Danilo Pellegrini Posted March 7, 2017 Report Share Posted March 7, 2017 (edited) Per gli amici triestini nonchè per conoscenza degli appassionati di immersioni nel nostro Adriatico. Prologo Il mio amato Alto Adriatico non è sempre un mare così tranquillo, come comunemente si è portati a credere; è possibile, in condizioni particolari, che si sviluppino impensabili mareggiate caratterizzate da frangenti di eccezionale portata. Il bacino adriatico è allungato parallelamente alla direzione dei venti del secondo quadrante (scirocco) che sono in grado di provocare fortissime mareggiate. I venti del primo quadrante (bora), anche se possono raggiungere velocità di punta più elevate, non hanno traversia sufficiente a generare onde paragonabili a quelle di scirocco, che fruiscono di una traversia di quasi 1000 chilometri. Quest'ultime possono raggiungere con una certa facilità periodi di 11 secondi ed altezze impensate: la piattaforma oceanografica del C.N.R., sita 8 miglia al largo di Venezia su di un fondale di 16 m, ha recentemente subito gravi danni, per ondate che devono aver raggiunto i 12 m d'altezza durante una fortissima mareggiata da scirocco. (dr. Antonio Stefanon, Bollettino di oceanologia teorica ed applicata, OGS Trieste, vol.II n°4, ottobre 1984 ) L'antefatto 15 giugno 1911. Uno spaventoso ciclone sull'Adriatico. Scene di terrore a Trieste, velieri affondati in porto. 27 morti. Distruzioni sulle rive. Pochi mesi dopo il precedente, un secondo fortunale da scirocco, causò un altra tragedia del mare. Riporto integralmente gli articoli della Gazzetta di Venezia del 25 novembre 1911 L'affondamento Il piroscafo “Romagna” affondato - Sessanta annegati. Trieste, 24 novembre Il piroscafo italiano Romagna, il quale fa rotta settimanale tra Trieste e Ravenna, ed arriva a Trieste ogni venerdì, stanotte, all'altezza di Rovigno, in seguito al forte scirocco, si capovolse ed affondò. A bordo aveva circa 70 persone di cui 60 annegarono e 10, cioè otto uomini dell'equipaggio e due passeggeri, padre e figlio, furono salvati dal piroscafo del Lloyd, Tyrol e portati a Trieste. Tra gli annegati si trovano 49 passeggeri e 11 uomini dell'equipaggio. I due passeggeri che furono salvati sono il proprietario del caffè “Fabris” e un suo bambino di 5 anni. Chi sono le persone salvatesi Trieste, 24 Nella catastrofe del piroscafo Romagna, affondatosi presso Rovigno, si salvarono solamente dieci persone cioè due passeggeri, che sono il proprietario di un caffè di Trieste, a nome Ercole Savorani nativo di Ravenna e suo figlio di 5 anni, anch'egli a nome Ercole; ed otto marinai, cioè il primo ufficiale Rambelli Gino di 26 anni, da Ravenna, il nostromo Edoardo Graziatto di 31 anni da Venezia, Buonaccorsi Giovanni, marinaio, di 49 anni da Viareggio, Benedetti Clorindo, di 36 anni, da Viareggio, Panzales Giuseppe, marinaio, di anni 29, da Carloforte di Sardegna, De Rosa Salvatore, di anni 18 di Terranova nella Sardegna, Plutis, marinaio, di anni 22, da Sulina (Rumenia) e il macchinista meccanico Vianello Arnoldo, di anni 27. Al momento del disastro, sul piroscafo si trovavano 49 passeggeri e 21 persone di equipaggio. Il cordoglio del Consiglio Comunale di Trieste Trieste, 24 All'inizio dell'odierna seduta serale del Consiglio comunale, questi unanimamente espresse il suo cordoglio per la sciagura toccata al piroscafo Romagna e rispettivamente ai passeggeri e marinai naufragati, ed incaricò la Giunta di prendere al caso le necessarie ulteriori misure in proposito. Ampio risalto alla tragedia venne dato dalla stampa nazionale, in particolar modo da quella più vicina alla