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  1. Nelle Marine Militari il fattore di successo determinante è la preparazione e l’addestramento, ma non tanto quello delle eccellenze e dalle capacità individuali, quanto quelle di team; Le migliori Marine sono quelle che adottano e praticano in forma costante, maniacale, un capillare addestramento contro le emergenze, di qualsiasi tipo. Bisogna ripetere costantemente – in situazioni reali - le manovre e gli interventi, acquisire automatismi comportamentali non individuali ma della squadra chiamata ad operare ... un addestramento costante a bordo, ma una preparazione di base in centri ad hoc specializzati, con simulazioni dal vivo. Simulazioni che possono svilupparsi sia in centri (“fette di nave”) sistemati in terra sia con unità appositamente adattate, se non appositamente costruite. La US Navy ha precorso i tempi dalla seconda guerra mondiale, la MMI lo pratica da oltre cinquant’ anni con centri creati ad hoc, sia per le navi di superficie che per i sommergibili: qualcosa di più di semplici simulatori. In un momento in cui la US Navy è sotto giudizio per i ripetuti incidenti e per l’evidente impreparazione, e nello stesso momento in cui il mondo navale è colpito dalla vicenda del San Juan (crudelmente un po’ di jella anche nel nome …), non va passata sotto silenzio una recente misura della US Navy. E’ appena rientrato in servizio (con altra assegnazione, non più USSNS ma USNS ascritta al MTS) dopo lunghi lavori l’ ex sottomarino La Jolla, già appartenente della classe Los Angeles, quale unità galleggiante di addestramento . Questa conversione fa parte di un programma di conversione di due unità ( l’ altra è l’ ex USS San Francisco , SSN 711, che inizierà i lavori a gennaio) destinate alla formazione di nuovi equipaggi per sottomarini nucleari Le due unità sostituiranno analoghe piattaforme, operative dal 1990 e devivate da subs entrati in servizio nell ‘ ormai lontano 1964, quali Nuclear Power Training Unit (NPTU) presso la base navale di Charleston, South Carolina. Si è trattato non di lavori marginali ma di una vera ricostruzione, con lo scafo letteralmente tagliato in tre sezioni per permettere l’inserimento intermedio di due nuovi moduli (con un allungamento totale delle unità di oltre 25 metri) Le due unità, dopo le prove e l’effettiva entrata in servizio del La Jolla nel 2018, dovrebbero coprire le necessità di unità NPTU per i prossimi 20 anni . L’ addestramento di equipaggi completi in ambiente simile e consono a quello delle unità operative in mare dovrebbe contribuire a superare gli stati di confusione, limitazione di azione anche in ambienti limitato ed atmosfera degradata da fumi, gas, fiamme infiltrazioni … considerato che a bordo di un sottomarino qualunque piccola avaria se non affrontata e risolta immediatamente può diventare letale, creare i presupposti di una tragedia. · Un allagamento incontrollato causa l’affondamento. · Un incendio incontrollato causa il soffocamento dell’equipaggio. · Un blackout totale causa la paralisi di tutti gli impianti. · La mancanza di energia rende incontrollabile il mezzo, cosi come le manovre di emergenza · Un’ apertura improvvida causa contaminazione radioattiva. In un momento in cui la costruzione di nuove unità dovrebbe essere costante e rapidissima occorre provvedere, in primis per i sottomarini, ad una formazione affidabile che garantisca quella responsabilizzazione a fronte di ogni tipo di evento con relativi automatismi comportamentali che è la chiave di sopravvivenza su questo tipo di unità e per questo tipo di unità. Al contrario di un’ unità di superficie un sottomarino di 25 anni è un’ unità obsoleta, ed occorreva pertanto adeguare – per la US Navy – la formazione ai nuovi sistemi all’ stato dell’ arte . Sott’ acqua non bisogna essere fortunati, ma essere preveggenti …
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