Francesco Mattesini Posted November 22, 2018 Report Share Posted November 22, 2018 Nella mia pagina di Academia Edu. Sto completando il Libro "Betasom. La Guerra negli Oceani" 3^ Edizione che l'USMM, dopo aver chiesto che aggiornassi per la stampa, non ha voluto! Motivo, difficoltà finanziare della nuova direzione, che non mi convincono affatto. La scelta, come mi risulta, sembra imposta dall'alto da incompetenti con la motivazione é ora di parlare soltando degli episodi dove abbiamo vinto o ci sono stati grandi atti di valore. In questo campo, data la mia sincerità e l'obiettività, Mattesini é scomodo. I SOMMERGIBILI ITALIANI NELL'ATLANTICO SETTENTRIONALE - LE OPERAZIONI E I PROBLEMI OPERATIVI (OTTOBRE 1940 - MAGGIO 1941) Mattesini Francesco https://independent.academia.edu/FrancescoMattesini sandokan, Iscandar and Naumachos 3 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Alfabravo 59 Posted November 23, 2018 Report Share Posted November 23, 2018 Di Francesco MATTESINI ho l' edizione del 1993 su questo argomento. Son trascorsi molti anni da quando lo lessi e mi pare di ricordare che già allora l' Autore non risparmiasse critiche all' impiego dei nostri sommergibili destinati a BETASOM.Non vedo quali ulteriori documenti "negativi" possano esser saltati fuori tali da esser "censurati" dalla MARINA MILITARE. Son tuttavia convinto che all' interno della Forza Armata sia stata fatta una severa analisi di quanto accaduto affinchè certi errori non siano più ripetuti. sandokan 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted November 24, 2018 Author Report Share Posted November 24, 2018 A valutare l'importanza del il mio libro su "Betasom. Guerra negli Oceani", fu chiamato all'Ufficio Storico Marina Militare l'ammiraglio (in pensione) Luigi Longanesi Cattani, il quale restò sbalordito per le critiche dell'ammiraglio Parona ai nostri comandanti per i mediocri risultati conseguiti nella caccia alle navi nemiche. Longanesi mi disse: "Io di questo non ne sapevo nulla". Comunque ha fatto l'introduzione al libro, a dimostrazione che lo ha trovato serio. Il libro é stato stampato in prima edizione nel 1993; ultimato é stato ristampato nel 2003; nuovamente ultimato (non né hanno più una copia), fui chiamato per preparare la 3^ edizione aggiornata in base alle ultime informazioni. Ho cominciato a lavorare alacremente per far presto. Poi i responsabili della Direzione e dell'Editoria dell'Ufficio Storico Marina Militare, che mi avevano dato l'incarico, sono stati sostituiti; e quando io ho portato loro a vedere ai nuovi responsabili che il lavoro era quasi terminato, mi hanno detto, con faccia tosta, che non gli serviva più. A loro il libro dei nostri maggiori successi (numerativi) evidentemente, (ma mon credo neppure per ordini superiori, quanto di persona a cui forse sono antipatico per pressioni esterne), ha detto di no. Poi ho capito, anche per confidenza di alcuni miei amici informati, che nel frattempo avevano dato il compito di scrivere la Storia Navale a persone accomodanti. Ma fosse solo questo! Adesso non posso ammettere, dopo quarant'anni di lavori con l'Ufficio Storico (mai in contrasto con i vari direttopri che si sono susseguiti all'Ufficio Storico) con stampa di un quindicina di libri e di ben sessanta saggi (spesso veri libri), che mio si venga a dire che nell'interno della forza armata si vuole cambiare la Storia, dopo tutti gli sforzi fatti per portarla ad una versione il più possibile veritiera. Francesco Mattesini sandokan and sangerba 2 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
CARABINIERE Posted November 24, 2018 Report Share Posted November 24, 2018 Purtroppo non posso che condividere l' amarezza di Francesco Mattesini: dopo decenni in cui la Marina Militare aveva saputo meditare su una sconfitta che nulla aveva tolto al suo onore, meditazione che passava attraversa una rigorosa revisione dei fatti ed una continua rincorsa a dati di archivio non sempre disponibili, con una serie di pubblicazioni accettate anche all' estero ed apprezzate, proprio con il "nuovo secolo", la maggiore se non completa accessibilità agli archivi, il facile accesso a supporti informatici, sembra che sia tornato di moda non il MinCulPop ma certamente la voglia di rivisitare la storia e creare ancora una volta dei miti che non esistono.La facilità di assemblare rapidamente scritti, magari con buon corredo fotografico (qualche volta manipolandolo per riadattarlo alle tesi esposte, come è noto per foto stampate "a rovescio"), magari creando eroi ed attestati a chi ha fatto solo il proprio dovere, è consono all' attuale ricerca di popolarità e consenso, ma esattamente il contrario della ricerca storica.Sarebbe giusto ed opportuno rivedere ed aggiornare i testi scritti più di 20/30 anni or sono sulla base di dati unilaterali, una strada che iniziarono - solo