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Il tiro dell'incrociatore TRENTO a Punta Stilo


Francesco Mattesini
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IL TIRO DELL’INCROCIATORE “TRENTO” A PUNTA STILO

 

         In questi ultimi tempi e stato scritto che dopo l’apertura del fuoco delle corazzate italiane nella Battaglia di Punta Stilo, intervenne anche il Trento, unico incrociatore pesante della 2a Squadra Navale italiana che si trovava leggermente spostato sulla dritta delle altre navi della formazione”. Esso avrebbe aperto il fuoco contro la corazzata britannica Warspite dalla distanza di 26.000 metri e per poi proseguire il tiro a scalare, risultato molto accurato sia in cursore che in gittata, fino alla distanza massima di 28.000 metri. Un colpo da 203 del Trento avrebbe raggiunto la Warspite, determinando a bordo, oltre a gravi danni, addirittura uno stato di crisi, di terrore, e paura.

 

         Secondo la relazione dell’ammiraglio Campioni (Comando 1a Squadra n. 1/277 del 25 luglio), Comandante Superiore in mare della flotta italiana, tutti gli incrociatori pesanti della 2a Squadra aprirono il fuoco alla distanza massima sulle corazzate britanniche [é inesatto sparò tre salve soltanto il Trento], per poi subito dopo spostare il tiro sugli incrociatori di testa nemici (7a Divisione del vice ammiraglio Tovey), per controbattere il loro tiro diretto contro le unità della 3a Divisione Bolzano e Trento, in testa alla linea di fila.

 

         Il Bolzano, come ho scoperto leggendo attentamente i rapporti britannici, fu poi colpito da tre granate da 152 mm sparate dall’Orion, e non dal Neptune come fino ad oggi, io compreso, avevo creduto. L’Orion dopo aver colpito il Bolzano con una prima granata, danneggiandogli il timone, che lo costrinse ad effettuare una volta tonda, e facendoli imbarcare 300 tonnellate d’acqua, dopo alcuni minuti era tornato a sparare sul medesimo bersaglio, colpendolo altre due volte. Sono pronto a discutere su questo argomento!

 

Secondo i rapporti degli incrociatori pesanti il tiro si svolse nell’ordine: Trento (15.55), Fiume (15.58), Bolzano (16.00), Zara (16.00), Pola (16.00), Gorizia (16.12).

 

Il primo ad entrare in azione fu pertanto il Trento (capitano di vascello Alberto Parmigiano). Dopo aver sparato tre salve contro le navi da battaglia britanniche, esso spostò il tiro sugli incrociatori, perché nel frattempo la distanza dalle corazzate era aumentata oltre il limite delle artiglierie da 203 mm. Sulle corazzate, prima di sospendere il tiro, alle 16.16 tirò anche lo Zara, sparando le ultime sei salve su un totale di nove consumate nel combattimento, mentre gli altri quattro incrociatori tennero impegnate le unità britanniche della 7a Divisione, e vennero a loro volta controbattuti dalle unità del vice ammiraglio Tovey, impedendo alle unità dell’ammiraglio Paladini di concentrare il tiro sulle navi da battaglia di Cunningham, in particolare contro la Warspite.

 

 In definitiva, Il tiro delle unità della 2a Squadra ebbe luogo a grande distanza e senza risultati apparenti, e fu anche molto breve perché, in seguito all’ordine dell’ammiraglio Campioni di accostare sulla sinistra, il tiro si svolse quasi tutto mentre gli incrociatori evoluivano.

 

         Nei rapporti britannici non è contemplato nell’occasione il tiro degli incrociatori contro la Warspite, né il personale della nave si accorse di essere sotto il tiro di un incrociatore, ma soltanto di navi da battaglia, la cui salva, più vicina, cadde alla distanza di 400 yard dalla Warspite, corrispondente a 365,76 metri. La famosa fumata bluastra che si sollevò dalla nave, dando l’impressione fosse stata colpita da un proiettile della corazzata Cesare, probabilmente ci fu, ma può essere derivata dalle vampate di tiro della corazzata britannica, o da qualsiasi altra cosa che non può essere compresa.

 

         Poiché non possiedo il rapporto di navigazione dell’incrociatore Trento, e intendo sviluppare il mio lavoro senza tralasciare nulla, qualcuno può accennarmi se effettivamente vi è stato uno spostamento di navigazione del Trento verso destra e il tiro sulla Warspite, che però, è accertato dai molti rapporti che possiedo, non ebbe durante la battaglia alcun danno.

 

         Francesco Mattesini

Edited by Luiz
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