CARABINIERE Posted June 18, 2017 Report Share Posted June 18, 2017 Saper di cosa si parla .. ha attirato la mia attenzione la corretta puntualizzazione di un nostro socio, Danilo, in merito alla facilità con cui supposti storici tuttologhi pontificano su temi che non solo non dominano, ma di cui evidentemente non detengono neppure i concetti elementari : su un rinomata pubblicazione si sta parlando di convogli, dell’ improvvisa necessità di organizzarli nella 1^ GM e della insperata capacità italiana di risolvere l’ emergenza …… fu istituito l'Ispettorato per la Difesa del Traffico Nazionale (IDTN), ma i convogli furono formati. La protezione fu assicurata loro da una dozzina tra vecchi incrociatori torpedinieri e incrociatori ausiliari. Erano navi vecchie, poco marine e frutto di compromessi, ancora dotate di macchine ad ingranaggi, notoriamente delicate e poco affidabili. L'organizzazione doveva ancora essere rodata, ……... Eppure riuscirono a contenere la minaccia subacquea tedesca. La definizione, un po dispregiativa, forse per indicare la vetustà ed inadeguatezza del naviglio italiano, è dell’ autore, mentre Il corsivo è del nostro Danilo, che - pur condividendo quanto esposto dal noto autore - fa notare di non aver mai sentito la definizione di "macchine ad ingranaggi". Presume pertanto l'Autore si riferisse alle macchine a vapor d'acqua a movimento alternativo, in contrapposizione a quelle a movimento rotativo. Ecc cc Per chi si occupa di storia e di tecnologia navale, la dizione macchine ad ingranaggi esiste, ma è stato male ed impropriamente usato. E’ una definizione che è stata in uso agli inizi del 900, quando macchine di nuovo tipo, essenzialmente turbine, per trasmettere il moto all’ asse avevano bisogno di un riduttore, dato l’ alto numero di giri della motrice.La definizione poi entrata in uso fu quella di turboriduttoreQuesto problema ovviamente non esisteva con le macchine alternative che erano accoppiate direttamente alla linea d’ assi e la loro velocità di rotazione era compatibile con l’efficienza dell’ elica.Quindi le navi ancora (sottolineando l’ ancora inappropriato) dotate di macchine ad ingranaggi non può certo riferirsi a navi obsolete, riferito al periodo .. Con la dovuta distanza, e con la simpatia del caso, mi ricorda un caro amico, sofista e storico, che in un riuscito e pregiato articolo relativo a certe operazioni navali poco sconosciute, scivolò su un sempre riportato .. mosse da turbine alternative …. caso ben diverso, lo sfortunato e riconosciuto scivolone si sta ancora celebrando ogni volta che ci si rincontra Danilo Pellegrini 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco De Domenico Posted June 18, 2017 Report Share Posted June 18, 2017 Parliamo di "geared turbines"? Una traduzione sbagliata, forse? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
CARABINIERE Posted June 18, 2017 Author Report Share Posted June 18, 2017 certamente una interpretazione, oltre che traduzione sbagliata.Chi ha scritto non aveva la minima idea di che cosa si trattava, parlando di unità che non sarebbero state all' altezza, e anche obsolete Tra parentesi, se per l' epoca riferita fossero state "geared turbines", o anche "turbine ad ingranaggi", sarebbero state macchine (e navi) modernissime ..Conclusione si scrive pur di riempire fogli, ci si fida dell' ignoranza e della scarsa volontà di approfondimenti dei lettori, ma soprattutto mancano direttori di periodici e comitati tecnici che valutino gli scritti Francesco De Domenico and Danilo Pellegrini 2 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
CARABINIERE Posted June 20, 2017 Author Report Share Posted June 20, 2017 Gli tsunami si scatenano per effetto di terremoti : in questo caso di sofismi e sofisti sarebbe stato difficile prevedere un terremoto, ma cosi è stato, inaspettatamente, suscitato.Un terremoto culturale, però, che riguarda strettamente la cultura e la documentazione navale (e quindi riguarda anche noi come cultori della stessa).La maniacale cura dei termini, e la definizione di ogni oggetto a bordo con una appropiata (e unica) denominazione, fanno strettamente parte della formazione della gente di mare: l’ appropriato uso di una terminologia, che non è elitesco, ma serve per avere la sicurezza delle reazioni e interpretazioni di ogni membro dell’ equipaggio.L’ apprendimento e la conoscenza della terminologia, in ogni sfumatura, fa perfino parte di quella serie di scherzi, battute, prove, addirittura provocazioni che riguardano le reclute, il noviziato (la spigolatura per usare un termine navale) sia negli istituti di formazione che a bordo, per inserire rapidamente le nuove leve nella routine, soprattutto per generare sicurezza (e coesione)..Gli aneddoti al riguardo si sprecano (in materia sono stati scritti libri e libercoli) , e persino tutte le”vittime” ricordano con nostalgia quei momenti.Rifiutare un confronto al riguardo, confronto di accrescimento culturale (chiunque ha delle lacune, e certamente di più sulle macchine navali, massimo su apparati ormai non più in uso) non è solo un atto di presunzione, ma è poco rispetto per i lettori.Per chi stima le tradizioni navi, e se ne dice conoscitore anche se evidentemente non cultore, questi fatti si traducevano con un simpatico”cin cin” ( o passata) da parte di chi era “scivolato” (e questa bevuta non solo poneva fine a qualsiasi querelle, ma diventava memoria) …. Tutto questo fa parte della cultura navale (quella a cui si richiama l’ AIDMEN ed a cui si dovrebbero richiamare non tanto i navalisti quanto coloro che si ritengono parte o vicini alla Marina, con la M maiuscola ..) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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