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https://www.aup.nl/en/book/9789463727709/shipwreck-hauntography Vi segnalo questo libro, che ho conosciuto quasi per caso, della prestigiosa Amsterdam university press. Pubblica nella collana Maritime Humanities che invito ad esplorare. Sara Rich, l'autrice di questo libro davvero inclassificabile, è storica e archeologa marina specializzata nell'analisi del legno dei relitti sommersi. Mette insieme cultura materiale molto specifica ed aspetti che non saprei nemmeno ben definire (psicologici sociali antropologici) cercando di interpretare l'affascinante esperienza dell'incontro di un relitto sommerso. So solo che scrive qualcosa che i subacquei conoscono benissimo e che mai avrei pensato che avrebbe fatto un salto accademico. Scrive Rich nella prefazione: To preface the five chapters and postface to come, the role of shipwrecks in the modern imaginary is explored before examining the common ground between art and archaeology. The term hauntography is defined as a creative process that combines the methods of Bogost’s alien phe- nomenology—ontography, metaphorism, and carpentry—to attempt comprehension and communication of an object that is absent and present, bygone and enduring. To encounter a shipwreck underwater is a brush with the uncanny, the eerie, and the weird, but also the sublime and wondrous. Hauntography works to edge closer toward an ontological recognition of an inscrutable entity. Beginning with a personal apologia of sorts, the preface concludes by summarizing the arguments and evidence to follow. Keywords: alterity; blue humanities; hauntology; nautical archaeology; object-oriented ontology; sci-art insomma esistono ormai due nuove categorie blue humanities e maritime humanities. Costa un mezzo occhio della testa, purtroppo. Ambasciator non porta pena Per finire: hauntology (con sfumature di ossessione, presenza fantasmatica etc) è un concetto inventato da Jacques Derrida nel 1993 nel libro Spettri di Marx e usato da Mark Fisher in Spettri della mia vita. L.