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  1. Le commissioni di inchiesta sui numerosi incidente avvenuti su unità della US Navy negli ultimi mesi non hanno portato solo a plateali misure di rimozione dal comando, sia a bordo che a livello superiore, ma ha portato ad un’incisiva analisi delle cause concomitanti, con sorprendenti conclusioni. Due sono gli aspetti da prendere in considerazione, anche per le altre marine: 1) Tra le cause concomitanti di due collisioni che hanno portato a perdite umane, si fa riferimento alla situazione di stress e stanchezza di equipaggi molto ridotti (tipici delle unità di ultima generazione) che devono comunque assicurare ruoli di guardia continuata in situazioni difficili (manovre o passaggi in aree trafficate). 2) Il clima di incomodità, si è arrivati ad usare il termine di “prigioni galleggianti”, per l’ eccessiva disciplina su alcune unità, quasi si trattasse di un antidoto sia alla frettolosa preparazione degli equipaggi sia alla situazione di stress. Il caso eclatante è stato quello esploso sull’ incrociatore USS Shiloh, unità dove il morale dell’equipaggio era (eufemisticamente) ai minimi, per la rigidità del Comandante, CV Adam M. Aycock. Ambedue i casi hanno inciso pesantemente sulla prontezza operativa di unità impegnate sul fronte più caldo delle operazioni della US Navy. Il caso dello USS Shiloh non solo è emblematico, ma oltre l’assurdo, con il ritorno a punizioni corporali, come la chiusura in celle e alimentazione “a pane ed acqua” … un nuovo Bounty, per fortuna senza ammutinamento. Chi ha servito su navi militari sa che l’ eccessiva disciplina è dannosa quanto l’ affettato cameratismo, il populismo di certi comandanti … Sono fenomeni, sia quelli comportamentali, sia quelli derivanti dall’ eccessiva riduzione del personale che devono essere attentamente presi in considerazione per le nuove navi (ne abbiamo trattato parlando dell’ eccesiva invadenza dei cantieri, come nel caso dei nuovi Daring inglesi, con l’ adozione di modelli industriali e non di schemi e procedure navali): non è possibile avere equipaggi minimi, basati su “modelli mercantili o industriali”, anche su navi che in effetti potrebbero operare per assurdo come veicoli a controllo remoto: l’ equipaggio e la sua prontezza, anche numerica per assicurare ruoli e turni, è il vero sistema di combattimento di un’ unità militare
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