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Bombardamenti navali nella guerra civile spagnola


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Sto leggendo “Il blocco aeronavale navale italiano nella guerra di Spagna (Ottobre 1936 - Marzo 1939)” di Francesco Mattesini scaricabile da Academia.edu in cui sono citati i bombardamenti navali effettuati con incrociatori e sommergibili dalla Regia Marina durante la guerra civile spagnola.

 

Riporto quanto scrive Mattesini riguardo ai soli due bombardamenti eseguiti da incrociatori.

 

“La prima di queste azioni ebbe luogo il 14 febbraio da parte dell’incrociatore Eugenio di Savoia, comandato dal capitano di vascello Massimiliano Vietina e recante l’insegna dell’ammiraglio Vittorio Tur, Comandante della 7ª Divisione della 2ª Squadra Navale. Salpato alle 04.30 del giorno 13 dalla base di La Maddalena, e procedendo ad alta velocità nonostante le condizioni di mare grosso, L’Eugenio di Savoia si portò davanti a Barcellona e a partire dalle ore 23.00 dell’indomani sparò, in quattro minuti e quarantacinque secondi, nove salve con i cannoni principali da 152 mm da una distanza di 10.000 metri, dirigendo il tiro contro il centro della città che fu visto completamente oscurato dal fumo. Da terra alcuni proiettori illuminarono l’incrociatore e fu risposto al fuoco, con cannoni di piccolo calibro, piazzati all’imboccatura del porto senza conseguire alcun esito.”

 

“La seconda azione fu effettuata nella notte del 15 febbraio contro Valencia da un altro incrociatore della 7ª Divisione Navale, il Duca D’Aosta che, comandato dal capitano di vascello Alberto Da Zara, aveva a bordo il Comandante della 2ª Squadra Navale ammiraglio Romeo Bernotti. Partito anch’esso da La Maddalena assieme al Montecuccoli (capitano di vascello Mario Bonetti), che poi rimase in crociera di vigilanza al largo del porto di Valencia, il Duca d’Aosta aprì il fuoco alle 21.54 da una distanza di circa 6.000 metri contro obiettivi prestabiliti, effettuando in circa otto minuti trentadue salve da 152 mm, sparate con raggruppamenti di due torri. Dopo la quarta salva le batterie costiere repubblicane aprirono il fuoco sull’incrociatore colpendolo in prossimità del barcarizzo con un proiettile di piccolo calibro, che peraltro non causò danni seri, così come non né procurarono alcune schegge di un’altra granata, caduta in prossimità della nave, che raggiunsero una delle torri di poppa.”

 

Leggendo quanto sopra mi è venuto in mente quanto mi aveva raccontato l’Ing. Repossi nella primavera del 2000 nel periodo in cui lavoravo nel suo ufficio.

Il padre fece tutta la guerra imbarcato sul Bolzano fino al suo affondamento nell’agosto 1942.

In precedenza era imbarcato su uno dei primi incrociatori leggeri, non ricordo quale, probabilmente in Da Barbiano o il Di Giussano.

Durante la guerra civile spagnola erano partiti in missione per effettuare un bombardamento sulla costa spagnola, ma mentre erano in navigazione all’altezza del Golfo del Leone erano dovuti rientrare per un grave guasto in macchina, che era stato attribuito ad un sabotaggio.

A bordo nessuno se ne era rammaricato troppo perché bombardare la Spagna non piaceva a nessuno, era considerato un atto sleale e disonorevole.

Fin qui il racconto, vediamo fino a che punto lo si può considerare veritiero.

La  data dell’episodio deve essere stata vicinissima a quella degli altri due bombardamenti, per me dal 12 al 16 febbraio 1937; in quel periodo Da Barbiano o il Di Giussano erano effettivamente in zona, eseguivano crociere di sorveglianza traffico e “pendolamento”, quindi è possibile che a uno dei due sia stato ordinato un terzo bombardamento.

Possibile anche che ci sia stato un sabotaggio; i comunisti esistevano mimetizzati anche durante il fascismo quindi uno di loro, membro dell’equipaggio, potrebbe aver deciso di agire per aiutare i compagni spagnoli.

Che i bombardamenti fossero mal visti in Marina risulta anche da altre fonti.

D’altra parte l’ordine di bombardare potrebbe essere solo una voce circolata a bordo quando è filtrata la notizia non ufficiale dei bombardamenti effettuati dagli altri incrociatori.

Il sabotaggio potrebbe essere semplicemente un guasto interpretato a bordo in modo più drammatico.

Concludendo, il racconto è sicuramente attendibile, sarebbe interessante fare una verifica sui libri di bordo per vedere se ci sono riscontri con quanto accaduto.

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L' episodio non mi risulta assolutamente. Non é accennato nei documenti che ho consultato nell'Archivio dell'Ufficio Storico,  e che in parte posseggo in copia, e non é neppure citato da Franco Bargoni nel suo libro sulla guerra di Spagna, le cui ricerche accuratissime erano cominciate trent'anni prima della pubblicazione poer l'USMM nel 1992. Non so che dire!

 

Francesco Mattesini

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Come ha già detto, si tratta di un "relata refero" e potrebbe essere solo una voce nata a bordo.

Comunque anche se fosse confermato che dai documenti non risulta nulla, non dimostra che la notizia sia infondata.

Sarebbe interessante sapere come erano trattati i bombardamenti sotto l'aspetto "intelligence".

Erano dati ordini scritti?

