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Le fregate della MMI durante la Guerra Fredda


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Quando avevo iniziato a scrivere il mio articolo sulle fregate italiane, pubblicato sul recentissimo Bollettino AIDMEN del 2023, intendevo arrivare fino ai giorni nostri. Ad un certo punto, però, mi resi conto che sarebbe stato impossibile avere tutto lo spazio necessario sulle pagine del Bollettino. Decisi quindi di modificare il titolo, fermando il mio discorso alla classe MAESTRALE, quindi alle unità entrate in servizio durante la Guerra Fredda, eliminando così le classi BERGAMINI e THAON DE REVEL di più recente costruzione. Non era ancora sufficiente, il corposo apparato fotografico, in buona parte composto da foto inedite, rendeva ancora troppo lungo l’articolo: fu necessario dare un doloroso taglio alle foto.

Ora che il Bollettino è stato pubblicato, mi posso permettere di ripubblicare sul Forum l’articolo, così come era stato concepito, con tutte le foto previste.

Un leggero adattamento è costituito dall’eliminazione delle note, impossibili a pubblicare in maniera decente sul forum.

 

 Le fregate della Marina Militare Italiana durante la Guerra Fredda

Il secondo dopoguerra rappresentò un periodo molto difficile per la Marina, ridotta nelle dimensioni dalle norme del Trattato di Pace, con navi duramente provate dal conflitto ed obsolescenti. I suoi compiti primari consistevano ormai nel mantenere l’addestramento degli equipaggi e nel dragaggio delle coste dalla miriade di ordigni posati dagli Alleati e dai Tedeschi. In prospettiva, bisognava aggiungere il difficile compito di scortare i convogli nazionali e le Task Force americane, in caso di crisi.

Uno dei pilastri della ricostruzione della nuova Marina fu la progressiva realizzazione di un efficiente gruppo di navi scorta. Fu necessario iniziare con i mezzi a disposizione o che potevano essere forniti dall’alleato americano: le sette torpediniere della classe SPICA, i due avvisi scorta della classe ORSA, il cacciatorpediniere GRECALE e i tre escort destroyers della classe BOSTWICK, forniti dalla U.S. Navy.

Tra quelle vecchie lamiere era però custodito il più prezioso degli elementi che i superstiti della lotta potessero tramandare alle nuove generazioni: l’altissimo prestigio derivante dall’aver sostenuto per tre anni l’urto della più forte e brava Marina del mondo (…) L’esperienza della guerra non aveva solo fruttificato in campo spirituale: la lotta contro le principali Marine del mondo, e poi l’azione al loro fianco durante il periodo della cobelligeranza avevano lasciato quadri di ufficiali e sottufficiali di eccellenti qualità professionali (da Le nostre navi, cit. bibliografia).

Le sette unità sopravvissute al conflitto mondiale della classe SPICA e le due della classe ORSA furono convertite al ruolo di fregate/corvette veloci, svolgendo un servizio limitato soprattutto all’addestramento per una decina d’anni, indispensabile per assicurare la continuità con le nuove costruzioni.

PN

NOME

CANTIERE

IMP.

VARO

SERVIZIO

RADIAZIONE

F 551

CALLIOPE

ANSALDO

26/05/1937

15/04/1938

23/10/1938

01/08/1958

F 552

LIBRA

QUARNARO - FIUME

07/12/1936

30/10/1937

19/01/1938

01/04/1964

F 553

CASSIOPEA

C.N.R. RIVA TRIGOSO

10/12/1935

22/11/1936

24/06/1937

31/10/1959

F 554

SIRIO

QUARNARO - FIUME

12/11/1934

16/11/1935

01/03/1936

31/10/1959

F 555

CLIO

ANSALDO

29/10/1936

03/04/1938

02/10/1938

31/10/1959

F 556

ARETUSA

ANSALDO

29/10/1936

06/02/1938

01/07/1938

01/08/1958

F 557

SAGITTARIO

QUARNARO - FIUME

14/11/1935

21/06/1936

08/08/1936

01/07/1964

F 558

ORSA

C.N.R. PALERMO

15/02/1936

21/03/1937

31/03/1938

01/07/1964

F 559

ORIONE

C.N.R. PALERMO

27/04/1936

21/04/1937

31/03/1938

01/01/1965

 

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La fregata ORSA (foto USMM).

(...)

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Classe ALDEBARAN.

Come già detto, all’inizio degli anni Cinquanta del XX secolo, le unità di scorta della M.M.I. erano poche ed insufficienti per assicurare i compiti della difesa nazionale e quelli assunti nella NATO. Giunse in “soccorso” la cessione di tre unità americane: tre fregate della classe ALDEBARAN, tutte ex-caccia di scorta della U.S. Navy della classe bellica BOSTWICK. All’entrata in servizio le ALDEBARAN furono classificate Avvisi Scorta, andarono infatti a costituire la VII squadriglia avvisi scorta. Nel 1957 furono riclassificate fregate, nel 1962 corvette. Nella U.S. Navy i nomi erano DE-195 THORHILL, DE-764 GANDY e DE-184 WESSON.

Furono tutte consegnate alla M.M.I. il 10 gennaio 1951, presso la base americana di Portsmouth. Le navi ricevettero i nomi di tre torpediniere della Regia Marina classe SPICA, affondate durante la Seconda Guerra Mondiale.

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02– La fregata ALDEBARAN (foto collezione Luciano Grazioli).

 

PN

NOME

CANTIERE

IMP.

VARO

COMPL.

RAD.

