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9 MAGGIO 1940: LA FRANCIA VOLEVA "PUGNALARE ALLA SCHIENA" L' ITALIA?


Alfabravo 59
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E giusto quanto scrfitto da Giancarlo Castiglioni, ma faccio un precisazione sul ritardo di cinque giorni sulla dichiarazionew di guerra dell'Italia alla Francia e all'Inghilterra, rimandandolo dal 5 al 10 giugno 1940.

 

l tredeschi avevano comunicato agli italiani che il giorno 5 giugno, con l'inizio della loro nuova offensiva (che portò al crollo della Francia), avreebbero attaccato gli aeroporti franceasi, compresi quelli del settrore delle Alpi, e che pertanto, per non creare errori di riconoscuimento con gli aerei italiani che, presumibilmente, avrebbero attaccato  quegli stessi obiettivi, chiesero a Roma di ritardare l'attacco di qualche giorno. Il che fu accordato.

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All'ottima esposizione di Giancarlo Castiglioni faccio una doverosa precisazione. 

 

ll ritardo di cinque giorni della dichiarazione di guerra italiana, che doveva avvenire il 5 giugno 1940, si verificò perché proprio quel giorno i tedeschi dovevano iniziare la loro offensiva definitiva contro la Francia. E poiché la Luftwaffe avrebbe attaccato a massa gli aeroporti nemici anche nella zona delle Alpi, Berlino chiese a Roma di ritardare la sua entrata in guerra, per non creare interferenze da parte della Regia Aeronautica, i cui velivoli avrebbero attaccato gli stessi obiettivi. Il che fu accordato.

 

Io non credo. come é stato malignamente affermato da alcuni storici, che i tedeschi ci avessero chiesto di ritardare l'attacco per non spartire con l'Italia il loro successo. Semmai l'episodio stava a dimostrare che era mancato nei giorni precedenti all'attacco tedesco ogni contatto tra i Comandi della Luftwaffe e della Regia Aeronautica per far conoscere i reciproci piani d'impiego e l'assegnazione in comune degli aerroporti e di altri obiettivi militari da attaccare.

 

Reciproca mancanza di fiducia ?

 

Francesco Mattesini

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All'ottima esposizione di Giancarlo Castiglioni faccio una doverosa precisazione. 

 

ll ritardo di cinque giorni della dichiarazione di guerra italiana, che doveva avvenire il 5 giugno 1940, si verificò perché proprio quel giorno i tedeschi dovevano iniziare la loro offensiva definitiva contro la Francia. E poiché la Luftwaffe avrebbe attaccato a massa gli aeroporti nemici anche nella zona delle Alpi, Berlino chiese a Roma di ritardare la sua entrata in guerra, per non creare interferenze da parte della Regia Aeronautica, i cui velivoli avrebbero attaccato gli stessi obiettivi. Il che fu accordato.

 

Io non credo. come é stato malignamente affermato da alcuni storici, che i tedeschi ci avessero chiesto di ritardare l'attacco per non spartire con l'Italia il loro successo. Semmai l'episodio stava a dimostrare che era mancato nei giorni precedenti all'attacco tedesco ogni contatto tra i Comandi della Luftwaffe e della Regia Aeronautica per far conoscere i reciproci piani d'impiego e l'assegnazione in comune degli aerroporti e di altri obiettivi militari da attaccare.

 

Reciproca mancanza di fiducia ?

 

Francesco Mattesini

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ll ritardo di cinque giorni della dichiarazione di guerra italiana, che doveva avvenire il 5 giugno 1940, si verificò perché i tedeschi avevano comunicato a Roma che proprio quel giorno 5 avrebbero iniziato la loro offensiva definitiva contro la Francia. E poiché la Luftwaffe avrebbe attaccato a massa gli aeroporti nemici anche nella zona delle Alpi, Berlino chiese a Roma di ritardare la sua entrata in guerra, per non creare interferenze da parte della Regia Aeronautica, i cui velivoli avrebbero attaccato gli stessi obiettivi. Il che fu accordato.

 

Io non credo. come é stato sibillinamente affermato da alcuni storici, che i tedeschi ci avessero chiesto di ritardare l'attacco per non spartire con l'Italia il loro successo. Semmai l'episodio stava a dimostrare che era mancato nei giorni precedenti all'attacco tedesco ogni contatto tra i Comandi della Luftwaffe e della Regia Aeronautica per far conoscere i reciproci piani d'impiego e l'assegnazione in comune degli aerroporti e di altri obiettivi militari da attaccare.

 

Reciproca mancanza di fiducia ?