marineria adriatica. Il quotidiano “L'Adriatico” dava altri particolari raccapriccianti del naufragio. Un pietoso naufragio presso Venezia Un piroscafo capovolto – Sessanta annegati Strazianti particolari (nostro dispaccio particolare) TRIESTE, 24, ore 11.50. - Il secondo capitano del piroscafo Romagna naufragato, Gino Rambelli, salvatosi miracolosamente, narra che l'equipaggio costituito da romagnoli, sardi, anconetani e veneziani si accorse subito del grave pericolo cui andava incontro. Partito il vapore alle ore 21.30 di ieri sera da Porto Corsini, fu verso le due antimeridiane della notte scorsa raggiunto dall'uragano. Cavalloni spaventosi coprivano da poppa a prora il piroscafo ed irrompevano da ogni parte. Il capitano, intuito il gravissimo pericolo, chiamò i passeggeri sopra coperta. Fu un momento di inesprimibile angoscia, specialmente allorquando si è spenta la luce elettrica e il piroscafo incominciò a sbandarsi minacciando di naufragare. Vedendo il vapore inabissarsi, sfuggirono da tutti i petti urla disperate, mentre venivano calate in mare due barche di salvataggio. La prima, contenente venti persone, è, in un batter di ciglio, sparita. L'altra, nella quale mi trovavo anch'io, ha potuto raggiungere, dopo sovrumani sforzi, il piroscafo del Lloyd austriaco Tyrol. Trieste, 24, ore 20.- Il piroscafo proveniente da Ravenna naufragò all'alba, fra Orsera e Rovigno a dodici miglia dalla costa. Imperversava un violento uragano di scirocco; il mare era agitatissimo. Un'ondata fece piegare il piroscafo, il quale aveva merci sopra coperta. Queste rotolarono, le onde lo riempirono d'acqua e il piroscafo affondò in un vortice orrendo. Aveva a bordo 46 passeggeri, donne e fanciulli quasi tutti italiani, 3 macchinisti fuori servizio, 21 uomini di equipaggio. Si salvarono in una scialuppa soltanto due passeggeri il sig. Ercole Savorani, proprietario del caffè Fabris di Trieste e suo figlio di cinque anni. Inoltre si salvarono otto dell'equipaggio. Dalle prime indagini si da molta causa del naufragio al maltempo, ma anche alla disordinata e poco razionale caricazione delle merci. Il capitano Speranza è fra le vittime. I dieci salvati furono in balia delle onde per alcune ore, quando furono avvistati dal Tirolo (sic) del Lloyd, capitano Zamara, proveniente dal Pireo che li salvò. Essi sono come istupiditi. Non sanno raccontare quello che hanno veduto. La nottata era perfida. Il piroscafo sebbene nuovo e di costruzione moderna rollava orribilmente. Nessuno dormiva. Erano i passeggeri sulla sala d'aspetto addossati l'uno all'altro. Ogni tanto un colpo di mare li faceva arrotolare per terra. Le donne erano in ispasimi. Il capitano aveva un bel da fare per tranquillarle quando s'udì un crak, il piroscafo sbandò, l'acqua entrò a frotte. Si urlava: Si salvi chi può. Poi....un gorgoglio lungo, lungo....la morte! Una delle tante tragedie del mare i cui dettagli sono poco conosciuti o perlopiù dimenticati. E' invece nota l'ubicazione del relitto che, nonostante l'asserito capovolgimento si trova, adagiato in assetto di navigazione su un fondale di 42m, esattamente a 12 miglia per 347° dall'entrata del porto di Rovigno. Assieme all'amico Pier Paolo Z., lontano parente degli armatori, presumo per primi, visitammo il relitto integro in tutte le sue parti. Lo identificammo facilmente grazie alla scritta apposta sulla ruota del timone, ancora in ottime condizioni di conservazione, [/size]in legno di teak con mozzo e dadone in bronzo; in bronzo, come di norma, il cappelletto sulla caviglia centrale e la fascia circolare, con incisi nome e porto di registro della nave ...