AD - F 590

ALDEBARAN

FEDERAL SBD, PORT NEWARK

07/10/1943

30/12/1943

01/02/1944

1976

AT - F 591

ALTAIR

TAMPA MARINE CO

01/03/1943

12/12/1943

07/02/1944

1971

AN - F 592

ANDROMEDA

FEDERAL SBD, PORT NEWARK

29/07/1943

17/10/1943

11/11/1943

1972

 

Entrate in servizio prima della completa organizzazione della NATO, ricevettero per il riconoscimento a distanza le tradizionali sigle alfabetiche: ALDEBARAN “AD”, ALTAIR “AT”, ANDROMEDA “AN”. Nel 1952 ricevettero la nuova sigla “F” come dal prospetto soprariportato.

Le tre navi dislocavano 1.240 tonn., 1.796 a pieno carico; erano lunghe 93,26 m, larghe 11,16 m, l’immersione media era 3,2 m, 3,4 m a pieno carico. L’apparato motore era diesel-elettrico, ripartito in quattro locali contigui a centro nave, costituito da due complessi diesel-elettrici realizzati da General Motors, Allis Chalmers e Westinghouse. Ogni gruppo era costituito da due motori termici principali a 16 cilindri, azionanti ognuno una dinamo generatrice; le due dinamo di ogni gruppo alimentavano due motori elettrici, disposti sullo stesso asse. La potenza complessiva, erogata su 2 assi e 2 eliche tripala, era pari a 12.000 HP, la velocità massima teorica era di 21 nodi, che era diminuì progressivamente fino ad arrivare a 16 nodi; l’autonomia massima era di 10.400 miglia a 12 nodi.

L’armamento, all’entrata in servizio nella MMI, era composto da 3 cannoni da 76/50 in tre impianti singoli, 6 mitragliere Bofors da 40/56 in tre impianti binati, 18 mitragliere Oerlikon da 20/70 in nove impianti binati, 1 P***ospino Hedgehog Mk-10, 8 lanciabombe Mk-6, 2 tramogge per bombe A/S. Nel 1959-60 furono sbarcate le armi da 20 mm.

L’elettronica di bordo, all’atto della consegna alla MMI, era composta da un radar per la scoperta aereonavale tipo “SC” ed un radar di navigazione, entrambi di costruzione americana. Nel 1954, in sostituzione dei predetti, furono imbarcati un radar statunitense ASP/SN-6, per scoperta aeronavale, ed un radar di scoperta di superficie della SMA. Tali attrezzature implicarono la sostituzione dell’originaria semplice alberatura con un alto tripode. Tutte e tre le fregate erano dotate di ecogoniometro e di una direzione tiro per le artiglierie da 76 mm del tipo Mk-52.

L’equipaggio era costituito da 189 uomini.

Le tre unità svolsero normale servizio di squadra.

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03 - L’avviso scorta ALTAIR (cartolina collezione Giuseppe Garufi).

L’ALTAIR svolse un’importante crociera in Somalia dall’8 marzo al 12 maggio 1953, toccando Port Said, Aden, Bender Cassin, Mogadiscio, Chisimaio, Mombasa, Brava, Merca, Mogadiscio, Itala, Obbia, Dante, Alula, Aden, Alessandria. Concluse il suo servizio nella Marina come nave appoggio incursori. Dopo la radiazione, fu utilizzata come bersaglio, fino al suo affondamento.

ALDEBARAN e ANDROMEDA, già declassate a corvette ed utilizzate come navi scuola, svolsero una lunga crociera d’istruzione dal 17 agosto al 5 ottobre 1964, da Livorno a Lisbona, Bayonne, Santa Cruz de Tenerife, Tangeri, Napoli, La Spezia, percorrendo 5.350 miglia, per un totale di 19 giorni di navigazione e 40 di sosta in porto. Terminarono la loro attività con la Marina effettuando vigilanza pesca e addestramento, con base ad Augusta. L’ALDEBARAN fu avviata alla demolizione nel 1976, l’ANDROMEDA nel 1972.

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04 – La fregata ALTAIR con la fiamma di lunga navigazione (foto collezione Giuseppe Garufi).

 

(...)

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Classe CENTAURO.

 

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CIGNO, CASTORE e CENTAURO a Trieste il 4 novembre 1957 (foto collezione Giuseppe Garufi).

 

Anche le quattro unità della classe CENTAURO riportavano i nomi di altrettante torpediniere perdute durante la seconda guerra mondiale. furono impostate come avvisi scorta ed erano paragonabili ai caccia di scorta (DE) americani della classe DEALEY. All’entrata in servizio ricevettero la sigla “D”, seguita dal numero, furono riclassificate fregate e cambiarono la sigla in “F” dal 10 aprile 1957.

CENTAURO e CANOPO facevano parte del programma costruttivo del 1950. La mancanza di fondi, causata dalle difficoltà economiche del dopoguerra, rallentò di molto la realizzazione delle unità. Fu invece possibile velocizzare i tempi costruttivi delle altre due unità, CIGNO e CASTORE, grazie ai fondi statunitensi del programma MDAP di costruzioni navali off-shore. Le due navi ebbero l’hull number DE 1020 (CIGNO) e DE 1031 (CASTORE) della U.S. Navy.

 

PN

NOME

CANTIERE

IMP.

VARO

SERVIZIO

DISARMO

D 570 - F 551

CANOPO

C.N. TARANTO

31/05/1952

20/02/1955

04/05/1958

30/11/1981

D 573 - F 553

CASTORE

C.N. TARANTO

14/03/1955

08/07/1956

14/07/1957

31/08/1980

D 571 - F 554

CENTAURO

ANSALDO LIVORNO

15/05/1952

04/04/1954

04/04/1957

00/00/1984

D 572 - F 555

CIGNO

C.N. TARANTO

11/02/1954

14/03/1955

07/03/1957

30/11/1982

 

 

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La fregata CENTAURO (cartolina edizioni Ettore De Pace, collezione Garufi).

