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In questi giorni ci sono purtroppo continui venti di guerra in tutto il mondo e, in particolare, nel Mediterraneo. Dal 2011 in Libia milizie locali, governi precari, signori della guerra, multinazionali, potenti vicini, si contendono l'unica vera risorsa di quel Paese. Ora si sente parlare, non so con quanta convinzione, di una forza di interposizione per costringere ad una tregua i duellanti. Non credo alle coincidenze ... ma domenica scorsa in un mercatino ho trovato e comprato queste tre cartoline di (ingenua) propaganda bellica risalenti a un secolo fa. Dimostrazione della flotta italiana a Tripoli. "Gran bontà dei cavalieri antichi", i nomi delle navi scritti in bella vista su profili fantasiosi delle unità stesse. Il Garibaldino intima la resa di Tripoli. Sembra proprio un fumetto di quei tempi. Lo sbarco a Tripoli. Sotto la protezione della flotta, i militari dell'esercito sembrano marciare senza fretta verso le postazioni tenute dagli uomini della Regia Marina. C'erano anche altre cartoline della stessa serie, di carattere terrestre, che non ho comprato. Buon fine settimana.
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Ho postato in WIKIPEDIA quanto segue: LE MOTOBOMBE TEDESCHE IMPIEGATE NEL MARZO 1943 CONTRO I PORTI DI TRIPOLI E ALGERI Un risultato dagli attacchi aerei con effetti clamorosi i tedeschi lo conseguirono nella tarda serata del 19 marzo 1943, impiegando le bombe siluro a percorso circolare LT. 350, che era poi la motobomba italiana FFF, acquistata dai tedeschi in 2.000 esemplari. Per attaccare le navi di un convoglio segnalato nel porto di Tripoli, decollarono dagli aeroporti della Sicilia ventuno velivoli da bombardamento tedeschi Ju.88 del II Fliegerkorps, due dei quali dovettero però rientrare alla base per guasti meccanici. I restanti diciannove velivoli, dodici del II./KG.30 (maggiore Freiherr von Blomberg), e sette del III./KG.77 (Hptm Heinz Richter), raggiunto il porto di Tripoli attaccarono le navi all’ancora, in due ondate, in formazione chiusa e a volo radente. Nell’occasione furono sganciati, dalla quota di circa 200 metri, oltre alle bombe normali, settantadue motobombe LT. 350. L’attacco fu realizzato con completa sorpresa, mentre le opere portuali e le navi all’ancora erano completamente illuminate. Una delle motobombe, sganciata nel corso del secondo attacco dai velivoli del III./KG.77, alle 19.00 raggiunse il cacciatorpediniere di scorta britannico Derwent (tenente di vascello Royston Hollis Wright) sulla fiancata sinistra, aprendo sulla linea di galleggiamento dello scafo una falla di otto metri per quattro. Seguì l’immediato allagamento di due locali caldaie, la perdita di energia elettrica che, mettendo fuori uso tutti i circuiti, immobilizzo il cacciatorpediniere, con sbandamento a dritta che raggiunse i 7°. Il Derwent fu allora preso a rimorchio da mezzi di soccorso e portato ad incagliare. I danni e gli allagamenti del cacciatorpediniere erano talmente estesi da sconsigliarne le riparazioni. Fu smantellato a Penerhyn, in Gran Bretagna, nel febbraio del 1947. L’attacco a Tripoli, che portò anche all’affondamento di due piroscafi, il britannico Ocean Voyager, che imbarcando petrolio e munizioni si incendio per poi esplodendo spezzarsi in due tronconi, e il greco Varvara, che affondò il mattino del 20 marzo a sud-ovest del porto di Tripoli al termine del suo viaggio da Alessandria anch’esso con un carico di munizioni. Morirono due uomini dell’equipaggio, mentre sull’Ocean Voyager, essendo stato ucciso il comandante, il compito di regolare l’evacuazione della nave fu assunto dal direttore di macchina Geoge Preston, che poi fu decorato con la Medaglia di Guerra del Louyds. Fu il primo successo ottenuto dalla Luftwaffe impiegando le motobombe LT. 350. All’inizio dell’attacco non vi fu alcuna reazione, poi si verifico un forte fuoco di sbarramento contraereo sviluppato con armi di ogni genere, che determino l’abbattimento di quattro Ju. 88 delle seguenti squadriglie: uno della 6./KG.30 (sergente Arthur Lampsatis), due della 7./KG.77 (tenente Fritz Schendell e sottotenente Karl Fellhofer) e uno dell’8./KG.77 (sottotenente Ulrich Prinz). Nel ritirarsi gli equipaggi tedeschi osservarono nel porto tre o quattro navi in fiamme, mentre una bomba era stata vista esplodere vicino a una motonave. Il risultato complessivo dell’azione fu considerato ottimo dal comando del II Fliegerkorps.(1) Le motobombe LT 350 furono ancora impiegate il 26 marzo con attacco notturno nel porto di Algeri da parte di dodici Ju. 88, ma i tedeschi stavolta persero ben cinque velivoli, uno del II./KG.30, e quattro del III./KG.77, compreso quello del comandante della 9a Squadriglia, capitano Konrad Heydenreich. Tuttavia, ancora una volta il Comando del II Fliegerkorps, data la presenza di palloni di sbarramento e di una contraerea leggera e media alquanto precisa che limito all’altezza di 1.000 metri la quota di sgancio, ritenne che la missione avesse avuto “ottimo risultato”, avendo gli equipaggi dei velivoli notato esplosioni ed incendi nella zona del porto fortemente occupata da numeroso naviglio. In effetti, nell’attacco fu colpito da una motobomba il piroscafo britannico Empire Standard, di 7.050 tsl, che aveva raggiunto il porto di Algeri dopo essere stato colpito da un siluro lanciato, il 9 marzo 1943, dal sommergibile tedesco U 596. I danni della motobomba risultarono letali alla nave considerata total loss, ossia irreparabile. Fu rimorchiata al largo della costa e affondata. (2) (1) Francesco Mattesini, La partecipazione tedesca alla guerra aeronavale nel Mediterraneo 1940-1945), Edizioni dell’Ateneo, Roma, 1980, p. 335 sg. (Seconda edizione Collana Storia Militare, Albertelli, Parma, 2005). (2) Ibidem, p. 336. Vedi anche i Bollettini Operativi dell’OBS in Archivio Ufficio Storico dell’Aeronautica Italiana.