per citarne uno - personaggi come Santoni, ma significa "perdere tempo", dedicarsi a un lavoro certosino, che non da visibilità, mentre è molto più facile rispolverare argomenti, peraltro interessanti, adattandoli alle "esigenze del momento", ad un pubblico che non ha vissuto gli avvenimenti né ha più molte radici con coloro che li hanno vissutiAnche la storia è diventata consumismo, non si leggono libri ma si va alla presentazione di turnoPer esperienza posso dire che all' interno della Forza Armata anche a livello educativo per molto tempo è stata fatta una severa analisi di quanto accaduto, proprio per non ripetere errori, e questo ha avuto profondi riflessi nell' organizzazione. Non si tratta quindi di una censura, ma di superficialità e di un opportunismo anche malvagio rifiutando un' opportunità di verità, in quanto - e si vede anche in certi temi trattati nelle pubblicazioni di Corpo - spesso prevalere la convinzione che è meglio apparire che essere .Un amaro commento di gratitudine per persone impegnate, come Mattesini: il consumismo passa, la verità (e la capacità) rimane , non Vine né assegnata né regalata sandokan and sangerba 2 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
sangerba Posted November 25, 2018 Report Share Posted November 25, 2018 Purtroppo non posso che condividere l' amarezza di Francesco Mattesini: dopo decenni in cui la Marina Militare aveva saputo meditare su una sconfitta che nulla aveva tolto al suo onore, meditazione che passava attraversa una rigorosa revisione dei fatti ed una continua rincorsa a dati di archivio non sempre disponibili, con una serie di pubblicazioni accettate anche all' estero ed apprezzate, proprio con il "nuovo secolo", la maggiore se non completa accessibilità agli archivi, il facile accesso a supporti informatici, sembra che sia tornato di moda non il MinCulPop ma certamente la voglia di rivisitare la storia e creare ancora una volta dei miti che non esistono.La facilità di assemblare rapidamente scritti, magari con buon corredo fotografico (qualche volta manipolandolo per riadattarlo alle tesi esposte, come è noto per foto stampate "a rovescio"), magari creando eroi ed attestati a chi ha fatto solo il proprio dovere, è consono all' attuale ricerca di popolarità e consenso, ma esattamente il contrario della ricerca storica.Sarebbe giusto ed opportuno rivedere ed aggiornare i testi scritti più di 20/30 anni or sono sulla base di dati unilaterali, una strada che iniziarono - solo per citarne uno - personaggi come Santoni, ma significa "perdere tempo", dedicarsi a un lavoro certosino, che non da visibilità, mentre è molto più facile rispolverare argomenti, peraltro interessanti, adattandoli alle "esigenze del momento", ad un pubblico che non ha vissuto gli avvenimenti né ha più molte radici con coloro che li hanno vissutiAnche la storia è diventata consumismo, non si leggono libri ma si va alla presentazione di turnoPer esperienza posso dire che all' interno della Forza Armata anche a livello educativo per molto tempo è stata fatta una severa analisi di quanto accaduto, proprio per non ripetere errori, e questo ha avuto profondi riflessi nell' organizzazione. Non si tratta quindi di una censura, ma di superficialità e di un opportunismo anche malvagio rifiutando un' opportunità di verità, in quanto - e si vede anche in certi temi trattati nelle pubblicazioni di Corpo - spesso prevalere la convinzione che è meglio apparire che essere .Un amaro commento di gratitudine per persone impegnate, come Mattesini: il consumismo passa, la verità (e la capacità) rimane , non Vine né assegnata né regalata Purtroppo non posso che condividere l' amarezza di Francesco Mattesini: dopo decenni in cui la Marina Militare aveva saputo meditare su una sconfitta che nulla aveva tolto al suo onore, meditazione che passava attraversa una rigorosa revisione dei fatti ed una continua rincorsa a dati di archivio non sempre disponibili, con una serie di pubblicazioni accettate anche all' estero ed apprezzate, proprio con il "nuovo secolo", la maggiore se non completa accessibilità agli archivi, il facile accesso a supporti informatici, sembra che sia tornato di moda non il MinCulPop ma certamente la voglia di rivisitare la storia e creare ancora una volta dei miti che non esistono.La facilità di assemblare rapidamente scritti, magari con buon corredo fotografico (qualche volta manipolandolo per riadattarlo alle tesi esposte, come è noto per foto stampate "a rovescio"), magari creando eroi ed attestati a chi ha fatto solo il proprio dovere, è consono all' attuale ricerca di popolarità e consenso, ma esattamente il contrario della ricerca storica.Sarebbe giusto ed opportuno rivedere ed aggiornare i testi scritti più di 20/30 anni or sono sulla base di dati unilaterali, una strada che iniziarono - solo per citarne uno - personaggi