 

Le quattro fregate avevano un dislocamento standard di 1.680 t, normale 2.137, a pieno carico 2.184.

La lunghezza f.t era 103,14 m, la larghezza 12 m, l’immersione a p.c. 3,83 m.

L’apparato motore prevedeva 2 caldaie Foster-Wheeler, 2 gruppi turboriduttori AP e riduttore Tosi, 2 assi con eliche a quattro pale, con una potenza di 22.000 HP, per una velocità massima di 26 nodi, sufficiente per i compiti di scorta ai convogli, che sarebbero stati preponderanti in caso di guerra; l’autonomia era di 3.020 miglia a 12 nodi, 1.450 a 26 nodi.

L’armamento iniziale era composto da 4 cannoni da 76/62 in due torri binate con le canne sovrapposte, 4 mitragliere da 40/70 in due impianti binati, 2 lanciarazzi trinati da 105 mm, 2 tubi lancia siluri da 533 mm, un lanciabas del tipo Menon a tre canne (una derivazione del Limbo inglese), 4 lanciabas Menon corti, 1 tramoggia per bombe antisom.

La modifica dell’armamento e dell’elettronica iniziò con la fregata CASTORE (danneggiata dopo l’incidente con la nave ausiliaria ETNA), che fu ammodernata fra il 1966 ed il 1967: furono installati tre cannoni da 76/62 tipo Allargato della OTO-Melara in tre torri singole, 2 lanciarazzi trinati da 105, 1 lanciabas trinato Menon, 2 impianti trinati di tubi lanciasiluri da 324 mm Mk 32. La CANOPO fu rimodernata nel 1968-69, la CENTAURO nel 1970-71, concludendo con la fregata CIGNO nel 1972-73.

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L’avviso scorta CASTORE (foto collezione Giuseppe Garufi).

 

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La fregata CANOPO a Messina (foto Giovanni Peditto).

 

L’elettronica di bordo prevedeva un radar AN/SPS-6 per la scoperta aeronavale, un radar Selenia per la scoperta di superficie su bassi siti, sostituito nel 1964 con uno di tipo Jason. C’erano poi due sonar di chiglia, ad alta frequenza AN/SQS-11 e a media frequenza AN/SQS36. La centrale D.T. dei pezzi da 76 mm era tipo N.S.G. con radar di tiro M.L.T. 4 e una colonnina D.T. O.G.2. Le mitragliere da 40/70 erano invece asservite a due colonnine di punteria Galileo O.G.1.

Con il rimodernamento dell’armamento di bordo, anche l’elettronica fu stata modificata con l’adozione di due centrali D.T. Selenia O.G.3, dotate di radar Orione, per i tre pezzi da 76 mm. Il radar Jason fu sostituito da un S.M.A./SPQ-2.

L’equipaggio era di 235 uomini.

La particolare forma della prua era studiata per fare “scivolare” meglio la nave, con meno presa sull’acqua, migliorando così l’agilità nella caccia antisom.

(...)

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Le prime esportazioni.

 

La ripresa economica italiana, supportata dal Governo americano con il Piano Marshall, permetteva intanto di pensare di nuovo all’esportazione di navi da guerra, soprattutto fregate.

Il progetto delle fregate del tipo ALMIRANTE CLEMENTE fu esportato in nove unità per le Marine di Venezuela, Indonesia e Portogallo.

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La fregata F-12 GENERAL JOSE TRINIDAD MORAN (foto Carlo Martinelli, collezione Luciano Grazioli).

 Per il Venezuela.

PN

NOME

CANTIERE

IMP.

VARO

COMPL.

DISARMO

D 12

ALMIRANTE CLEMENTE

ANSALDO LIVORNO

05/05/1954

12/12/1954

04/04/1956

1984

D 13

GENERAL JUAN JOSE FLORES

ANSALDO LIVORNO

05/05/1954

07/02/1955

1956

1978

D 22

GENERAL JOSE TRINIDAD MORAN

ANSALDO LIVORNO

05/05/1954

12/12/1954

10/01/1957

1984

D 23

ALMIRANTE BRION

ANSALDO LIVORNO

12/12/1954

04/09/1955

1957

1978

D 32

GENERAL JOSE DE AUSTRIA

ANSALDO LIVORNO

12/12/1954

12/12/1956

1957

1976

D 33

ALMIRANTE JOSE GARCIA

ANSALDO LIVORNO

12/12/1954

12/10/1956

1957

1977

 

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La fregata F-11 ALMIRANTE CLEMENTE (foto Giorgio Ghiglione, collezione Luciano Grazioli).

 

Per l’Indonesia

PN

NOME

CANTIERE

IMP.

VARO

COMPL.

DISARMO

F 250

IMAM BONDJOL

ANSALDO LIVORNO

08/01/1956

05/05/1956

19/05/1958

1978

F 251

SURAPATI

ANSALDO LIVORNO

08/01/1956

05/05/1956

28/05/1958

1978

 

Per il Portogallo. Fondi MDAP - DE 1032 per la U.S. Navy

PN

NOME

CANTIERE

IMP.

VARO

COMPL.

DISARMO

F 335

PERO ESCOBAR

CASTELLAMMARE

07/01/1955

25/09/1955

30/06/1957

1975

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Classe BERGAMINI.

 

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La fregata LUIGI RIZZO, nella prima configurazione, in entrata nel porto di Messina (foto Giovanni Peditto).