 

Francesco Mattesini

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ll ritardo di cinque giorni della dichiarazione di guerra italiana, che doveva avvenire il 5 giugno 1940, si verificò perché i tedeschi avevano comunicato a Roma che proprio quel giorno 5 avrebbero iniziato la loro offensiva definitiva contro la Francia. E poiché la Luftwaffe avrebbe attaccato a massa gli aeroporti nemici anche nella zona delle Alpi, Berlino chiese a Roma di ritardare la sua entrata in guerra, per non creare interferenze da parte della Regia Aeronautica, i cui velivoli avrebbero attaccato gli stessi obiettivi. Il che fu accordato.

 

Io non credo. come é stato sibillinamente affermato da alcuni storici, che i tedeschi ci avessero chiesto di ritardare l'attacco per non spartire con l'Italia il loro successo. Semmai l'episodio stava a dimostrare che era mancato nei giorni precedenti all'attacco tedesco ogni contatto tra i Comandi della Luftwaffe e della Regia Aeronautica per far conoscere i reciproci piani d'impiego e l'assegnazione in comune degli aerroporti e di altri obiettivi militari da attaccare.

 

Reciproca mancanza di fiducia ?

 

Francesco Mattesini

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Io non credo. come é stato sibillinamente affermato da alcuni storici, che i tedeschi ci avessero chiesto di ritardare l'attacco per non spartire con l'Italia il loro successo. Semmai l'episodio stava a dimostrare che era mancato nei giorni precedenti all'attacco tedesco ogni contatto tra i Comandi della Luftwaffe e della Regia Aeronautica per far conoscere i reciproci piani d'impiego e l'assegnazione in comune degli aerroporti e di altri obiettivi militari da attaccare.

 

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Io non credo. come é stato sibillinamente affermato da alcuni storici, che i tedeschi ci avessero chiesto di ritardare l'attacco per non spartire con l'Italia il loro successo. Semmai l'episodio stava a dimostrare che era mancato nei giorni precedenti all'attacco tedesco ogni contatto tra i Comandi della Luftwaffe e della Regia Aeronautica per far conoscere i reciproci piani d'impiego e l'assegnazione in comune degli aerroporti e di altri obiettivi militari da attaccare.

 

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Francesco Mattesini

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Ho letto con grande interesse i vostri competenti interventi.

 

 

In quel periodo molti in ambienti monarchici, nell'esercito, ma anche nel partito fascista, ritenevano che alla fine gli alleati avrebbero vinto e che quindi, per uscire dall'alleanza con la Germania ed entrare il guerra dalla parte giusta, sarebbe stato necessario liberarsi di Mussolini.

 

Anche in Germania il popolo Tedesco era disposto a seguire A. HITLER nel limite in cui, grazie al dittatore, era riuscito ad uscire dalla pesante crisi economica degl' inizi anni "30". A tal proposito sul clima tuttaltro che ottimistico dei Tedeschi circa l' esito della II G.M. (indipendentemente dal nostro intervento) è utile la lettura del libro di Leonardo SIMONI (pseudonimo di Michele LANZA) "BERLINO AMBASCIATA D' ITALIA 1939 - 1943" MIGLIARESI EDITORI IN ROMA (1946). 

 

A tal punto,uscendo forse un pò dal seminato, mi pongo una domanda: SAREBBE STATO POSSIBILE PER L' ITALIA RIMANER NEUTRALE DALLA II G.M? 

 

Innanzi tutto non concordo con coloro che citano il "caso Spagna - FRANCO" per far paragoni con noi.

 

1) Come si legge nel DIARIO di G. CIANO, piaccia o meno, l' Italia allora era considerata una potenza (magari non "grande", ma pur sempre potenza) e poco o nulla si faceva in Europa senza aver sentito il nostro parere. Ebbene non sarebbe stato facile rimanere fuori dai giochi quando gli altri si azzuffavano.

In particolare gl' Inglesi con i vessanti sequestri - dirottamenti dei nostri mercantili nel periodo della "non belligeranza mussoliniana" volevano spingerci ad una chiara scelta di campo.

Per contro il "peso" politico della Spagna di allora era talmente insignificante che poteva ben essere ignorata, cosa che avvenne puntualmente.

 

2) A mio parere fu facile per il Generale F. FRANCO mantenere neutrale la Spagna. Egli si rendeva conto di governare una nazione già povera prima della guerra civile e poverissima dopo. Soprattutto sapeva che doveva ricostituire la coesione nazionale andata in frantumi durante la guerra intestina. Quella coesione nazionale citata dal MAHAN come elemento essenziale per qualsiasi nazione che voglia avventurarsi in imprese belliche.

 

Come al solito m' interessano altri pareri.

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