[/size] L'ignota afferratura ci era stata segnalata con discreta approssimazione da un amico pescatore croato. Correva l'anno 1991, non era ancora del tutto operativa la costellazione GPS e pertanto impiegammo con successo per la ricerca il meno accurato Loran C. Le cronache dell'epoca parlano ripetutamente di vapore o piroscafo, ma in realtà si trattava del primo mercantile dotato di motorizzazione diesel, fornita dalla Sulzer (prima nave al mondo, secondo gli armatori, dotata di motore a ciclo diesel) http://www.mediterraneanav.it/storia-lunga In verità non è propriamente corretto, in quanto lo Stabilimento Tecnico Triestino, allora concessionario per l'Austria - Ungheria della società svizzera Sulzer, già nel 1907 aveva costruito una piccola unità, un vaporetto di sole 70 tsl, dotato di apparato diesel, la M/n BRIONI adibita al trasporto passeggeri da Pola a Brioni, isola di proprietà di Giorgio Hütterott, all'epoca presidente dello S.T.T. Lo storico caffè Fabris, in attività dal 1857, è tutt'ora esistente ma è stato ahimè ceduto a proprietà cinese. Il piccolo Ercole Savorani, miracolosamente scampato al naufragio è il nonno dell'attore teatrale Lino Savorani, ben conosciuto dai triestini per aver impersonato sior Bortolo (delle Maldobrie) nella oramai datata trasmissione radiofonica “La Cittadella”. A Lino Savorani, dopo la sua scomparsa, venne intitolato nel novembre 2007 lo slargo antistante il Politeama Rossetti a Trieste. Sempre a Trieste risiede attualmente un pronipote di Ercole Savorani. Altra circostanza singolare: ho avuto rapporti di lavoro e amicizia con un diretto discendente del comandante in seconda del ROMAGNA, che esercitava, a Ravenna, la mia medesima attività professionale: Faustolo Rambelli, allora contitolare della Soc. RANA, oggi attivo presidente della The Historical Diving Society Il ROMAGNA, motonave a due eliche – Società Romagnola di Navigazione di Ravenna - Cantieri Navali Riuniti, Ancona, 1911 – 57,63 x 8,03 x 3,06 m – 677 tsl - 2 diesel 2t 8cil. Sulzer, Winthertur, era in proprietà della "Società Romagnola di Navigazione", costituita nel 1909, dai fratelli Andrea e Pietro Cagnoni. cfr anche: DALL'ADRIATICO DESTINAZIONE ORIENTE E AMERICHE Trasporti marittimi di linea, volume secondo, di Francesco Oliari e Lamberto Radogna, Cavallotti Editore, Milano 1975: La ditta Forlì e Bellenghi si trasformò nel 1902 in ditta Sansone Forlì, che nel 1908 costituì la "Società Romagnola di Navigazione" in nome collettivo, con sede in Ancona e il capitale di L. 300.000, sottoscritto dal Forlì, da Sante Ghezzo, da Pietro Cagnoni, da Olimpio Casadio e da Raffaele Ricci-Bitti. Edited March 12, 2017 by Francesco De Domenico Naumachos and Nereo Castelli 2 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Danilo Pellegrini Posted March 7, 2017 Author Report Share Posted March 7, 2017 Sono tuttora conservati presso Compamare Venezia i Registri dei sinistri marittimi, a partire dal 1°gennaio 1938- XVI. Non sono però reperibili gli atti dell'inchiesta sul naufragio che, presumo, possano trovarsi all'Archivio di Stato. Poco peraltro possono dire in aggiunta alle ovvie considerazioni sul disastro e sulle responsabilità del comandante. Il mare in burrasca da scirocco, in Alto Adriatico, non giunge all'improvviso; sarebbe stato opportuno rinviare la partenza. Excusatio non petita, la dichiarazione della Cooperativa Facchini di Ravenna, pubblicata sulla Gazzetta di Venezia il 30 novembre 1911... Nereo Castelli and Admeto Verde 2 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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