 

Le quattro unità della classe BERGAMINI facevano parte del secondo programma postbellico di ricostruzione della flotta italiana e furono intitolate a quattro eroi della Regia Marina, tutti Medaglie d’Oro al valor militare. I nomi saranno poi riassegnati a quattro fregate del tipo FREMM.

All’inizio della progettazione da parte del Comitato Progetti Navi si trattava però di corvette veloci, armate con le stesse artiglierie della classe ALBATROS, il 76/62 SMP-3, e senza elicotteri. La lenta costruzione della RIZZO e della MARGOTTINI è attribuibile a tali incertezze e modifiche. Alla fine, però, le quattro navi furono classificate fregate ed ebbero in dotazione un elicottero, le prime fra tutte le unità della MMI a poterlo imbarcare in maniera stabile, con un hangar telescopico per il ricovero ed un ponte di volo dedicato.

Le fregate di questa classe dimostrarono che era possibile imbarcare e far operare gli elicotteri da bordo di piccole unità, incrementando le capacità ASW. La MMI affermava così le sue capacità innovative.

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Uno dei progetti delle BERGAMINI prive di elicottero (Disegno MMI).

 

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Un altro dei progetti delle BERGAMINI prive di elicottero (Disegno MMI).

 

PN

NOME

CANTIERE

IMP.

VARO

CONSEGNA

DISARMO

F 593

CARLO BERGAMINI

CRDA TRIESTE

16/07/1959

16/06/1960

30/06/1962

30/11/1981

F 594

VIRGINIO FASAN

CASTELLAMMARE

06/03/1960

09/10/1960

10/10/1962

07/12/1988

F 595

CARLO MARGOTTINI

CASTELLAMMARE

26/05/1957

12/06/1960

05/05/1962

31/05/1988

F 596

LUIGI RIZZO

CASTELLAMMARE

26/05/1957

06/03/1960

16/12/1961

30/11/1980

 

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La fregata CARLO BERGAMINI, dopo le modifiche al ponte di volo, nel porto di Messina (foto Giovanni Peditto).

 

Il dislocamento standard delle RIZZO era 1.390 t, che arrivavano a 1.553 a pieno carico.

La lunghezza fuori tutto 93,90 m, la larghezza 11,35 m, l’immersione a p.c. 3,14 m.

L’apparato motore disponeva di 4 motori diesel Tosi QTV 320/12 per MARGOTTINI e FASAN, mentre BERGAMINI e RIZZO avevano 4 Fiat 3012 RSS, tutti comunque erogavano 16.800 HP, su due assi, per una velocità massima di 26 nodi. L’autonomia era 5.240 miglia a 18 nodi e 1.300 a 26 nodi.

All’entrata in servizio, l’armamento era composto da 3 pezzi da 76/62 OTO Melara Compatto, 2 lanciarazzi trinati da 105 mm, 2 impianti trinati lanciasiluri Mk-32 da 324 mm, 1 lanciabas Menon K-113, 1 elicottero Agusta Bell AB-47J-3, ricoverabile in un hangar telescopico.

Al fine di permettere l’utilizzo dell’elicottero, le fregate erano dotate di un sistema antirollio a pinne Denny-Brown.

Dal 1969 le quattro navi furono progressivamente modificate, con lo sbarco del cannone da 76 mm poppiero e la modifica del ponte di volo, in maniera da permettere l’utilizzo di un ben più prestante elicottero Agusta Bell AB-204B.

Erano imbarcati un radar da ricerca aerea AN/SPS-12 ed un radar nautico di superficie, le direzioni tiro dei 76 mm erano due Selenia O.G. 3, con radar di tiro Orione. Il sonar in chiglia era un AN/SQS-40 a media frequenza.

Per l’equipaggio si prevedevano 167 uomini.

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Classe ALPINO.

Dopo la buona riuscita della classe BERGAMINI, intorno a metà degli anni Sessanta, la M.M.I. continuò a sviluppare l’idea della fregata portaelicotteri antisommergibile, elaborando il progetto delle ALPINO. Nelle previsioni alle quattro navi della classe sarebbero stati attribuiti nomi che richiamavano le torpediniere della Regia Marina: CIRCE, CLIMENE, PERSEO, POLLUCE. Per ristrettezze di bilancio la classe fu limitata a due sole unità e quelle costruite ebbero i nomi di due cacciatorpediniere delle due classi SOLDATO, che avevano combattuto nella prima e nella seconda guerra mondiale, ALPINO e CARABINIERE.

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La fregata ALPINO (cartolina ufficiale MMI, collezione Giuseppe Garufi).

 

Erano un ottimo esempio di unità polivalenti di buon dislocamento, capaci di tenere il mare in ogni condizione meteorologica. L’apparato motore CODAG (combined diesel and gas) consentiva di ottenere condizioni economiche di esercizio a velocità di crociera, con possibilità di puntate a 29 nodi che, in teoria, avrebbero permesso alle due fregate di operare con le task force americane. L’adozione di pinne stabilizzatrici fisse contribuiva a conferire stabilità allo scafo.

 

PN

NOME

CANTIERE

IMP.

VARO

CONSEGNA

RADIAZIONE

F 580

ALPINO

CNR-RIVA TRIGOSO

27/02/1963

14/06/1967

14/01/1968

31/03/2006 

F 581

CARABINIERE

CNR-RIVA TRIGOSO

09/01/1965

30/09/1967

28/04/1968

19/11/2008

 

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La fregata CARABINIERE nel porto di Messina (foto Giovanni Peditto).

 

Le due fregate avevano un dislocamento standard di 2.400 t, 2.550 in carico normale e 2.689 a pieno carico, erano lunghe f.t. 113,26 m, larghe 13,30 m ed avevano un’immersione di 3,76 m.