come Santoni, ma significa "perdere tempo", dedicarsi a un lavoro certosino, che non da visibilità, mentre è molto più facile rispolverare argomenti, peraltro interessanti, adattandoli alle "esigenze del momento", ad un pubblico che non ha vissuto gli avvenimenti né ha più molte radici con coloro che li hanno vissutiAnche la storia è diventata consumismo, non si leggono libri ma si va alla presentazione di turnoPer esperienza posso dire che all' interno della Forza Armata anche a livello educativo per molto tempo è stata fatta una severa analisi di quanto accaduto, proprio per non ripetere errori, e questo ha avuto profondi riflessi nell' organizzazione. Non si tratta quindi di una censura, ma di superficialità e di un opportunismo anche malvagio rifiutando un' opportunità di verità, in quanto - e si vede anche in certi temi trattati nelle pubblicazioni di Corpo - spesso prevalere la convinzione che è meglio apparire che essere .Un amaro commento di gratitudine per persone impegnate, come Mattesini: il consumismo passa, la verità (e la capacità) rimane , non Vine né assegnata né regalata Purtroppo non posso che condividere l' amarezza di Francesco Mattesini: dopo decenni in cui la Marina Militare aveva saputo meditare su una sconfitta che nulla aveva tolto al suo onore, meditazione che passava attraversa una rigorosa revisione dei fatti ed una continua rincorsa a dati di archivio non sempre disponibili, con una serie di pubblicazioni accettate anche all' estero ed apprezzate, proprio con il "nuovo secolo", la maggiore se non completa accessibilità agli archivi, il facile accesso a supporti informatici, sembra che sia tornato di moda non il MinCulPop ma certamente la voglia di rivisitare la storia e creare ancora una volta dei miti che non esistono.La facilità di assemblare rapidamente scritti, magari con buon corredo fotografico (qualche volta manipolandolo per riadattarlo alle tesi esposte, come è noto per foto stampate "a rovescio"), magari creando eroi ed attestati a chi ha fatto solo il proprio dovere, è consono all' attuale ricerca di popolarità e consenso, ma esattamente il contrario della ricerca storica.Sarebbe giusto ed opportuno rivedere ed aggiornare i testi scritti più di 20/30 anni or sono sulla base di dati unilaterali, una strada che iniziarono - solo per citarne uno - personaggi come Santoni, ma significa "perdere tempo", dedicarsi a un lavoro certosino, che non da visibilità, mentre è molto più facile rispolverare argomenti, peraltro interessanti, adattandoli alle "esigenze del momento", ad un pubblico che non ha vissuto gli avvenimenti né ha più molte radici con coloro che li hanno vissutiAnche la storia è diventata consumismo, non si leggono libri ma si va alla presentazione di turnoPer esperienza posso dire che all' interno della Forza Armata anche a livello educativo per molto tempo è stata fatta una severa analisi di quanto accaduto, proprio per non ripetere errori, e questo ha avuto profondi riflessi nell' organizzazione. Non si tratta quindi di una censura, ma di superficialità e di un opportunismo anche malvagio rifiutando un' opportunità di verità, in quanto - e si vede anche in certi temi trattati nelle pubblicazioni di Corpo - spesso prevalere la convinzione che è meglio apparire che essere .Un amaro commento di gratitudine per persone impegnate, come Mattesini: il consumismo passa, la verità (e la capacità) rimane , non Vine né assegnata né reg sangerba 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco De Domenico Posted November 27, 2018 Report Share Posted November 27, 2018 Credo che a Francesco Mattesini sia dovuto tutto il rispetto che merita uno storico obiettivo, un ricercatore fortemente impegnato nel difficile lavoro di accertare anche le verità imbarazzanti. Purtroppo oggi viviamo una stagione, si spera non troppo duratura, in cui queste doti non sono apprezzate come meritano, a favore di una "riscrittura della storia" tutta in chiave trionfalistica ed agiografica.Come AIDMEN, come sodalizio di ricercatori ed appassionati, siamo orgogliosi di contare sull'apporto e sull'entusiasmo di Franco, che merita tutta la nostra solidarietà. Credo non sia un caso se anche Franco Bargoni, un altro toscano talvolta irriverente, sia stato protagonista alla fine della vita di una vicenda simile. Purtroppo, come ho scritto altra volta, i tedeschi sono stati capaci meglio di noi di metabolizzare gli errori e le colpe di una stagione storica sciagurata. Dovremmo prenderne l'esempio, invece di continuare a celebrare la "Rivista H" facendo finta di ignorare il significato della sigla e il collegamento dell'evento con le leggi razziali di due mesi dopo.Ma non è mai troppo tardi. Danilo Pellegrini, Giuseppe Garufi, sangerba and 1 other 4 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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