sulla Michelangelo, negli anni 60 mettendo fuori uso uno dei due apparati motori. Su quella classe di navi, non solo quelle di costruzione Monfalcone, ma lo stesso tipo di costruzione francese (le famose M, come Marisa, Marpessa, etc ) affondate o sparite per esplosione, come del resto l' Annalisa Lolli Ghetti, qualsiasi avaria diventava drammatica..Una pagina oscura delle costruzioni navali, superata solo, in peggio, dalle attuali navi da crociera. 8 ma almeno su quelle cisterne non c' erano passeggeri )... sandokan, Luiz and Danilo Pellegrini 3 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
CARABINIERE Posted April 11, 2017 Report Share Posted April 11, 2017 Assonometria tipica apparato motore Stal Laval.pdfCaro Danilo,facendo seguito al tuo interessante post ed alla nostra conversazione a margine dell' assemblea, ho recuperato dalla mia documentazione dell' epoca un' assonometria dell' apparato motore tipizzato dell' epoca, indicativo per chi voglia approfondire il tema del disastro provocato ancora una volta dall' imperiziaAltro che premiare l' ineffabile equipaggio: allagando l' apparato motore, sette se non otto piani di un edificio, si è provocata la perdita totale dell' am, praticamente della nave... eppure quella non doveva essere la procedura.omettendo qualsiasi considerazione sulla causa dell' incendio e sul perché sia scappato di mano, sulle navi a vapore esisteva il miglior fluido antincendio possibile : IL VAPORE.Bastava evacuare il locale a.m., cosa che il solerte equipaggio ha rapidamente fatto, e dare sfogo a vapore in maniera da saturare il locale: l' incendio si sarebbe estinto, certamente con danni, ma non con perdite totali.Questa è la procedura che insegnavamo tra i primi approcci alla conduzione degli impianti a vapore ..Ineffabile l' equipaggio, premiato, ma ancora più ineffabili coloro che hanno attribuito il premio ...L' incapacità e l' imperizia elevate a lode, a status ... Danilo Pellegrini and sandokan 2 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Danilo Pellegrini Posted April 11, 2017 Author Report Share Posted April 11, 2017 Non lo avevo detto nel post, ma scarsi furono i riconoscimenti della società armatrice EUROPA...Ora ne comprendo il motivo ! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
sandokan Posted May 2, 2017 Report Share Posted May 2, 2017 Una vicenda e analisi davvero interessanti. Grazie ragazzi. Ogni giorno imparo sempre più. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giuseppe Claudio Posted August 1, 2023 Report Share Posted August 1, 2023 Leggere degli articoli su la superpetroliera all‘epoca Anita Monti è emozionante e orgoglioso di aver fatto parte dell’equipaggio e ancora oggi il ricordo ancora vivo dell‘ incendio e gestire quella situazione a bordo. Ricordo Indelebile Giuseppe Claudio Luiz 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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