L’apparato motore era composto da quattro diesel Tosi QTV-320 e due turbine a gas Tosi-Metrovich G6, per 31.800 HP su due assi. La velocità massima era pari a 29 nodi e l’autonomia a 5.840 miglia a 18 nodi.

L’armamento prevedeva sei cannoni da 76/62 OTO Melara tipo Allargato, in torri singole, un lanciabombe antisom MENON Mk 113 da 305 mm, sei tubi lanciasiluri Mk 32 da 324 mm, 2 lanciarazzi, due elicotteri AB-204ASW.

La dotazione elettronica di bordo disponeva di un radar di scoperta aerea RCA AN/SPS-12, uno di scoperta navale SMA/SPQ-2, un sonar a scafo SQS-43 ed uno rimorchiabile a profondità variabile SQA-10. Le direzioni tiro erano tre NA-10 con radar Orion 10X.

L’equipaggio era composto da 163 uomini.

Compiuto il periodo di attività nella Squadra Navale, le due unità furono modificate per altri utilizzi.

 

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La fregata ALPINO dopo le modifiche (foto collezione Luciano Grazioli).

 

La fregata ALPINO fu sottoposta ad un ciclo di lavori fra il 1995 ed il 1996, dopo i quali fu riclassificata nave comando e supporto alla Forza di Contromisure Mine, con il nuovo distintivo ottico A 5384 dal 1998.

In seguito ai lavori, furono sbarcati l’armamento ASW, parte delle artiglierie e le turbine a gas, lasciando i soli motori diesel, che assicuravano una velocità massima di 23 nodi.

 

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La fregata CARABINIERE modificata (foto Carlo Martinelli, collezione Luciano Grazioli).

 

La fregata CARABINIERE, alle dipendenze di MARIDIPART La Spezia dal 1° aprile 1992, fu sottoposta a grandi lavori, terminati il 31 dicembre 1994, nel corso dei quali sbarcò tutto l’armamento, ad eccezione di un pezzo prodiero da 76/62. Fu quindi destinata a svolgere il ruolo di piattaforma per lo sviluppo dei nuovi sistemi di combattimento, mantenendo il distintivo ottico F 581. Fra gli altri sistemi, furono imbarcati il VLS A-43, il sistema antisiluro SLAT, il radar EMPAR SPY-790, ben visibile sul grande traliccio costruito a poppavia.

(...)

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Classe LUPO.

 

Con le quattro fregate della classe LUPO la M.M.I. intraprese una strada completamente diversa da quella che l’aveva portata alla ricostruzione della flotta post-bellica. L’aggressività mostrata dalle Marine della sponda meridionale del Mediterraneo e la sempre più forte presenza della Marina sovietica, imponevano un cambio di rotta, sia per mantenere i tradizionali compiti in ambito NATO, sia per poter assumere iniziative autonome. Si passò da unità di scorta studiate per la difesa antisommergibile ed antiaerea ad unità pesantemente armate per il contrasto antinave, che però mantenevano una certa dose di polivalenza. Le LUPO e gli aliscafi lanciamissili della classe SPARVIERO espressero al meglio la risposta italiana alle nuove minacce. Infatti, il pezzo d’artiglieria OTO-Melara da 127/54 e gli otto missili antinave Otomat conferivano alle LUPO capacità di contrasto di superficie che alla Marina mancava dagli anni della guerra mondiale. Le ALPINO erano superate e dimenticate.

 

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Progetto per una fregata da 2.400 t che anticipa le LUPO (disegno da una brochure dei CNTR- Collezione Garufi).

 

Particolare importante: le fregate della classe LUPO furono le prime unità militari ad essere costruite dai CNR con il sistema modulare, che permette di ridurre i tempi fra impostazione e consegna, consente inoltre un notevole risparmio nei costi di costruzione.

 

PN

NOME

CANTIERE

IMP.

VARO

CONSEGNA

DISARMO

F 564

LUPO

CNR-RIVA TRIGOSO

08/10/1974

29/07/1976

20/09/1977

07/07/2004

F 565

SAGITTARIO

CNR-RIVA TRIGOSO

04/02/1976

22/06/1977

18/11/1978

31/10/2005

F 566

PERSEO

CNR-RIVA TRIGOSO

28/02/1977

12/07/1978

01/03/1980

31/10/2005

F 567

ORSA

MUGGIANO

01/08/1977

01/03/1979

01/03/1980

03/11/2004

 

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La fregata SAGITTARIO in entrata nel porto di Messina (foto Giovanni Peditto).

 

Le fregate hanno un dislocamento alle prove di 2.340 t, 2.525 a pieno carico.

Le dimensioni sono: lunghezza f.t. 112,8 m, larghezza 11,8 m, immersione 3,8 m.

L’apparato motore, di tipo CODOG (Combined Diesel Or Gas) è composto da due diesel da crociera GMT A 2320 SS da 7.800 HP (massimo 9.200 HP) e due turbine a gas G.E./Fiat LM2500 da 50.000 HP, sui due assi, con eliche quadripala a passo variabile e reversibile, consentono una velocità di crociera (solo diesel) di 20,3 nodi e massina di 36 (con le TAG). L’autonomia è di 1.050 miglia a 31,7 nodi e di 5.500 miglia a 16 nodi.

Esistono poi 4 gruppi elettrogeni dotati di motori diesel GMT A236SS con una potenza di 3.120 kW.

Le LUPO sono dotate di una coppia di pinne stabilizzatrici non retraibili, in grado di ridurre il rollio di quasi il 90%. I due timoni sono semi compensati, sistemati nel flusso delle eliche, con un angolo di barra di 35° per lato.

 

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La fregata PERSEO (foto collezione Luciano Grazioli).