C'era un ordine ufficiale di incrociare in prossimità della costa spagnola e un ordine aggiuntivo segreto di effettuare il bombardamento?

Le missioni erano annotate normalmente sul libro di bordo?

Come erano giustificati i colpi sparati?

In questo ipotetico caso si tratterebbe di un doppio fallimento, una ragione di più per tenerlo nascosto.

La missione era fallita, che bisogno c'era di renderlo ufficiale?

Potrebbe essere stato concordato di  non scrivere nulla di compromettente sul libro di bordo e di far sparire l'ordine di effettuare il bombardamento.

Distinguere un guasto da un sabotaggio è sempre molto difficile.

Il sabotaggio potrebbe essere stato solo sospettato dagli ufficiali dei servizi tecnici e nemmeno comunicato al Comandante.

E anche se lo avesse saputo, il Comandante, in mancanza di certezze, avrebbe preferito passare tutto sotto silenzio.

Una inchiesta, oltre tutto di esito incerto, sarebbe stata sicuramente negativa per la sua carriera. 

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Gli incrociatori della 2^ Squadra (ammiraglio Romeo Bernotti) partivano dai porti italiani avendo i loro comandanti ricevuto il piano operativo dal Comando della Regia Marina, con le rotte e gli obiettivi assegnati, e non dovevano far altro che seguirlo alla lettera. Si possono fare mille ipotesi ma manca la certezza. A volte si riferiscono episodi appresi soltanto per sentito dire.

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Ho raccolto qualche altra informazione.

Il padre del mio collega Ing. Federico Repossi si chiamava Tommaso Repossi.

Era entrato in Marina circa nel 1935 da una scuola CREM, era sottufficiale di macchina e fu imbarcato successivamente su Bande Nere, Cavour e Bolzano.

L'episodio raccontato era relativo al Bande Nere.

Da "Orizzonte mare 6/II" di Franco Gay nella attività del Bande Nere risulta:

   23-31 gennaio 1937 crociera pendolare

   19-22 febbraio 1937 crociera pendolare

Il problema che avrebbe causato l'interruzione della missione era l'ingresso di acqua nelle casse nafta, che il personale di macchina attribuiva a sabotaggio più che a guasto tecnico.

I bombardamenti eseguiti furono il 14 febbraio da Eugenio e il 15 febbraio da Duca D'Aosta.

Probabile che l'equipaggio del Bande Nere ne abbia avuto notizia prima dell'uscita del 19 febbraio e che quindi abbia creduto di essere destinato ad un terzo bombardamento.

Mi sembra strano che gli ordini al Comandante potessero filtrare fino alla sala macchine.

Lavorando di fantasia si può anche pensare che il bombardamento fosse stato programmato e poi annullato per ragioni politiche, non per guasto tecnico.

Sarebbe interessante recuperare dagli archivi gli ordini dati a Eugenio, Duca D'Aosta e Bande Nere.

Mi ha colpito quanto scritto da Mattesini:

"Gli incrociatori della 2^ Squadra (ammiraglio Romeo Bernotti) partivano dai porti italiani avendo i loro comandanti ricevuto il piano operativo dal Comando della Regia Marina, con le rotte e gli obiettivi assegnati, e non dovevano far altro che seguirlo alla lettera."

Rientra perfettamente nella mentalità rigidamente gerarchica della RM.

Facevano una operazione illegale con tutti i crismi della normalità, senza minimamente preoccuparsi di lasciare tracce.

L'esercito e l'aviazione almeno mandavano "volontari", non truppe regolari e ufficiali con nomi di battaglia.

Nei ricordi di Tommaso Repossi ci sono altre cose interessanti che racconterò in seguito.

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Di questi bombardamenti navali contro costa non c'è traccia neppure nel libro di memorie dell' Amm. R. BERNOTTI "Cinquant' anni nella Marina Militare" (MURSIA 1971). Alla pag. 240 si parla genericamente di "...navi della 2° squadra che furono impiegate per crociere nel Mediterraneo Occidentale, allo scopo d' impedire l' attività navale in favore dei repubblicani".

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Tutto quello che conosco della guerra di Spagna, settore navale ed aereo, almeno riguardo alla parte importante, dove ci sia stato qualcosa di concreto, sta tutto nel mio saggio.  Ma per quanto riguarda minuziosamente le crociere degli incrociatori e di tutte le navi di superficie e subacquee consiglio di consultare il libro di Franco Bargoni: "L'impegno navale italiano durante la Guerra Civile Spagnola (1936-1939).

Edited by Francesco Mattesini
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 Ma per quanto riguarda minuziosamente le crociere degli incrociatori e di tutte le navi di superficie e subacquee consiglio di consultare il libro di Franco Bargoni: "L'impegno navale italiano durante la Guerra Civile Spagnola (1936-1939).

:unsure: ...Mi ero dimenticato d' aver questo libro :unsure: ...Infatti alle pag. 185 e 186 si parla dei "Bombardamenti dal mare di Valencia e Barcellonaad opera degli incrociatori italiani".

Queste missioni furono svolte dal DUCA d' AOSTA, dal MONTECUCCOLI e dall' EUGENIO di SAVOIA nel Febbraio 1937.

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Franco Bargoni aveva diverse cartelle di documenti sulla guerra di Spagna. Mi piacerebbe sapere che fine hanno fatto. Finché era vivo le costudiva gelosamente e quando negli ultimi tempi, facendomi coraggio, gli dissi perché non mi dai qualche documento che mi manca, tanto te ormai la Spagna non la tratti più, mi disse di no!

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