 

In confronto alle dimensioni e alle precedenti unità della M.M.I., il possente armamento rende queste fregate delle vere navi P***ospino: un pezzo bivalente da 127/54 della OTO Melara, otto missili Otomat (poi sostituiti con i Mk2-Teseo), una rampa lanciamissili ad otto celle ricaricabili per missili Sea Sparrow RIM-7H, quattro pezzi da 40/70 Dardo in due torrette binate, sei tubi lanciasiluri da 324 mm Mk. 32 per siluri Mk. 44, Mk 46, A-244, due lanciatori pluricelle da 105 mm SCLAR, un elicottero AB-204ASW (poi un AB-212ASW) ospitato in un hangar “pieghevole”, l’elicottero stesso può essere utilizzato sia in funzioni antisom che di “ponte elettronico” per incrementare la portata dei missili antinave.

Il radar di scoperta era un RAN-10S (MM/SPS-744), quello secondario un MM/SPQ-2F. La direzione di tiro è una NA-10 Mod.2 con radar Orion RTN-10X, i missili Sea Sparrow sono controllati da un EX-77 Mod.0. Le torrette da 40/70 sono controllate da due Orion RTN-20X. Il radar di navigazione è un 3RM20. Il sonar a scafo è un DE-1160B. Il sistema di elaborazione dati è un IPN-10, calcolatore UYK-16.

L’equipaggio varia da 185 a 205 uomini.

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Il varo del LUPO ancora la sigla D 564 (da una pubblicazione dei CNTR- Collezione Giuseppe Garufi).

 

 

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La fregata Lupo nel porto di Messina (foto Giuseppe Garufi).

 

Il LUPO fu varato con la sigla alfanumerica “D 564”, una sigla da cacciatorpediniere. Molte righe furono scritte sulle riviste specializzate e poi sul web, per spiegare la “D” invece della “F”. La spiegazione fu data in maniera ufficiale dal Contrammiraglio Renato Fadda, capo dell’Ufficio Documentazione e Propaganda Marina Militare nell’aprile 1977, con una lettera diretta alla redazione di “Interconair Aviazione e Marina”. In sintesi, per la MMI, la nave era stata varata con il distintivo ottico “D” poiché la classificazione standard delle unità della NATO non prevedeva il tipo “fregata”, ma “cacciatorpediniere di scorta”. Restaurata la classificazione “fregata”, si modificò il distintivo ottico della LUPO in F 564.

Il 18 luglio 1979, insieme al cacciatorpediniere ARDITO, la fregata LUPO partì da Livorno per fare il giro del mondo, attraversando Suez e rientrando da Gibilterra, dopo otto mesi di navigazione. Nei 201 giorni di durata della crociera, di cui 117 di navigazione, furono percorse 41.541 miglia, con soste in 45 porti di 23 nazioni di tutti i cinque continenti.

Per finire, una notazione “araldica”: ognuna delle quattro unità aveva disegnato sulla parte posteriore del fumaiolo un asso delle carte da gioco francesi: LUPO Asso di Cuori, SAGITTARIO Asso di Quadri, PERSEO Asso di Fiori, ORSA Asso di Picche.

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La fregata ORSA a Messina (foto Giovanni Peditto).

(...)

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Anche se furono realizzate per la Marina italiana soltanto in 4 esemplari, le LUPO rappresentano il maggior successo di vendita navale all’estero: 4 unità furono costruite per il Perù, 6 per il Venezuela, 4 per l’Iraq. Le unità costruite per l’export differivano in particolari vari da quelle della Marina Militare Italiana.

Dopo la radiazione, le quattro LUPO italiane furono cedute alla Marina peruviana. I nuovi nomi furono PALACIOS ex LUPO, QUINONES ex SAGITTARIO, CORONEL BOLOGNESI ex PERSEO, AGUIRRE ex ORSA.

 

Per il Perù.

PN

NOME

CANTIERE

IMP.

VARO

COMPL.

F 51

MELITON CARVAJAL

CNTR RIVA TRIGOSO

08/08/1974

17/11/1976

05/02/1979

F 52

MANUEL VILLAVICENCIO

CNTR RIVA TRIGOSO

06/10/1976

07/02/1978

25/08/1979

F 53

MONTERO

SIMAC CALLAO

16/06/1976

08/10/1982

25/07/1984

F 54

MARIATEGUI

SIMAC CALLAO

13/08/1976

08/10/1984

10/10/1987

 

Per il Venezuela.

PN

NOME

CANTIERE

IMP.

VARO

COMPL.

RADIAZIONE

F 21

MARISCAL SUCRE

CNR RIVA TRIGOSO

19/11/1976

28/09/1978

10/05/1980

 

F 22

ALMIRANTE BRION

CNR RIVA TRIGOSO

00/06/1977

22/02/1979

07/03/1981

 

F 23

GENERAL URDANETA

CNR ANCONA

23/01/1978

23/03/1979

08/08/1981

DEMOL. 2022

F 24

GENERAL SOUBLETTE

CNR RIVA TRIGOSO

26/08/1978

04/01/1980

05/12/1981

DEMOL. 2022

F 25

GENERAL SALOM

CNR ANCONA

07/11/1978

13/01/1980

03/04/1982

DEMOL. 2022

F 26

ALMIRANTE GARCIA

CNR RIVA TRIGOSO

21/08/1979

04/12/1980

30/07/1982

DEMOL. 2022

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Classe MAESTRALE.

 

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La fregata MAESTRALE in navigazione nel Mediterraneo, 27 settembre 2014 (foto Giovanni Peditto).

 

A metà degli anni Settanta del secolo scorso, a causa della progressiva radiazione delle navi più anziane non compensata dall’ingresso in linea di nuove unità, dell’obsolescenza di tante in servizio, della difficile situazione mediterranea, con i Paesi rivieraschi più aggressivi ed instabili, della discesa in forze dal Mar Nero della flotta sovietica, diventava urgente rinnovare la flotta con provvedimenti finanziari, che esulavano dai normali stanziamenti di bilancio. La soluzione fu trovata con la Legge Navale del 22 marzo 1975, che permise la sostituzione di quasi l’intera flotta.

I prodotti più importanti degli stanziamenti straordinari furono proprio l’incrociatore “tuttoponte” GIUSEPPE GARIBALDI e le fregate della classe MAESTRALE.

 

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La fregata GRECALE in porto a Messina, 22 maggio 1983 (foto Giuseppe Garufi).

 

Queste fregate derivavano dalle precedenti LUPO, ma con una diversa ripartizione di compiti: le MAESTRALE furono infatti destinate primariamente alla lotta antisommergibili, con un ruolo secondario antinave e di difesa di punto antiaerea.

 

PN

NOME

CANTIERE

IMP.

VARO

CONSEGNA

DISARMO

F 570

MAESTRALE

RIVA TRIGOSO

08/03/1978

02/02/1981

07/03/1982

15/12/2015

F 571

GRECALE

CN MUGGIANO

21/03/1979

12/09/1981

05/02/1983

 

F 572

LIBECCIO

RIVA TRIGOSO

01/09/1979

07/09/1981

05/02/1983

 

F 573

SCIROCCO

RIVA TRIGOSO

26/02/1980

17/04/1982

20/09/1983

20/02/2020

F 574

ALISEO

RIVA TRIGOSO

10/08/1980

29/10/1982

20/09/1983

08/09/2017

F 575

EURO

RIVA TRIGOSO

15/04/1981

25/03/1983

07/04/1984

02/10/2019

F 576

ESPERO

RIVA TRIGOSO

15/04/1981

19/11/1983

04/05/1985

30/06/2021

F 577

ZEFFIRO

RIVA TRIGOSO

15/03/1983

19/05/1984

04/05/1985

 08/10/2023

 

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La fregata LIBECCIO, il 1° maggio 1995 (foto A. Molinari, collezione Luciano Grazioli).

 

Le MAESTRALE dislocano 2.700 t standard, 3.040 a pieno carico. Hanno una lunghezza di 122,7 m, larghezza 12,9 m, pescaggio 4,2 m (5,9 a p.c.).

La propulsione di tipo CODOG (COmbined Diesel Or Gas) è assicurata da due turbine a gas Fiat/General Electric LM-2500 e due diesel Grandi Motori Trieste B-230-20-DVM, che assicurano una potenza rispettivamente di 50.000 e 11.000 HP, su due assi con eliche a passo orientabile. La velocità massima è di 31 nodi con le TAG, 21 con i soli diesel. L’autonomia è di 6.000 miglia a 15 nodi.

L’armamento prevede un cannone Oto-Breda da 127/54 Compatto, due torrette CIWS binate da 40/70 Dardo, due tubi lanciasiluri da 533 mm per siluri A184 a doppio scopo ASW e ASUW, due tubi lanciasiluri tripli Mk-32 da 324 mm per siluri A244, quattro missili Otomat, un lanciamissili Aspide ad otto celle con 16 missili di riserva, due lanciarazzi SCLAR da 105 mm a 20 canne, due elicotteri AB-212ASW.

La stabilità è assicurata da una coppia di pinne stabilizzatrici non retrattili.

L’elettronica di bordo prevede radar Selenia SPS-774, SMA SPS-702, SMA SPN-703, Selenia Orion RTN-30X, RTN-20X, Argo NA-30; sonar Raytheon DE-1160/1164 integrato a scafo e rimorchiabile; IFF mk XII.

L’equipaggio si compone di circa 225 persone.

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La fregata SCIROCCO (collezione Luciano Grazioli).

 

Le MAESTRALE sono risultate delle ottime unità e sono state usate in maniera molto intensa, al di là di quello che era previsto dal progetto. Hanno navigato anche nell’Oceano Indiano nell’ambito delle operazioni alleate in Afghanistan e Iraq. Sono ora sostituite progressivamente dalle nuove FREMM-BERGAMINI ma, all’epoca della stesura dell’articolo, due unità sono ancora in servizio.

 

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La fregata EURO (Foto Carlo Martinelli, collezione Grazioli).

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Classe SOLDATI.

 

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Il pattugliatore di squadra BERSAGLIERE nel porto di Messina, 6 dicembre 2009, con il pezzo sperimentale Light Weight da 127 mm (foto Giuseppe Garufi).

 

Nel 1981 il Governo irakeno aveva piazzato ai cantieri italiani un corposo ordine per il rinnovo della propria flotta. Si trattava di quattro fregate della classe LUPO, sei corvette tipo Fincantieri 550 e una nave rifornimenti tipo STROMBOLI. Le fregate furono tutte impostate fra il 1982 ed il 1983 ma, completato l’allestimento, furono poste sotto sequestro per l’embargo causato prima dalla guerra fra Iran ed Iraq, poi dall’invasione irakena del Kuwait e la successiva Guerra del Golfo.

Dopo vari tentativi di vendere le quattro fregate ad altre Marine che sembravano interessate, nel 1994 fu necessaria la requisizione da parte del Governo italiano e l’incorporazione nel naviglio della Marina Militare, che era però scettica sul valore bellico delle navi stesse, realizzate con standard costruttivi diversi dalle LUPO italiane. La M.M.I non le classificò mai fregate, ma “pattugliatori di squadra”, anche se finirono per sostituire le LUPO originali da cui differivano soprattutto per la rimozione delle apparecchiature ASW.

 

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Il pattugliatore di squadra AVIERE (foto Carlo Martinelli, collezione Grazioli).

 

PN

NOME

CANTIERE

IMP.

VARO

CONSEGNA

DISARMO

F 582

ARTIGLIERE ex HITTIN

ANCONA

31/03/1982

27/07/1983

04/01/1995

13/12/2013

F 583

AVIERE ex DHI QAR

ANCONA

01/09/1982

18/12/1984

09/01/1995

16/07/2018

F 584

BERSAGLIERE ex AL-YARMUK

ANCONA

07/04/1982

20/06/1985

28/11/1995

17/04/2018

F 585

GRANATIERE ex AL-QADISSIAH

RIVA TRIGOSO

15/04/1983

14/11/1985

20/03/1996

30/09/2015

 

I nomi scelti per i quattro pattugliatori ripetevano quelli di cacciatorpediniere della prima e della seconda guerra mondiale e di unità cedute dalla U.S. Navy nell’immediato dopoguerra.

Il loro dislocamento a pieno carico era pari a 2.525 t, le dimensioni erano lunghezza 113,5 m, larghezza 11,9 m, pescaggio 3,7 m.

L’apparato motore, di tipo CODOG (Combined Diesel Or Gas) era composto da due diesel da crociera Grandi Motori Ttrieste B-230-20M da 7.800 HP (massimo 9.200 HP) e due turbine a gas G.E./Fiat LM2500 da 50.000 HP, su due assi, raggiungevano una velocità di crociera (solo diesel) di 21 nodi e massina di 35 (con le TAG). L’autonomia era di 5.000 miglia a 15 nodi.

Come per le LUPO era notevole l’armamento in rapporto al dislocamento: un pezzo OTO-Breda da 127/54 Compatto, due torrette binate per il CIWS Dardo da 40/70, otto contenitori per missili antinave Teseo Mk2, un lanciamissili ad otto celle per missili antiaerei Albatros/Aspide, due lanciarazzi SCLAR da 105 mm, un SLR-4 per decoy, due SLQ-D per jammer, un elicottero AB-212ASW.

L’elettronica comprendeva un radar SPS-774 (RAN-10S), un radar RAN-11L/X, la direzione di tiro Mk-95 serviva il sistema lanciamissili Albatros/Aspide, mentre una direzione SPG-70 (RTN-10X) era dedicata al cannone da 127/54.

 

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Il pattugliatore di squadra GRANATIERE (foto A. Molinari, collezione Grazioli).

 

Malgrado le cattive premesse sull’acquisizione, le quattro navi svolsero un servizio molto intenso nella MMI: pattugliamenti contro l’immigrazione clandestina in Adriatico e nello Ionio, la lotta alla pirateria nell’Oceano Indiano, nel Corno d’Africa, e permisero di risparmiare sull’utilizzo delle MAESTRALE.

Seguendo le orme di LUPO ed ARDITO, il 12 luglio 1996, il BERSAGLIERE salpò per la circumnavigazione del globo, insieme al cacciatorpediniere LUIGI DURAND DE LA PENNE. Al rientro in patria, il 4 aprile 1997, erano state percorse più di 46.000 miglia ed erano stati toccati 35 porti in 23 nazioni.

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Il pattugliatore di squadra ARTIGLIERE, fotografato a Brindisi il 25 giugno 1995 (foto collezione Grazioli).

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La linea evolutiva delle fregate italiane non si è fermata con le MAESTRALE, ma è proseguita con le fregate della classe FREMM BERGAMINI, progettate in collaborazione con la Francia e realizzate in dieci unità in tre diverse versioni, GP, ASW, GP-E.

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Sono poi in corso di costruzione sette grandi pattugliatori di squadra della classe PAOLO THAON DE REVEL. Anche per questi, come per le SOLDATI, la classificazione sembra essere solo teorica, in quanto tutte le unità, dopo essere state completate ed aggiornate, saranno paragonabili quasi in ogni aspetto a normali fregate.

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“Questa però è un’altra storia”: la Guerra Fredda finisce con la caduta del Muro di Berlino nel 1989 e poi con la dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991. Potremo parlare di BERGAMINI e THAON DI REVEL in un prossimo articolo o in un aggiornamento sul forum.

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Bibliografia:

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Ufficio Documentazione della Marina Militare (a cura di) (1958). Le nostre navi, la Nuova Flotta della Nazione. Roma: Istituto Poligrafico dello Stato.

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Bargoni, F. (1970). Esploratori Fregate Corvette ed Avvisi italiani. Roma: USMM.

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Ciampi, A. (1977). Come invecchiano le fregate. In Interconair Aviazione e Marina n. 149, Dicembre 1977 – Gennaio 1978, pagg. 37-42.

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Giorgerini, G. (1978). Storia della Marina. Milano: Fabbri.

Giorgerini, G. (1978). Almanacco Storico delle Navi Militari Italiane – La Marina e le sue navi dal 1861 al 1975. Roma: USMM.

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Moore, J. (1987). Jane’ Fighting Ships 1987-88. London: Jane’s Yearbooks.

Bagnasco, E. (1988). La Marina Italiana – Quarant’anni in 250 immagini (1946-1987). Roma: Rivista Marittima

Giorgerini, G. e Nani, A. (1990). Almanacco Navale 1990-91. Roma: Istituto Idrografico della Marina.

Gardiner, R. (1996). Conway’s, All the World’s Fighting Ships 1947-1995. London: Conway Maritime

Press.

Giorgerini, G. e Nani, A. (2000). Almanacco Navale 2000-2001. Roma: Stato Maggiore della Marina.

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